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In 500 pagine tutti gli orrori di Bolzaneto - chiesti 47 rinvii a giudizio
by antidalemiano Saturday, Mar. 12, 2005 at 10:24 PM mail:

dal corriere on line

In 500 pagine ripercorsi tutti gli orrori della caserma di Bolzaneto
G8: chiesti 47 rinvii a giudizio di poliziotti
Atto d'accusa dei pm di Genova: trattamento inumano e degradante, violato art. 3 della Convenzione per i diritti dell'uomo

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GENOVA - Un atto di accusa in 500 pagine. Trattamento inumano e degradante in violazione dell'articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Così i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno definito gli insulti, il sadismo, i calci, i pugni e le botte, che hanno rasentato la vera e propria tortura, subiti dagli arrestati che sono transitati nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001.
La caserma di Bolzaneto (Ansa)
LA MEMORIA - I pm hanno tuttavia contestato agli indagati, poliziotti, medici, guardie carcerarie, carabinieri, come scelta «prudenziale», la violazione dell'articolo 3 della Convenzione dei diritti umani e non la tortura «per la durata del trattamento rapportata al tempo di permanenza dei detenuti presso la struttura». Il «j'accuse» è contenuto in una memoria di 534 pagine depositata e illustrata oggi al gup Maurizio De Matteis, nel corso dell'udienza preliminare per i fatti di Bolzaneto, per cui sono stati chiesti 47 rinvii a giudizio. Sono 15 dirigenti e agenti della polizia, 16 dirigenti e agenti della polizia penitenziaria, tra cui il generale Oronzo Doria, 11 carabinieri e 5 medici, di cui 3 donne. I magistrati hanno ricordato «il taglio di ciocche di capelli a Taline Ender, Massimiliano Spingi, e Sanchez Chicarro, lo strappo della mano a Giuseppe Azzolina, il capo fatto infilare nel wc alla turca a Ester Percivati, l'umiliazione di Marco Bistacchia costretto a mettersi carponi e ad abbaiare come un cane e il pestaggio di Mohamed Tabbach, persona con un arto artificiale». È stato anche rievocato l'episodio umiliante imposto ad Hinrrichs Meyer Thorsten, costretto a indossare un cappellino rosso con la falce e un pene al posto del martello, con il quale è stato costretto a girare nel piazzale senza poterlo togliere. La memoria, suddivisa in cinque capitoli, illustra dapprima la storia del carcere provvisorio e il numero delle persone transitate (252), poi le prime indagini, l'organizzazione, i reati e i responsabili ai vari livelli, gli esecutori materiali, e infine le conclusioni.
I RESPONSABILI - Nella memoria, alla voce dei Responsabili, il livello apicale a Bolzaneto viene indicato per la Polizia di Stato il vice questore Alessandro Perugini, e il commissario capo Anna Poggi (entrambi indagati); per l'Amministrazione Penitenziaria il magistrato coordinatore Alfonso Sabella (per il quale è stata chiesta l'archiviazione), il generale Claudio Ricci, il generale Alfonso Mattiello, l'allora colonnello Oronzo Doria (indagato), i capitani Pasquale Migliaccio, Ernesto Cimino e Bruno Pelliccia, tutti del disciolto Corpo degli Agenti di Custodia, l'Ispettore della Polizia Penitenziaria Antonio Biagio Gugliotta (indagato). «Certamente i soggetti 'apicalì - hanno spiegato - non hanno materialmente svolto davanti alle celle la vigilanza degli arrestati.Incombevano però sugli apicali gli oneri ed i poteri legati alla posizione di garanzia nonchè quelli legati alla qualifica di ufficiali di PG».
AREA SANITARIA - L'infermeria allestita nella caserma di Bolzaneto che avrebbe dovuto essere un luogo di assistenza e di aiuto per le persone detenute, una sorta di «zona franca» da maltrattamenti, era diventata, secondo l'accusa, un'altra tappa del percorso di umiliazione. «È emerso - hanno sottolineato - che l'impatto delle parti offese con i medici avvenisse in condizioni di soggezione fisica e morale analoghe a quelle generali; non va dimenticato infatti che il triage avveniva all'ingresso del padiglione e quindi in pratica subito dopo il »comitato di accoglienza« e che spesse volte il medico veniva scambiato per un poliziotto».
I REATI - I reati contestati sono a vario titolo abuso d'ufficio, violenza privata, abuso di autorità contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
12 marzo 2005

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