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Argentina: polizia a giudizio
by IMC Italy Sunday, Sep. 01, 2002 at 1:06 AM mail:

Traduzione by Garabombo Polizia vicina al carcere Il tribunale avrebbe identificato gli agenti che hanno ucciso dei civili. Verranno indagati e, probabilmente, saranno arrestati. Il pubblico ministero ha richiesto la incostituzionalità dello stato d'assedio. Di Adriana Mayer (da Pagina12 del 1/1/2002)

I poliziotti federali che hanno assassinato cinque persone il 20 dicembre saranno arrestati. Gli avvocati Luis Comparatore e Patricio Evers hanno chiesto che fossero chiamati a giudizio una ventina di agenti identificati per aver premuto il grilletto nella battaglia di Plaza de Mayo. Accusati di omicidio aggravato, non hanno la possibilità di rimanere in libertà e così sarà disposto dal giudice María Servini de Cubría per ascoltarli e interrogarli, a partire dalla settimana prossima. Saranno interrogati anche l'ex capo della Polizia federale Ruben Santos e l'ex segretario della Sicurezza Enrique Mathov. La magistratura sta inoltre studiando la possibilità di decretare anticostituzionale il decreto con cui l'allora presidente De la Rua decretò lo "stato d'assedio" prima di dimettersi, così come hanno sollecitato gli avvocati nella giornata di ieri. Il guidice Servini ha anche deciso di interrogare l'ex viceministro dell'Interno Batallán perché confermi davanti alle autorità giudiziarie che De La Rua e il suo entourage nella residenza presidenziale di Olivos ordinò di reprimere le manifestazioni, così come hanno dichiarato alcuni deputati. La dichiarazione dell'ex funzionario delarruista sarà determinante, anche perché obbligato a dire la verità sotto giuramento. Due deputati asseriscono che in una conversazione mantenuta nella mattinata del 20 dicembre lo stesso Batallán disse che era necessario mantenere la piazza sgombra, anche ricorrendo a una dura repressione, per pattuire l'allontanamento di De La Rua dal governo. L'idea era che la repressione ripresa e trasmessa con le immagini televisive avrebbe scoraggiato la gente a scendere in strada e confluire in una piazza già stracolma. Batallán si è difeso dicendo che quella degli avvocati accusatori è una interpretazione assurda e priva di fondamento. Intanto gli stessi avvocati hanno chiesto di avviare indagini su di un gruppo di poliziotti federali che repressero la manifestazione sparando gas lacrimogeni e fucili 12.70, caricati con pallottole di piombo invece che di gomma, in Plaza de Mayo, Plaza de los Dos Congresos, in Avenida de mayo da Casa de Gobierno fino alla avenida 9 de julio, e vicino Obelisco. Attraverso le immagini di canali televisivi e videoamatori, e la precisione delle testimonianze dirette, si è potuto risalire ad una ventina di poliziotti, tra cui vanno individuati gli autori materiali dell'uccisione dei cinque manifestanti. Gli investigatori hanno negato ulteriori precisazioni e hanno richiesto al giudice di applicare il segreto istruttorio. Tuttavia Pagina12 è riuscita a sapere che in questo gruppo è anche incluso chi da una Fiat Palio ha sparato ferendo Martin Galli e uccidendo Alberto Marquez. Da una rilettura degli articoli 23, 75 e 99 della Costituzione nazionale gli avvocati hanno concluso che l'ex presidente De La Rua, oltre ad essere incriminato per omicidio aggravato, avrebbe violato la legge non rispettando i suoi doveri nel decretare lo "stato d'assedio" a partire dal 20 dicembre. Il fatto che si fosse determinata una situazione tale da giustificare questo provvedimento è profondamente in discussione. Ma ancora più importante è il dettame costituzionale in materia che impone una consultazione congressuale per sospendere le garanzie costituzionali, e in quelle ore il congresso era riunito in forma straordinaria. Chi conosce bene il giudice Servini e le sue convinzioni giuridiche prevede che l'incriminazione potrebbe essere accettata. Di fatto il commisario mayor Gaudiero, che ha condotto le operazioni repressive, ha dichiarato che quando comunicò a Santos (l'ex capo della polizia federale) l'ordine del giudice Servini di sospendere il procedimento, questo rispose che "lo stato d'assedio aveva il sopravvento sulla Giustizia". Se dunque lo stato d'assedio fu un provvedimento anticostituzionale gli accusati perdono la loro maggiore tesi difensiva. In una complessa oratoria gli avvocati hanno richiesto che le automobili non identificate con cui si mosse la Polizia quel giorno e le armi non sequestrate in un primo momento vengano sequestrate per sottoporle alle perizie necessarie. Sarà convocato per interrogatorio anche il gestore di una filiale della banca HSBC di Avenida de mayo 701 dove morì Gustavo Benedetto, colpito da uno sparo proveniente dall'interno dell'edificio. Così come una ragazza che ha assicurato di aver visto dal suo balcone come dalla Fiat Palio abbiano sparato a bruciapelo colpendo mortalmente Diego Lamagna. Inoltre altri 150 feriti lievi daranno la propria testimonianza, mentre un testimone chiave potrebbe agevolare l'identificazione di un agente di polizia che avrebbe sparato quel giorno da una motocicletta in corsa. Per quest'ultimo episodio sono stati richiesti alla polizia Federale i nominativi di chi "lavorò" motorizzato in piazza. L'avvocatessa Carmen Verdú della CORREPI, la Coordinadora contra la represión policial, che ha sporto denuncia per la morte di un membro della sua associazione, ha dichiarato " è importante che in questa causa, che risulta molto complessa per la quantità di vittime e di imputati, non si sottovaluti la responsabilità materiale di chi ha premuto il grilletto, così come la responsabilità politica di tutta la catena che arriva fino allo stesso De La Rua". Il giudice Servini ha deciso fin dall'inizio di separare le indagini dei fatti dalle responsabilità politiche, di cui si occupa in persona. Gli interrogatori si susseguiranno nelle prossime settimane. L'ex capo della polizia così come l'ex segretario della Sicurezza Nazionale saranno protagonisti. Continua Verdú: "Gli spari sono stati fatali. Hanno sparato per uccidere e tutto è avvenuto nelle stesse ore. E' stata una matanza pianificata".

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