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Torino, rivolta nel Cpt
by dal manifesto Saturday, May. 21, 2005 at 11:52 AM mail:

La protesta è esplosa contro l'espulsione di un gruppo di immigrati. Materassi bruciati, vetri rotti e autolesionismo. Vari feriti dopo l'intervento della polizia. Tra gli stranieri tensione alta anche in città.

E' stata una rivolta annunciata quella di mercoledì notte al centro di detenzione di corso Brunelleschi. Annunciata prima di tutto perchè non è pensabile che persone rinchiuse in galera (i cpt questo sono) senza aver commesso alcun crimine accettino remissive e in silenzio una detenzione che si concluderà molto probabilmente con un'espulsione in un paese dove magari rischiano altra galera se non la morte. E poi annunciata perchè a Torino in queste ultime settimane la tensione è alle stelle. Così mercoledì notte, secondo le poche informazioni (nei cpt entrano solo i parlamentari, ma spesso neanche loro ci riescono), di fronte all'imminente espulsione di un gruppo di cittadini (forse rumeni), c'è stato il tentativo di fermare quel viaggio forzato. Materassi che bruciano, vetri che vanno in frantumi. Qualcuno si è fatto male, qualche altro ha ingoiato dei vetri, pile. Certamente più di una persona è finita all'ospedale. La polizia è arrivata nell'ex caserma militare commutata in «lager» in tenuta antissommossa. Agli avvocati qualche ispettore dice che non è stata usata la forza per reprimere la rivolta. La notizia della protesta fa il giro delle comunità e dei gruppi che in città lavorano per la chiusura dei cpt. Alle sei decine di persone si ritrovano davanti al centro. I migranti sono in sciopero della fame e rispondono con urla e battendo sulle inferriate agli slogan di fuori.

Ma la scorsa settimana è stata segnata da una serie di pesanti tragedie che hanno colpito le comunità straniere. Una giovane donna di origine slava si è suicidata nel carcere delle Vallette. Quindi ci sono state le retate della polizia contro presunti spacciatori: due i morti. Entrambi senegalesi. Il primo, giovanissimo (aveva 23 anni) è morto annegato nel Po, ai Murazzi. Un tragico déjà vu, che riporta alla mente Khalid e Abdellah: il giovane impaurito cerca di sfuggire alla retata organizzata dai poliziotti al Valentino. Dicono che abbia urlato prima di gettarsi in acqua. Il fiume, unica via di scampo per sfuggire a quei controlli che, se non hai i documenti in regola, significano espulsione, centro di detenzione, arresto. Comunque repressione. Mamadou Diagne non sapeva nuotare. «E' scomparso sott'acqua» dicono i testimoni. Nessuno si è gettato ad aiutare quel giovane. Mamadou era a Torino da tre giorni. Si glissa sul fatto che il giovane «spacciatore» non aveva nulla con sè. In una seconda retata una pattuglia della polizia ferma una macchina «sospetta». All'interno quattro cittadini africani. Spacciatori, per la polizia. Nel controllo che segue, parte un colpo di pistola. Cheik Ibra Fall, senegalese di Mbout, viene colpito e muore pochi minuti dopo. L'autopsia rivela che nello stomaco l'uomo aveva degli ovuli di droga. Tanto basta per giustificare l'omicidio. Che infatti viene archiviato come tragico incidente. Il cugino sta facendo una colletta per rimpatriare la salma del giovane che si faceva chiamare Ibrahim Ba, come il giocatore del Milan, per dargli degna sepoltura.

Sabato scorso, organizzata dal collettivo Porfido, c'è stata una grande manifestazione di italiani e migranti. La rabbia e il dolore della comunità senegalese, si mescolano alla consapevolezza del clima pesante che sta montando in una città le cui politiche sembrano offuscate dall'avvicinarsi delle Olimpiadi. I giochi sono considerati dagli amministratori l'ultima spiaggia per Torino. Che si prepara all'evento da una parte ignorando gli schiavi costretti a lavorare nei cantieri olimpici (ieri la «scoperta» di altri lavoratori irregolari), dall'altra mettendo sotto il tappeto la crisi economica che sta strangolando la città (Fiat in testa) e infine puntando sulla «pulizia» (che significa eliminare ciò e chi «stona» con la patina olimpica) per presentare al mondo (che Torino spera si sintonizzerà sui giochi) un volto pulito e sorridente.






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