volantino che sarà distribuito a Viterbo
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO ARRESTI- Di nuovo, nel giro di pochi giorni, a Lecce, a Cagliari e giovedì 26 a Pescara e Viterbo. 5 nostri fratelli, amici, compagni prelevati dalla banda armata dello Stato, sotto forma di Digos e Ros. L'accusa, come per i 3 compagni in carcere dallo scorso Luglio, l'attentato al Tribunale di Viterbo e ai servizi sociali del Ministero della Giustizia, il tutto, ovviamente, condito dall'associazione eversiva. Le prove, come un anno fa, praticamente nulle (uno degli attuali arrestati si trovava al tempo recluso- e poi assolto- a Rebibbia). Il cosiddetto Stato di diritto (tanto caro ai garantisti) se per le classi subalterne è mai esistito, è questo; questa è la democrazia: il mostro che reprime, incarcera e uccide. Non ci interessa la falsa distinzione tra innocenti e colpevoli, quando questa distinzione si basa precisamente sulle leggi e sui codici che garantiscono la copertura legale al sistema di sfruttamento e di dominio del Capitale, di cui lo Stato, gli sbirri e magistrati, è guardiano e boia. LE LOTTE NON SI ARRESTANO RIBELLARSI E' GIUSTO E POSSIBILE Oggi, quando è ormai evidente a tutti, come sia difficile arrivare a fine mese per chi vive di salario, di pensione o di reddito precario (per non parlare di disoccupati ecc.), ci sono in Italia più di 8000 persone sotto processo per episodi di lotta e di rivolta contro l'infamità di questo esistente. Oggi, da tutte le istituzioni politiche ed economiche, da tutto l'arco costituzionale, si parla- come sempre- di sacrifici, sacrifici per i soliti naturalmente, per il popolo bue, e, si sa, quando c'è da sacrificarsi, bisogna preventivamente sbattere in galera chi non sta al gioco, chi protesta, chi prospetta un vivere diverso, di libertà e dignità per ogni essere umano. QUANTO SOPPORTEREMO ANCORA?
Libertà per Claudia, Danilo, David, Marco, Massimo, Sergio, Simone, Stefano, Valentina. Libertà per tutti/e Sempre contro lo Stato e il Capitale
Anarchici a Viterbo Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo
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