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Referendum - lettera Maschile Plurale
by kabala Sunday, May. 29, 2005 at 8:09 PM mail:

Lettera aperta del gruppo d'autocoscienza Maschile plurale per il Sì ai referendum del 12-13 giugno

Noi partecipanti al gruppo Maschile plurale, attivo a Bologna dal settembre 2003, desideriamo rendere pubblica la nostra più convinta adesione alla battaglia promossa dal Comitato per il Sì ai referendum abrogativi della legge 40 sulla PMA.
Sotto molti aspetti questa legge rappresenta un grave passo indietro che un¹alleanza tradizionalista e misogina, responsabile dell’approvazione della legge stessa, fa compiere alla convivenza civile. Per molte ragioni, riguardanti i diritti civili elementari, la deontologia medica, la libertà di ricerca scientifica, il carattere laico dello Stato e delle sue leggi, questo provvedimento può essere considerato una mostruosità politica e giuridica da combattere attivamente; a noi sembra opportuno, tuttavia, soffermarci prima di tutto sugli aspetti oppressivi e umilianti della dignità delle donne che la legge 40 fortemente contiene. Ancora una volta, il corpo delle donne è considerato un bene di interesse pubblico su cui ³la societಠdeve legiferare nel nome di un supposto interesse superiore, neutro e trascendente. Ancora una volta, un¹antica vocazione maschile a sottoporre a controllo il corpo e la volontà della donna interviene su questioni riguardanti la riproduzione, unico ambito dell¹esistenza umana in cui un indiscusso protagonismo dell¹uomo può realizzarsi esclusivamente per via normativa.
Con la nostra adesione intendiamo esprimere, in quanto uomini e non genericamente ³cittadini², la nostra totale dissidenza nei confronti di una certa cultura maschile capace di partorire questa e altre inaccettabili nefandezze giuridiche, politiche, sociali a spese della libertà delle donne. Una simile cultura ci appare inaccettabile anche perché offende la nostra stessa identità di uomini, convinti come siamo che tale identità possa e debba declinarsi al di fuori di logiche oppressive, aggressive e competitive nei confronti delle donne e degli altri uomini. Abbiamo sentito la necessità di esprimere pubblicamente la nostra più convinta condanna della legge 40 perché, innanzitutto, respingiamo una concezione secondo cui la libertà dell¹uomo cresce in misura che la libertà della donna viene limitata, negata, ostacolata. Si tratta di una concezione che si riproduce e si legittima, da sempre, grazie anche alla tacita complicità di larga parte del genere maschile: proprio per questo, ci sembra necessario affermare ora in termini inequivocabili che questa cultura maschile non ci rappresenta come uomini.
La battaglia per l¹abrogazione della legge 40 non è quindi per noi solo una questione altruistica, legata cioè a ragioni (per quanto sacrosante) di generosità e solidarietà alle donne, che da quella legge sono direttamente offese. Questa battaglia ci riguarda, e ci riguarda in quanto uomini. Combatterla si può, e secondo noi si deve, anche nel nostro interesse.. Possono e devono esistere ben altri modi di concepire il proprio essere uomini, anche diametralmente opposti agli orientamenti neomaschilisti che hanno ispirato questa legge e che si arrogano la rappresentanza totalitaria del genere maschile. Pensiamo sia giunto il momento che la voce degli uomini per nulla propensi a riconoscersi in tali orientamenti si faccia sentire, perché possa affermarsi un¹ampia ed esplicita dissidenza nei confronti di una simile cultura maschile.
Noi non siamo disponibili a progetti di ³rivincita² del maschio: al contrario, siamo profondamente convinti che la libertà delle donne è condizione essenziale della nostra stessa libertà di uomini.

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