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Comunicato della Sinistra Universitaria sull'occupazione della Statale
by Studente Statale Thursday, Nov. 03, 2005 at 10:56 PM mail:

Almeno in Senato accademico un timido dissenso c'è stato. Speriamo che le manifestazioni di domani abbiano una grande partecipazione e cambino un pò le cose.

Sulle mobilitazioni di queste ultime giornate

La mobilitazione di questi ultimi giorni in Statale richiede di essere analizzata in maniera approfondita. Bisogna sfuggire la tentazione di dare letture strumentali dell’accaduto, bisogna evitare santificazioni o scomuniche.

Si deve invece procedere, prima di dare ogni giudizio di valore, ad un’analisi il meno possibile faziosa di quello che è avvenuto e affrontare questa occupazione sui generis sia dal punto di vista del merito della protesta (motivazioni e contenuti) sia dal punto di vista del metodo (“occupazione” e blocco/interruzione della didattica).

Dati innegabili, partendo dalle questioni di merito, sono che il sistema universitario italiano abbia bisogno di essere riformato e di essere portato finalmente a standard europei e che le riforme attuate fino ad oggi siano riuscite a dare un risposta solo parziale a questo bisogno.

L’idea stessa di riforma universitaria del Ministro Moratti non dava risposte ai problemi in campo: riforma della didattica, diritti degli studenti, adeguato finanziamento di università e ricerca, percorsi di accesso alla docenza.

Da qui la condanna del mondo accademico, del mondo politico e delle organizzazioni studentesche. Condanna a cui, come Sinistra Universitaria, ci associamo e che abbiamo già fatto nostra ritenendo che il bilancio di quattro anni di governo del Centrodestra sia non solo fallimentare, ma che rischi anche di compromettere seriamente il futuro del sistema universitario italiano.

È per questo che ci sentiamo vicini alle istanze che hanno portato una parte degli studenti a protestare in maniera così fragorosa la propria insoddisfazione verso il disegno del Ministro Moratti e le politiche del Centrodestra. Ed è per questo che massimo deve essere lo sforzo per produrre una piattaforma politica più avanzata in grado di parlare a tutto il mondo universitario, a partire proprio dalla componente studentesca che va informata e sensibilizzata.

Oltre al piano del merito della protesta va, però, discusso quello del metodo. Proprio su questo piano le divergenze sono più ampie.

In questa fase della protesta contro il Ministro Moratti occupazione e blocco della didattica non ci trovano d’accordo.

Siamo convinti del fatto che un atto della forza di un’occupazione debba nascere su basi differenti: fondamentale è l’adesione consapevole e convinta di una maggioranza del corpo studentesco, imprescindibile è il coinvolgimento dei docenti e in questo contesto anche dei ricercatori.

Il rischio, altrimenti, è che, se non costruita su basi solide e condivise, una occupazione non solo non riesca a sortire l’effetto di sensibilizzazione del mondo studentesco ma che anzi si presti ad essere strumentalizzata e si riveli infine controproducente.

Siamo quindi convinti che i metodi della protesta, per non far tramontare le istanze che si sono manifestate in questi giorni e per non mortificare tutte le voci che si sono alzate libere e volonterose di contribuire alla costruzione di un sistema universitario nuovo e a misura di studente, debbano cambiare. Occupazione e blocco delle lezioni devono lasciare spazio al dialogo fra tutte le anime e le componenti del mondo universitario. La protesta deve lasciare il campo alla proposta.

È, quindi, in coerenza con questo ragionamento che i rappresentanti di Sinistra Universitaria hanno votato negativamente rispetto alla mozione presentata in Senato accademico sull’occupazione. Mozione che alla stigmatizzazione del metodo dell’occupazione e del blocco delle lezioni non accostava però una sufficiente apertura alle istanze, condivisibili nel senso se non totalmente nella piattaforma politica, sollevate dagli studenti occupanti.

Pensiamo infatti che un serio movimento di riforma del sistema universitario che parta dalla Statale di Milano passi innanzitutto per un costante dialogo e confronto critico fra tutte le posizioni presenti all’interno dell’Ateneo.

Infatti solo una costante apertura al dialogo ed al confronto potrà portare in futuro ad una reale maturazione di una coscienza critica del corpo studentesco verso un progetto di riforma dell’università e permetterà di non utilizzare strumenti di lotta e di sensibilizzazione che appaiono inadeguati alla realtà studentesca odierna.

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