Tranquilla e forte in una giornata ventosa e tersa la manifestazione No Tav di Torino vince ancora un'altra mossa della lunga lotta antagonista, peraltro non affatto terminata
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Lo slogan "sarà dura" che è lo slogan, il grido di lotta e di battaglia di questa lotta NO TAV esprime bene l'essenza e la differenza da altre lotte, in particolare da quella vicina e perdente purtroppo della agitazione pacifista contro la guerra.
1) Sarà dura: Questo grido di battaglia esprime un giudizio sulla profondità e serietà del conflitto, sull'antagonismo delle forze in campo: grandi interessi coalizzati e forze di classe e popolari antagoniste. Perciò lo scontro sarà profondo
2) Nello stesso tempo lo scontro darà di lunga durata.
3) Lo scontro sarà di forte intensità e la mobilitazione di migliaia di poliziotti, gli scontri anche violenti, le tattiche di ammassamento, di avanzamento, di ritirata, di trattativa, lo dimostrano.
La differenza più eclatante è nella modalità politica della lotta. Non più deleghe al ceto politico, a qualche leader salvifico e riverniciatio alla Cofferati,o ai politici della marcia di Assisi, come purtroppo ha fatto il moviemnto pacifista, ma lotta prolungata di un blocco popolare. Questa caratteristica ha già dimostrato la sua capacità di vincere. L'apertura dei lavori del tunnel è stata rinviata, il movimento è diventato nazionale e più ancora.
Un sindaco francese ha affermato a nome di numerosi colleghi presenti oggi a Torino che sarà merito principalemente dei valsusini se l'infame corridoio 5 sarà bloccato.
Inoltre la modalità democratica della lotta, la conduzione cioè diretta della lotta, non delegata a qualche politico o forum senza se e senza, ma sta producendo uno spettacolare allargamento orizzontale della lotta medesima, il fiorire e l'intrecciarsi di iniziative, il traboccare a valle, lungo l'asse padano e oltre a ovest in Francia e a est in Slovenia di comitati che cominciano ad organizzare la lotta contro il corridoio 5 questo asse imperialista e militarista della ristrutturazione capitalista della metropoli europea, per dirla in termini spicci.
Altra caratteristica rimarchevole quella della formazione dei blocchi popolari, delle zone libere o temporaneamente liberate in cui concorrono migliaia di sforzi individuali. Il blocco popolare prolungato si è dimostrato molto superiore ai cortei romani e alla delega ai vecchi vertici compartecipativi come purtroppo sperimentano i metalmeccanici da ultimo ( e infatti stanno ripensando anche loro...)
Infine da rimarcare l'enorme significato politico dell'egemonia incontrastata di una bandiera di lotta quella bianca e rossa no-tav sulle sbrindellate oramai soggettività del vecchio ciclo. Comincia veramente qualcosa di nuovo come si è potuto oseervare sui treni.
Insomma comunque la si guardi questa giornata è una grande vittoria. I Valsusini hanno manifestato in massa e migliaia decine di migliaia di compagni sono venuti da tutta Italia e delegazioni da altri paesi d'Europa. Certo non è finità. Ma è stato un buon passo. E adesso arrivederci alle prossime tappe. perchè una cosa è certa: questo movimento si batte per un obiettivo certo: bloccare il TAV
NO TAV è una scadenza generale. NO TAV è la nostra lotta
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