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La notte della Diaz dal Corsera
by incollato da bluloop Monday, Oct. 21, 2002 at 12:28 PM mail:

Molotov alla Diaz, la verità in sette minuti Dalla sassaiola che portò al blitz alle prove false: la ricostruzione degli investigatori. Il «mistero» del telefonino di Canterini dal Corriere della sera - 21 ottobre 2002


«Scusa Canterini, c‚è uno degli agenti nostri ferito con una coltellata?» «... Ci hanno provato» (Dialogo tra Spartaco Mortola, capo della Digos di Genova, e Vincenzo Canterini, capo del Reparto mobile di Roma, cortile della scuola Diaz, tra le 00.41 e le 00.44). E allora tentiamo di ricostruirla di nuovo, la notte italiana più brutta degli ultimi anni, l‚irruzione nell‚edificio che ospitava i no global durante il G8, le botte, le prove false.
Dall‚inizio alla fine, come un film. Perché questa volta non sono singole scene. Una traccia c‚è. I primi punti fermi di un‚inchiesta sempre più complicata che ha tra gli indagati alcuni tra i più importanti uomini della polizia italiana (falso, calunnia, lesioni gravi). Al centro di tutto, il tentativo di capire chi truccò le carte. Chi diede l‚ordine di prendere le due molotov trovate nel pomeriggio di quel giorno in un‚aiuola di corso Italia al termine degli scontri, e portarle dentro la Diaz, per usarle come «prove» della pericolosità dei no global che dormivano nell‚istituto. Chi le mise, chi sapeva. Al momento, molti indizi vanno verso il vicequestore Pietro Troiani, ex del Reparto mobile di Roma, ex delfino di Vincenzo Canterini (l‚uomo che «diresse» l‚irruzione), a Genova in quei giorni per fare da raccordo tra i suoi ex colleghi e la questura. Antonio Burgio, l‚autista del furgone che recuperò le due molotov sostiene di avere ricevuto da lui l‚ordine di portarle nell‚istituto. In mano ai magistrati Francesco Pinto ed Enrico Zucca c‚è un filmato - sequestrato a luglio all‚emittente «Primocanale» - che riprende i funzionari di polizia a colloquio tra loro nel cortile della Diaz e il sacchetto blu che contiene le molotov. A che ora viene girato quel filmato? Prima o dopo il «deposito» delle false prove nella scuola? Il rapporto della squadra speciale della polizia su quella notte prova a fissare i paletti della storia. Ci sono sette minuti decisivi per l‚inchiesta, dalle 00.34 alle 00.41, nei quali si consuma la vicenda delle molotov. Ci sono le contraddizioni di Vincenzo Canterini. C‚è la verità sul filmato.
L‚AGGRESSIONE - E‚ la sassaiola che subisce davanti alla Diaz il convoglio in servizio di perlustrazione alle dipendenze di Massimo Di Bernardini, dirigente dello Sco (Servizio centrale operativo). L‚episodio che porta all‚irruzione. Di Bernardini nella sua relazione lo fissa alle 22.30. Sarebbe però un orario incompatibile con il reale svolgimento dei fatti. Un mero errore materiale, per gli investigatori, ma che a cascata sarà ripetuto in centinaia di atti. L‚episodio andrebbe anticipato di un‚ora: entro le 21.30 di quel 21 luglio. Gli investigatori ci arrivano studiando il traffico telefonico di Di Bernardini, e dei suoi superiori Francesco Gratteri, capo dello Sco, e del suo vice Gilberto Caldarozzi, e lo conferma una relazione degli uomini del primo reparto mobile di Roma, presenti all‚episodio.
CANTERINI - Prima riunione in questura, lui non c‚è. E‚ ancora a cena. A che ora viene contattato? Se l‚aggressione al convoglio fosse avvenuta alle 22.30 - fanno notare gli investigatori - sarebbe chiaro che il blitz era stato deciso «a prescindere». Invece, non è così. Canterini viene informato alle 21.50 dal suo superiore Valerio Donnini, della decisione che sta maturando in questura: intervenire «in modo massiccio» con uomini e mezzi. I suoi. L‚ordine è chiaro: concentrare il suo reparto davanti alla questura entro le 23.00.
IN VIAGGIO - Seconda riunione: inizia alle 23 circa, si conclude 40 minuti dopo con la partenza del convoglio del reparto mobile. Destinazione, la scuola Diaz. Lo conferma l‚esame delle telefonate dell‚assistente Burgio, alla guida di uno dei mezzi del reparto. E‚ l‚autista di Troiani. Sul suo furgone ci sono le molotov. Dalle ore 23 alle 23.49 la sua utenza viene registrata dalle «celle» telefoniche lungo la direttrice nord della questura, e dalle 23.59 «impegna» quelle in direzione Levante. Sarebbe la dimostrazione che il furgone con le molotov raggiunse la Diaz - per l‚appunto nella zona Est di Genova - a mezzanotte.
MOLOTOV - Dichiarazioni, testimonianze e tabulati fissano il momento decisivo alle 00.34, quando l‚autista Burgio telefona a Troiani - 22 secondi di conversazione -. Sono entrambi alla Diaz, lo prova l‚esame dei loro cellulari e delle altre telefonate (00.51, chiama Troiani, e 00.59, chiama Burgio) tra i due, che attivano la stessa «cella», la più vicina alla scuola. Ma è alle 00.34 che secondo gli investigatori scatterebbe l‚ordine: portare le molotov nella scuola.
IL FILMATO - Riprende il «conciliabolo» davanti al portone d‚ingresso della scuola tra i funzionari di polizia. Una riunione divisa in due: ci sono due differenti spezzoni di immagine, che nel filmato sono di seguito ma in realtà sono «separati» di almeno tre minuti, frutto di uno «stacco» di ripresa. Prima sequenza: ci sono tutti. Il numero due dell‚Ucigos Giovanni Luperi, che parla al telefono e che per alcuni istanti ha in mano il sacchetto con le molotov, Canterini, Mortola, Gratteri, Caldarozzi, Troiani. Secondo gli investigatori, che hanno analizzato i tabulati di tutti i poliziotti in questione, l‚inizio di quel video, di quel conciliabolo, è da fissare poco prima delle 00.41 e 30 secondi, orario in cui Luperi risponde a una telefonata del suo superiore, il prefetto Arnaldo La Barbera (terza conversazione tra i due dopo quelle delle 00.33 e 00.38), l‚unica contestuale a quella effettuata da un altro funzionario ripreso dalla telecamera, ore 00.38, durata dieci minuti. I sette minuti tra la telefonata dell‚autista Burgio a Troiani e la riunione dei funzionari sono lo snodo dell‚inchiesta. Il video si chiuderebbe con Mortola che sembra rientrare nella scuola con Troiani. Per questo, i due verranno risentiti dai pm. Bastano quei 7 minuti per prelevare le molotov dal furgone, portarle nella scuola e poi fuori per mostrarle ai funzionari che quindi si mettono a discutere sul punto?
IL MISTERO - Riguarda Canterini. Che durante il blitz parla, e molto, al telefono. Non con il suo cellulare di servizio che squilla alle 00.19 e poi all‚una e sette minuti. Ed è muto per un‚ora, quella dell‚irruzione alla Diaz, durante la quale - come testimonia anche il filmato - il capo del Reparto mobile di Roma parla più volte al telefonino. Usando un cellulare (un Samsung) o una scheda sconosciuta verso un numero non identificato. Perché non usava il cellulare di servizio? Con chi parlava? Cosa stava dicendo?
RISPOSTE - L‚indagine della polizia su se stessa finisce qui. Un lavoro basato sui fatti che fissa punti fermi, ore e circostanze. Senza azzardare soluzioni, implicitamente indica alcune responsabilità. Tocca ai magistrati il lavoro più difficile, integrare la ricostruzione di quella notte - basata solo su dati oggettivi - con le versioni dei fatti emerse dagli interrogatori. E‚ stata chiesta una proroga delle indagini, probabilmente verrà sentito De Gennaro. E‚ ancora lunga, la notte della Diaz.
Marco Imarisio

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