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[San Paolo] Quelle botte al san paolo
by il manifesto Saturday, Jan. 21, 2006 at 1:32 PM mail:

«In almeno quattro occasioni abbiamo visto i ragazzi uscire dall'ospedale: quando i poliziotti li raggiungevano, in due li bloccavano e un terzo li manganellava». Con realismo e toni moderati da piemontesi doc, i fratelli Battezzati - medici torinesi, ma assunti dall'Università Statale di Milano che quella sera erano all'ospedale San Paolo per il ricovero del padre - ribadiscono in aula quanto denunciarono il 21 marzo 2003 in una lettera al Corriere della Sera, sui fatti accaduti la notte in cui venne colpito a morte Davide Dax Cesare.

Dal sesto piano, dove era ricoverato il padre, i due medici sentirono e videro quanto accadeva nelle immediate vicinanze dell'ospedale. Alberto Battezzati, nella sua deposizione al tribunale di Milano, ieri ha usato termini precisi e efficaci: «La durata dei pestaggi mi è parsa inappropriatamente lunga: la sensazione uditiva dei colpi di manganello era sinistra».

Nella quinta udienza del processo era il turno dei testi considerati più attendibili, ovvero il personale medico e infermieristico presente quella notte, prima in via Brioschi, dove avvenne il ferimento mortale di Dax, e in seguito all'ospedale milanese: la loro testimonianza neutrale- dopo quella di poliziotti, carabinieri e attivisti - costituiva uno snodo fondamentale del processo.

Dalle deposizioni ascoltate in aula sono emersi episodi precisi: medici e infermieri hanno negato violenze contro polizia e carabinieri da parte degli attivisti, mentre hanno concordato nella descrizione di inseguimenti nelle corsie, pestaggi e soccorso ai ragazzi, ricordando, in alcuni casi, divise, caschi e scudi dei responsabili.

I fatti di cui si occupa il processo sono quelli relativi alla notte del 16 marzo 2003, quando tre ragazzi vennero feriti da due simpatizzanti di destra e poi trasportati all'ospedale milanese San Paolo, dove Dax morì. Là giunsero volanti, gazzelle, amici, attivisti e più tardi il terzo reparto mobile milanese. Dopo la notizia della morte di Dax, si scatenò l'inferno. Cariche, pestaggi, violenze con armi improprie, insulti, fermi irregolari, fuori e dentro il San Paolo. Per questo sono stati rinviati a giudizio quattro appartenenti ai centri sociali - per reati di resistenza e lesioni - e due carabinieri e un poliziotto, per abuso d'ufficio, percosse, lesioni personali, al «porto di armi od oggetti atti ad offendere» (il carabiniere che fu visto con una mazza da baseball in mano). Altri due poliziotti sono indagati per falsa testimonianza resa al pm.

«Bisogna ringraziare e sottolineare il senso civico di questi due cittadini, che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze ingiustificate delle forze dell'ordine», questo il commento di Mirko Mazzali, uno degli avvocati difensori degli attivisti imputati, al termine dell'udienza.

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