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http://italy.indymedia.org/news/2006/02/981252.php Invia anche i commenti.

Proibizionismo a 360 gradi. Commenti.
by Da Aduc Thursday, Feb. 02, 2006 at 11:50 AM mail:

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Italia. Sara' vietato anche l'acool?

Le nuove norme in materia di tossicodipendenze, approvate al Senato la scorsa settimana e ora all'esame della Camera, di fatto includono anche l'alcol etilico tra le sostanze incluse nelle tabelle e quindi vietate: lo ha reso noto Tiziana Valpiana, capogruppo del Prc in Commissione Affari Sociali della Camera, confermando quanto denunciato stamani, nel corso di una conferenza stampa, dagli operatori delle tossicodipendenze. "Il relatore del testo in commissione, Conti - ha precisato Valpiana - ha confermato l'intenzionalità del divieto rispetto agli alcolici".
Nell'emendamento al decreto sulle Olimpiadi, nel quale sono state inserite le nuove norme sulla droga - ha spiegato Maurizio Coletti di Itaca (associazione europea di operatori delle tossicodipendenze) - nel capitolo dedicato ai criteri per la formazione delle tabelle, si parla, oltre all'oppio e ai suoi derivati, alla coca e ai suoi derivati e alle amfetamine, di "ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica". "E' la descrizione dell'alcol etilico - ha affermato - quindi anche gli alcolici saranno proibiti". Ma c'é di più: continuando la lettura del paragrafo, si scopre che nella tabella è stata inserita, dopo la cannabis indica e i suoi derivati, "ogni altra pianta i cui principi attivi possono provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali e tutte le sostanze ottenute per estrazione o per sintesi chimica che provocano la stessa tipologia di effetti a carico del sistema nervoso centrale" e di queste piante, poco dopo, è stabilito che "é vietata nel territorio dello Stato la coltivazione". Ne consegue, ha sottolineato Coletti, che sarà vietata anche la coltivazione della vigna: "se berrò un bicchiere di vino - ha ironizzato - sarà sanzionabile". "Ieri sera, in commissione - ha confermato Valpiana - abbiamo fatto presenti questi aspetti, e il relatore del provvedimento, Conti (An), ha risposto che il riferimento è intenzionale". La deputata del Prc ha anche puntato il dito contro le sanzioni amministrative previste per i minorenni, sottolineando come "''ai bambini sotto i 14 anni un po' vivaci potrà essere somministrato il Ritalin, che è uno psicofarmaco, ma i ragazzi al di sopra dei 14 anni non potranno fumare uno spinello. E' la morte civile dei nostri figli". Le nuove norme in materia di droga sono attualmente all'esame congiunto delle commissioni sanità e giustizia della Camera, e secondo i parlamentari dell'Unione presenti stamani alla conferenza stampa - indetta dal cartello "Non incarcerate il nostro crescere" - venerdì probabilmente sarà posta la questione della fiducia anche in questo ramo del Parlamento e lunedì, o più probabilmente martedì, ci sarà il voto. "Siamo pessimisti - ha detto il Verde Marco Boato - faremo ugualmente una battaglia parlamentare, ma è persa in anticipo. Però è sicuro che il 10 aprile, dopo aver vinto le elezioni, volteremo pagina, abrogando le nuove norme e riproponendo la proposta di legge firmata da tutti i partiti dell'Unione". Boato ha parlato di "truffa costituzionale" in quanto "a Ciampi è stato sottoposto un decreto sulle Olimpiadi al cui interno è stata inserita una vera e propria riforma della normativa in vigore in materia di droga, e lui ha firmato". Forte preoccupazione è stata espressa da Giuseppe Bortone, della Cgil e da Silvia Stefanovic, della Cisl, anche in merito alle ricadute sui servizi pubblici per le tossicodipendenze e sull'affollamento delle carceri. Franco Corleone, presidente di "Forum droghe", ha denunciato l'"aggravamento delle pene soprattutto per chi detiene derivati della cannabis" e il "divieto dell'uso della cannabis a scopo terapeutico" previsti dalle nuove norme, "che faranno dell'Italia il paese più arretrato d'Europa".

"Se le cose stanno così, bisognerà rivedere tutta la normativa esistente sull'alcol": è il commento di Giovanni Greco, vicepresidente della Società Italiana di Alcologia (Sia) e membro della Consulta nazionale sull'alcol, all'inserimento, nelle tabelle previste dalle nuove norme sulle tossicodipendenze in discussione alla Camera, di ogni sostanza "che produca effetti sul sistema nervoso centrale e abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica". "In effetti - spiega - questa dicitura è adeguata a rappresentare l'alcol, che è una sostanza psicoattiva che può determinare fenomeni di astinenza, tolleranza e dipendenza". Ma in questo caso, secondo il medico, "sarebbe una rivoluzione copernicana", in quanto bisognerebbe rivedere tutte le norme sugli alcolici, da quelle sulla commercializzazione a quelle sulla produzione, e così via. "Se viene vietato il consumo di alcol - si chiede - che senso avrebbe il limite di 0,5 grammi per litro attualmente in vigore per chi guida?". "L'Italia - aggiunge - è tra i primi produttori mondiali, se non il primo in assoluto, di vino: ci pensa cosa potrebbe significare per noi considerare il vino tra le sostanze psicoattive vietate?".

"Se il divieto all'alcol, nell'ambito delle nuove norme in materie di tossicodipendenza, fosse riferito ai minori si tratterebbe di un provvedimento giustissimo". E' il commento dell'ex ministro della salute Girolamo Sirchia, secondo il quale, però, pensare che tale divieto possa intendersi come generalizzato a tutta la popolazione sarebbe "irrealistico e, soprattutto, porterebbe ad una norma impraticabile". Riferendosi alla legge sulla droga approvata in Senato e ora all'esame della Camera e che, secondo quanto affermato dal capogruppo del Prc in commissione Affari sociali Tiziana Valpiana, includerebbe anche l'alcol etilico tra le sostanze vietate, Sirchia ha precisato di non aver ancora avuto modo di leggere il testo in questione: "Tuttavia - ha detto - non credo possa trattarsi di un divieto generalizzato, poiché questo non avrebbe senso e soprattutto non sarebbe praticabile". Diverso, secondo Sirchia, è invece il discorso riguardante i minori: "Al momento - ha ricordato - già esiste il divieto di mescita di alcolici ai minori di 16 anni, ma non un divieto alla vendita; questo significa che un ragazzino può tranquillamente acquistare alcol in un supermercato senza che nessuno lo impedisca. Rendere l'alcol vietato, in questo senso, sarebbe dunque una cosa giustissima se riferito ai minori". E le motivazioni, ha tenuto a precisare l'esperto, non sono solo di tipo comportamentale e sociale (l'alcol è ad esempio tra le prime cause per gli incidenti stradali), ma anche cliniche: "Sui giovani, l'alcol causa infatti danni molto gravi e questo ha una spiegazione precisa: negli adolescenti il sistema di detossificazione dell'alcol, pienamente attivo negli adulti, non è ancora completamente sviluppato ed é per questo che l'alcol, per i minori, risulta molto più tossico e con effetti di gran lunga peggiori". Purtroppo è invece proprio tra i minori che il consumo di alcol, stando agli ultimi dati, risulta in crescita. Naturalmente, "l'alcol non è comunque assimilabile alle droghe; in altri termini, anche l'alcol può creare dipendenza, ma la sua capacità di alterazione sull'individuo è minore rispetto alle droghe". Dunque, "é giusto parlare di proibizionismo rispetto alle droghe, ma per quanto riguarda l'alcol sarebbe auspicabile un divieto limitati ai minori".

Marco Contini, Segretario di Antiproibizionisti.it, ha dichiarato:
Per i tossicologi non è una novità: l’alcol, al pari o addirittura più delle altre sostanze di abuso (come la cocaina, l’eroina, la caffeina, la nicotina e la cannabis), genera fenomeni tipici quali la sindrome di astinenza, l’autorinforzo, la tolleranza, la dipendenza e l’intossicazione.
Il nostro legislatore però ha sempre scelto di considerarlo come qualcosa di diverso e come tale è stato trattato, finora, dalla legge italiana.
Non è un caso, infatti, che anche nelle precedenti leggi (compresa la 309/90, attualmente in vigore) le sostanze proibite venissero elencate una per una, seppure ciò consentisse e consenta tuttora alla criminalità organizzata di aggirare l’ostacolo, mettendo in commercio nuove droghe (che in genere differiscono da quelle conosciute per modifiche minime nella struttura molecolare) . Ciò deriva dal fatto che non è possibile descrivere in termini generici tutte le sostanze di abuso senza includere necessariamente tra queste anche alcol, nicotina e caffeina (che invece si voleva mantenere legali).
Ne consegue che, se è vero che non si può fare distinzione tra droghe leggere e pesanti, ma semmai l’unica distinzione possibile è quella tra droghe e non-droghe (tesi, peraltro, che noi da sempre sosteniamo), risulta impossibile privilegiare una sola sostanza, penalizzando al tempo stesso le altre.
Se fino a questo momento pareva che questo fosse anche l’orientamento della maggioranza (compresa la componente di Alleanza Nazionale), poteva apparire una svista dovuta all’eccessiva fretta la formulazione del testo approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera che, nell’elencare all’art. 4 vicies ter comma 3 i criteri con i quali le sostanze stupefacenti o psicotrope vengono incluse nelle tabelle di cui all'articolo 13, recita testualmente: «ogni altra pianta i cui principi attivi possono provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali e tutte le sostanze ottenute per estrazione o per sintesi chimica che provocano la stessa tipologia di effetti a carico del sistema nervoso centrale». Così non è. Lo conferma quanto affermato dal relatore del provvedimento, l’On. Conti di AN, che - afferma l’On. Valpiana (capogruppo del Prc in Commissione Affari Sociali della Camera) - sollecitato da alcuni esponenti dell’opposizione, ha risposto che il riferimento è intenzionale''.
A questo punto non possiamo che pensare che la volontà della maggioranza fosse quella di far passare una riforma tanto grave (non solo dal punto di vista sociale, ma anche da quello economico che riguarda migliaia di realtà produttive in Italia) in sordina, tra le righe e in maniera surrettizia.
Ci chiediamo e chiediamo al ministro Alemanno se ha mai prospettato alle aziende vinicole italiane (che tanto ha lodato e blandito nel corso del suo mandato ministeriale) questo drastico cambiamento di prospettiva che ridurrebbe, da un giorno all’altro, il frutto della loro produzione – il tanto decantato “buon vino italiano” – alla stregua di tutte le altre sostanze psicotrope proibite dalla legge.
Il governo non ha inserito gli alcolici tra le sostanze stupefacenti vietate dal ddl sulla droga: lo precisa Giulio Conti, deputato di An e relatore del provvedimento in commissione sanità alla Camera, rispondendo alle critiche di alcuni parlamentari dell'opposizione. L'alcol, spiega Conti, "come si sa produce effetti analoghi ad alcune droghe, non è una novità, si tratta comunque di sostanze che alterano il sistema nervoso centrale". Ma, precisa, "si tratta di un discorso di natura culturale", ben lungi dal legislatore l'idea di inserire l'alcol tra le sostanze stupefacenti proibite. "Noi - aggiunge - la parola 'alcol' infatti non l'abbiamo messa in quell'elenco di sostanze". "E' una cosa ridicola è davvero un voler tirare la corda".
"Le analisi degli esperti hanno evidenziato che nella società moderna cresce un consumo di vino meditato e ragionato che è l'espressione di uno stile di vita 'lento' attento all'equilibrio psico-fisico 'per stare bene con se stessi'". E' quanto afferma la Coldiretti nell'auspicare che le nuove norme per combattere il grave problema delle tossicodipendenze riconoscano "le peculiarità del vino il cui consumo consapevole è fonte di benessere e si contrappone agli eccessi e alle dipendenze".
"Il delirio da disinformazione dell'opposizione è arrivato al punto di raccontare la balla clamorosa che il consumo di vino verrebbe in qualche modo proibito dalle nuove norme sulla tossicodipendenza". Lo afferma il ministro per i Rapporti con il parlamento, Carlo Giovanardi (Udc). "Non c'é limite al peggio di chi vuole trasformare un grande dibattito nazionale che ha coinvolto migliaia di operatori in una sorte di carnevalata senza senso".
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=14416



Vincenzo Siniscalchi: lotta affrettata e crimininalizzante

"Le scelte che sembrano trasparire da questa riforma si incentrano principalmente sulla criminalizzazione di ogni tipo di assunzione di sostanza e rischiano di trasformare il consumatore di ogni età e di ogni tipo di droga in un 'pregiudicato' ". Lo afferma Vincenzo Siniscalchi, deputato dei Ds, criticando la legge Fini sulla droga. "Il proposto piano di prevenzione peraltro non può ritenersi efficacemente perseguito attraverso una sorta di 'cura coatta' da imporre al consumatore". "Soprattutto per i giovani va fatto un piano di articolata prevenzione nella esaltazione dei modelli alternativi a quelli che portano allo 'sballo' da assunzione di sostanze". "Porre sullo stesso piano ogni tipo di sostanza stupefacente, è oltre che palesemente demagogico, contro ogni distinguo di carattere scientifico e medico. Consumatori, spacciatori, droghe sintetiche, chimiche, naturali, non possono far parte di un medesimo calderone e necessitano di specifici ed attenti piani di osservazione e di attenzione normativa". "Il rischio di una riforma di questo tipo, esaminata frettolosamente a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere resta comunque anche quello di non introdurre una più moderna ed aggiornata tecnica di contrasto nei confronti del grande traffico di stupefacenti che continua ad imperversare con sempre maggiore incidenza nelle nostre realtà ".
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Roma e' la piu' grande piazza d'Italia

"Roma è la più grande piazza italiana del traffico di stupefacenti ed è uno straordinario mercato per il riciclaggio ed il reimpiego di denaro proveniente da attività illegali. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria economia alternativa". Lo ha detto il pm della Procura di Roma presso la Direzione distrettuale antimafia Lucia Lotti, partecipando, nella sede della giunta regionale, alla presentazione del libro di un altro magistrato, Otello Lupacchini, 'Banda della Magliana, alleanza tra mafiosi, terroristi, spioni, politici, prelati'. "Al momento la situazione è tranquilla - ha continuato la Lotti - perché vengono rispettati accordi di spartizione territoriale. E' necessario però prendere coscienza della gravità di questo quadro, altrimenti domani potrebbe essere impossibile governare la città". Secondo il magistrato attualmente a Roma ci sono gli stessi rischi del periodo in cui ha imperversato in città la banda della Magliana. "Ma - ha precisato - le dimensioni sono aggravate. La banda della Magliana ha rappresentato un episodio che però ha lasciato delle tracce. Attualmente riscontriamo nella capitale da parte della criminalità una forte capacità di governo, in cui manca assolutamente qualsiasi tipo di casualità: a Roma - ha proseguito - diventano stabili realtà criminali nate in altri territori senza contare che nel forte flusso di immigrazione si inseriscono anche dinamiche di tipo criminale che danno vita a collegamenti con i diversi paesi d'origine". Il pm ha poi mandato un messaggio al mondo della politica: "Si ripensi allo smantellamento delle nostre strutture. Giorno dopo giorno vedo dissolversi - ha concluso - le nostre capacità operative".
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Scontro violento in commissione tra Grillini e Mantovano

Scontro in commissione Giustizia e Affari Sociali della Camera sul provvedimento antidroga voluto dal governo. In particolare, il deputato dei Ds Franco Grillini ha avuto un violento alterco con il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. E ha minacciato di leggere in Aula, uno ad uno, "tutti i casi di giovani che si sono suicidati perché messi sotto torchio dalle forze dell'ordine per qualche spinello". "Voi vi preoccupate soltanto degli embrioni - ha gridato il parlamentare rivolgendosi al sottosegretario di An - mentre dei giovani non ve ne importa niente. Criminalizzarli e rovinargli la vita solo per qualche spinello è davvero una cosa inaccettabile". Mantovano, insieme ad altri deputati della maggioranza, tra cui Giulio Conti (An), hanno rispedito al mittente ogni critica difendendo a spada tratta il provvedimento. Ma i deputati del centrosinistra, tra cui anche Rosy Bindi, hanno reagito. "E' davvero un provvedimento assurdo - ha sottolineato Grillini - anche perché, così come è stato scritto, prevederebbe persino il divieto dell'alcool. La norma è stata scritta in modo così generico e lacunoso che si presta di fatto a mille interpretazioni. Continueremo a dare battaglia, abbiamo presentato centinaia di emendamenti. E anche se probabilmente non servirà a nulla, perché loro sono la maggioranza, è pur sempre una battaglia che dobbiamo combattere...". Oggi pomeriggio si è chiusa la discussione generale, ma l'esame degli emendamenti continuerà in commissione dopo la fine dei lavori in aula, probabilmente in seduta notturna.
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