le eleziopni in ecuador confermano una tendenza in atto: si polarizza la scena sociale, e si affermano i candidati di sinistra. Dopo il venezuela, la Bolivia, il Brasile, adesso in Ecuador l'ex colonnello Lucio Gutierrez si afferma tra la sorpresa generale, ed è uno che parla contro l'ALCA e per la cooperazione regionale sud-americana

L'ex colonnello Lucio Gutierrez ha ottenuto un sorprendente e lusinghiero risultato nelle elezioni presidenziali, spiazzando il multimiliardario Noboa, che è "l'altro" candidato, cioè quello degli Stati Uniti e della minoranza oligarchica: le 300 famiglie che hanno in mano tutto.

Lucio Gutierrez è la punta di un iceberg, la parte visible di un insieme di movimenti popolari e sociali che, negli ultimi 3 anni, hanno coraggiosamente resisistito e attaccato le politiche neoliberiste, che si sono spinte fino alla letale dollarizzazione.

L'affermazione di Gutierrez sorprende solo i disattenti, quelli che non attribuivano importanza alle insurrezioni indigene degli ultimi anni,e che non apprezzavano come si deve la saldatura dei movimenti contadini e indigeni con i settori popolari urbani, massacrati dalla crisi e dal neoliberismo.

L'ex colonnello Gutierrez -che viene definito e identificato come il Chavez dell'Ecuador- fu protagonista di una insurrezione militare che contribuì a mandare in esilio il corrotto presidente Mahauad e la banda dei banchieri che si appropriarono dei beni deposititati nelle loro banche.
Gutierrez fece parte della Junta de Salvacion nacional cui aderivano TUTTI i movimenti popolari e sociali che diedero vita all'ultima insurrezione civica in Ecuador.

Lucio Gutierrez non viene dal nulla, è un lider che -dopo aver patito carcere ed espulsione dall'esercito- si è trasformato in punto di riferimento per tutte le forze sociali che veramente si oppongono alle politiche imposte dall'FMI e dal governo di Bush. Gutierrez si aggiunge così a Chavez, a Lula, al boliviano Evo Morales nel sommovimento popolare che viene affermanosi, con una visibile sterzata a sinistra.

Nell'aerea sudamericana, la tendenza è alla polarizzazione. Lo scontro politico è diretto, senza mediazioni: 1 industriale neoliberista e asservito all'impero, contro 1 candidato della sinistra sociale con chiare caratteristiche antiliberiste. La tendenza manifesta è quella di ignorare candidati di sinistra i cui partiti sono "socialdemocratici" solo nella sigla,i cui lider provengono dalle classi "alte", o che non hanno un curriculum di grandi lottatori sociali.

Di Lula non si discute, il suo partito è chiaramente popolare, ed avrà la fortuna di poter contare con esso nella sua opera di governo. In Bolivia, Evo Morales è il lider dei combattivi coltivatori della pianta di coca, e il suo MAS è stato edificato assemblando tutti i movimenti chiaramente in lotta contro il neoliberismo. In Ecuador, Gutierrerz e il suo movimento, hanno avuto successo, ignorando vecchie cariatidi e storici, ma sterili,partiti di "sinistra".

Il quadro sudamericano comincia a complicarsi per Bush: l'opposizione sta risorgendo, e non sarà facile l'annessione del continente all'economia gringa con l'ALCA.Bush vorrebbe realizzarla entro il 2005.

Per Bush, il petrolio dell'Ecuador, le immense riserve di gas boliviane, e l'immenso e significativo spessore del mercato brasiliano -unito alle risorse strategiche del Venezuela- NON sono un boccone facile da ingerire. Sta risorgendo la speranza e la lotta, precisamente in quella parte del mondo che è stata più saccheggiata e vandalizzata dal neoliberismo.

Benvenuto Lucio Gutierrez,uniti lotteremo per costruire un argine contro l'ALCA, e per far sloggiare le basi militari USA che si sono insediate lungo i confini dell'Amazzonia!