....servizi?...peggio! media e potere.tutto e il suo contrario, basta saperlo indossare. leggi qua: http://www.ilnuovo.it L'attentato a Roma rivendicato da "Brigata 20 luglio" L'attentato di via Palermo, avvenuto il 26 febbraio scorso, rivendicato con un volantino inviato a "La Repubblica". Firmato "Brigata 20 luglio". Gli investigatori ne stanno valutando l'attendibilità.
di Gianni Cipriani
ROMA - Dopo giorni di silenzio, la telefonata di qualche mitomane, una prima rivendicazione che - almeno - non è sembrata totalmente inattenbibile, anche se sulla sua veridicità si nutrono grossi dubbi: l'attentato di via Palermo a Roma, avvenuto il 26 febbraio scorso, è stato infatti rivendicato con un volantino inviato al quotidiano ''La Repubblica'' e siglato da una fantomatica "Brigata 20 luglio".
Non si tratta di una vera e propria risoluzione strategica, ma più semplicemente di un volantino, di una sola pagina e scritto in stampatello, in cui si parla, tra l'altro, di attacchi ai centri di "potere repressivi". Tutto qui. Un voltantino piuttosto "artigianale" nel quale non compare alcun simbolo, come ad esempio la stella a cinque punte che ha accompagnato le rivendicazioni dei Nipr in precedenti attentati compiuti sia a Roma che in altre città, o come nel caso delle azioni dei Nuclei territoriali antimperialisti. Di chi si tratta? Difficile dirlo. L'unica cosa che si può rilevare è che la sigla 20 luglio, che è comparsa per la prima volta, potrebbe riferisi alla data della morte di Carlo Giuliani, ucciso durante il G8 di Genova. Se così fosse l'attentato contro il Viminale verrebbe rivendicato, più che da una cosiddetta area "anarcoide", da un'area estremista del mondo rivoluzionario di ispirazione comunista. Ma stanno così le cose? Il volantino, come detto, non è manifestamente falso, come altre rivendicazioni. Tuttavia i dubbi (e molti) esistono. Al di là dell'eventuale uso più o meno strumentale che in sede politica potrebbe essere fatto, gli investigatori sono piuttosto scettici. Infatti, se si fosse trattato di un'azione di un gruppo "vero", la rivendicazione sarebbe arrivata poche ore dopo l'attentato, con tanto di risoluzione politica e, nel caso dei gruppi filo-Brigate Rosse, nei giorni successivi il testo sarebbe stato inviato in molti posti di lavoro. In questo caso, dopo giorni di silenzio senza una benché minima rivendicazione anche telefonica con qualche elemento che ne attestasse la relazione con l'attentato, chiunque potrebbe aver preso carta e penna ed aver scritto a Repubblica. Siamo alle solite: o qualche gruppuscolo estremista che ha colto l'occasione per "alzare la voce", o qualche mitomane (che non manca mai) oppure – cosa non esclusa – qualche provocatore. Insomma, la prudenza è d'obbligo. Al momento le possibilità che si tratti di una falsa rivendicazione sono moltissime. Ma gli inquirenti cercano qualche elemento concreto. Un cenno a qualcosa che non sia comparso sui giornali e che solo gli attentatori possono sapere. Ma, fino ad ora, c'è il vuoto.
SI, VUOTI SIETE NELLA TESTA...
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