da indymedia mexico: notizie della giornata di domenica
Scarcerazioni e dubbi:
I dirigenti campesinos Espinoza e Ignacio del Valle non sono stati rilasciati; l’autorità governativa ha dichiarato che ci sono già 5 differenti ordini di arresto contro di loro. Altri quattro contadini restano in ospedale e quando saranno dimessi potranno essere regolarmente arrestati.
Gli abitanti di San Salvador Atenco continuano a ripetere che quando gli altri campesinos fermati saranno messi in libertà allora saranno liberati anche i sete funzionari della Procura del Messico che hanno preso in ostaggio. Nelle condizioni attuali gli abitanti di Atenco discutono se continuare a tenere in ostaggio il sottoprocuratore di Giustizia, Jesus Mendiola e al Sottoprocuratore generale Guillermo Fragoso.
Da parte sua il governatore Montiel afferma che la liberazione dei contadini è il segno congiunto dello Stato e della presidenza di voler placare il conflitto.
Il segretario di governo, Santiago Creel che ieri ha detto che il governo federale avrebbe agito con la mano dura. Oggi dichiara che la scarcerazione dei contadini rinforza lo Stato di Diritto. “Si è ideata una ripianificazione dei progetti per l’aeroporto di Texcoco e ci siederemo ad un tavolo per dialogare con gli abitanti di Atenco, li assoceremo al progetto e potranno trarne dei benefici per lo sviluppo della comunità. E se non ci metteremo d’accordo proveremo con altre forme non violente. Sempre esistono diverse alternative.
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l’arrivo da Città del Messico ad Atenco del cordone “umanitario” di solidarietà con la lotta dei campesinos:
Si impugnano le macchine fotografiche, i machete risuonano come applausi e i cordoni umani si intrecciano per difendere la terra dinnanzi all’arrivo di scudi biancoazzurri, caschi e scarponi grigi e al rumore dei verdi convogli. Labbra strette, dita dei piedi che si muovono, sudano alcune mani quando si fa vivo il ricordo della tempesta, dei colpi, delle apprensioni e delle torture che no gli sono state estranee. La repressione in carne ed ossa. Né le spranghe, né la fame, né il sangue versato sembrano fermare questi piccoli esseri che hanno resistito all’oblio ancestrale delle autorità; non sono parte del Messico del governo. Si scontrano con il programma dell’esecutivo federale di costruire un aeroporto internazionale. Sfidano con la loro lotta l’ennesima pedata di questo capitalismo, dove non c’è vita degna per i campesinos.
Di che siamo colpevoli, chiedono i contadini di Atenco. “Abbiamo solo difeso la nostra eredità, la nostra terra. Siamo pronti al dialogo per spiegare perché non è in vendita, ci stiamo preparando, il popolo è pronto a tutto. Non stiamo giocando. La terra si rispetta. Non ci intimidisce, il governo ha provato a prenderci in giro in diversi modi, ma non c’è riuscito. Solo a tradimento potranno ucciderci”.
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