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fatto!
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Anarcolexia Wednesday, Aug. 14, 2002 at 6:05 PM |
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zzzzzzz |
Sono riuscito a pubblicarlo intero: NON LEGGETELO SE AVETE CENATO DA POCO!!!!
Autunni caldi, scontri di piazza, molotov. Le parole d’ordine che viaggiano su Internet stanno scaldando i cuori dei suoi cyber-rivoluzionari. Anche se, per ora, ai sampietrini preferiscono e-mail e arringhe dai siti dell’antagonismo «duro». Sono stati chiari i nostri servizi segreti nella loro «49° relazione semestrale sulla politica informativa e della sicurezza», appena inviata al Parlamento: «Le potenzialità informatiche hanno impresso un’accelerazione all’attività dei settori estremisti, che utilizzano il web sia per la pianificazione e il coordinamento delle proteste, sia per l’attuazione di “azioni di mobilitazione telematica”». Poi aggiungono: sulla scia della rivendicazione online dell’omicidio Biagi «si è registrato il proliferare di siti e e-mail inneggianti alle Br e a teorie rivoluzionarie». Siti che testimoniano «la capacità del circuito Internet di convogliare consensi, inducendo pericolose spinte emulative negli ambienti più motivati». Un allarme inquietante che non sorprende chi ricorda che lo scorso 16 maggio, dopo una lunga sorveglianza, sono stati chiusi due dei siti più famosi dell’estremismo di sinistra: «brigaterosse.it» e «A morte lo stato». All’interno di quest’ultimo veniva spiegato come confezionare molotov, bombe carta ed anche piccoli ordigni a orologeria. Indirizzi eversivi come quello di matrice anarchica della sezione italiana di ainfos.ca, capace di ospitare forum e mailing list in cui non mancano sorprese come la pubblicazione del numero di telefono del carabiniere che a Genova ha ucciso Carlo Giuliani. L’intervento più commentato è quello dell’irlandese Roy Cunningham, un ex esponente del blocco nero che ha abbracciato la causa rivoluzionaria. Su uno degli ultimi numeri dell’Irish anarchist journal, da lui fondato, un anonimo lettore italiano avverte: «Il primo round, a Genova, lo abbiamo vinto noi. Ora basta, però, con le vetrine, le auto e le fermate del bus. Passiamo a colpire direttamente cose e persone collegate al SIM». Dove SIM sta per Sistema Imperialista delle Multinazionali, uno degli acronimi cari alle vecchie Br. Che sulla Rete si muovono con disinvoltura. Lanciando le loro campagne d’arruolamento. «Le rivendicazioni via e-mail degli omicidi D’Antona e Biagi» dice Marco Strano, criminologo della Polizia delle comunicazioni, autore del libro Cyberterrosimo (edizioni Jackson, 13 euro), «confermano la dimensione informatica delle nuove Brigate rosse». La Rete, secondo gli investigatori, ha persino modificato la struttura dell’organizzazione, rendendola più leggera: la leadership non deve più preoccuparsi di filtrare i rapporti con i «soldati», il computer è la barriera che separa i diversi livelli. «Uno strumento che facilita i rapporti tra gruppi armati di nazioni diverse, che internazionalizza la lotta» aggiunge Strano. I brigatisti, per comunicare, usano spesso siti insospettabili, come quelli pornografici, assai trafficati, in cui è facile confondersi. Pagine ad hoc fioriscono spesso in spazi gratuiti e vivono anche solo per pochi giorni, il tempo necessario per organizzare una campagna. «Drop-zone» stile 007, dove far cadere un bigliettino digitale che qualcun altro è pronto a raccogliere. O magari annunci vocali in Mp3 programmati solo per orecchie selezionate. A volte creano pagine non raggiungibili da altri siti o motori di ricerca, magari con indirizzi solo numerici. Luoghi virtuali visitabili solo su appuntamento. «Utilizzano anche la tecnica steganografica, dove il testo viene nascosto in file d’immagine» conclude Strano. Magari sotto il corpo di qualche pin up. L’eterogeneità del cyber-spazio, sempre più simile al bar di Guerre stellari, attraversato da milioni di navigatori non «politicizzati», ha modificato persino le tecniche per fare proselitismo dei neobrigatisti: sono stati banditi gli slogan più truculenti, tipici degli anni di piombo, con l’obiettivo di realizzare l’auspicata saldatura con le frange estreme dei no global e degli anarco ? insurrezionalisti, come i Black bloc. Una congiunzione che non sembra lontana, a voler credere a Charles W. Johnson, ascoltato ideologo del blocco nero: «L’ultimo anno, dopo i fatti di Genova, è stato un momento di pausa, di riflessione» spiega dal suo sito. «Ma adesso è il momento di riprenderci le strade, a partire dall’Italia». Così, in vista di quello che si preannuncia come un autunno caldissimo, il passaparola non conosce soste. «Chat, forum e newsgroup hanno preso il posto dei classici volantini» assicurano o alla Polizia postale, che con la Guardia di finanza è impegnata da tempo nel monitoraggio di queste realtà. Le comunicazioni più innocue viaggiano su indirizzi noti e già da tempo monitorati dalle forze dell’ordine, come italy.indymedia.org, informationguerrilla.org e infoshop.org (la bibbia on-line dei Black bloc), mentre convocazioni e inviti all’azione transitano su siti come controappunto.org. L’homepage è sormontata da una bandiera statunitense in fiamme, e tra i link presenti meritano attenzione quelli delle associazioni antimperialiste Glry (predica «il sabotaggio, la diserzione e la rivoluzione») e Vis-à-vis , che invita esplicitamente la «classe salariata a prendere le armi per radicalizzare lo scontro nei confronti del Capitale». Stessi toni su guerrasociale.it. Visitato soprattutto dagli investigatori che indagano sugli ultimi omicidi brigatisti il sito dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo (carc.it) del fuggitivo Luigi Maj, collegato ad altri indirizzi border-line, come quelli dei Comitati proletari per il comunismo e dell’Associazione di solidarietà proletaria. Persino risoluzioni strategiche nel sito dell’Associazione per la liberazione degli operai (asloperaicontro.org): ha appena pubblicato la numero 76 che «condanna l’operato antiproletario di Cisl e Uil in merito alla firma del Patto per il lavoro». Le campagne di adesione tra i più giovani, sono portate avanti da bollettini telematici come voceoperaia.it , erede dell’omonima fanzine dell’Autonomia anni 70. Il gruppo «Direzione 17», che cura la testata, spiega nell’homepage: il movimento no global «porta con sé la possibilità che la nuova generazione di anticapitalisti non solo si radicalizzi, ma compia un salto politico di tipo rivoluzionario». Sul sito anarco-comunista spunk.org spiegano dove porti questo slancio: «Colpire un simbolo del capitale, che può essere una banca, l’edificio di una corporation o persino (…) un individuo».
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BASTARDI!!!!
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Reyna Wednesday, Aug. 14, 2002 at 6:23 PM |
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Eh già, eccoci di fronte ad un altro episodio in grado di dare il via alla solita ondata di repressione... metti insieme la solita fantomatica "relazione dei servizi", un pizzico di D'Antona ed aggiungi due prodi servitori del loro editore e del suo amico mr. Frattini ed il gioco è fatto. Tutto qui. L'articolo non è niente di speciale, nè rappresenta qualcosa di nuovo nella storia del dopoguerra italiano. E questi due, poi, chi cazzo sono? Figli di Feltri?
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che pena....
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Cybil Wednesday, Aug. 14, 2002 at 6:30 PM |
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Ragazzi che squadra di mentecatti questi di Panorama!!! Se ai "servizi" non rimane altro che cercare i "terroristi" su Indy ho come l'impressione che siano proprio alla frutta! A zappare la terra insieme ai giornalisti di Panorama, braccia levate all'agricoltura!!!!
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incredibile
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allegra Wednesday, Aug. 14, 2002 at 9:37 PM |
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diciamo che per quanto Panorama sia caduto in basso non mi aspettavo questo articolo né tanto meno che due giornalisti lo firmassero... Ma non si vergognano? Indy media e InformationGuerrilla??!! che tralaltro non hanno a che vedere l'uno con l'altro per tante ragioni, tirati in mezzo al cyber terrorismo o alle BR?? Ma fatemi il piacere?? Ho il vago sentore che i due giornalisti e la testata stiano per essere sputtanati e non poco! Ma forse c'è anche lo spazio per una querela.. No le querele non ci sono più... Bè, lo spazio per una richiesta di scuse. allegra
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E' solo pubblicità
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AMADORI e FERRARIS Wednesday, Aug. 14, 2002 at 11:02 PM |
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Ma perchè vi stupite. Marco Strano ci ha chiesto di pubblicizzare il suo libro dal titolo "Cyberterrorismo" (edizioni Jackson, 13 euro) e noi lo abbiamo fatto. Ci siamo presi un bel sacchettino di euro ed abbiamo fatto contento anche il nostro caporedattore. Le informazioni relative ai vari siti internet le abbiamo ricavate scrivendo "anarchia" sul motore si ricerca Google ed abbiamo scelto - a caso - qualche sito qua e la giusto per creare la necessaria tensione intorno al problema. Alla fine sia Marco Strano che il Nostro Caporedattore ci hanno ringraziato. Comunque adesso dovrebbero uscire altri volumi sui legami tra terrorismo e internet e vedrete che rifaremo un articolo simile a quello pubblicato. A presto!!!
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Morte Allo Stato
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schiacciata Thursday, Aug. 15, 2002 at 7:21 AM |
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![Morte Allo Stato...](https://archive.autistici.org/ai/20220406000059im_/http://italy.indymedia.org/uploads/2002/08/scrittamuro.jpg) scrittamuro.jpg, image/jpeg, 336x526
YYeeaahhh !!! Come 'on baby!
Morte allo Stato! SChiacciata fra i denti a tutti gli sbirracci e al Governo Matusa.
Dai Polizia Postale, unitevi a noi per spedire al Governo (che non vi paga gli straordinari) le lettere esplosive alla merda!
W Panorama, il settimanale di appoggio alla resistenza per il COmunismo!
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Una domanda
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Red Baron Thursday, Aug. 15, 2002 at 8:56 AM |
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Ma nessuno di vuoi ha mai provato a scrivere nel forun o mandare un e-mail per "ringraziare" questi leali servidori per aver dedicato tempo e fatica per un sito cosi piccolo e senza importanza,quando loro hanno delle cose piu importante da fare,tipo lucidare le scarpe al loro datore di lavoro?
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carissimi
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allegra Thursday, Aug. 15, 2002 at 9:29 AM |
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carissimi giornalisti di panorama era chiaro che era successa una cosa simile, che vi eravate persi nel mare di stronzate della rete e data la vostra età vi sono sfuggiti alcuni parametri culturali underground o anche politici. E' chiaro che dei moviemnti anarchici non ne sapete gran ché, non sapete distinguere tra un anarchico cane sciolto e un anarchico bakuniniano per non parlare poi dei legami tra anarchia e punk ecc.. ma per voi e la vostra cultura è troppo per cui non mi dilungo. Vorrei farvi solo notare che se era fin troppo scontato trovare la parola anarchia dentro Indy, spesso usata anche come slogan di dibattiti interni per dire che a volte il coinvolgimento politico finisce per imbavagliare le idee, trovarla su Information Guerrilla non è ugualmente strano per svariati motivi per lo più legati a ragioni culturali come per il nome del sito del resto che richiama più un gruppo musicale punk che la politica. Diciamo che InfoGuerrilla non l'avete visitato altrimenti avreste scoperto un sacco di materiali interessanti per le vostre teste vuote, un ampiezza di notizie che provengono dai più grandi tra i giornalisti e le testate di tutto il mondo, molta cultura e cosa importante tutta non violenta a dispetto del nome del sito che tanto vi impressiona.... Mi inchino alla vostra ignoranza... Ho visto invece il sito di Panorama che tra le leccate di culo agli USA e la definizione di migliore a una scrittrice da quattro soldi come la Fallaci (molto meglio Alda Merini, molto meglio la Morante e la Deledda che sta esaurita)è sicuramente distante dalla visione di Info G che invece vuole dare a tutti gli strumenti per farsi un opinione. Info G non fa propaganda e per questo piace, forse è questa la ragione di tanta gelosia... ma perché non andate a farvi un giro all'estero perché davvero le 4 mura della redazione vi rendono particolarmente stupidi. Comunque si avrà modo di chiarire questo episodio di scorrettezza professionale con la testata o il direttore grazie allegra
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Emergenza
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Io Thursday, Aug. 15, 2002 at 9:38 AM |
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Emergenza perchè dopo questi articoli seguiranno sequestri, hack e altra repressione, giustificata da articoli come quelli... insieme ad altri articoli che servono solo a dividere la classe operaia ecc.
D'altronde indymedia è uno strumento troppo forte, e, soprattutto, democratico. Questo è fatale per il regime. Democratico.
E intanto i poveracci (in tutti i sensi) che leggono Panorama e che dovrebbero stare dalla nostra parte non sono con noi a causa dei media corporati... mi fa stare male questa incomprensione...
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che casino!
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angie Thursday, Aug. 15, 2002 at 10:29 AM |
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Questo è quanto si dice di indymedia e infoguerrilla: "Le comunicazioni più innocue viaggiano su indirizzi noti e già da tempo monitorati dalle forze dell'ordine come italy.indymedia.org, infoguerrilla.org (...)". Pare anche a me ingiusto aver segnalato questi due siti insieme ad altri di matrice diversa e violenta, però se leggiamo bene non c'è scritto da nessuna parte che hanno a che fare direttamente con attentati o cose simili. Del resto i forum come questo sono chiaramente accessibili a tutti e se uno come me, adesso, con un messaggio tipo questo, inserito in questo dibattito, inviasse una comunicazione in codice circa un appuntamento per qualche riunione sarebbe innegabile che indymedia si rende, suo malgrado, veicolo per "le comunicazioni più innoque..." di cui sopra. L'errore è stato accomunarli a siti di altro genere, che io, e spero neanche altri, mi sento di difendere o sottoscrivere. Indymedia (infoguerilla non lo conosco) è uno spazio di informazione e confronto che, chiaramente, non ha mai dato indicazioni su come farsi una bomba in casa! Purtroppo leggendo alla veloce l'articolo di Panorama la confusione è garantita...
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Ecco un'altra perla...
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Anarcolexia Thursday, Aug. 15, 2002 at 10:57 AM |
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zzzzzzzz |
... da parte di uno degli scribacchini in questione:
INCUBO G8/ I NO GLOBAL TORNANO PER RICORDARE GIULIANI Poliziotti? No, pompieri (21/06/2002)
Getti d'acqua al posto dei lacrimogeni, scudi più potenti, tecniche antimolotov. Così gli agenti eviteranno incidenti.
di GIANLUCA FERRARIS
Luglio 2002: i manifestanti tentano di forzare il cordone di sicurezza composto esclusivamente da poliziotti (i carabinieri sono stati lasciati in posizione di retroguardia), gli agenti indietreggiano protetti da potenti scudi di resina plastificata e contengono le cariche investendo la folla con getti di acqua fredda, sul modello di quanto successo al vertice Ue di Göteborg. «Sì, è uno scenario possibile» ammettono alla questura di Genova. Da alcune settimane la preoccupazione delle forze dell'ordine è un replay delle giornate del G8. I no global, infatti, torneranno in città il 19, 20 e 21 giugno per commemorare l'uccisione di Carlo Giuliani. Ed è proprio per evitare il peggio che la questura genovese, d'accordo col Viminale, ha deciso di prepararsi per tempo. Dai rapporti istituzionali all'addestramento, sino al lavoro di prevenzione e alla gestione dell'ordine pubblico, il nuovo corso voluto dal questore Oscar Fioriolli rappresenta un esperimento all'avanguardia in Italia: Panorama è in grado di anticipare le novità più significative di questo piano che, se si dimostrasse all'altezza, potrebbe diventare una procedura standard per manifestazioni a rischio. La necessità di un addestramento più specifico è stata sottolineata da alcune sigle sindacali (Sap e Siap) nel corso di riunioni infuocate. Così, già da diverse settimane è partito il nuovo training: sede dell'addestramento. la caserma del reparto mobile di Bolzaneto (già coinvolta nell'inchiesta sulle violenze della polizia al G8), ma fino al 13 luglio continueranno anche le trasferte dei celerini genovesi nel centro di Ponte Galeria, a Roma, dove ogni giorno vengono simulati scontri di piazza.
La guerriglia urbana dell'estate scorsa ha dato importanti indicazioni per il futuro. Nell'abbecedario dei poliziotti sono tornati in primo piano termini come molotov, sampietrini e resistenza passiva, tutti vecchi di 30 anni, per i quali da almeno dieci non era più prevista una formazione specifica. Spariranno dalla piazza, invece, i lacrimogeni contenenti gas responsabili di molte intossicazioni anche tra le forze dell'ordine in occasione degli scontri del luglio scorso: a questo proposito, sta circolando da diverso tempo la proposta di sostituirli con i getti d'acqua delle autobotti. Ma il problema, si lamentano alla squadra mobile, è ancora una volta la scarsa disponibilità di mezzi. È tramontata, invece, l'idea, rilanciata dopo la raffica di avvisi di garanzia del mese scorso per i fatti della Diaz e di Bolzaneto, di portare sulla piazza alcuni magistrati e un centro mobile di identificazione per evitare trasferimenti di massa in caserma: troppe difficoltà di ordine pratico. Anche l'agilità e la mobilità dei reparti dovranno essere facilitate al massimo. Da Roma arriveranno nuovi scudi antisommossa (più resistenti, ma anche più leggeri) e nuove radio dal segnale potenziato, mentre l'organico del reparto mobile sarà leggermente ridotto. Da tempo si vocifera che a essere tagliati potrebbero essere una decina di sottufficiali e agenti scelti sulla base di una lista inviata da Roma con i nomi di poliziotti coinvolti in precedenti inchieste (non solo quella sul G8) e anche successivamente prosciolti. Un segnale di distensione lanciato ai manifestanti dopo le polemiche sui fatti di Napoli e Genova? In questura giurano di no. Ma gli stati d'animo, a un mese dall'appuntamento, sono tesi. Al collettivo anarchico Pinelli, uno dei promotori della manifestazione, promettono: «Se non si verificheranno provocazioni da parte della polizia non accadrà nulla». Ma in questura non si sentono tranquilli: «Le informazioni che abbiamo» dice un alto dirigente della Digos «fanno pensare che i black bloc potrebbero di nuovo infiltrarsi tra i contestatori. Non vorremmo assistere a un film già visto».
http://www.mondadori.com/panorama/area_2/10616_1.html
Sono estasiato al pensiero di tutti quei tutori dell'ordine che pensano solo ad "evitare incidenti"... MA VAFFANCULO!!! Anarcolexia
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Sbaglio o...
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PinO Thursday, Aug. 15, 2002 at 11:02 AM |
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... Giacomo Amadori è quello che prima del G8 scriveva che i manifestanti avrebbero lanciato su Palazzo Ducale sacchetti di sangue infetto con le catapulte? E voi vi preoccupate ancora di questa gente? L'altro non lo conosco, ma in genere quando ci sono due firme è perchè il secondo deve distogliere l'attenzione. Chiaro no? Comunque aveva ragione A: IGNORIAMOLI!
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ax Thursday, Aug. 15, 2002 at 4:26 PM |
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niente di nuovo: criminalizzare per reprimere a piacimento: a quando la chiusura precauzionale del sito? Che debba imparare la morale da un giornaletto che pubblica le foto della camera insanguinata di un bambino di 3 anni assassinato è proprio il colmo... servi dei servi dei servi
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