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La ritirata è cominciata? Il lungo congedo de la IDF dalla zona di Belen
by marais Tuesday, Aug. 20, 2002 at 1:48 PM mail:

dai territori.



In questi ultimi giorni « Palestina » non è una notizia. Nella teoria tutto è nella calma. La ritirata della IDF da Belen e dintorni è cominciata a parole, però mentre le parole vanno avanti, anche la vita nei campi dei rifugiati ugualmente va avanti come un incubo.
Dopo due giorni di calma tesa, venerdì scorso c’è stato l’annuncio di 24 ore di sospensione del coprifuoco. Tutti quanti avevano fatto i loro piani… piccoli piani all’apparenza: visitare amici e familiari, andare in piscina, un pranzo o una cena sopra di una terrazza… sono cinque i mesi di coprifuoco. La gente ha bisogno di fare acquisti, di andare a lavorare, di visitare amici e parenti; ha bisogno di provvedere alla precarissima infrastruttura sanitaria inesistente. E c’è rabbia, molta rabbia e disperazione.
Alle otto della sera del giorno prima era chiaro che la notte non sarebbe passata tranquilla e che le truppe sarebbero entrate nel campo. La notte è stata terribile, una bomba è esplosa danneggiando un tank, e i soldati si sono trincerati nella casa più vicina prendendo come ostaggio la famiglia, asserragliandosi per tutta la notte, sparando fuori per controllare la strada. Alle otto del mattino spari e piccole scaramucce erano generali, tutto il campo pieno di tank, di soldati, alcune persone correvano impaurite.
Come in qualsiasi scena di guerra, ma questa è la guerra quotidiana. Quando i soldati si sono ritirati, il giorno era ormai perso. La calma era ancora più tesa, aspettando la nuova incursione. Nel frattempo le notizie che correvano via web annunciavano a gran voce le ritirata delle truppe. I due giorni seguenti non sono stati migliori. Tutte le notti ci sono stati spari, piccole esplosioni, incursioni e nella notte, quando tutti i media davano per sicuro l’inizio della ritirata ( non comincia a mezzanotte di lunedì???) come se tutto fosse uno scherzo apparivano carri armati alle 10.00 della notte.
Io ero uscita a prendere aria fresca, avevo da lavorare ma avevo bisogno di respirare un poco, ma l’aria fuori era maleodorante di immondizia nei cassonetti. Credo che non potrò mai dimenticare la strada di Ibdaa distrutta e illuminata da una luce arancione. Siamo stati parecchie notti guardando ansiosamente in cerca di luci che si avvicinano alla velocità… di un carro armato, ascoltando il più piccolo dei rumori.
Quella notte ho visto due luci grandi, distinte, a una distanza non molto lontana. Non ho corso, le ho contemplate per qualche minuto per assicurarmi che fossero di una carro armato, da queste parti non ci si spaventa inutilmente… poi si, era davvero un carro armato. L’ho riferito con calma dentro al Centro e in meno di dieci minuti il campo di Deishe era pieno di soldati che pattugliavano e sparavano. Un paio di bombe sono esplose molto, molto vicino. In quella notte, tutto succedeva molto, molto vicino. Ma bisognava lavorare, volevo concentrarmi sul computer mentre fuori risuonavano gli spari, ma la gente che era nascosta ai due lati della finestra, guardando ciò che succedeva fuori, ha cominciato a dare urla di allarme. I soldati stanno entrando nelle case!!! Nella casa di fronte!!! I miei amici!!!.
Comincia così l’attesa carica di ansia. C’era gente nascosta presso le finestre, spiando quello che succedeva a meno di cinque metri, ma gli spari erano sempre più vicini e bisognava muoversi con moltissima cautela. Abbiamo visto entrare i soldati nella casa di fronte, li abbiamo visti dalla finestra, così come abbiamo visto quelli nella casa sul retro.
In quel momento li abbiamo visti uscire soli….un briciolo di sollievo, finalmente!
Fino alle 4 del mattino non c’è stata calma. Ad intermittenza si sentivano i suoni degli spari vicini. Questa mattina, e durante tutto il giorno, abbiamo ascoltato il racconto di ciò che era avvenuto nella casa.
I soldati erano entrati, due amici italiani erano lì dentro….fortunatamente per quella famiglia….
Gli hanno ordinato di stendersi al suolo, puntandogli i fucili direttamente nel petto. Avevano preso il padre e il fratello maggiore e volevano portarli via con il pretesto di aver visto gente entrare correndo nella casa.
Il padre ha parlato con loro. Lo hanno colpito, ma alla fine si sono allontanati dopo aver controllato i passaporti internazionali.
Nessuno ha dormito questa notte. Lo so, perché alle quattro del mattino, quando sono andata a letto, c’era una luce accesa in cucina, e ho visto la madre muoversi, e stanotte abbiamo cenato da loro, e ascoltato ancora una volta il racconto di ciò che era avvenuto, con qualche diverse sfumatura che i bambini aggiungevano mentre già ridevano. Non troppo allegre però quelle notizie dall’inizio alla fine.
Mentre uscivo per strada ho visto per la prima volta sei cani che gironzolavano in cerca di cibo.
Sarà vero che le truppe questa notte si sono ritirate? Nessuno lo crede davvero, dopo cinque mesi non basta una notte di calma per crederlo.


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