Traduzioni da Indy e Pagina 12
tutti i pezzi (ricomincia el cacerolazo, repressione senza immagini in tv, così ho vissuto il cacerolazo, non solo vbuenos Aires) fanno parte del newswire di indyargentina. gli ultimi due pezzi: omenaje a las victimas e l'articolo sul cacerolazo) sono tratti da Pagina 12, quotidiano bairense.
Ricomincia el cacerolazo per le strade di Buenos Aires
Alle nove di sera è ricominciato el cacerolazo intorno la zona del
Parque
Saavedra. Fino alle 1,30 della mattina de venerdi diverse strade erano
attraversate da manifestanti. A Juramento e Cabildo (Belgrano) vi sono
circa
un centinaio di manifestanti che manifestano accendendo fuochi per le
strade.
Davanti al Consiglio Comunale restano i segni di un impressionate
cacerolazo,
mentre quasi nessun mezzo di informazione trasmette notizie sugli
eventi
della notte. La televisione Nazionale ha qualche immagine di Plaza de
Mayo,
solo però riprese dall’interno di alcuni edifici. I mezzi di
informazione
hanno annunciato il termine delle manifestazioni quando nelle strade
ancora
la gente stava manifestando. L’odore dei fuochi accesi per le strade
è
forte per le strade di Belgrado e Saavedra, mentre anche il canale
televisivo
che trasmette le ultime notizie quasi in diretta non ha prodotto
trasmissione
alcuna. Mentre la gente manifesta la tv danno spazio alla riunione tra
Duhalde e diverse organizzazioni. Alla Plaza de Mayo intanto sono
giunte
persone anche dalla provincia di Buenos Aires; di queste e di tante
altre la
televisione non parla, trasmette solo immagini di Plaza de Mayo piena
di
manifestanti, offrendo però un commento solo alle imprese di
Duhalde.
Repressione della polizia senza immagini in tv:
Alle 2,40 della mattina di venerdi è cominciata nuovamente la dura
repressione della polizia, nonostante la massa di manifestanti
concentrati in
Plaza de Mayo era assolutamente pacifica. Tutti i canali televisivi
restano
latitanti. Solo dopo che la repressione è cominciata alcuni canali
hanno
accennato alle proteste di tutta la notte precedente.
In molti stanno resistendo nella piazza.
All’arrivo della polizia che ha sparato gas lacrimogeni la maggioranza
della
gente è scappata ritirandosi . Alcuni stanno resistendo nella piazza.
Così ho vissuto el caerolazo con la mia famiglia:
Stavo in Plaza de Mayo con mia moglie e suo figlio, di otto anni.
Cantavamo
protestando contro tutto quello che sta affamando l’Argentina;
battendo le
pentole con tanta rabbia. Abbiamo deciso di non seguire la
disperazione dei
più, e di fermarci alle spalle del monumento; abbiamo respirato tutti
i
lacrimogeni. Dei ragazzi ci hanno aiutato a portare Ivan (il bambino)
al di
fuori della piazza. Abbiamo preso un taxi con il bambino quasi
svenuto per allontanarci da quel luogo. Quel maledetto
del
guidatore del taxi la prima cosa che ha fatto è stato prendermi
l’orologio.
Siamo scesi qualche cuadras più avanti e abbiamo raggiunto la Avenida
9 de
Juli; abbiamo incontrato tanta gente che proveniva dalla piazza e
abbiamo
discusso tra noi, chiedendoci se fosse efficace scendere in piazza in
un
prossimo cacerolazo, o restare nel proprio quartiere per occupare le
strade
di tutta la città. Tornando verso casa abbiamo potuto osservare i
danni
causati alle banche, i telefoni pubblici e alcuni supermercati
danneggiati. A
casa ho consultato indymedia e ho scoperto che i mezzi di
comunicazione
continuano a voltarci le spalle. Provo a fare zapping e niente!
Solo poche immagini qua e là.
Non solo Buenos Aires
Mobilitazione nella città di Rosario
Circa 2000 persone si sono raggruppate per le strade di Rosario nella
notte,
presso il Monumento a la Bandera e hanno manifestato con un cacerolazo
spontaneo, protestando contro la situazione di crisi che sta
attraversando il
paese e contro gli ultimi provvedimenti del Governo Duhalde che ha
deciso di
mantenere el corralito (il blocco generalizzato) e una
riprogrammazione dei
depositi.
Il cacerolazo è stato udito dai balconi dei palazzi del centro di
Rosario,
passate le 22,00, ed è continuato fino alla mezzanotte. La protesta è
stata
accompagnata dagli automobilisti che hanno suonato i claxon delle loro
vetture.
Il cacerolazo ha contagiato i palazzi, da cui sono cominciate a
uscire
persone che volevano riunirsi ai vicini.
Neuquen (a sudovest di Buenos Aires)
Forte davanti al Banco Provincia del Neuquèn è l’odore della cipolla e
dello
stufato che bolle in un enorme pentola piazzata dai manifestanti in
piazza.
L’odore dello stufato ha sostituito ieri il fumo penetrante delle
gomme
bruciate dai disoccupati che manifestavano, nel modo ormai classico.
Dopo lo spuntino i manifestanti sono ritornati ai tendoni che da
lunedi hanno
installato a Plaza Roca, davanti al Ministero dello Sviluppo
Sociale, per
reclamare i sussidi.
"Fino a che i funzionari non risponderanno alle nostre richieste non
cederemo
e continueremo a presidiare le strade" dice Jorge Marillàn, portavoce
del
Barrio en pie, disgustato dalla marcia indietro prodotta dal neo
ministro
Lara, rispetto alle promesse delle autorità locali.
Plaza Huincul (ACC)
Una cinquantina di disoccupati occupano la strada di fronte l’edificio
comunale bruciando pneumatici. Reclamano l’assistenza economica di 200
pesos
e miglioramenti nelle loro condizioni di vita.
Accanto ai disoccupati manifestano donne e bambini, tutti decisi a
resistere
pur di farsi ascoltare in richieste che pur sono minime. A questi va
aggiunto
un gruppo di giovani che non potrebbero essere incorporati in
eventuali piani
transitori di aiuti perchè non possiedono la carga de familia,
una carta-certificato di famiglia.
Neuquen, riprende la mobilitazione tra gli operai della Ceramica
Zanon.
Gli operai reclamano la riapertura dell’impianto come
ha
ordinato una sentenza della Giustizia del Lavoro. La Giustizia in
tutte le
sue istanze ha decretato la necessaria riapertura dell’impianto, che è
restato chiuso da settembre, e che dovrebbe provvedere comunque (con
la
vendita della merce trattenuta in surplus) a pagare una parte dei
salari arretrati.
Omaggio alle vittime
Da ieri una targa commemorativa è stata posta presso ogni luogo in cui
sono
morte le vittime del massacro delle ultime ore del governo di De La
Rua.
Un corteo che dalla Plaza de Mayo ha raggiunto i luoghi delle città,
teatro
della morte dei manifestanti colpiti dalla repressione; il Grupo de
arte
Callejero (arte di strada) ha scritto con una tecnica artistica
particolare,
che utilizza resina e poliestere i
nomi dei
caduti e una frase: Assassinato dalla repressione della polizia nella
ribellione popolare del 20 dicembre del 2001.
Man mano che il corteo ha attraversato la città si è radunata sempre
più
gente; la manifestazione è stata indetta da H.I.J.O.S., Colectivo de
Acciòn
Directa, Mesa de Escrache Popular, el Sindicato Indipendiente de
Mensajeros y
Cadetes e Madres de Plaza de Mayo.
Il ripudio della repressione e della violenza scatenata
dalle
istituzioni e processo e la pena per gli autori materiali e
intellettuali
di questi crimini sono state le parole d’ordine della manifestazione,
insieme all’intenzione di lasciare una traccia storica per le strade
della città.
In ogni parte della camminata collettiva parlavano i familiari delle
vittime,
gli amici, i manifestanti. Raccontavano chi erano, come li hanno
uccisi, come
era la loro vita fino a poco prima del loro assassinio.
Hanno alzato altari di legno e li hanno riempiti di candele, fiori,
foto e lacrime.
Dall’Articolo di Sergio Kiernan, di Pagina 12, quotidiano bairense.
Erano quasi le dieci di sera, le famiglie avevano terminato la cena e
già
terminavano i programmi politici e i notiziari. Hanno cominciato a
suonare
las cacerolas, come una risposta conclusiva agli annunci economici del
giorno
del ministro Lenicov. Ha manifestato la classe media come ripeteva una
donna
scesa in piazza e ha manifestato essenzialmente per una ragione: il
denaro.
"Ladri" e "terminerà l’abitudine di rubare" sono stati gli slogan
quasi esclusivi della notte.
Il cacerolazo è cominciato in diversi punti della città ed è andato
crescendo
di partecipazione e di intensità. Non c’erano canti ne bandiere, e
nessuno
aveva interrotto il percorso, ma ugualmente il tono della protesta
stava
montando. Alle dieci Belgrano si riversava dai palazzi elle strade.
Tutti i
quartieri della città hanno inscenato forti proteste, in strada, nelle
case, dalle automobili.
Alle 23,00 è cominciato il concentramento davanti al Congresso. Tanta
gente
di diversi quartieri è giunta , con la polizia che si è limitata ad
osservare, alternando nei propri cordoni una donna e un uomo in segno
di
distensione. Un gruppo di poliziotti che si è avventurato nel
camminare
davanti all’edificio del Congreso è stato attaccato solo verbalmente
al grido di "asesinos!".
La massa dei manifestanti formavano un serpentone che ha raggiunto la
Plaza
de Mayo, sventolando bandiere argentine, senza alcun cartello di
partito.
Il malumore e la protesta di chi considera ormai di subire la confisca
dei
propri depositi bancari si elevava. C’era chi rivendicava la
restituzione
fino all’ultimo peso dei propri depositi, invocando il non abbandono
della
convertibilità, chi chiedeva il ritorno in patria di Menem, dal Cile,
per
restituire tutto ciò che ha rubato; una donna spiegava all’unica
telecamera
presente che la middle class argentina è stanca di essere derubata
ed è
stufa della corruzione dilagante.
Tra tanti una donna avvertiva i potenti: "il cacerolazo non è solo per
il
corralito e i soldi, ma anche per la mancata punizione di chi,
corrotto, ha
abusato del proprio potere".
La massa fluttuante si è riversata in Plaza de Mayo, dove la prima
fila di
barriere metalliche che proteggevano la Casa Rosada sono state
allontanate
e messe per terra quasi con gentilezza dai primi manifestanti.
La prima fila di manifestanti ora si trovava davanti una fila di
poliziotti
con casco, scudo e manganello, questa volta senza più donne
poliziotto. Anche
le macchine, lateralmente al corteo hanno raggiunto la piazza,
suonando il
claxon e battendo pentole.
Per tutta la città era evidente la spontaneità e la
non-organizzazione del
corteo, con manifestanti in coppia, in gruppetti, con magliette della
propria
squadra di calcio, coppie con bambini, signore con tacchi alti,
vestiti
eleganti, gente di tutte le età, signori con il proprio cane da
portare a
spasso.
La classe media bairense si trovava faccia a faccia con la polizia, in
un
clima disteso, senza incidenti, violenza, con la sola violenza del
battere la
propria cacerola per protestare contro il nuovo piano economico.
(è l’una e l’edizione della notte della Pagina 12 va in stampa, e
termina il
racconto del corteo. Di lì a poco la polizia aggredirà i manifestanti
con gas
lacrimogeni, facendone fuggire la stragrande maggioranza ormai
impaurita).
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