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Dieci Ragioni Contro La Dollarizzazione
by IMC Italy Saturday, Aug. 31, 2002 at 6:25 PM mail:

...

L’ Ecuador, con la “dollarizzazione ufficiale”, ha assunto il triste privilegio di essere il primo paese dell’America del Sud che sacrifica incondizionatamente la sua moneta nazionale e introduce una moneta straniera come moneta avente corso legale completo ed unico. Con questo fatto l’Ecuador, la cui economia attraversa una depressione senza paragoni nella sua storia repubblicana, che ha congelato il suo sistema finanziaria e che è in una situazione di moratoria del suo debito estero, si incorpora alla lista delle 26 colonie o territori che utilizzano una moneta straniera nel mondo, 11 dei quali il dollaro americano. Panama è il caso più rappresentativo dei paesi che hanno assunto il dollaro nordamericano come moneta nazionale dato che il resto può essere considerato come un gruppo di economie fittizie, il cui esponente più recente è rappresentato dalle isole Vergini, dollarizzate nel 1973. Per fare questo passo fondamentale, l’ex presidente Jamil Mahuad Witt (che aveva difeso senza remore dall’inizio del suo mandato i piani di aggiustamento strutturale del Fondo Monetario Internazionale e che, inoltre, pochi giorni prima di annunciare la dollarizzazione si pronunciava esplicitamente contro questa opzione) aspettò per arrivare al limite dello strabismo politico prima di realizzare ciò che egli stesso considerava “un salto nel buio”. Nel momento in cui il suo governo era in serio pericolo, senza alcuna preparazione ed anche contro l’opinione di molti tecnici interni al regime, Mahuad assunse questa decisione, che verrà poi ratificata pochi giorni dopo dal suo successore Gustavo Noboa Bejarano quando inaugurò ciò che sembrava essere il secondo governo “dollarizzatore”. In questo scenario le ripercussioni della pretesa dollarizzazione cominciano ad essere analizzate e discusse. Senza uscire dal tema, dobbiamo anticipare le ragioni per le quali non è conveniente la dollarizzazione in Ecuador. Lontano dall’essere un cambio di rotta, con la dollarizzazione verranno completati gli aggiustamenti neoliberali (1). La promessa stabilità dei prezzi risulterà fittizia date le sue complesse e contraddittorie conseguenze macroeconomiche (2), senza garantire una seria politica fiscale (3). L’economia ecuadoriana dollarizzata, lungi dall’avere una reale stabilità macroeconomia, aumenterà notevolmente nella sua fragilità esterna (4) nel momento in cui con la dollarizzazione daremo le spalle all’integrazione regionale (5). D’altra parte con questa rigida decisione in campo monetario si abbandonerà l’eterogeneità strutturale dell’apparato produttivo (6), mentre l’economia ecuadoriana si trasformerà in un paradiso fiscale, sostenuto, per lo più, dai crescenti ingressi di narcodollari proveniente dai paesi confinanti (7). Se è vero che con la dollarizzazione si produrranno alcuni riaggiustamenti nella società, in termini ampi vedremo come si consolidano e si ampliano le differenze socio-economiche esistenti (8). Per ultimo, oltre ad una crescente perdita di sovranità nazionale (9), con una economia dollarizzata sarà più difficile, anche se non impossibile, costruire democraticamente un paese senza esclusi. 1. Con la dollarizzazione si completeranno gli aggiustamenti neoliberisti. Per promuovere la dollarizzazione, il cui disegno non è ancora definido chiaramente, si afferma che con essa si darà luogo ad un nuovo modello economico in quanto rappresenta un cambiamento rivoluzionario. Nulla di più lontano dalla realtà. La dollarizzazione o la convertibilità, sua sorella maggiore, sono appena strumenti di politica economica in campo cambiario, utilizzate dentro il processo evolutivo (e autoritario) con il quale si vuole fare sopravvivere il neoliberismo. In questo caso si è escogitata una via che implica la “panamizzazione” dell’Ecuador… Con il dollaro si sostituirà la moneta nazionale, il sucre, che perderà le sue tre funzioni essenziali: riserva, unità di misura e mezzo di pagamento. Il sucre sarà di complemento al dollaro nelle piccole transazioni commerciali, così come succede con il balboa in Panama. La dollarizzazione, quindi, ha come suo principale intento di radicalizzare il modello neoliberista. Con essa arriveremo ad una fase superiore di qesto modello. Essa non cambia la direzione, al massimo annuncia il capitolo finale della grande e tortuosa marcia neoliberale…E ad aggravare i costi che hanno implicato questi aggiustamenti in Ecuador parte significativa della società sembra ipnotizzata dall’impatto politico, economico e culturale avutosi con il semplice annuncio della dollarizzazione. Spronata da questa ipnosi avanza la dollarizzazione e, nel suo seno, la possibilità di completare le riforme strutturali. Per questo, nel momento in cui si introducono i cambi legali per assicurare queste trasformazioni, si lavora affannosamente per piegare la resistenza della società ecuadoriana la quale, con diversi mezzi autoritari e anche repressivi, deve essere disciplinata in termini neoliberali. Qui sorge anche l’inquitudine su come si manipola e si influenza questo esperimento dall’esterno, quando l’Ecuador con la dollarizzazione assume una volta in più la carta di “coniglietto delle Indie”, così come successe pochi mesi fa quando si introdusse la moratoria del debito estero che sarebbe stata allentata dal dal FMI. Questa dollarizzazione, quindi, non va ubicata solo nel campo economico ma va vista come uno strumento di vario uso in vari ambiti. In prima istanza la dollarizzazione funzionò come ancora di salvataggio politico (e temporale) del regime di Jamil Mahuad. Contemporaneamente il dollaro ha generato la menzionata ipnosi collettiva che produce aspettative positive che servono ad assicurarne una costruzione giuridica mentre si approvano le mancanti riforme strutturali: qui emerge la dollarizzazione come una leva per agevolare i processi di privatizzazione, così come per rendere stabile la flessibilità nel lavoro. Ugualmente essa sarà una camicia di forza per conseguire un equilibrio fiscale, nel momento in cui cerca la tanto ansiosa stabilità dei prezzi, attraverso la quale hanno navigato i governi delle due decadi precedenti. E, per ultimo, con la dollarizzazione si stabilizzerà l’ancora indispensabile per far metter radici al modello neoliberista, la cui continuità sarà impressa in mezzi garantiti indipendentemente da chi governi il paese. Questo schema monetario, in più, si vende come un processo (quasi ) irreversibile e del quale, se facciamo caso al terrorismo economico in voga, si può uscire solo con una crisi ancora più forte, quando in realtà l’annuncio di dollarizzare rappresenta appena la fissazione di un tipo di cambio fisso. In sintesi, la rinuncia ad una politica monetaria e cambiaria, riflessa nell’assasinio del Sucre, è il prodotto dell’incapacità. Non è un trionfo. E’ una disfatta. Per mancanza di capacità delle elites dominanti nel delineare e applicare una politica economica relativamente autonoma, così come per l’esasperazione nel liberalizzare totalmente l’economia ecuadoriana, si dollarizza. 2. Con la dollarizzazione si otterrà una stabilità macroeconomia fittizia Per giustificare la dollarizzazione si afferma che la Banca Centrale è la causa di tutti i mali; la sua stessa esistenza è una “tragedia”, assicura uno dei pochi a favore della dollarizzazione in Ecuador, Franklin Lòpez Bugnano (1999). Eliminata questa supposta debolezza strutturale, provocata dalla discrezionalità della politica monetaria, l’azione dell’economia, a partire dalla recuperata stabilità dei prezzi, si afferma che sarà assicurata. Chi sostiene questa visione radica i propri convincimenti nella versione sostenuta dal rinomato professore neoliberista e premio Nobel per l’economia Milton Friedman, secondo la quale”l’inflazione è sempre e in tutti i luoghi un fenomeno monetario”. Questa visione tanto diffusa, tuttavia, contribuisce ad occultare i motivi socioeconomici che generano inflazione e l’aumento dell’emissione di moneta. Questo argomento monetarista, infatti, è fuorviante. Quale fiducia riceverebbe un ingegnere se sosterrà che “le inondazioni sono sempre e in tutti i luoghi un fenomeno idrico? Non otterrà in alcun modo un riconoscimento pubblico, molto meno un premio Nobel. Accettare che l’inflazione è il prodotto di una eccedenza monetaria, fatto certo in alcuni casi, non conduce a nulla se non si determinano i motivi di questa eccedenza. Se disconosciamo le prigini – endogene ed esogene –della espansione esagerata della massa monetaria non potremmo rimediarvi. Accettare la versione di Friedman sarebbe avvalorare una decisione irresponsabile per superare quella che si considera semplicisticamente come un’irresponsabilità della Banca Centrale, senza prima verificare quali sono le cause della massiccia emissione di moneta che ha fatto precipitare la crisi ecuadoriana, servirà, in concreto, per occultare l’origine corrotta della crisi bancaria, ad esempio.

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