schema riassuntivo e qualche commento sulla bossi fini pochi giorni dopo l'inizio della sanatoria per colf e badanti
Il disegno di legge Bossi/Fini sull'immigrazione, approvato dal governo Berlusconi il 14 settembre 2001 e successivamente trasformato in legge dal parlamento, ha introdotto condizioni peggiorative rispetto alla gia’ pessima legge Turco-Napolitano, per tutti gli immigrati, con o senza permesso di soggiorno. Ecco i punti focali della legge Bossi-Fini: a. l'immigrazione irregolare da reato amministrativo diverra’ reato penale b. l'immigrato senza permesso sara’ internato fino a 60 giorni nei centri di detenzione e poi espulso; se non rispetterà l'obbligo di lasciare il territorio italiano sara’ incarcerato da 6 mesi a 4 anni e poi espulso dall'Italia; c. l'immigrato espulso non potra’ tornare in Italia per 10 anni; d. verrà abolita la chiamata in garanzia mediante "sponsor"; e. il rapporto di lavoro condizionera’ la durata del permesso di soggiorno: fino a due anni per il lavoro a tempo indeterminato ed autonomo e fino ad 1 anno per il lavoro temporaneo; f. l'ingresso in Italia verra’ autorizzato unicamente dall'ambasciata, a numero chiuso e per professioni specifiche; g. la carta di soggiorno verra’ concessa dopo 6 anni di permanenza regolare mentre la precedente legge prevedeva che venisse concessa dopo 5 anni di permanenza regolare sul territori italiano; h. il padrone comunichera’ il licenziamento alla Prefettura ed il lavoratore immigrato avra’ 6 mesi di tempo per trovare una nuova occupazione, senza la quale diventera’ irregolare e quindi sara’ espulso; i. il ricongiungimento familiare sara’ limitato ai soli coniugi e figli minori, mentre la Turco-Napolitano allargava il diritto di ricongiungimento familiare anche ai genitori e ai fratelli se inabili al lavoro e quindi impossibilitati a mantenersi da soli nel paese d’origine. Non e’ difficile immaginare che la facolta’ concessa al padrone di revocare il permesso di soggiorno con l'interruzione del rapporto di lavoro, sara’ utilizzata per aumentare l'intensita’ dello sfruttamento e per controllare la conflittualita’ del lavoratore immigrato. La limitazione dei ricongiungimenti familiari e la precarieta’ di lavoro e soggiorno, ostacoleranno coscienza ed identita’ della propria condizione sociale e lo scambio interculturale. Ma non e’ tutto. La legge ha ricevuto critiche, oltre che dall’opposizione, anche da organismi internazionali e da Onlus che da sempre si occupano di diritti umani e immigrazione. L’Acnur (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) l’ha definita insufficiente a garantire i diritti d’asilo, mai in ralta’ garantiti in Italia, in cui la legislazione a riguardo e’ sempre stata vaga e ambigua, con una conseguente scarsissima garanzia di alcun genere per i richiedenti asilo e i rifugiati che chiedono aiuto all’Italia. L’ICS, Amnesty international e Medici senza frontiere hanno dichiarato che con questa legge l’Italia ignora, per l’ennesima volta i propri obblighi internazionali. Persino il presidente degli industriali veneti, Luigi Rossi Luciani, l’ha ritenuta “una legge inapplicabile” (vedi articolo apparso su “Il Manifesto” del 2 giugno 2002).
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