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Mobilitazioni contro l'ALCA, Ecuador: dalla Carovana sud- verso Quito
by garabombo Tuesday, Oct. 29, 2002 at 10:11 AM mail: garabombo@autistici.org

da indymedia ecuador:

BOLLETTINO 3 DALLA CAROVANA DEL SUD

CAMMINATA DEI POPOLI DEL SUD CONTRO L’ALCA.
Quarto giorno
Cuenca, 26 de octubre del 2002

Da quattro giorni marciamo attraversando i popoli e le comunità del sud del nostro paese.
Decine di uomini e donne stanno proseguendo in questo invito permanente ad unire le voci delle migliaia di esclusi per dire “no al ALCA” il 31 ottobre a Quito.
Portiamo con noi una lettera gigante che sarà consegnata ai ministri dell’ALCA, in cui sono scritte e colorate frasi come “no al ALCA, basta migrazioni, per il Nostro Ecuador, Fermiamo il Capitalismo degli Stati Uniti, vivano le donne”, tra le tante, che evidenziano le rivendicazioni dei popoli.
Siamo passati attraverso le comunità indigene e di contadini, dove l’agricoltura è parte fondamentale dell’identità dell’uomo e della donna, in quell’identità ci siamo potuti specchiare e abbiamo capito chi siamo, ha relazioni con il nostro linguaggio, il nostro tempo e il nostro spazio.
Ma la liberalizzazione indiscriminata dei mercati sta distruggendo questa componente culturale e sta facendo dell’agricoltura un’attività eminentemente economica.

Noi donne campesinas siamo le guardiane della nostra cultura, e soprattutto guardiane della nostra agricoltura. Dal momento che il mercato monopolizza tutte le sfere della nostra vita, sociale, culturale, economico, politico e ideologico, avremo poche possibilità di sopravvivenza, si sta accrescendo la nostra dipendenza economica e culturale.

Gli effetti dell’apertura commerciale e del mercato neoliberista si stanno diffondendo tra le nostre comunità, le nostre famiglie; attualmente in molte comunità campesinas non si applica l’agricoltura se non in funzione del mercato. Abbiamo perso quasi la totalità dei nostri semi, dipendiamo spesso dall’utilizzazione di gas tossici, quasi non siamo più contadin@ ma produttori.
I governi locali hanno la grande responsabilità di dover legiferare in nome della protezione dell’agricoltura campesina, per recuperarne il senso e la dimensione.
L’Area di Libero Commercio delle Americhe, cioè l’ALCA, questa parola che non ci dice tanto ma che fa tanti danni alle nostre economie, persiste come uno dei grandi obbiettivi introdotti dalle regole del mercato, ma il mercato ha dimostrato essere insufficiente per la giusta ridistribuzione delle ricchezze generate dalla società tutta e questo è maggiormente evidenziato nel caso delle donne, per le quali è più difficile accedere ai servizi dello stato, come salute ed educazione.
Lo Stato, di fronte al complesso della società, introduce nella propria politica sociale dei sussidi per le aree che considera strategiche per lo sviluppo della società; per gli Usa il settore agricolo è strategico e per questo vengono introdotti delle grandi quantità di denaro nelle aree in questione.
Noi non dobbiamo richiedere questa politica dei sussidi, ma piuttosto dobbiamo esigere dal nostro governo dei sussidi e la protezione per la nostra agricoltura.

Fratelli e sorelle, la nostra marcia continua, né il freddo né la pioggia ci fermeranno; l’obbiettivo è di arrivare a Quito e lo realizzeremo, e per questo invitiamo tutti a non restare tranquilli nel vedere che vogliono privarci della nostra sovranità.

Fraternamente
Doris Trujillo
CONFEUNASSC-CNC
INDYMEDIA

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BOLLETTINO 4 DALLA CAROVANA DEL SUD
Quinto giorno

CAMINATA DE LOS PUEBLOS DEL SUR
EN CONTRA DEL ALCA
Cañar, 27 de octubre del 2002

Ieri, durante l’Incontro delle Donne delle Americhe, lottatrici del nostro continente, di tutto il mondo, hanno ascoltato le forti critiche all’Area di libero Commercio delle Americhe, espresse da quattro compagne della marcia dei popoli contro l’ALCA ;
Una critica diretta attraverso le parole che tutti comprendono o dovrebbero comprendere,
“Se l’acqua è la vita, privatizzarla sarà ucciderci. Senza acqua non possiamo vivere. Lo stesso accadrebbe nell’abbandonare la pachamama, senza la madre terra verrebbe compromessa la nostra stesa esistenza. Non possiamo esistere nell’aria. E per questo dobbiamo difendere, anche con la nostra vita, la nostra pachamama, le nostre risorse naturali, la nostra identità culturale, la nostra America Latina, e ancor più il mondo intero”.
Con questa parola Carmen Lozano, una delle dirigenti della CONAIE, ha invitato le centinaia di donne presenti a partecipare alla marcia. Contemporaneamente le compagne dell’incontro hanno avuto la possibilità di esprimere la propria opinione sulla lettera gigante dei popoli contro l’ALCA, che sarà presentata come un atto simbolico.

La città ha espresso la propria solidarietà verso chi marciava, mentre un dottore ha visitato alcuni dei compagni che hanno avuto dei problemi di salute durante la camminata, dovuti alle pessime condizioni metereologiche.

Ieri, durante la notte, diversi uomini e donne del popolo cañari attendevano il nostro arrivo. I dirigenti principali della CONFEUNASSC-CNC e della CONAIE hanno confermato la loro volontà di arrivare alla grande mobilitazione di Quito del 31 ottobre insieme ad altre organizzazioni.
Dalla mattina di oggi si è cominciati a preparare il pranzo per tutti e le giganti pentole sul fuoco testimoniano della quantità di persone che mangeranno insieme oggi.
Le rappresentanti delle comunità, per lo più donne, si sono avvicinate per testimoniare la loro gioia nel vederci arrivare e hanno annunciato che per le principali strade di Cañar domani ci sarà una manifestazione con più di mille indigeni e contadin@.
nel pomeriggio ci dirigeremo verso Inga Pirka, centro di cerimonie dove i nostri antenati adoravano gli dei e ringraziavano per i raccolti abbondanti.
Li pianteremo una wipala e chiederemo alla pachamama e al Inti, il padre sole, di permetterci di arrivare fino a Quito. Arriveremo ad incontrarci con le altre carovane in lotta, con gli uomini e le donne che stanno marciando verso la capitale, affinché il nostro diventi un fiume inarrestabile davanti alla ingiustizia e alla prepotenza del capitalismo.
Dalla nostra marcia richiediamo con forza ai compagni e alle compagne che si riuniranno a Quito di mantenere le loro menti aperte e pronte ad accogliere il diverso e a considerare la discussione come base forte della resistenza dei popoli.
de los pueblos.

Solidariamente

Doris Trujillo y Regine Gijben
(CONFEUNASSC-CNC y Indymedia)

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