repressione verso il controllo operaio
Lo scorso primo di ottobre la fabbrica Zanon ha festeggiato il suo primo anno di occupazione.
La lotta degli operai era comunque cominciata molto prima, all'interno di una fabbrica dove si arrivava a lavorare 16 ore di seguito, dove c'era un sorvegliante ogni tre lavoratori, dove il sindacato burocratico dei ceramisti
indipendenti legato alla CGT (central general trabajadores), naturalmente d'ispirazione peronista, non faceva altro che facilitare il feroce sfruttamento e le ingiustizie della famiglia Zanon.
Quando l'anno passato ci fu la minaccia di chiudere la fabbrica, e di licenziare tutti i lavoratori, gli operai scelsero di occupare e dopo quattro mesi di lotta,di rimettere la fabbrica di ceramica, più grande di tutto il Sudamerica, in produzione.
Ora la fabbrica produce non in forma cooperativa, ma "bajo control obrero", sotto controllo operaio, rivendicando per mezzo di una lotta pratica e legale, la possibilita' di lavorare dividendo responsabilità, lavoro e proventi.
Chiaramente questa esperienza non può essere tollerata, persino Berlusconi parla della Zanon come di un pericolo per gli investimenti italiani in Argentina.
Così, non potendo agire legalmente dato che la causa operai/famiglia Zanon è ancora aperta, la repressione ha scelto un'altra strada: screditare l'immagine della Zanon e del controllo operaio, che in questo anno ha raggiunto risultati scomodi al potere: 270 operai che lavorano per 800 pesos il mese, quando lo stipendio medio e' di 180, e che riesce persino a creare nuovi posti di lavoro.
La banda che ormai da una settimana assedia e provoca gli operai, con lanci di pietre e minacce in pieno stile fascista a loro e alle loro famiglie, è guidata da Montes, un ex dirigente del sindacato ufficiale, lo stesso sindacato che in linea con la politica padronale ha avallato i licenziamenti e la chiusura dello stabilimento, e che fu cacciato dai lavoratori all'inizio del conflitto e accusato di frode, falsificazione di firme e falsa gestione dei fondi.
Dietro l'immagine di questo "ex-ceramista" si sta cercando di far passare questo "confronto" come una lotta interna tra operai, fra chi lavora espropriando illegalmente la fabbrica e chi presumibilmente, soffre la fame come conseguenza di questo esproprio.
In realtà, ad opporsi alla giusta lotta degli operai della Zanon, non c'è altro che una banda di mercenari, strumentalizzati in pieno stile fascista.
Dopo Montes e qualche altro crumiro ceramista, il grosso del gruppo è infatti composto da giovani arruolati nei quartieri più poveri, che per 20
pesos, vino e cibo sono totalmente agli ordini di Montes e della famiglia Zanon.
Era dall'epoca nera della TriplaA che questi metodi non erano piùutilizzati e adesso questo tipo di repressione e'palesemente di nuovo all'opera.
E come fu allora, anche oggi fra i bersagli dell'offensiva fascista c'è quello del diritto all'informazione con il tentativo di zittire tutti i media che stanno coprendo questi fatti, ufficiali o indipendenti che siano, minacciando
con fatti e parole giornalisti e mediattivisti.
Ma i 270 operai della Zanon continuano a difendere la loro fabbrica e mediattivisti e giornalisti a fare informazione.
Intervista ad un lavoratore della Zanon
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