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Intervista a leader indigeno ecuadoregno
by Pietro Thursday, Oct. 24, 2002 at 10:46 AM mail:

Intervista a Jorge Loor, uno dei leader delle mobilitazioni indigene contro l'ALCA

Jorge Loor è uno dei principali leader indigeni dell'Ecuador. E'il presidente della Confeunass,uno dei maggiori sindacti agricoli del paese. Parte del movimento Pachakutik-Nuevo Pais, la Confeunass è stata una delle protagoniste dei "levantamientos" degli ultimi anni.

J:Mi chiamo Jorge Loor, sono dell'Ecuador e sono il presidente della Confeunass. questa organizzazione ha 9 anni di esistenza e fa parte del "seguro social"ecuadoregno. Opera esclusivamente nel settore rurale e ha più di un milione di affiliati, di beneficiari del nostro programma. La nostra organizzazione è stata una convocante attiva dei grandi sollevamenti che ci sono stati in Ecuador. Abbiamo anche partecipato alla lotta contro i governi, la lotta contro il modello neoliberale e la globalizzazione, la lotta contro le privatizzazioni. La nostra organizzazzione fa parte del movimento nazionale Pachakutik-Nuevo Pais. Un movimento politico che ha partecipato finora a 3 scadenze elettorali, due delle quali per la presidenza. Questo movimento ha una proposta di trasformazione che è all'origine stessa del pensiero di chi è nato in campagna. Un cambiamento profondo che il nostro movimento cerca di fare attraverso la logica a sè propria. Il cambiamento profondo di cui l'umanità ha bisogno, di cui il nostro paese ha bisogno. Attraverso le lotte ,che abbiamo mantenuto per tutti questi anni, siamo riusciti a evitare che si realizzasse la proposta di privatizzare le imprese di servizio. In questo momento, gradualmente, stiamo introducendo nuove forme di pensiero nella società. Possiamo affermare che attualmente il movimento Pachhakutik ha una posizione forte nel paese, e sta inoltre cercando di unirsi ad altri gruppi politici per creare una forza che possa arrivare al potere in un momento non lontano, e che possa così realizzare latrasformazione di cui ha bisogno il paese, alleandosi agli altri paesi che lottano contro l'ingiustizia neoliberista.
-Quali sono le vostre proposte di cambiamento?
J:Per prima cosa vogliamo cambiare l'economia, proponiamo un modello economico che garantisca una redistribuzione giusta per la società ecuadoregna. Dato che il modello attuale è un modello totalmente ingiusto, dato che va incontro solamente al settore dell'import-export e al settore bancario. Questo modello di concentrazione della ricchezza non fa altro che impoverire le grandi masse. Occorre riconvertire l'attuale forma di redistribuzione in una forma più giusta, nella quale chi ha di più contribuisca di più all'introito annuale dello stato, che chiaramente non deve essere l'introito dell'amministrazione di turno. E che questo permetta di creare una società migliore, che abbia risorse anche per investire nel sttore sociale, che abbia risorse per occuparsi dell'istruzione. Ogni responsabilità pubblica nei confronti dell'istruzione sta praticamente scomparendo. Lo stesso succede per quanto riguarda la sanità. La sanità sta andando alla deriva, e ogni malato è costretto a curarsi da solo. Vorremmo quindi cambiare questa politica che lascia le persono abbandonate a loro stesse. Come anche la politica delle opere pubbliche, che sono realizzate con costi elevatissimi. E le imprese che ottengono l'appalto sono già decise in anticipo. Occorre trovare una forma un poco più equilibrata, che non sia quella di avere 2 offerenti anzichè uno. allo stesso modo occorre parlare anche della corruzione, che è un'altra forma di distruzione della società ecuadoregna. L'Ecuador è uno dei sette paesi più corrotti del mondo, ma questo non vuol dire che l'Ecuador sia corrotto, sono corrotti quelli che lo amministrano, quelli che governano e che vengono dai partiti, specialmente da quelli di destra. Che si trasformano cambiando il nome e il colore, per ingannare in questa maniera la società. Abbiamo una democrazia solamente rappresentativa, molto formale. Con un gruppo di persone che sta permanentemente al potere. Riescono a mantenere il potere in varie maniere. Una di queste è la grande quantità di denaro di cui dispongono durante le campagne elettorali, e in questo modo riescono a controllare la volontà popolare. Quando non ci riescono in questo modo, usano altri meccanismi come il controllo delle urne, in molte occasioni hanno vinto le elezioni perchè controllavano le urne. Non c'è una vera democrazia in Ecuador, ma un simulacro di democrazia. Il movimento sta lottando contro questo simulacro e chiede trasparenza, cercando di far sollevare il popolo ed educandolo politicamente, perchè abbiamo una popolazione analfabeta di politica, che non sa distinguere tra un partito e l'altro. Ed è questo fattore che ha permesso a due partiti di succedersi l'uno all'altro al governo, facendo sì che si creasse una grande concentrazione di ricchezza e un dominio permanente da parte di pochi gruppi di potere. Questo gruppo di potere ha permesso che l'Ecuador si impoverisse. L'Ecuador, per chi non lo conosce, è un paese piccolo ma molto ricco, ha molte risorse: un'agricoltura molto varia, grandi mari, grandi quantità di acqua dolce nella parte amzzonica, e c'è anche il petrolio. Il settore petrolifero non è grandissimo, ma c'è abbastanza petrolio per svilupparlo. Di tutta questa ricchezza, i governi hanno permesso che si facesse un saccheggio. Attraverso gli accordi regionali, e attraverso altre maniere. Sono più di trent'anni che ci sono i petrolieri in Ecuador, ma la nostra sorte non è cambiata per nulla...Il petrolio è il 50% delle entrate di ogni anno, ma queste entrate sono impiegate male. Ogni governo si è indebitato in modo irresponsabile, a tal punto che il nostro debito è elevatissimo e impossibile da pagare. E perchè è impossibile pagarlo? Perchè hanno convissuto due fasce di debito, due classi di debito. Il debito di stato, che ogni governo è andato contraendo a seconda delle necessità di ogni periodo, e il debito privato, il debito delle imprese. Quando fu restaurata la cattiva magia democratica nel 1979, il primo governo democratico ci informò che non si sarebbero più fissati due debiti ,e unificò il debito pubblico con quello privato, trasferendo come debito pubblico tutto il debito privato. I privati fecero in modo di pagare allo stato un prezzo congelato, e in questo modo si è creato un debito ingiusto. E per di più, anche organisni stranieri come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale si sono resi strumento di una sfuttamento permanente nel nostro paese. E il governo lo permette. Permette che si applichi una tale forma di sfruttamento e di salasso economico ,un dissanguamento delle risorse, in tutti i sensi.
-Il movimento Pachakutik, attraverso le proprie amministrazioni locali, sta sperimentando forme di democrazia diretta, di che cosa si tratta?
J:Bene, in quest'ultimo periodo elettorale siamo riusciti a ottenre 27 sindaci e 5 prefetture. In questi governoi locali si sta portando avanti un programma di cambiamento. Che porterà alla pratica quello che facciamo nella teoria. Stiamo tenendo duro per realizzare questo importante processo di cambiamento. Vogliamo arrivare alla partecipazione della società nelle opere pubbliche. La partecipazione diretta deve essere garantita anche come forma di controllo. Le decisioni sulle opere e sul bilancio devono essere prese dalle assemblee. Bisogna confrontarsi assieme sui costi dei lavori che vengono fatti. Garantendo che già in fase di contrattazione possa esserci partecipazione collettiva. Che la gente intevenga nelle discussioni, perchè l'importante è che le cose vengano realizzate bene. Da questo segue una forma diversa di fare amministrazione, che è quella che stiamo sviluppando nella pratica. Cercando di dimostrare alla società che è possibile un modo diverso e più sano di costruire una patria degna, per ogni abitante dell’Ecuador.
-Il vostro è un movimento insorgente, che però, allo stesso tempo ha una presenza in parlamento e nelle amministrazioni locali. Qual'è la vostra posizione rispetto alle istituzioni?
J:Bene, in questo periodo, nel processo di cambiamento al quale abbiamo partecipato, abbiamo portato 6 deputati in parlamento. Attraverso di loro si sono potuti impostare progetti di legge importantissimi, progetti per riforme di leggi e per leggi nuove, che ci hanno aiutato a sollevare certi temi e a ottenere cose importanti. Questo gruppo di deputati è riuscito a produrre un cambio di attitudine in deputati di altri partiti, con i quali sono state trovate delle similitudini, e che alla fine sono stati assimilati nei progetti che stiamo impostando, e così possiamo dire che abbiamo cominciato con l'avere 6 deputati, e ora ne abbiamo molti di più ogni volta che vogliamo cambiare una proposta di legge. E questo è un buon sintomo, che dimostra che è possibile fare le cose impossibili. Che è possibile cambiare l'ordine costituito, perchè il cambiamento avviene fra le persone quando impostano una serie di attività; ti dico che è possibile un cambiamento. Può anche succedere, come in questo caso,che un tuo avversario politico cambi partito. Questo accade perchè è esageratamente evidente ed esageratamente manifesto che del denaro è sparito, e anche loro sono compromessi. Compromessi con un modello che ha causato un impoverimento estremo, sopratutto nelle campagne. Fino a 10 anni fa il 60% della popolazione lavorava la terra , ora siamo il 40%. Questo è dovuto all'attuale modello, che non è certo un modello di giustizia. Gli agricoltori non possono più mantenersi e la produzione è in perdita permanente. Tutto questo era pianificato. E'a questo tipo di cose che sono dovute mosse come quella del congealmento economico, che ha fatto in modo che molte persone non potessero più usare uil proprio denaro. E chi governa probabilmente non sa neanche più come recuperare questo denaro. Di questo sono sono stati vittima molte persone che facevano parte di questo governo, e che ora sono compromesse per il solo averne fatto parte. Questa storia ci dimostra che questo modo di governare e l'attuale forma di potere non convengono all'Ecuador, e neanche agli imprenditori onesti. Conviene solo agli imprenditori e ai banchieri disonesti. La maggior parte della gente: chi ha risorse e chi non le ha, chi ha il suo negozio, la sua impresa o il suo terreno, ognuno di questi sarà penalizzato da questo modello. E'per questo motivo che sempre più gente approva i progetti che stiamo impostando. Progetti che hanno tutto il sostegno, tutta la ragione e tutta la legittimità. E'per questo motivo che staimo ampliando sempre di più il nostro consenso, con una gran simpatia. Il nostro è un movimento di simpatizzanti, non è un movimento di affiliati. E la simpatia nei nostri confronti è illimitata. Ci stiamo consolidando, e crediamo che l'Ecuador abbia dato al continente molti segnali di voler fare le cose bene. Questo si è visto quando abbiamo preso il potere. In quel caso non ci sono stati morti, solamente molti prigionieri, e l'odio non ha avuto spazio. Perchè la società è consapevole, e anche la forza pubblica è consapevole. In certi casi, addirittura, anche la forza pubblica è consapevole. In qualche caso è addirittura successo che la forza pubblica ha fatto causa comune con il movimento. Quando il movimento Pachakutik convoca le organizzazioni sociali, dalle campagne alle città, la sua presenza è forte e visibile. La gente ha modo di interessarsi. Può cominciare con l'informarsi e con lo spalleggiare l'iniziativa. In questo modo il movimento è una forza permanentemente viva. Siamo riusciti, ad esmpio, ad impedire la privatizzazioni, perchè vogliamo che si abbia rispetto per questa società e che le cose non vadano più verso il degrado.
-Che significato ha la parola PACHAKUTIK?
J:Il Pachakutik è stato definito come il momento nel quale si cambia, un tempo in cui si realizza il teorema della trasformazione. E'così che lo definiscono e lo riconoscono i settori pensanti. A differnza dei pensatori indigeni, per i quali il Pachakutik ha un contenuto di profondo cambiamento. Cambiamento per il futuro, che ha tre principi fondamentali: non rubare, non essere ozioso, e non mentire. Questi tre temi sono le tre fondamenta del movimento: non rubare, non essere ozioso e non mentire. Se queste tre cose si consolidano, se l'Ecuador le porta a sè e se ne appropria, se l'Ecuador le porta con sè e le consolida, abbiamo la sicurezza che le cose finiranno per cambiare. Perchè noi abbiamo le risorse, il problema è che sono state male utilizzate. E quindi lavorare e non oziare significa che siamo disposti a sacrificarci per appartare di più, ma appartarlo perchè realmente si facciano progetti, non perchè poi si possa portar via il frutto del nostro lavoro. Compromettersi con il lavorosignifica fare un sacrificio, e non certo perchè ne perda il paese. Il frutto del nostro lavorare potremo utilizzarlo per portare beneficio ai lavoratori e alle comunità. Non mentire significa lasciar perdere il credere che la gente non fa altro mentirci e derubarci, e dunque mentire anche noi. Significa tentare di esseere sinceri per cercare il cambiamento. Noi crediamo che sostenere questi elementi e portarli alla pratica assicurerà il cambiamento in Ecuador.

Intervista raccolta da Pietro Luppi per "Il Mondo Nuovo"(Radio Città Aperta) e tradotta da Antonio Tremani e Alessandro Ilmaestro





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