1min dal teatro niccolini

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PER INTENDERSI SULLO ZOT AL NICCOLINI

da dieci anni un teatro è vuoto. E chiuso. Da dieci anni è chiuso e vuoto un luogo fisico che risponde a precise esigenze creative. Da dieci lunghi anni una fitta coltre di polvere copre la scena e norme di sicurezza sbarrano le porate d'ingresso a quella scatola magica dove tutto è possibile. Siamo entrati qua perchè ci sembrava il luogo èpiù adatto a raccontare una storia che purtroppo ha un pubblico pagante: i nostri bi-sogni.
E' la storia di una città con molti teatri vuoti, una città chhe non ha più voglia di ascoltare storie (di robe), una città che ha deciso di non regalare più nulla ma solo di venderlo. Questa Firenze ha troppe cose da mostrare a turisti di fretta e a portafoli gonfi, ma anche qualcosa da nascondere, come questo teatro.Ma, per tre giorni abbaimo deciso di invadere la scena e la polvere grigia non sarà sufficente a coprire la realtyà che abbiamo mostrato:
1) l'abbandono e/o la svendita delle infrastrutture per la cultura
2) il mancato impegno dell'amministrazione nella promozione delle stagioni teatrali


*rETTIFICA A "lA NAZIONE"

http://lanazione.quotidiano.net/2002/10/26/giornale/8/1/

Il raving non può essere una sprecializzazione, ma attitudine e pratica concreta dell'alternativa.
L'etichetta di ravers ci sta stretta come tutte le altre, ma se ci si riferisce con essa alla riappropriazione degli spazi e alla proghrammazione culturale e ludica autogestita, oggi 26 /10/02, giornata europea antisecuritaria, non possiamo che accettare la provocazione e rivendicare tutte le affinità e la solidarietà con un movimento sotto attacco dall'Inghilterra alla Germania, in Italia come in Francia.
A chi ci descrive come dei festaioli un po' svampiti rispondiamo con la quotidiana autogestione dei nostri progetti, con l'autoformazione delle nostre competenze, con la creazione di strumenti pubblici e l'apertura di spazi in città.

*RISPOSTA A "LA REPUBBLICA" & all'assessore alla cultura Siliani & all'assessore alle politiche giovanili Lastri

http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021026/cronaca/04fiapre.html

La rete di lavoro che da oltre un anno si muove a Firenza sotto il nome di network non ha soltantop sviluppato un a puntuale analisi critica della città e dei problemi che vivono quotidianamente i suoi abitanti, in particolare i giovani, ma ha ripetutamente dato risposte concrete ai suoi bi-sogni. L'occupazione del 3 marzo 2001 dell'area dismessa di via maragliano, l'occupazione del conservatorio cherubini di via bufalini, lo z.o.t. 2001 al teatro nazionale, e nel 2002 la 72 ore all'anfiteatro delle cascine e la festa della musica del 21. 06 sono soluzioni concrete praticate e praticabile. La creazione di eventi autogestiti e autofinanziati e la riapertura di spazi inutilizzati a tutta la città vanno ben oltre alle attuale amministrazione della città e alle politiche giovanili calate dall'alto: sono un segno di un fermento reale a cui chi governa riesce solo a dare attenzioni emergenziali, dichiarazioni mediatiche, false promesse e tentativi di recupero.

L'unica risposta concreta sembra davvero essere solo quella giudiziaria, visto che le indagini sul bandone di via MAragliano si sono concluse con la richiesta di autorizzazione a pro cedere nei confronti di nove persone. con le accuse di occupazione e danneggiamento di uno stabile ad oggi raso al suolo.

"la stazione eretta è il punto di partenza per ogni osservazione" - da qualsiasi manulae di educazione artistica

http://www.netwip.org