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COMUNICATO UFFICIALE RETE SUD RIBELLE
by RETE SUD RIBELLE Friday, Nov. 15, 2002 at 3:25 PM mail:

Grave atto terroristico alle libertà di pensiero ed all’azione politico sindacale in Italia

Con l’ondata di arresti di stanotte 15 nov 2002 sono stati colpiti importanti figure del panorama politico meridionale dell’ area antagonista appartenenti a organizzazioni nazionali sindacali della Confederazione Cobas, docenti universitari, pensionati, studenti, lavoratori e lavoratrici precari .
Donne ed uomini, espressioni di una realtà politico culturale che rifiuta la rassegnazione e che non accetta la precarietà e la miseria.
Miseria spesso anche esistenziale e culturale che, storicamente ha impedito la nascita e la crescita di un progetto autonomo e che ha lasciato il posto alla commiserazione tipicamente meridionale .

Non basta: la disoccupazione, le nuove ondate migratorie dei nostri giovani verso le fabbriche del nord est, il lavoro precario che umilia ragazze e ragazzi, la scarsità d’acqua causata dalla gestione mafioso-clientelare che privatizza questo bene libero, i cumuli d’immondizia che ci sommergono e infettano l’aria che respiriamo .
Non basta aggiungere alla precarietà dell’esistente il danno della gestione mafiosa delle risorse del sud ma si aggiunge anche il terrore e la criminalizzazione di coloro che alla luce del sole interpretano e raccolgono il malessere sociale praticando in prima persona il rifiuto ad accettare supini tali condizioni dei precarietà.
Il potere ha paura che tutte le contraddizioni sociali del sud possano essere indirizzate verso specifiche rivendicazioni territoriali e generali che potrebbero mettere in discussione i grandi progetti come il ponte sullo stretto di Messina e l’autostrada SARC. Ciò contribuirebbe a disarticolare i piani politici e finanziari del governo Berlusconi -ma non solo- che vede nel meridione un’area di sperimentazione di nuovi modelli economici.
Il potere ha paura che nel meridione , base logistica della NATO, . si sviluppi un ampio movimento d’opinione e di lotta che si ribelli agli assetti politici e strategici determinati dagli USA .
La procura di Cosenza in linea con la politica degli USA e dell’UE sulla messa fuorilegge dei vari movimenti sociali inseriti nella lista, ha paura che le realtà sociali dell’ antagonismo meridionale, che si riconoscono nella rete del sud ribelle, possano rappresentare un valido soggetto politico-sociale capace di rimettere in discussione le politiche neoliberiste .
La procura di Cosenza ha preso un grosso abbaglio, la rete del sud ribelle non è un’organizzazione clandestina ma un modo di tenere unito le realtà antagoniste del meridione ( centri sociali, Cobas, associazioni ambientaliste ed individualità).
È chiaro che la grande manifestazione di Firenze e la sua piena riuscita così come il corteo alla base NATO di Camp Darby e la creazione di un grande blocco contro la guerra degli USA e dei suoi alleati dà fastidio.
Le grandi mobilitazioni nonostante le minacce non si fermeranno.
I compagni arrestati sono un patrimonio del sud e hanno il diritto di cittadinanza politica per aver creato strutture sociali a fianco dei disoccupati, degli LSU, dei lavoratori licenziati, degli sfrattati, degli studenti e degli immigrati.
Questi compagni da sempre hanno garantito la dignità e la sopravvivenza a decine di migliaia di proletari del sud difendendo lo stato sociale con le loro lotte e conquistando sempre più spazi di agibilità politica e sociale.

Invitiamo quindi a una mobilitazione nazionale a Cosenza da tenersi in solidarietà alle compagne e ai compagni arrestati


Rete sud ribelle

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arresti
by Sergio Bonato Saturday, Nov. 16, 2002 at 9:07 AM mail:

E' possibile trovare in rete il testo dell'ordinanza di custodia cautelare?

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a proposito degli arresti
by luigi Impieri Sunday, Nov. 17, 2002 at 8:12 PM mail: luigiimpieri@libero.it

A proposito dell’arresto dei No-Global meridionali.

Ho appreso con grande stupore dell’arresto dei no-global meridionali, fra i quali l’amico giornalista, ambientalista e pacifista, Francesco Cirillo rinchiuso ora in carcere, insieme al figlio e alla sua compagna; naturalmente ognuno rinchiuso in un carcere diverso.
Leggo anche che l’arresto è avvenuto su richiesta della Procura della città di Cosenza che sarebbe secondo quanto descritto dall’inviato del “Corriere delle sera”, Fabrizio Roncone, “una Procura di pratiche modeste”.
Due anni fa mio cugino Gianluca, veniva rapito sotto la sua abitazione, da un commando.
Mio cugino, è stato ritrovato tre giorni dopo il rapimento, in un bosco, carbonizzato dentro la sua autovettura; gli avevano dato fuoco dopo averlo massacrato a colpi di pistola.
Gianluca aveva 34 anni, si era appena sposato, faceva il commercialista; non sappiamo ad oggi chi sia stato l’omicida ne il movente dell’assassinio.
Questo caso, di cui a quanto mi risulta si è occupata sia pure con scarsi risultati la procura di Cosenza, spero non rientri fra le “pratiche modeste” di cui parla il giornalista Roncone.
Queste storie, anche se non sono raccontate dai “media”(chissà per quale ragione!!!) sono di una gravità enorme, ma non se parla ne si trovano i responsabili, perché?
Forse non a tutti è dato sapere che a Cosenza e provincia, la malavita è ben collocata; in questa provincia si sono consumati centinaia di omicidi di stampo mafioso (tanti sono stati contati negli ultimi anni);
Mons. Agostino Vescovo di Cosenza a tal proposito in una lettera del 18-06-01 scrive: È triste, purtroppo, che la città non abbia una forte reazione. C'è un "rosario" sempre più lungo di morti ammazzati e di feriti. Cosenza ed il suo comprensorio, a riguardo, sono divenuti terra di frontiera. Le nostre strade sono, non di rado, covi di violenza.
In questa Italia, così diversa e divisa ma che i mezzi d’informazione dipingono ipocritamente in modo così uniforme (sembra infatti che tutto accada e si svolga allo stesso modo, dalle Alpi alla Sicilia, secondo un cliché che sembra la pubblicità, della pasta Barilla,), c’è un’altra Italia, il sud, in cui chi ci vive, sa di essere in un territorio controllato da un altro potere, che incute timore e impone altre leggi, limitando la libertà e la dignità delle persone, che a quelle leggi devono ubbidire e con quelle leggi devono educare i figli.
In quella città di Cosenza, dove gli assassini non solo di Gianluca, sono a piede libero, si sono riscontrati i “reati d’opinione” fra i no global.
Per questa imputazione è stato arrestato Francesco Cirillo.
Francesco come lo conosco io é un politico ed un giornalista impegnato; uno dei pochi che si è davvero battuto come dimostrano i suoi articoli, contro lo strapotere mafioso che impera nel sud, facendo i nomi e i cognomi; egli ha denunciato, in solitudine ma senza omertà, gli orrori dell’abusivismo edilizio, ne ha denunciato le responsabilità, rischiando più volte la pelle (non pochi sono state le intimidazioni nonché gli attentati vili e violenti che ha ricevuto).
Cirillo si è battuto in difesa degli operai sfruttati nelle piccole e rare (e proprio per questo ricattatorie) realtà dell’industria meridionale nonché del lavoro sommerso; ha organizzando picchetti e manifestazioni contro i diritti calpestati dei più deboli.
Si è posto da quella parte delle barricate che in fondo non dovrebbe apparire così rivoluzionaria, poiché quelle sono le barricate poste a difesa e a favore dell’applicazione di quella norma giuridica che nelle democrazie vere si chiamerebbe: Stato di Diritto.
Ma è stato fermato, è stato arrestato.
Poniamoci la domanda: chi gode ora? chi ne trarrà vantaggio?
A ognuno le dovute conclusioni.
Chiedo però, a questo punto, un intervento da parte del Capo dello Stato (forse chiederò troppo ma sono idealista), affinché intervenga nel sud, per controllare come si stia combattendo la mafia, la corruzione, la malavita organizzata, gli abusi e se ciò avvenga con altrettanta tempestività come in questo caso che vede imputati alcuni No Global meridionali.
Mi piacerebbe sapere quale sia il pensiero vero del nostro Presidente Ciampi sullo stato delle cose nel sud del proprio Paese.
In quell’ Eden di legalità, dove nessuno muore ammazzato, dove chi lavora percepisce stipendi come da contratto, dove non si conosce il lavoro nero ne gli sfruttati, dove non esiste l’usura, dove ogni costruzione è fatta nel rispetto delle norme, dove le fogne defluiscono puntualmente in depuratori super-efficienti, dove ogni abitazione è costruita in un raccordo perfetto e armonico con la natura, dove scuole e ospedali hanno il primato del buon funzionamento, dove si tiene sempre conto dei diritti dei cittadini, dove non si dovrà mai emigrare…
Li, nel Paradiso terrestre del meridione d’Italia, dove tutto tace, si sono spente anche le voci del dissenso.
Forlì 16_XI_02 Luigi Impieri*





*”Emigrato per vocazione, altrimenti non c’è ne sarebbe stato bisogno!!!”.

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