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Il teorema del ROS
by giffo Sunday, Nov. 17, 2002 at 10:56 AM mail:

da repubblica.it

Gli arresti dei No global
e il teorema del Ros
di GIUSEPPE D'AVANZO


ACCADE che il Raggruppamento Operazioni Speciali (Ros) dell'Arma dei Carabinieri si convinca che dietro i disordini di Napoli (7 maggio 2001) e di Genova (21 luglio 2002) non ci sia soltanto il distruttivo, nichilistico furore di casseur europei o il violento spontaneismo delle teste matte (e confuse) di casa nostra, ma addirittura un'associazione sovversiva. Concepita l'ipotesi, gli investigatori dell'Arma intercettano, spiano, osservano, pedinano.

In assenza di contraddittorio, s'acconciano come vogliono cose, frasi, dialoghi, eventi, luoghi edificando una conveniente e coerente cabala induttiva. È il sistema che più piace agli addetti: "lavorare su materia viva, a mano libera". Organizzato il quadro, occorre ora trovare un pubblico ministero che lo prenda sul serio. Alti ufficiali del Ros consegnano il dossier, rilegato in nero, di 980 pagine più 47 di indici e conclusioni ai pubblici ministeri di Genova. Che lo leggono e concludono che "quel lavoro è del tutto inutilizzabile".

Gli investigatori dell'Arma non sono tipi che si scoraggiano. Provano a Torino. Stesso risultato: "Questa roba non serve a niente". Il dossier viene allora presentano ai pubblici ministeri di Napoli. L'esito non è diverso: il dossier, da un punto di vista penale, è aria fritta. Finalmente gli ufficiali del Ros rintracciano a Cosenza il pubblico ministero Domenico Fiordalisi. Fiordalisi si convince delle buone ragioni dell'Arma dei Carabinieri. Ora rendere conto delle buone ragioni del Ros che diventano buone ragioni per il pubblico ministero e il giudice delle indagini preliminari, Nadia Plastina, è imbarazzante per la loro e nostra intelligenza.

Anna Curcio (arrestata ieri) racconta al telefono che è in viaggio per Genova dove lavorerà "... a un progetto di comunicazione con delle radio indipendenti che trasmetteranno in rete sul sito http://www.radiogap.net". "... Gap - scrive il pubblico ministero - Gap, come la formazione eversiva ideata da Giangiacomo Feltrinelli che operava per propagandare in Italia e in Europa, i fondamenti strategici e i principi organizzativi della guerriglia urbana". "Per il pm - annota il giudice delle indagini - il ricorso a tale sigla per denominare la radio operante a Genova durante il G8, non può essere casuale, ma voluto da persone ben informate sui trascorsi eversivi e che accarezzano l'idea di sfruttare la forma 'anomica' del movimento antiglobalizzazione per riattualizzare la lotta armata storicamente fallita" (pag. 128 dell'ordinanza del gip).

Una trama accusatoria di questa natura, orientata com'è da un pensiero ossessivo, finisce per eclissare i fatti e, con i fatti, il buon senso. Francesco Cirillo, uno degli arrestati, conversa con un tale da identificare. Dice: "Dobbiamo essere a Firenze il 6 perché la prima manifestazione è nel pomeriggio a Camp Derbi (fonetico), che è una base americana vicino a Firenze", "Ahhh!", mugugna l'altro che sembra pigro, per nulla voglioso d'andarci. Cirillo insiste: "È a cento chilometri da Firenze... questa base qua e allora il 6 pomeriggio... la prima cosa si fa là..." (p.342). Il gip scrive in nero grassetto l'ultima frase. È evidente a tutti che, quell'espressione, la si può intendere così: il primo appuntamento, la prima manifestazione del Social Forum Europeo è là, a Camp Derby. In un quadro che presume la colpevolezza degli imputati, il gip legge in quella "cosa" l'annuncio di un'aggressione, di una violenza.

Se le "buone ragioni" del pubblico ministero e del giudice delle indagini possono imbarazzare per il segno grottesco, quasi caricaturale, inquietano al contrario i fondamenti giuridici del reato contestato: "la cospirazione politica mediante associazione al fine di turbare l'esercizio del governo; effettuare propaganda sovversiva; sovvertire violentemente l'ordinamento economico costituito nello Stato". La cospirazione politica è un reato che Alfredo Rocco ha elaborato per il codice fascista del 1930 al fine d'anticipare il momento della punibilità di quei reati, che se davvero commessi, avrebbero potuto minacciare la stabilità e gli interessi del regime autoritario. È un reato che permette di liquidare, come ha fatto in un lontano passato, sindacati, partiti, ogni forma di libera associazione.

La natura di quel reato ha un vantaggio che i magistrati di Cosenza non disperdono: può essere contestato senza che un delitto, una violenza, un'aggressione o attentato sia commesso, senza che ne siano dimostrate con qualche decente fonte di prova le responsabilità. Il giudice di Cosenza brandisce il senso autoritario di quella norma come un'arma. Nella cospirazione politica mediante associazione, scrive, è sufficiente che il "pericolo" sia "presunto". Quel reato "non esige né un numero di adepti determinato, né la consistenza di mezzi idonei alla realizzazione dei fini, né concreto pericolo per lo Stato essendo il pericolo presunto... la costituzione dell'associazione".

Per dirla in altro modo, non è necessario nemmeno che quell'associazione sia in grado di commettere qualche reato creando una minaccia all'ordine costituito, è sufficiente che esista. Che in cinque, dieci, cento si conoscano, si scambino opinione e messaggi in rete. Che creino siti web e radio. Che vadano rumorosamente annunciando di voler fermare "la globalizzazione dei mercati e il funzionamento del mercato del lavoro interno".

Ecco la cospirazione politica e l'associazione sovversiva. Ecco "il pericolo": è "nella propaganda d'idee nocive per la conservazione dello Stato". Ecco perché, conclude il giudice, occorre rinunciare a "instaurare un rapporto fiduciario" con questo movimento. Come se potesse essere una toga a decidere di chi avere o non avere fiducia in politica. La manovra è così strampalata che invita - non è un paradosso - a una serenità, appena inquieta.

La machina iustitiae, nonostante norme fluide, tentazioni di potere e interpretazioni legislative, è in grado di correggere (non sempre, ma quasi sempre) gli errori di giudizio e le manipolazioni dei codici e delle regole che essa stessa produce. Noi abbiamo fiducia che accadrà anche in questo caso, e crediamo (e chiediamo) che i 20 reclusi siano rimessi presto in libertà. È un buon segno che il Viminale non abbia eseguito gli arresti prima di Firenze, come auspicato dal giudice.

La fiducia nel meccanismo giudiziario non deve impedirci, tuttavia, d'afferrare la gravità di quanto è accaduto a Cosenza e i pericoli che vi si affacciano. La gravità è in due interrogativi. C'è la struttura d'eccellenza investigativa dei carabinieri che cerca, per mesi, con ostinazione in giro per l'Italia, e nonostante i rifiuti, una procura che dia credito a un lavoro mediocre e opaco. Perché? Ci sono due magistrati che rianimano un paio di reati del codice fascista, per loro ammissione "di difficile, concreta applicazione", al fine di sostenere quell'impianto accusatorio degno della polizia politica degli Anni '30. Perché?

I pericoli sono ancora più evidenti di questi interrogativi. Questa claunesca inchiesta giudiziaria può spingere il "movimento dei movimenti" verso forme di radicalismo violento e sovversivo. Dall'altro lato, in una congiuntura difficile per il Paese e il governo (crisi economica, crollo della Fiat, disoccupazione crescente, disagio meridionale), può farsi largo chi trova conveniente giocare la carta del "tanto peggio, tanto meglio" magari per rafforzare e difendere, in tempi grami, il proprio potere. O, al contrario, perché escludere che si faccia avanti chi crede di poter, sul filo della violenza, dare una spallata definitiva a un governo incapace di affrontare i problemi del Paese e in crisi di fiducia popolare?

Le sortite di un tipo come il deputato padovano di An, Filippo Ascierto, (carabiniere, già presente nella sala operativa di Genova durante i disordini del G8, si augura che "tutte le procure italiana procedano nei confronti dei Disobbedienti") sono il segno di questa irresponsabilità politica. È un'irresponsabilità che si specchia nella sconsideratezza di chi, nel movimento new global, potrebbe voler rinnegare lo "spirito di Firenze". Proprio lo "spirito di Firenze", una magistratura serena, un'opposizione vigile e un governo accorto sono l'arma e i protagonisti essenziali per evitare al Paese tentazioni autoritarie e un'altra stagione di violenze.

(16 novembre 2002)

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UN DISOBBEDIENTE
by MACACO Monday, Nov. 18, 2002 at 4:59 PM mail: macaco_carcara@tiscali.it

..UNA VERGOGNIA PER CHI NON SI ACCORGE COSA STA SUCCEDENDO..SEMBRA ESSERE TORNATI A SETTANT'ANNI FA QUANDO UN "CERTO GOVERNO" FASCISTA USAVA LA REPRESSIONE INGIUSTIFICATA CONTRO QUELLE PERSONE O ORGANIZZAZIONI CHE CERCAVANO DI CONTRASTARE QUEL TOTALITARISMO CONTRO LA LIBERTA' DI PENSIERO CON BLIZ CELATI QUOTIDIANAMENTE.ED ORA SEMBRA RIPRESENTARSI IL PROBLEMA CONTRO QUESTO MOVIMENTO NO-GLOBAL O BLACK-BLOCK,FATE VOI TANTO ORMAI I DUE TERMINI SONO DIVENTATI SINONIMI,CHE FINO A POCO TEMPO FA POCHI CONOSCEVANO ED ORA(GRAZIE AGLI IDEALI PROCLAMATI A GRAN VOCE,MA PASSATI IN SECONDO PIANO)MOLTA GENTE DI NUOVA GENERAZIONE E NON,SI E' RICONOSCIUTA ORMAI STANCA DELLA VALANGA GLOBALE CHE TRAVOLGEVA OGNI COSA,IN PRIMIS I DIRITTI UMANI...E NON A CASO CRESCE SEMPRE PIU'CONTRASTANDO I PROGETTI FUTURI DEI "POTENTI".)
D'ALTRONDE COME DICEVA IL "CARO E BUON" MUSSOLINI:<"PER CREARE UN IMPERO NON SI PUO' PRESTARE ATTENZIONE ALL'OPINIONE DEL MONDO(POPOLO)">...DOPO QUESTA CITAZIONE POCO FELICE VI SALUTO E...HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!!!
....DA UN CAPOERISTA DISUBBIDIENTE DI ROMA........MACACO
..E SE VOGLIAMO TORNARE A SETTANT'ANNI FA...RESISTENZAAAA!!!!

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Suggerimento
by Siero Thursday, Nov. 21, 2002 at 10:09 AM mail:

Consiglierei di mettere in primo piano le controinchieste del movimento, innanzitutto, quindi, il contributo della rete noglobal campana che fa riferimento (criticandolo) all'articolo di G. D'Avanzo.

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teorema personale
by ........ Thursday, Nov. 21, 2002 at 10:29 AM mail:

caruso vs previti
il movente dell'arresto/sequestro dei compagni del sud,potrebbe trovarsi nel caso previti.si tratterebbe quindi di uno "scambio di prigioneri" tra il popolo e il potere.con la cirami i compagni uscirebbero sicuramente ,visto il magistrato in questione,ma allo stesso tempo verrebbe legittimata tale legge,che eviterebbe il carcere a previti

andreotti vs sofri

1 il caso andreotti è il caso sofri sono molto simili,il mandante condannato dalla testimonianza di un pentito, e gli esecutori materiali a spasso.
2 andreotti non è più un politico attivo, bisognerebbe definire il ruolo storico di giulio andreotti,non più il ruolo politico.stando a un capitolo dell'ultimo libro di chomsky ,andreotti e cossiga sarebbero stati il male minore.
http://italy.indymedia.org/news/2002/11/114004_comment.php#114013
3 a parte la testimonianza di buscetta,non esiste uno straccio di prova che lui sia il mandante,(personalmente credo di si ma gli sarà bastata un'insinuazione,una battuta). una condanna del genere potrebbe legittimare un metodo giudiziario mostruoso per imputati non eccellenti che in galera ci finiscono veramente.

i due casi fanno parte della stessa strategia

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Attenti al cortocircuito
by Typo Saturday, Nov. 23, 2002 at 12:09 PM mail:

Ho letto il documento controinchiesta della rete NoGlobal e ascoltato l'intervento di Agnoletto a Cosenza. Facciamo attenzione a non cortocircuitare la protesta attorno ai ROS.
Se c'e' battaglia da fare e' contro i reati d'opinione e contro il codice Rocco. Penso che scagliarsi contro il ROS sia un disegno utile al clan di Previti. I ROS danno e hanno dato un importante e determinante contributo nelle inchieste di Mani Pulite. Non dimentichiamolo.

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