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Dalla grande manifestazione di Roma un NO ai licenziamenti Fiat
by () Friday, Nov. 29, 2002 at 10:25 PM mail:

Grande e combattiva manifestazione a Roma delle tute blu promossa da Fiom, Fim e Uilm.Sotto accusa il governo oltre all'azienda. La delegazione del PMLI diretta da Malesci tutt'uno con gli operai di Termini Imerese NESSUNA ILLUSIONE SULLE TRATTATIVE. CONTESTATI PEZZOTTA E CAPRIOLI

Dal nostro inviato speciale
Scriviamo avendo ancora negli occhi le indimenticabili immagini di piazza Navona a Roma invasa dagli operai e dai lavoratori del gruppo Fiat e dell'indotto per la manifestazione nazionale contro i licenziamenti di massa voluti dal pescecane capitalista Agnelli. Scriviamo cercando di descrivere in questo servizio la forza, la compattezza e la determinazione che solo la classe operaia sa infondere quando scende in battaglia per raggiungere i suoi obiettivi e quando lo fa unendosi da Sud a Nord, in questo caso per gridare un No tassativo e irrevocabile ai licenziamenti, alla cassa integrazione, alla chiusura degli stabilimenti considerati "improduttivi" dalla famiglia Agnelli, da Fresco e Barberis.
Martedì 26 novembre 2002, convocati da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, provenienti da Mirafiori, da Arese, da Cassino, da Pomigliano d'Arco, da Melfi, da Termini Imerese e da molte altre aziende collegate alla Fiat, oltre 20mila operaie e operai, lavoratrici e lavoratori sono giunti nella capitale di buon mattino consci che ormai, più che mai, la mobilitazione che dura da quasi due mesi non può che andare fino in fondo. Non ci sono illusioni sulla "trattativa a oltranza" che il governo Berlusconi ha intavolato con Fiat e sindacati e che ha portato solo a un ridimensionamento, comunque inaccettabile, del drastico piano di ristrutturazione che ricordiamo prevedeva la cacciata di 8.100 lavoratori e la chiusura degli stabilimenti di Termini e di Arese, ovvero la cancellazione dell'industria dell'auto nel nostro Paese.
Il corteo si radunava ufficialmente in piazza Repubblica, ma di fatto la testa già poco dopo le 9 era posizionata su piazzale dei Cinquecento di fianco alla stazione Termini. Dietro ad alcuni gonfaloni dei comuni che hanno scelto di stare coi lavoratori in lotta, la prima rappresentanza era quella della Fiat di Termini Imerese i cui combattivi operaie e operai aprivano la manifestazione, blindata da centinaia di uomini delle "forze dell'ordine" e alla quale è stato accuratamente impedito di percorrere le strade limitrofe ai palazzi del potere borghese e nelle vie con i negozi per i ricchi.
Gli operai di Termini hanno lanciato numerosi slogan in italiano tra cui "La lotta dura non ci paura" e in dialetto "Travagghiu, travagghiu" (lavoro, lavoro) e anche "Sicilia, Sicilia, Sicilia mia, c'è cu mancia e cu talìa. Avi a finiri 'sta camurrìa" (C'è chi mangia e chi sta a guardare. Deve finire questo sopruso).
Nella folta rappresentanza siciliana della Fiat non potevano mancare le protagoniste del Coordinamento donne di Termini Imerese che lanciavano slogan tra cui: "Le donne del Sud sono qui a lottare, per difendere il lavoro e la dignità".
Tanti erano venuti dalla Fiat di Melfi (Potenza), la fabbrica "modello" dello sfruttamento padronale stile Agnelli, da Pomigliano d'Arco, da Cassino e Piedimonte S. Germano (Frosinone), da Arese, da Mirafiori. Tanta la rabbia, tanta la voglia di vincere la battaglia e di mettere sul banco degli imputati oltre all'azienda torinese anche il governo e le sue manovre dilatorie e filopadronali. Ed è per questo che il cartello, i manifestini e gli adesivi del PMLI con l'ormai famoso "Buttiamolo giù!" riferito al neoduce Berlusconi e alla sua nera accozzaglia di governo ha suscitato tanti apprezzamenti e discussioni, come del resto la richiesta di nazionalizzare la Fiat. Specialmente i lavoratori di Termini hanno preso decine di adesivi dicendoci che avrebbero tappezzato la fabbrica e la loro cittadina. Alcuni operai "sputavano" sul Berlusconi/Mussolini, mentre un operaio addirittura ha attaccato prima due adesivi e poi un manifestino sull'asta della bandiera sindacale che portava, piazzandosi all'inizio del corteo.
Assieme agli operai di Termini Imerese ha sfilato per l'intera manifestazione nelle primissime file il PMLI, realizzando una stretta unità di lotta testimoniata dal lancio degli slogan, dal canto di "Bella Ciao", dagli attestati di stima e di gratitudine per la nostra sincera e militante presenza al loro fianco sia in questa occasione, sia nelle continue iniziative di lotta a cui porta il suo sostegno di classe l'Organizzazione palermitana del nostro Partito diretta dalla compagna Giovanna Vitrano. Un operaio ha comprato la spilla del PMLI e se l'è appuntata al centro del cappellino rosso della Fiom.
La delegazione del PMLI, diretta dal compagno Simone Malesci coadiuvato dal compagno Franco Di Matteo, era composta da militanti e simpatizzanti fiorentini, napoletani e riardesi. Assieme alle sventolanti bandiere dei maestri e del PMLI c'erano due grandi cartelli da un lato avevano il "Buttiamolo giù!" e dall'altro la parola d'ordine del Partito sulla battaglia in corso: "Respingiamo il piano di Agnelli. La Fiat va nazionalizzata. No alla cassa integrazione! No ai licenziamenti! No alla chiusura degli stabilimenti di Termini Imerese e di Arese!". Sono stati lanciati gli slogan preparati per questa manifestazione in particolare quelli con la rivendicazione di nazionalizzare la Fiat e quello che chiede uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie per impedire i licenziamenti. Oltre a quelli contro il governo del neoduce Berlusconi.
Un giovane siciliano che suonava la tromba per dare la carica agli operai termitani ha accompagnato i nostri slogan e ne ha lanciati alcuni a sua volta attraverso il megafono del PMLI.
All'altezza dei Fori Imperiali, mentre il segretario DS Fassino e altri parlamentari di "grido" si mettevano in mostra ai lati del corteo, il compagno Malesci ha pronunciato un comizio volante per spiegare il sostegno militante dei marxisti-leninisti italiani ai lavoratori Fiat in lotta. Le sue parole sono state ascoltate attentamente e infine approvate con una rumorata di fischietti.
Radio Vaticana, per il suo notiziario in lingua francese, ha registrato alcuni slogan lanciati dal PMLI e ha intervistato lo stesso dirigente del Partito sulla nostra presenza e sulle prospettive della lotta dopo l'incontro tra governo, padroni e sindacati. Per il PMLI non dovrà esserci un solo cassintegrato e un solo licenziato.
I lavoratori di Termini ci hanno detto che intendono, forse già al ritorno da questa manifestazione, ribloccare lo Stretto di Messina per dare nuovamente massima eco alle loro iniziative.
In piazza Navona, gremita di lavoratori Fiat in sciopero e dalle delegazioni sindacali, partitiche e sociali, tra cui i Disobbedienti, si sono svolti i comizi.
Prima avevano la parola rappresentanti di fabbrica, molto applaudito Roberto Mastrosimone della Fiom di Termini, successivamente è toccato ai dirigenti sindacali nazionali e allora è partita la contestazione per Giorgio Caprioli (segretario nazionale Fim-Cisl) e per il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, fischiatissimi per aver rotto l'unità sindacale, per il loro ruolo di pompieri e perché a luglio firmarono il famigerato accordo separato "Patto per l'Italia", del tradimento e della capitolazione. Da parte dei lavoratori non c'è alcuna illusione sull'esito delle trattative annunciate e anche questa contestazione lo dimostra. Ha concluso la manifestazione il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani.
Anche in piazza Navona gli operai di Termini si sono stretti al PMLI e viceversa, concludendo assieme, da fratelli di classe, la vittoriosa giornata di lotta.
Sono stati diffusi centinaia di volantini del PMLI col documento dell'Ufficio politico sulla vertenza Fiat e con le parole d'ordine per questa manifestazione, nonché copie de Il Bolscevico.
La Delegazione del Partito ha costantemente goduto delle indicazioni e del premuroso incoraggiamento, via telefono, del compagno Giovanni Scuderi. In una lettera di ringraziamenti, il Segretario generale e gli altri dirigenti nazionali del PMLI hanno elogiato i partecipanti a questa manifestazione per "l'importante servizio reso a tutto il PMLI, in particolare ai compagni palermitani e milanesi che si stanno facendo in quattro per solidarizzare con gli operai e i lavoratori degli stabilimenti Fiat di Termini Imerese e di Arese... Vi siete mossi come pesci nell'acqua, nonostante qualche falso dirigente operaio abbia tentato di ostacolarvi e di non consentirvi di stare nelle prime file. Ma gli operai più avanzati e combattivi non l'hanno permesso e vi hanno accolto come foste uno di loro... Non ci scorderemo mai di questo vostro contributo e di questa ulteriore prova di amore verso il PMLI e la classe operaia. In particolare abbiamo nella mente e nel cuore le compagne, soprattutto, e i compagni che hanno dovuto fare un viaggio più lungo e disagiato e che non erano in ottime condizioni fisiche".

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