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Avanza dal Brasile la rivoluzione del software libero
by Wu Ming 1 Sunday, Dec. 01, 2002 at 11:17 PM mail: giap@wumingfoundation.com

Versione integrale dell'articolo pubblicato (leggermente ridotto) su L'Unita' di oggi, lunedi' 2 dicembre 2002. Alcuni passaggi sono un po' didascalici, ho dato per scontato che molti lettori fossero digiuni dell'argomento. Non mi sono nemmeno soffermato sulle differenze tra software libero e open source (che appaiono marcate a noi "del ramo" ma all'esterno non sono molto evidenti).

16 novembre 2002, Porto Alegre, Brasile.
Mi trovo in Praça dos Açorianos, negli ampi uffici della Procergs, agenzia di Elaborazione Dati del Rio Grande Do Sul [d'ora in poi RS], lo stato più a sud (geograficamente) e più a sinistra (politicamente) di tutto il Brasile.
A dire la verità, dopo le ultime elezioni il governo dello stato *gaûcho* non è più "petista" (del Partido dos Trabalhadores). Ma Tarso Genro, candidato governatore ed ex-sindaco di Porto Alegre, ha perso di soli quattro punti battendosi contro una coalizione di undici partiti di centro-destra e contro il potentato multimediale Zero Hora. Inoltre, il PT rimane al governo del Comune e della Provincia di Porto Alegre. Si può dunque dire che, nella terra del celeberrimo "bilancio partecipativo", la sinistra politica resti forte e ben radicata. Quel che è certo è che rimane forte la sinistra sociale: Porto Alegre ha già ospitato due edizioni del Forum Sociale Mondiale e altrettante del Forum Internazionale sul Software Libero.

Appunto. Da tempo il RS - tanto le istituzioni quanto la società civile - investe sulla adozione, diffusione e sviluppo di software non proprietario GNU/Linux. Per questo, approfittando della mia presenza in città, sono venuto in pellegrinaggio alla sede della Procergs.
Per i profani: il software libero è creato, copiato e costantemente migliorato da comunità informali di programmatori e utenti. A differenza di quanto succede con software proprietario come quello di Microsoft, l'utente può vedere e modificare il codice-sorgente (è questo il significato letterale dell'espressione "Open Source").
Il software non proprietario può essere copiato e ridistribuito senza che ciò costituisca un atto di "pirateria", grazie alle particolari licenze *copyleft* (espressione inventata da Richard Stallman, pioniere dell'informatica libera). "Copyleft" è un gioco di parole sovente tradotto come "Permesso d'autore", benché si perda l'allusione scherzosa a un "copyright di sinistra" e a un "copyright invertito". Questa particolare licenza garantisce le libertà fondamentali (di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software) grazie a un unico divieto: quello di porre qualsivoglia restrizione a tali libertà.
Proprio la sua natura essenzialmente *comunitaria* e l'ovvia economicità fanno del software libero un potenziale strumento di inclusione delle classi povere del sud del mondo, finora vissute in un altro tempo, pre-rivoluzione telematica (quando non pre-Rivoluzione Francese).
Nel 1999, l'amministrazione del RS spese l'equivalente di sette milioni di euro per dotare i propri computer di programmi Microsoft. In seguito, si fece strada l'idea che quei soldi si potessero risparmiare grazie all'adozione di software libero, e stanziare per programmi sociali anziché finire nelle tasche di Bill Gates.
Non solo: "Favorendo l'uso di software libero [lo stato del RS] intende investire nella produzione e nella qualificazione di conoscenze locali, partendo da una nuova impostazione che inserisca la questione delle tecnologie nel contesto della costruzione di un mondo di inclusione e uguaglianza di fronte al progresso sociale" (dalla presentazione del Projeto Software Livre dello stato del RS).
Alfabetizzazione informatica, estensione dei diritti di cittadinanza, costruzione di reti sociali nei quartieri poveri, nelle favelas, nelle scuole, nei penitenziari... Con stupore sfoglio le brochures e tendo l'orecchio ai racconti di Mário Luis Teza e Carlos Alberto de Souza, dirigenti della Procergs: c'è il progetto "Via Pública", che prevede l'apertura sul territorio gaucho di centinaia di punti d'accesso gratuito a Internet, in scuole, biblioteche, centri culturali, sedi di ONG; c'è il progetto "Rede Escolar Livre RS, che intende introdurre l'informatica, Internet e il software libero nelle scuole; c'è il progetto "Recomeçar", programma di alfabetizzazione informatica e formazione professionale rivolto ai detenuti in attesa di reinserimento nella società...
Questi progetti si basano anche sull'utilizzo di programmi GNU sviluppati dalla Procergs, come Direto (programma di navigazione e comunicazione) o Sagu (programma per l'amministrazione di istituti scolastici e universitari).
Benvenuti nel "Terzo Mondo".

Flashback. 30 ottobre 2002, San Paolo.
Visita in uno dei quartieri più poveri dell'hinterland paulistano (un`ora di auto dalla prima periferia), la Cidade Tiradentes, dove è attivo uno dei venti telecentros (posti di accesso pubblico a Internet e laboratori informatici per la comunità) fondati dal Comune petista. L'obiettivo è aprirne un centinaio.
Sulle serrande, grandi murales raffigurano pinguini (il simbolo di Linux) e gnu (il simbolo di GNU). All'interno è in corso una lezione di computer graphic: ragazzini seguono le istruzioni di un insegnante e disegnano la bandiera brasiliana. Red Hat/Linux è installato su tutti i computer. Ogni giorno circa centocinquanta adolescenti sottoproletari imparano a usare il computer, a navigare, a disegnare siti. Questa è senz'altro "una cosa di sinistra", tanto quanto perseverare nel piantare alberelli lungo le strade di questa inquinatissima megalopoli.
Due mesi fa Richard Stallman è passato di qui, ha tenuto una conferenza nella sede del Municipio. Posso immaginare con quanto calore lo abbiano accolto, visto che persino io, qui alla Cidade Tiradentes, cammino su petali di rose. Un ragazzo mi intervista: mi dichiaro sinceramente impressionato e mi congratulo con l'amministrazione comunale. Tra qualche giorno, sul sito del telecentro, comparirà l'intervista sotto il titolo: "Um das fundadores da Wu Ming visita o telecentro Cid. Tiradentes".
Prima di congedarmi, fisso l'attenzione su un volantino affisso di fianco all'ingresso. E' scritto da un comitato di abitanti del quartiere: protestano per la mancanza di telefoni pubblici (per via della loro forma, qui li chiamano orelhões, "grandi orecchie"). L'orelhão più vicino è a due chilometri.
Nel telecentro hanno le connessioni a banda larga.
Alberelli piantati in mezzo allo smog.

L'impegno del PT non viene dal nulla e non è un fenomeno isolato. Il 25 e 26 giugno 2001, a L'Avana, si svolse il primo incontro latinoamericano "per la promozione di software aperto nell'istruzione, nella scienza, nella cultura e nelle attività sociali", organizzato dal governo cubano in collaborazione con l'Unesco. All'incontro parteciparono delegazioni da Uruguay, Brasile, Ecuador, Colombia e Cuba. La dichiarazione finale esortava i governi del subcontinente a favorire l'uso di software libero e/o Open Source nelle amministrazioni pubbliche e inserire lo studio del software non proprietario nei programmi scolastici e universitari. Il documento si auspicava anche "l'inclusione del software libero nelle politiche tese a superare l'esclusione sociale e a conseguire pari opportunità di accesso ai programmi tecnologici e all'informazione". Infine, proponeva alla comunità internazionale di celebrare una giornata mondiale del software libero il 5 ottobre di ogni anno.

Torniamo a Porto Alegre: grazie all'impegno della sua sinistra politica e sociale, e alle edizioni 2001 e 2002 del Forum Internazionale del Software Libero, questa città è oggi uno degli epicentri della rivoluzione contro lo strapotere delle multinazionali.
Può darsi che il nuovo governatore di centrodestra Germano Rigotto sia più sensibile ai richiami di certe sirene, e cerchi di fare qualche passo indietro, verso la ri-adozione di software Microsoft. Ma potrebbe essere troppo tardi. Non solo l'esempio del RS ha contagiato altre amministrazioni statali e municipali, ma l'elezione di Lula alla presidenza minaccia di far perdere al colosso di Redmond tutta la clientela pubblica del più importante mercato informatico dell'America Latina.
L'estate scorsa Bill Gates in persona dovette fare pressione sul presidente peruviano Alejandro Toledo perché bloccasse una legge a favore del software libero già passata in parlamento. In Brasile potrebbe succedere ben di più e ben di peggio. Il nuovo governo di centro-sinistra non si è ancora insediato (lo farà l'1 gennaio), e già il Serpro (Serviço Federal de Processamento de Dados) ha annunciato un accordo di cooperazione tecnica con la Procergs per il passaggio dei sistemi federali al software libero.
Il 24 ottobre scorso, senza nemmeno aspettare il ballottaggio e dando per scontata la vittoria di Lula, Bill Gates ha chiesto di poterlo incontrare; ne ha dato notizia il sito ufficiale del PT: http://200.155.6.3/site/noticias/noticias_int.asp?cod=6408 Gates ha anche donato a Lula una copia autografata del suo libro *Business @ The Speed Of Thought*. Tuttavia, stavolta non dovrebbe essere così semplice: Lula non è Toledo, il Brasile non è il disastrato Perù, il software libero è ormai un movimento sociale che non può essere sottovalutato.

28 ottobre 2002, San Paolo.
Alla XXVIa Mostra Do Cinema di San Paolo proiettano il documentario "Revolution OS" di J.T.S. Moore. "Revolution OS" è un montaggio di diverse interviste a pionieri e sviluppatori di software libero e software Open Source (non sono esattamente la stessa cosa ma non è questa la sede per spiegare le differenze), e racconta la sfida al software proprietario come una grande avventura epica, con tanto di enfatica colonna sonora orchestrale. La sala è strapiena, e alla fine, quando sullo schermo il gruppo-burla chiamato The GNU-Stallmans esegue "The Free Software Song", diverse persone la cantano in coro: "Join us now and share the software / You'll be free, hackers, you'll be free!".
"Gli avidi possono accumulare denaro / questo è vero, hackers, questo è vero / Ma non sono di aiuto al loro prossimo / e questo è male, hackers, questo è male. / Quando avremo abbastanza software libero / a disposizione, hackers, a disposizione / ci sbarazzeremo di quelle sporche licenze / sempre di più, hackers, sempre di più. / Unitevi a noi e condividete il software / Sarete liberi, hackers, sarete liberi!"

Links

Informazioni sul Software Libero in Italiano:

http://www.fsf.org/philosophy/free-sw.it.html

Procergs
http://www.procergs.com.br <http://www.procergs.com.br/

Projeto Software Livre Rio Grande do Sul:
http://www.softwarelivre.rs.gov.br/

Projeto Via Publica
http://www.via-rs.net

Rede Escolar Livre RS:
http://www.redeescolarlivre.rs.gov.br

Telecentros São Paulo:
http://www.telecentros.sp.gov.br

Video streaming dei primi 8 minuti di "Revolution OS" http://www.ifilm.com/ifilm/product/film_multimedia/0,4470,2419320,00.html

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Revolution OS
by Milovan Sunday, Dec. 01, 2002 at 11:18 PM mail:

Revolution OS...
finalrevosforwebcopy.jpg, image/jpeg, 378x564

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!!!
by Wu Ming 1 Sunday, Dec. 01, 2002 at 11:22 PM mail:

Cazzo! Più veloce della luce!

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però.......
by versus Monday, Dec. 02, 2002 at 12:57 AM mail:

"Tuttavia, stavolta non dovrebbe essere così semplice: Lula non è Toledo, il Brasile non è il disastrato Perù, il software libero è ormai un movimento sociale che non può essere sottovalutato. "???

Il brasile tecnicamente è già in default come lo è l'argentina,ora occorre vedere se lula cederà alle pressioni del fondo o se vi si opporrà.
Se il brasile cederà in qualche modo alle richieste del fmi nel giro di poco tempo è destinato a fare la fine dell'argentina ,se non lo fà salta il fondo assieme alle più importanti banche d'affari americane .

Mi pare che il software libero se pure importante ,non sia tra le prime preoccupazioni del presidente brasiliano ,che oggi in primo luogo è impegnato a non far fare al brasile la fine dell'argentina.

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IBM, Oracle, HP, ecc.
by alysh Monday, Dec. 02, 2002 at 3:36 AM mail: alysh6000@yahoo.it

Sono un tecnico, condivido pienamente quello che scrivi e ti ringrazio per averlo portato alla nostra attenzione.
Non sembri riduttivo (per chi non è del mestiere) il messaggio di questo movimento.
Negli ultimi 3 anni, ha cambiato le srategie dei grandi vendors IBM, Oracle, HP, ecc. che purtroppo stanno anche cavalcando l'onda utilizzando le piattaforme Open Source nelle loro soluzioni proprietarie e costosissime e soprattutto ergendosi a finti paladini del movimento.

Fa pensare anche la strategia del nostro governo in merito, soprattutto, a come viene impostata nei famoso piano "e-government" ora in attuazione.

Dobbiamo stare attenti alle strumentalizzazioni.

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boh
by franz Monday, Dec. 02, 2002 at 4:08 PM mail:

i poveri del brasile potranno mangiare i computer con software libero ?

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per Franz
by truth Monday, Dec. 02, 2002 at 7:45 PM mail:

Sei proprio un coglione. I poveri fanno la fame anche perche' qualcuno li tiene nell'ignoranza e nell'esclusione. La lotta contro l'esclusione e' anche la lotta contro la poverta'.

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to be continued
by fra Monday, Dec. 30, 2002 at 10:43 PM mail:

Visitando i siti che consigli ho visto che nel frattempo sono successe un sacco di altre cose, che nel Rio Grande SDo Sul e' passata la legge a tutela del software libero ecc. Puoi scrivere un seguito del tuo reportage? Anche a gennaio, col forum sociale, sicuramente si fara' un'altra tappa importante...

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cazzo c'entra il softwar
by tro Monday, Dec. 30, 2002 at 11:06 PM mail:

ha ragione Franz, che cazzo c'entra il softwar quando non hai neanche le scarpe?

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copyright e maremoto
by fra Monday, Dec. 30, 2002 at 11:10 PM mail:

Varrebbe la pena confrontarsi su quello che c'e' scritto qui, "Copyright e maremoto":

http://italy.indymedia.org/news/2002/11/103619.php

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Firenze, nel nostro piccolo...
by truth Monday, Dec. 30, 2002 at 11:34 PM mail:

Da Punto Informatico, <http://punto-informatico.it/p.asp?i=42586>


A Firenze software libero per l'e-government
Il Consiglio dà il suo ok ad un ordine del giorno con il quale si spinge sulle tecnologie aperte nella costruzione di un nuovo importante portale di servizio per i cittadini

20/12/02 - News - Firenze - Un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Firenze e presentato dal capogruppo dei verdi, Alessio Papini, farà sì che - per la realizzazione di un nuovo portalone di servizio per i cittadini - le tecnologie che verranno utilizzate saranno in primis software libero.

L'ordine del giorno afferma infatti la necessità di "dare priorità al software libero per la realizzazione delle infrastrutture informatiche del progetto "People" sull'e-government".

People è un portalone che viene pensato come "snodo" per una quantità di servizi che verranno offerti ai cittadini e alle imprese di Firenze. Un "contenitore telematico" che dovrà consentire di ricorrere ad internet per tutto quello che va dal cambio di residenza all'iscrizione alla scuola dell'obbligo, ai certificati anagrafici, all'assistenza domiciliare fino ad arrivare, per le aziende, a concessioni urbanistiche e altro ancora.

"L'uso dei software proprietari - ovvero senza codice sorgente - ha spiegato lo stesso Papini, già promotore in altre occasioni del software libero - nell'ambito della pubblica amministrazione e per l'e-governement pone gravissimi dubbi sulla sicurezza dei dati sensibili gestiti dagli enti pubblici. L'uso di software libero per l'e-governement è una priorità per garantire la sicurezza dei dati e per il potenziamento delle case produttrici di software italiane".

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tro...
by . Tuesday, Dec. 31, 2002 at 12:46 AM mail:

...sei uno gnorante. si scrive "softueir".

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perche?
by pippo Tuesday, Feb. 25, 2003 at 8:35 AM mail:

bella domanda. vediamo se ho qualche idea non del tutto confusa sull'argomento.
il brasile e' nella merda economicamente e c'e' un bel po' di gente che non sarebbe del tutto dispiaciuta di un pasto (almeno) al giorno. Perche' perdere tempo col software libero?
intanto perche' le multinazionali sono dei succhiasangue che si mangiano le risorse dei paesi del sud del mondo (lapalissianamente detto) e quindi se sei a corto di risorse, magari trovare un modo per spostarne un po' dalle tasche delle multi a quelle del popolo (qualunque sia il modo) non è una cattiva idea. Tradotto in soldoni, le risosrse (leggi soldi) che non finiscono più nelle capienti saccocce del sempiterno (speriamo di no) billaccio col suo winzozz possono essere reinvestite, in minima parte per adottare sistemi open source o software libero, e in buona parte per programmi di lotta alla poverta'.
So che sono stato superficiale e lapalissino in vari passaggi, ma evidentemente il nostro senzanome non era stato abbastanza didascalico da farsi capire anche da chi non vedrebbe un elefante imbizzarrito alla distanza di 40 cm.

ciao
G

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