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Jujui
by IMC Italy Saturday, Dec. 07, 2002 at 5:37 PM mail:

.

Nella giornata del 20 di settembre, che in tutto il Paese ha visto mobilitazioni massive per ribadire il "que se vajan todos", la citta' di Jujui ha vissuto una repressione poliziale violentissima. La manifestazione partecipatissima convocata dalla CCC e dalla CTA e'stata oggetto di provocazioni para-poliziali ed e' stata poi caricata e repressa duramente dalla Polizia, con il risultato di piu'di 100 arresti. La Polizia di Jujui e' sotto il comando di un ex-repressore,l'ex-colonnello Salvatore, il quale,allo scattare degli scontri per un presunto assalto dei manifestanti ad una camionetta della polizia, non ha esitato ad utilizzare come armi contro i manifestanti gas lacrimogeni,(anche contro i bambini che sempre sono numerosi in questo tipo di marcia e dei quali molti hanno subito gravi lesioni alla mucosa). Hanno sparato proiettili di gomma colpendo e ferendo moltissima gente. Ma non solo la "solita" repressione di piazza e' scattata a Jujui. Il 20 settembre questa citta' ha visto schierate tutte le forze di polizia, come sempre qui in Argentina, compresa la cavalleria, per realizzare una vera e propria "caccia all'uomo" che e' continuata anche nei singoli quartieri, e con attenzione a particolari domicili soprattutto. Le provocazioni della Polizia non si sono fermate qui, nel loro cammino libero per la citta', per i quartieri, hanno lasciato dietro di loro una scia di vetrine, casualmente non Banche o Agenzie, ma negozi, kioschi... La stampa ufficiale si e' immediatamente nutrita di tutto questo,presentando la situazione con le solite categorie dei manifestanti cattivi e della Polizia che difende. Piu' di 109 persone sono state arrestate,di cui 30 sono minori ai quali vanno aggiunti i mandati di arresto a piede libero emessi, pare, contro altri 20 militanti. A loro carico le accuse di furto in banda, danni aggravati,istigazione a delinquere, aggressione a pubblico ufficiale e lesioni. Ed e' per l'assegnazione di questi capi di accusa che il giudice ha il potere di tenerli agli arresti. Per i primi giorni, non furono rese ufficiali le identita' degli arrestati, ed e' per questo che alcuni hanno parlato di desaparecidos... Alcuni nomi di persone che erano sparite, rifugiate in luoghi sicuri mentre altri erano "sfuggiti" alle liste dei detenuti. Ancora una volta una tattica della repressione,una tattica vecchia, quella paura. Di mettere in chiaro, come negli anni 70, con le stesse metodologie, che bisogna stare attenti,che e' meglio non fare, non parlare, non lottare. "Crediamo che i fatti avvenuti venerdi' a Jujui segnino una chiara escalation repressiva brutale,che segue la linea dei fatti e degli omicidi del Ponte di Avellaneda e dell'attentato della settimana passata a Estela Carlotto" ha dichiarato il titolare della CCC Amancay Ardura. Alla CCC appartengono infatti la maggior parte dei detenuti per gli scontri di SanSalvador il 20. Le manifestazioni di solidarieta',pero',di fronte a questa chiara campagna terroristica si sono levate da tutto il paese,soprattutto nella citta' stessa di Jujui, dimostrando che le parti in gioco sono chiare,e che la violenza e'sempre una sola. Anche a Buenos Aires, il 25 settembre si e' svolta una manifestazione, convocata da deputati e dirigenti sindacali, che ha sostato davanti al Congresso per chiedere la liberazione dei presi politici di Jujui. C'erano piu' di 10.000 persone. Alle massicce mobilitazioni nazionali e all'appoggio del popolo di Jujui e del resto del paese, si e' sommata la mancanza di prove per le accuse mosse ai militanti. Il 5 Ottobre la Giustizia ha liberato i circa 110 compagn* della CCC. E' una vittoria in piu'contro il Potere che cerca di criminalizzare la protesta sociale in Argentina.

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