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Il 10 ottobre, in mattinata, la militante universitaria Susana Avalos e' stata vittima di una rappresaglia da paarte di "ignoti".
Non e' la prima volta. Susana riceve minacce dal 17 di Luglio e il 21 di Agosto ha ricevuto una specie di tortura "a domicilio", nella sua abitazione di Rosario, come lei
stessa descrive quell'episodio, e poi ancora minacce, 15 giorni fa' l'ultima, ed ora questa brutale aggressione.
Questa volta, pero', lo scenario e' la Facolta' di Diritto dell'UNR (Rosario), dove S. sta studiando.
Uno squadrone composto da donne e uomini(una donna e' stata riconosciuta dalla ragazza come la stessa donna che la
torturo' pochi mesi fa') ha trascinato nel bagno della facolta' la ragazza, minacciandola con coltelli e bisturi, mentre un altro gruppo faceva da palo alla porta per evitare che si notassero le sue grida. Una tortura in uno
spazio pubblico, un segnale chiaro di impunita' e potere.
E' stata picchiata selvaggiamente.
La facolta' di diritto, scenario della rappresaglia, e' stata occupata dagli studenti il giorno dopo, in risposta a questo attacco intimidatorio, e il Centro de Estudiantes ha indetto un blocco didattico totale dalle 6 del
pomeriggio.
La citta' di Rosario ha dimostrato la sua solidarieta' con una marcia in cui piu' di 800 persone si sono unite nel denunciare apertamente l'innalzamento del livello di repressione.
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