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Repressione della marcia col MOCASE
by Margherita Saturday, Dec. 07, 2002 at 9:48 PM mail:

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Il corte de ruta del 12 di ottobre che vedeva concludere tre giornate di dibattito tra la Coordinatora Annibal Veron (movimento di disoccupati) e il movimento campesino del Mochase, ha dimostrato ancora una volta la volonta' di reprimere con la violenza tutti quei movimenti autorganizzazati, che per la radicalita' delle loro richieste e delle azioni sono assolutamente non controllabili. Tremila persone sono partite dall'accampamento posto fuori dalla Capital Federal, la base dell'incontro tra le due organizzazioni, verso il Ponte Puerrydon da dove sarebberoo dovuti arrivare in plaza de mayo e unirsi alle madri. E' stata cortata la ruta di fronte alla stazione di Avellaneda, e da li' e' iniziato il cammino verso il centro di Buoenos Aires. Il ponte e' stato interotto da due lati, mentre il Mochase ha fatto dono di una placca in memoria di Dario e Maxi. Dalla parte dove doveva iniziare il percorso gia' si erano scherati i cordoni della polizia, con tanto di palo e fucile in prima fila, a seguire i cani, e gli altri coordoni della prefettura: non avrebbero fatto passare il corteo, se ci fossero state persone con bastoni o con la faccia coperta, ne' senza perquisire tutte le tremila persone del corteo. Chiaramente una provocazione, che i compagni non hanno accolto, ritenendo molto piu' importante arrivare in Plaza de Mayo. Siamo tornati indietro fino alla stazione, dove abbiamo preso un treno fino a Costiucion, per entrare in citta' e continuare la manifestazione, con l'elicottero della Federal sempre sopra la testa. Alla stazione lo scenario sembrava quasi surreale. Avevano bloccato i binari del treno, creando il panico tra tutte le persone presenti (ora di punta), sempre con l'assurda richiesta di perquisire tremila persone. Cosi' e' stato: uno a uno, svuotando le borse, i piqueteros sono dovuti passare per i coordoni della polizia. Durante il corteo lunghissimo che ci divideva da plaza de Mayo, sono state infinite le provocazioni ulteriori fatte dentro il corteo, cercando fino alla fine lo scontro, utilizzando la stessa tattica del 26 di giugno.

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