PISTA N°1 http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/dollaro.htm
IL SIMBOLISMO ESOTERICO DEL DOLLARO Avete mai fatto caso a quel singolare disegno che figura sul dorso dei biglietti americani da un dollaro? E’ denominato "The Great Seals" e si compone da una Piramide tronca sul cui vertice figura un triangolo con dentro un occhio. Tutt’intorno è scritto "Annuit Coeptis" e "Novus Ordo Seclorum". 72 mattoni formano la Piramide, disposti su 13 livelli. E’ il simbolo degli Illuminati e fu "stampato sul dollaro per ordine del Presidente Roosevelt massone del 32esimo grado". Così scrive Barry R. Smith a pag. 83, nel suo libro Warning (Wright and Carman LTD, Nuova Zelanda). La scritta "The Great Seal" (Il Grande Suggello) non sta certo ad indicare che si tratti del simbolo dell’America che, come sappiamo, è rappresentato dall’aquila. Qual è allora il significato occulto di questo simbolo che è presente finanche nella Sala della Meditazione del Palazzo dell’O.N.U. a New York?
La valenza di questo simbolo è satanica. Infatti, "il simbolismo dell’occhio è connesso al demonio attraverso la sua affinità con la lettera ebraica Ayin, il numero 70 che, come 7 x 0, rappresenta l’aspetto più materiale del numero sette (Sevekh, Venere)", spiega Kenneth Grant che di diavoli se ne intende.
L' "Ordine degli Illuminati" (Illuminaten Orden) fu fondato dal principe Jean Adam Weishaupt (1748-1830) l'1 maggio del 1776 all'età di 28 anni. Il simbolo dell'Ordine fu costituito da un "punto tracciato in un Cerchio" (rappresentante il simbolo del Sole e del dio Horus). Weishaupt, incredibile a dirsi, fu educato dai Gesuiti e, all'età di 20 anni, fu nominato professore di Diritto Canonico a Ingolstadt, città in cui era nato. In quegli anni l'Ordine dei Gesuiti si trovava sotto l'effetto di una bolla papale di scioglimento che verrà revocata molto più tardi.
Weishaupt organizza una potente società segreta, col fine occulto di distruggere un mondo fondato sulle ingiustizie sociali, per poi riorganizzarlo. La regola principale di Weishaupt era che "Ogni uomo capace di trovare in sé stesso la Luce Interiore... diventa eguale a Gesù, ossia Uomo-Re...". L'insegnamento segreto che veniva impartito agli adepti asseriva che: "...tutte le religioni si fondano sull'impostura e le chimere, che tutte finiscono per rendere l'uomo debole, strisciante e superstizioso, che tutto, nel mondo, è materia e che Dio e il mondo non sono che un'unica cosa".
Weishaupt ancora spiegava che "per raggiungere la società ideale si deve passare, per parecchie generazioni, attraverso l'esperienza della società autoritaria". Sui suoi appunti verranno trovate frasi come questa: "Dobbiamo distruggere tutto, senza riguardo per alcuno, pensando solamente questo: il più possibile e il più presto possibile".
Cadet-Gassicourt nel suo libro "Le Tombeau de Jacques de Molay" (1797) trascrive il terribile giuramento degli Illuminati che, tra l’altro, recitava l’impegno di: "... sterminare tutti i re e la razza dei Capeti; di distruggere la potenza del papa; di predicare la libertà dei popoli... di fondare una repubblica Universale...". Haugwitz e Wollerner denunceranno il "vasto complotto degli Illuminati contro le Monarchie e contro le Chiese".
Gli Illuminati sarebbero pericolosamente attivi ancora oggi, almeno così assicurano molti studiosi. Ted Gunderson, l’ex funzionario dell'FBI di Los Angeles, nella trasmissione televisiva "Arcana", del giornalista Giorgio Medail, andata in onda su Canale 5, affermò che gli Illuminati: "Sono presenti a livello internazionale, in tutto il mondo, ma sono presenti soprattutto qui negli Stati Uniti. Qui da noi c'è una rete satanica in tutto il paese...".
Nella stessa trasmissione, Doc Marquis, ex sacerdote di Satana, nel corso dell'intervista rispose che: "... gli Illuminati sono la più potente organizzazione sotterranea che sia mai esistita... Il capo del movimento, a livello mondiale, si trova in Scozia...". Marquis, che vive nascosto perché teme di essere ucciso per le sue terribili rivelazioni, disse, tra l'altro, che: "I gruppi satanici ricevono ordini dagli Illuminati...".
E, nel più assoluto segreto, quest'Ordine, il cui catechismo raccomanda: "La nostra forza sta nel segreto...", sarebbe arrivato fino ai nostri giorni, perfettamente organizzato e pericoloso per il mondo. Hutin osserverà che: "Questa ipotesi di una gigantesca congiura, ordita a livello europeo, doveva farsi strada. E, come abbiamo visto, pare non si tratti di un mito, ma piuttosto di una realtà".
Nel XVIII secolo Jean Adam Weishaupt rivelava: "che gli Illuminati erano più una Corrente che un Ordine ed avrebbero potuto agire più efficacemente sotto altra veste -sotto altri nomi ed altre occupazioni-. ...gradualmente, assunsero il controllo di tutti gli Ordini più importanti, sino a creare una rete illuminizzata di società segrete".
I simboli di questo pericoloso Ordine sono impressi nella banconota del dollaro USA. L'Ordine degli Illuminati comprende 13 gradi suddivisi in due categorie: l'Edificio Inferiore e l'Edificio Superiore. L'Edifico Inferiore comprendeva i gradi di Novizio, Minervale, Illuminato Minore, Illuminato Maggiore.
Scrive Hutin in "Governi occulti e società segrete" che: L'Edificio Superiore comprendeva: "i gradi di Apprendista, Compagno, Maestro, Scudiero Scozzese, Epopte, Principe, Filosofo-Mago, ed infine il grado supremo di Uomo-Re". Tutti questi simbolismi ed altri ancora, dell'Ordo Illuminatorum, sono chiaramente presenti nella banconota americana da un dollaro.
Le tredici iniziazioni sono così simbolizzate:
- Nel bagliore, a forma di cerchio, sopra l'Aquila vi sono 13 stelle;
- Le strisce sullo scudo sono 13.
- Nell'artiglio destro dell'Aquila è stretto un ramo d'olivo con13 rami e 13 olive.
- Con l'artiglio sinistro l'Aquila tiene 13 frecce.
- La scritta "E Pluribus Unum" è formata da 13 lettere.
- La piramide è costituita da 13 strati di pietre.
- L'altra scritta "Annuit Coeptis" contiene pure 13 lettere.
L'occhio (dentro la piramide) è la rappresentazione figurata, Spiega K. Grant, del "Punto dentro il Cerchio, simbolo degli Illuminati, è .... il gerogramma del Sole e del dio Horus (figlio di Iside e Osiride, ndA)", che ritroviamo connesso all'antico culto sumero degli Yezidi che, nella Mesopotamia meridionale, adoravano il diavolo. É un simbolo satanico.
La scritta "The Great Seal" (Il Grande Suggello) sotto il cerchio che, racchiude la piramide, non è comprensibile, in quanto il simbolo dell'America è l'Aquila, ma diventa subito chiaro se si considera che la piramide è, anche, un simbolo degli Illuminati. La scritta "Annuit Coeptis", sopra la piramide, significa che "La divinità ha acconsentito", come dire che è d'accordo sui disegni dell'Ordine degli Illuminati.
Come non pensare allo scrittore di successo di science fiction, Philip Josè Farmer, autore del libro "Inside-Outside"? Egli scrisse che "... potenze super-umane dirigono, dalla sommità della piramide dei governanti visibili ed invisibili, l'evoluzione dei sistemi stellari e planetari e di tutti gli esseri che in essi vivono, uomini compresi".
L'aquila è un altro simbolo di Horus, rappresentato, frequentemente, nei geroglifici egiziani con la testa di falco, della famiglia dei rapaci e di conseguenza appartenente alla famiglia dell'aquila. La scritta "E pluribus Unum" (Da molti, uno), impressa sul nastro che l'aquila stringe col becco significa che il verbo degli Illuminati sarà diffuso a tutte le nazioni per costituire un governo mondiale.
Sotto la piramide l'iscrizione "Novus ordum seclorum" significa, infatti, "Nuovo ordine mondiale". La data MDCCLXXVI (1776), inscritta alla base della piramide, è l'anno in cui Jean Adam Weishaupt fondò l'Ordine degli Illuminati. Del perché la banconota americana sia così pregna di simbolismi esoterici è presto detto: l'uso del potere finanziario per la realizzazione del grande complotto è uno dei metodi utilizzati dagli Illuminati.
Anche sull’emblema del Senato U.S.A., scrive Epiphanius nel suo libro "Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia" si può ben osservare che "…la simboligia massonica è evidente: dal berretto frigio dei seguaci del culto di Mithra, adottato dai rivoluzionari francesi, ai 13 pentalfa dello scudo, ai fasci littori, simbolo etrusco" il cui significato esoterico è molto complesso.
Caroll Quigley, professore all'università di Georgetown nel volume "Tragedy and Hope" rivela il programma di una potente lobby segreta consistente, tra l'altro, nel "Creare un sistema internazionale finanziario di controllo per dominare il sistema politico di ogni paese e l'economia del mondo nel suo insieme".
"La proposta di stampare il suggello degli Illuminati sul dollaro americano" scrive Barry R. Smith nel suo libro "Warning" a pag. 83 "fu fatta dai presidenti Benjamin Franklin, John Adams e Thomas Jefferson. Quest'ultimo era un Illuminato. Ma il suggello fu stampato sul dollaro nell'anno 1933 per ordine del Presidente Roosvelt".
Per meglio capire è necessario, a questo punto, dire due parole sul "Council for Foreign Relations". Esso è un organismo che ha lo scopo, tra gli altri, di unire il Giappone, il Canada, gli Stati Uniti e i Paesi del Mercato Comune Europeo in un solo governo. É finanziato da gruppi della Secret Fraternity bancaria internazionale.
Il C.F.R. ha come obiettivo primario di arrivare a controllare, tramite la finanza, l'economia e la politica di tutti i paesi del mondo. Leggete a tal proposito, quanto Paul Scott, cronista del Washington Post, scriveva di un noto personaggio politico membro del C.F.R.: "Kissinger crede che controllando gli alimenti si può controllare il popolo e controllando l'energia, il petrolio, si possono controllare le nazioni e i loro sistemi finanziari. É convinto che mettendo il cibo e il petrolio sotto un controllo internazionale e istituendo un nuovo ordine monetario internazionale è possibile che un governo mondiale, almeno agli inizi sotto l'egida delle Nazioni Unite, diventi una realtà....".
Fantapolitica? Niente affatto. Nel 1951 Carl Schmitt, il grande filosofo del diritto tedesco e allievo di Max Weber, "Si riferisce appunto a questa meta politica. Schmitt parla dell'ONU, germe dell'utopia di un governo mondiale, su cui si concentrano le speranze di pace degli uomini. Ma Schmitt.... non può non vedere nell'utopia della 'Unità del Mondo' sotto un unico governo il Regno dell'Anticristo prossimo venturo". Così scrive Maurizio Blondet nel suo libro "Gli <<Adelphi>> della dissoluzione".
Rivoluzioni preparate come per il passato. E continua Blondet: "É già accaduto: ogni Rivoluzione - la francese, la bolscevica, quella rivoluzione dei costumi che fu il '68 - sono state a lungo preparate...". Sembrerà strano ma questi stravolgimenti si attuano, anche, con manovre destabilizzanti non solo politiche ma con un certa "cultura" propagata con libri, musica e strane ideologie, serve a creare nuovi paradigmi di pensiero, sentimenti collettivi e miti; in fondo, ciò che oggi chiamiamo evento culturale, in magia, era conosciuto come "l’evocazione delle potenze dell'aria".
E scrive bene Giulio Setti sul n. 15 della rivista "Oltre" (Agosto 1997), quando asserisce che scopo finale del "Governo occulto", "che avrebbe avuto tra le sue fila, personaggi di spicco come Margareth Thatcher, George Bush, Ronald Reagan e quasi tutti i direttori della Cia, sarebbe provocare una crisi economina su tutto il pianeta… e sostituire tutti i governi con un Nuovo Ordine Mondiale, retto da una Sinarchia, cioè da un governo unico composto da banchieri ed economisti".
Maurizio Blondet ci informa, a tal riguardo, quanto David Rockefeller ebbe a dire quando "credendo di parlare a orecchie fidate, nel ‘91... ha ammesso: 1) che una cospirazione esiste <<da quaranta anni>>; 2) che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto <<un governo mondiale>> e <<la sovranità nazionale>> dei banchieri; 3) che il nemico dei cospiratori è <<l’autodeterminazione nazionale>>". Eresie del Nuovo Ordine Mondiale e strategie occulte della secret fraternity bancaria internazionale.
Si percepisce, a questo punto, con una certa chiarezza un disegno luciferino che vuole realizzare sulla Terra l’ "adveniat regnum viri" (la venuta del regno dell’uomo) al posto dell’ "adveniat regnum tuum" di Dio nel Pater Noster. Pochi hanno fatto caso che nella Repubblica di San Marino, da alcuni anni, girano monete da 500 lire con al centro raffigurato un tronco d’albero spezzato (forse a significare la fine del cristianesimo?) dal quale si erge un nuovo virgulto (il simbolo della nuova era che si ergerà dalle ceneri dell’era cristiana?). Fatto sta che tutt’intorno alla moneta metallica da 500 lire campeggia la scritta "Venga il regno dell’uomo".
Nell’aula del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York, troneggia una strana opera pittorica costituita da grandi tavole. In una di queste si può osservare una piccola colomba bianca inseguita da tre corvi minacciosi e in fondo la firma del pittore e una scritta molto piccola che dice: "L’uomo trionferà su Dio" (v. "Sous la bannière" n. 55, settembre – ottobre 1994, Villegenon, Francia).
Note bibliografiche -Barruel A., Mémoires pour servir à l’historie du Jacobinisme, Chiré-en-Montreuil 1974.
-Blondet M., Gli <<Adelphi>> della dissoluzione, Milano 1994.
-Blondet M., Complotti I. I fili invisibili del mondo. Stati Uniti, Gran Bretagna, Milano 1995.
-Blondet M., Complotti II. I fili invisibili del mondo. Europa, Russia, Milano 1996.
-Cosco G., Il ritorno di Satana. Il culto del diavolo dalla politica alla letteratura, dal cinema alla musica rock, Udine 1995.
-Cosco G., Politica magia e satanismo, Udine 1997.
-Cosco G., Il serpente e l’arcobaleno. La storia occulta del New Age. Udine 1998.
-Grant K., Il risveglio della magia, Roma 1973.
-Hutin S., Governi occulti e società segrete, Roma 1973.
-Lepper J. H., Les Sociétés Secrètes. De L’Antiquité a nos jours, Paris 1936.
-Vannoni G., Le società segrete dal Seicento al Novecento, Firenze 1985. ------------------------------------------------------------PISTA N°2 http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/dimensione.htm
DIMENSIONE MAGICA E AUTOIDOLATRIA OGGETTIVANTE Il codice di Hammurabi, all'inizio del secondo millennio, nella Mesopotamia, comminava grosse pene a coloro che praticavano la stregoneria. Nell'Antico Testamento il Levitico (cap. XXII, v. 18) condannava a morte gli stregoni. La magia, invece, si può affermare che considera e fa proprie le stesse domande della religione senza perdersi in inutili speculazioni vertenti sulla esistenza e natura di Dio. Essa afferma il dogma della divinità e offre una serie di modi per giungere a Dio.
Di conseguenza <<...le pratiche magiche possono trovarsi negli uomini della Bibbia a servizio dell'annuncio sull'opera e sulla parola di Dio>> (N. Schiffers, Magia, su "Dizionario teologico", Cittadella editrice, Roma 1974). La Bibbia non è contraria all'uso della conoscenza magica, ma ad una condizione, non si deve scivolare nella stregoneria. La stregoneria consiste per la Bibbia in quel complesso di azioni che <<dimostrano negli uomini e nelle donne un sentimento di indipendenza dalla sovranità di Dio... Gli stregoni pretendono di agire per virtù propria, dunque irresponsabilmente. Questa mentalità viene condannata...>> (Ibidem).
Ed è questa concezione che, malauguratamente, è la mentalità informatrice del revival di pratiche satanico-luciferine che dilaga oggi nel mondo occidentale, che vive una nuova forma di mitologismo. Tale interesse, nel mondo moderno, non nasce da un niente, ma affonda le sue radici in una particolare concezione filosofica del mondo e dell'individuo.
Vi è, nel complesso delle idee di intuizione del mondo, quella corrente di pensiero nota come idealismo tedesco, fondata da Fichte e Scelling e intesa come trascendentale o soggettiva o assoluta. E' trascendentale in quanto vi è collegamento col principio della conoscenza di Kant: <<Io penso>>. E' assoluta perché si contrappone alla riduzione della realtà ad un unico principio <<la Sostanza>>, come oggetto di Spinoza. E' soggettiva nel senso che, oltre l'<<Io o Spirito>>, non c'è altro.
L'antecedente immediato del Romanticismo è lo "Sturm und Drang" (Tempesta e impeto), movimento letterario e filosofico che si ebbe in Germania verso la fine del 1700. Esso supera il limite dell'Illuminismo, fondato sulla ragione umana limitata, e da qui si oltrepassa (Romanticismo) il concetto di Kant su una ragione limitata, alla quale si contrappone il potere dell'esperienza immediata della fede, che ora traduce la ragione in forza illimitata e onnipotente (sostanza e forza del mondo).
E' una coscienza che può tutto nel mondo. Il legame con la filosofia platonica è evidente, particolarmente con Plotino. Altro tratto saliente del romanticismo è l'irrequietezza, la voglia di evadere verso nuovi orizzonti, che si manifesta con l'attrazione verso le droghe, la morte, ecc. L'Io di Fichte è dotato di una forza infinita e intesa come un Principio spirituale avente potere creativo, da Schelling chiamato <<Assoluto>> e da Hegel <<Idea>>.
E' questa la concezione di un "Io" capace di creare e limitare la realtà fin dove la comprende e farà dire a Hegel: <<Ciò che è reale esiste, ciò che esiste è reale>>. E' il titanismo, aspetto fondamentale del Romanticismo, con la sua espressione di ribellione contro ogni regola, che limita la sfida al finito e, perciò, non adeguato all'infinito.
Abbagnano, di Hegel, scrive: <<dal neoplatonismo antico... deriva anche la forma del suo sistema: quello di un processo unico e continuativo che attua e rivela nei suoi gradi necessari un principio assoluto. Soltanto, egli non pone l'assoluto fuori dal processo stesso, e come un'Unità inafferabile, ma lo identifica col processo stesso, e così lo immanentizza (...). Il finito stesso è, nella sua realtà, l'infinito>> (N. Abbagnano, Storia della filosofia, vol. III, UTET, Torino 1969). Il titanismo afferma una concezione della vita basata sulla riscoperta di valori autonomi mondani e storici in senso assoluto (Umanesimo). L'umanesimo o umanismo, scrive C. Ranzoli nel "Dizionario di scienze filosofiche", è <<caratterizzato da uno sforzo per sottrarre all'influenza dei dogmi della Chiesa lo spirito umano...>>.
Inevitabilmente si arriva, in questo modo di concepire la realtà per intera nella coscienza dell'Io, al rifiuto di ogni principio di trascendenza (Immanentismo). L'enciclica "Pascendi dominici gregis", condannò l'immanentismo sia per la credenza che ogni religione e lo stesso sentimento religioso nascono per immanenza vitale dall'abisso del subconscio, sia per la credenza che la Divinità è immanente nell'individuo, il che porta a negare il soprannaturale e a confondere Dio con la natura. L'uomo è visto come destinato a vivere nel mondo, a dominarlo e a ricercarne il piacere. Viene, altresì, negata la preminenza della vita contemplativa su quella attiva. L'uomo, dunque, finisce con l'occupare uno spazio centrale nella natura e la domina.
E, come scrive Franco Pierini, nella prefazione al libro di Wurmbrad, <<Dunque, il titanismo produce l'umanesimo assoluto...>> ed è facile scivolare, a questo punto, nella stregoneria o nel peggiore dei casi nel satanismo che, continua Pierini <<rende operante (l'umanesimo assoluto, ndA) con lo storicismo assoluto (Benedetto Croce, nella sua concezione dello storicismo assoluto afferma che la realtà e la stessa vita sono solo storia, oltre la quale, non esiste niente, ndA): la trascendenza, resa impossibile dal titanismo, cede i propri caratteri alla storia, che diventa il vero -deus absconditus- della nuova prospettiva filosofica>> ( R. Wurmbrand, Mio caro diavolo, Paoline, Roma 1979).
Sul Dizionario Teologico, alla voce Magia, si apprende che: <<I Maestri e i Profeti di Israele ricorsero alle pratiche magiche e parlarono al livello irrazionale dell'esperienza magica, insita nei loro simili, per far giungere ad essi, con la forza dell'esperienza e in maniera efficace, la loro parola che aveva come punto di riferimento Dio...>> ( N. Schiffers, op. cit). E' altrettanto risaputo che i re magi, furono assaliti da gioia quando apparve loro la stella (Mt2,9 s).
Gli stessi libri profetici contengono diversi <<improperi magici contro Israele e i nemici (Mi 1-3; Is 1; Gr 1-25; Ez 1,32; So 1-3,8), ai quali fanno seguito le parole di Jahvè che promettono realtà nuove (Mi 4-5; Is 2,2-4; Gr 25-35; Ez 33-48; So 3,9-20). Tutto - la strada sbagliata di Erode come le minacce dei profeti - irrompe nel livello magico-mitologico-inestricabile dell'uomo, che sente la vita, l'amore, il dolore e la morte come forze il cui mistero può essere risolto da Dio non dagli stregoni>> (Ibid.).
I seriosi e ignoranti bacchettoni che si scagliano contro la magia scuotono la forza, che la parola evoca, per paura del potere della stregoneria. <<Questo però sarebbe un purismo sterile che debilita il livello esperienziale dell'uomo tanto da portarlo solo a conoscere la parola di Dio e non più a sperimentarla in maniera stimolante>> (Ibid.).
Nella religione cristiana <<non si tratta di rifiutare la dimensione magica, ma di liberarla dall'autoidolatria oggettivante. Perciò esso (il cristianesimo, ndA) riconosce questa dimensione come dono di Dio che nella meditazione, nella lingua, nell'arte e nella liturgia diventa operante come libero dono creativo di Dio all'uomo che rivela così all'uomo l'infinita vita di Dio>> (Ibid.).
Nelle Scritture troviamo molti esempi di esercizio della magia; così quando Mosè e Aronne andarono dal faraone e questi gli chiese un prodigio: <<...Aronne gettò il bastone (che in questo caso ha il potere di una vera bacchetta magica, ndA) davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente>> ( Esodo 7:10.).
L'Arcangelo Raffaele si rivolge a Tobia alla vista di un grosso pesce, mentre il giovane era intento a lavarsi i piedi nel fiume e gli dice: <<Afferra il pesce e non lasciarlo fuggire... Aprilo e togline il fiele, il cuore il fegato; mettili in disparte e getta via invece gli intestini. Il fiele, il cuore e il fegato possono essere utili medicamenti>> (Tobia 6:3-4.). Quando il ragazzo chiese all'angelo le virtù magiche racchiuse nel fiele, nel cuore e nel fegato di quel pesce, Raffaele gli rispose:
<<Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna. Il fiele, invece, serve per spalmarlo sugli occhi di uno affetto da albugine; si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono>> (Tobia 6:3-4.). Finanche dei papi ricorsero alla magia, particolarmente in epoca rinascimentale. Lo stesso Innocenzo VIII si rivolse a un mago per curare una sua malattia ribelle.
In sostanza <<la parola del livello magico-mitologico dell'uomo è a servizio di un annuncio della parola di Dio che preserva questa parola dalla conoscenza amorfa unicamente logico-razionale per far germogliare realtà nuove - per giungere a Dio - nello spirito umano, dove sono familiari la preoccupazione, il dolore, la speranza e la gioia>> ( N. Schiffers, op. cit..).
Nell'ambito della modernità, nella sua diffusione, si è assistito ad un altro inquietante fenomeno; la magia nera ha preteso una sua propria valenza culturale, filosofica e psicologica. Così negli abissi ascosi dell'inconscio collettivo, per risvegliare simboli e archetipi, dietro i quali si nascondono gli antichi e feroci dèi. Il mago nero Aleister Crowley annota, commentando il Libro della Legge: <<Dobbiamo ringraziare Freud - e specialmente Jung - per aver esposto questa parte della dottrina magica così pienamente... >> (Kenneth Grant, Il risveglio della magia, Astrolabio, Roma 1973).
C.G. Jung, considerato uno dei padri del moderno satanismo. Egli <<dopo aver discusso il significato della Trinità in termini di archetipi... ne propone un'interpretazione <<ricostruttiva>> che di fatto passa da una teologia trinitaria a una <<quaternitaria>>. Un sistema completo di archetipi deve comprendere, infatti, quattro <<attori>>: il Padre (l'unità), i suoi due Figli (Cristo e il diavolo: il conflitto) e lo Spirito Santo (la riconciliazione o l'unità restaurata). Il suggerimento di Jung è che Cristo e il demonio sono emanazioni ugualmente potenti ma opposte del Padre, e che Satana deve essere inserito come quarta figura nella Divinità (trasformandola, appunto, da Trinità in Quaternità)>> (Massimo Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990).
In sostanza, Jung asserisce che la fine del Cristianesimo sarà terapeutica. Egli, infatti, afferma: "oggi, rimossi dalla civiltà occidentale monoteista, <<gli dèi sono diventati malattie>>, agiscono nell'inconscio come disturbi psichici" (Maurizio Blondet, Maurizio Blondet, Gli <<Adelphi>> della dissoluzione. Edizioni Ares, Milano 1994, vedi nota 4).
Jung predica che "il bene e il male sono principia. <<Principio>> viene da prius, quel che era <<prima>>, quel che è <<all'origine>>. L'ultimissimo principio pensabile è Dio. I principia, riportati alla loro origine, sono aspetti di Dio. Il bene e il male sono principia del nostro giudizio etico, ma riportati all'ultima radice ontica sono <<inizi>>, aspetti di Dio, nomi di Dio" (Carl Gustav Jung, Bene e male nella psicologia analitica, Bollati Boringhieri, Torino 1993).
Jung scrive di Cristo e di Satana: <<Questa coppia di opposti Cristo-Diavolo è originariamente contenuta nel creatore, e opera, come dice Clemente Romano, come sua mano destra e sua mano sinistra. Dal punto di vista psicologico, l'esperienza di Dio creatore rappresenta la percezione di un impulso strapotente che proviene dall'inconscio. Non sappiamo se questa efficacia strapotente debba essere chiamata buona o cattiva, sebbene non possiamo fare a meno di accoglierla o di maledirla, di darle un nome buono o cattivo... Così Yahwèh contiene entrambi gli aspetti...>> (Ibid.).
Lo stesso, più avanti, nel libro citato, non fa mistero della sua avversione al Cristianesimo e scrive: <<Non m'aspetto da nessun cristiano credente che continui a seguire il corso di questi miei pensieri, che forse gli sembreranno assurdi. Io non mi rivolgo, infatti, ai "beati possidentes" della fede ma a quella moltitudine per cui la luce è spenta, il mistero sommerso, e Dio è morto>> (James Hillman, Il demoniaco come eredità di Jung, in "Presenza ed eredità culturale di C. G. Jung", Cortina, Milano 1987). In fondo,quellodi Carl G. Jung, fu "Il sogno gnostico di ricostruire il pleroma originario, di integrare Apollo a Dionisio - il divino con la sua umbra, la sua parte maledetta per tornare nell'indistinzione-dissoluzione arcaica o fetale al <<di qua del bene e del male>> -, fu questo il vangelo di Jung" (Maurizio Blondet, Gli <<Adelphi>>..., cit.). ------------------------------------------------------------PISTA N°3 http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/coppia.htm
PSICOLOGIA ESOTERICA DELLA COPPIA Oggi viviamo una conflittualità estrema tra il desiderio, l'ansia e la paura del rapporto con gli altri e una solitudine insopportabile, ma, sola via di scampo allo stress metropolitano e ai pericoli, che si celano nell'oscurità di una società disumanizzata. L'uomo e la donna vivono la tragedia della perdita della loro umanità isolandosi, sempre di più, in paradigmi di teoremi senza soluzione. La famiglia tende alla polverizzazione e la coppia, intesa come istituzione, si sfalda lungo il percorso.
Sulla donna, tra l'altro, pesa una lunga catena di secoli d'oppressione. Le Sacre Scritture sanciscono la sua inferiorità come persona e affermano in molti testi la mentalità patriarcale e sostanzialmente antifemminista di tutto il mondo orientale. "Nella vita sociale (ma anche in quella familiare la donna israelita è in genere una sottomessa: prima delle nozze è subordinata al padre, dopo il matrimonio chiama il marito suo bà al, cioè padrone..."(). La donna è stata sempre vista come inferiore all'uomo, quasi creatura malefica o, al meglio, di scarto o mal riuscita.
Figura di secondaria importanza, bestia o oggetto più che persona, così era considerata dalla Legge di Israele, a tal punto che l'Esodo sentenziava: "Non desidererai la casa del tuo prossimo, non desidererai la donna del tuo prossimo, il suo schiavo, la sua schiava, il suo bue, il suo asino e tutto ciò che è del tuo prossimo". La donna è, dunque, trattata da essere inferiore, bestia o, addirittura, cosa. San Tommaso affermò che: "La donna, sottomessa all'uomo come suo capo, non ha il diritto di sottrarsi alla sua autorità". Per Tertulliano la donna era la "porta dell'inferno" e Clemente d'Alessandria ammoniva: "Ogni donna dovrebbe essere oppressa dalla vergogna al solo pensiero di essere donna".
Nel medioevo "streghe ed eretici furono il capro espiatorio di una umanità irrequieta e instabile... gli uomini si accanivano contro la realtà dell'incubo per dimenticare l'incubo della realtà"(2). In fondo quella fu un'epoca con forti coloriture misogine. Fabio Troncarelli coglierà, di quei secoli inquieti, un messaggio: "La donna è un pericolo... La donna riscoperta dall'amor cortese è il simbolo dell'instabilità, della vana curiosità, della sensualità, del disordine"(3). La donna, che si ribella alle norme e alle consuetudini, che cessa di essere donna angelicata, a vantaggio di una sessualità troppo libera, fece paura all'uomo, che scaricò sulla figura femminile pulsioni distorte di attrazione e repulsione, amore e odio, attrazione e repulsione-timore e, finalmente, un antifemminismo esacerbato e infarcito di un misticismo malato.
Lo storico olandese J. Huizinga (1872-1945) riporta la violenta invettiva di Oddone da Cluny (c. 879-942) contro l’attrazione dei sensi e la bellezza del corpo femminile: "Se gli uomini vedessero quel che è sotto la pelle, così come si dice che possa vedere la lince di Beozia, rabbrividirebbero alla vista delle donne. Tutta quella grazia consiste di mucosità e di sangue, di umori e di bile. Se si pensa a ciò che si nasconde nelle narici, nella gola e nel ventre, non si troverà che lordume. E se ci ripugna di toccare il muco o lo sterco colla punta del dito, come mai potremmo desiderare di abbracciare il sacco stesso che contiene lo sterco?" (Cit. in J. Huizinga, L’autunno del Medioevo, Firenze 1961).
Solo "quando saremo più progrediti e la società umana sarà liberata dai vincoli delle idee ereditate dalle ore selvagge, l'uomo e la donna non si calunnieranno più a vicenda, non si tormenteranno come nemici, non avveleneranno il loro cuore per il possesso e la gioia di vivere, con la ignoranza dei valori liberi della loro coscienza"(4). L'universo-donna fu ulteriormente incompreso dalle teorie freudiane. Nel 1932, nella 33esima lezione sulla femminilità, della Introduzione alla psicoanalisi, Freud affermava:
"Nella vanità fisica della donna ha la sua parte anche l'effetto dell'invidia del pene, dal momento che essa deve tanto maggiormente stimare le sue attrattive in quanto tardivo risarcimento per l'originaria inferiorità sessuale. Al pudore, che è ritenuto una qualità squisitamente femminile... noi attribuiamo l'originaria intenzione di nascondere il difetto del genitale". Più oltre, il padre della psicanalisi aggiunge: "Che l'antico influsso della mancanza del pene non abbia, ancora, perduto la sua forza appare evidente nella diversa reazione della madre alla nascita di un figlio o di una figlia.
"Solo il rapporto con il figlio dà alla madre una soddisfazione illimitata...". Assolutamente antifemminista Freud riduce la donna ad uno scherzo della natura, sottomessa in tutto e per tutto all'uomo, detentore del potere fallico. Nei Tre saggi sulla teoria della sessualità il medico sottolinea la "natura maschile" della libido. La dottrina pansessualistica e fallocratica di Sigmund Freud ignorava una sessualità femminile.
Ignorava, ancora, il fondatore della psicoanalisi che la donna non è un uomo che è stato evirato, ella è il complemento dell'uomo. Anche sul piano fisico c'è una situazione analoga, perché fisicamente ciascun sesso sembra essere il complemento dell'altro. Ogni uomo ha nel proprio corpo le caratteristiche omologhe della donna. Allo stesso modo la donna ha gli omologhi dell'uomo, così come, ad esempio, la clitoride corrisponde al pene.
E' da osservare, ancora, che "come nel mondo visibile, cioè il mondo esteriore delle umane imperfezioni, così in ognuno di noi il corpo lunare fa la parte della femmina - ricettacolo di tutte le impressioni e di tutte le sensibilità che ci colpiscono, ci tormentano, ci conturbano,..."(5) e viceversa nella donna. L'istinto sessuale è, principalmente, il desiderio di fusione col polo sessuale opposto (un tentativo di "coniuncto oppositorum" proiettata all'esterno), e solo in parte l'urgenza di ridurre una tensione.
Il rapporto sessuale tra due persone è un linguaggio per comunicare cose, che non si possono dire altrimenti. Insoddisfacente è, in certe situazioni e bisogni, la parola e ciò fa dire a Hegel che in fondo "Tutto il linguaggio è un limite: il parlante è il punto intermedio tra il dicibile e l'indicibile, tra la parola e il silenzio"(6). Allora, unica possibilità di comunicare resta il linguaggio del corpo, che è il solo a rendere soddisfacenti certe sottili e complesse relazioni.
Ecco che una carezza, un abbraccio, lo stesso rapporto sessuale, assumono un'importanza straordinaria. Lowen sottolineò che la percezione dell'identità nasce dall'esperienza di contatto con il corpo. Ashley Montagu senza mezzi termini affermò che: "La semplice sensazione del tatto come stimolo è assolutamente necessaria per la sopravvivenza dell'organismo... è dimostrato inequivocabilmente che nessun organismo può sopravvivere a lungo senza stimolazione cutanea proveniente dall'esterno".
Quanta importanza si scopre nella fisicità della comunicazione tattile! E' stato detto, del resto, che ogni tragedia, in ultima analisi, non è altro che un fallimento della comunicazione. La sessualità, in fondo, è un atto di comunicazione, pieno di significato, in una relazione umana profondamente complessa. In questo contesto la donna non può più essere considerata un aborto di uomo o un oggetto, ella è uguale e complementare all'uomo.
L'amore può essere compreso solo in questa ottica, scrive Hegel: "...amore vero e proprio ha luogo solo fra viventi che sono uguali in potenza e che, quindi sono viventi l'uno per l'altro nel modo più completo e, per nessun lato l'uno è morto rispetto all'altro"(7). Questa è la sola condizione per poter dare sé stessi e fare dell'altro un essere che dà. L'amore non può, neppure, essere riconducibile esclusivamente al sesso come Sigmund Freud credeva.
Egli, infatti, riconobbe solo due istinti: quelli sessuali e gli istinti dell'Io. La psicoanalisi intende l'amore come la "specificazione e la sublimazione di una forza istintiva originaria che è la libido". Carl Gustav Jung, dissociatosi da Freud, ne criticò il concetto della libido, in quanto "il termine libido, secondo la concezione di Freud, indica un bisogno esclusivamente sessuale...". Jung per libido intese "l'energia psichica" che comprende, pure, le idee collettive, morali, religiose e magiche che vivono in un popolo.
La sessualità ha una grande importanza nella psicologia junghiana, come un'espressione essenziale, ma non l'unica dell'intera psiche. Riduttivamente Freud spiegò l'istinto sessuale come l'espressione di una tensione, che si produce chimicamente in un corpo. La tendenza dell'organismo è, secondo il padre della psicoanalisi, quella di ridurre l'eccitamento tramite l'atto sessuale e questo è "il principio del piacere".
Ma tutto ciò è assurdo perché, se il fine della soddisfazione sessuale è solamente la riduzione dell'eccitazione presente in un organismo, dovremmo concludere, ironicamente, con Erich Fromm (vedi di Fromm, citato più volte in questo articolo, i testi: "Avere o essere?", "Da avere a essere" e "L’arte di amare", Oscar Mondadori) che la "masturbazione dovrebbe essere la soddisfazione ideale". Freud non ha saputo riconoscere che lo stimolo sessuale è l'urgente necessità di fondersi con l'altro. Fondersi con l'altro è il desiderio di comunicare, di uscire dalla propria terribile solitudine, che è all'origine di ogni ansia.
E', anche, conoscere il mistero della vita, in quanto l'amore è penetrazione attiva dell'altra persona "nella quale - scrive Fromm - il mio desiderio di conoscere è placato dall'unione. Nell'atto della fusione io la conosco, conosco me stesso... conosco nell'unica maniera possibile per l'uomo: attraverso l'esperienza dell'unione". L'amore, per essere vero, deve obbedire alla condizione che la persona ami dal più profondo del suo essere e senta l'altro nell'essenza del suo essere. Il solo desiderio fisico non è amore, e non potrebbe essere altrimenti.
Ma da dove si origina l’amore? Le due sedi dell'amore sono il cervello e il cuore. L'amore che nasce dal "cuore, in cui il cervello non ha versata la nebbia offuscante della sessualità... Nasce come una effusione delle anime tra due creature che spiritualmente si completano"(8). Se diversamente, il solo soddisfacimento fisico porta la caduta dell'illusione, l'incomunicabilità assoluta; allora il sentimento di estraneità si fa più forte di prima e la solitudine torna nuovamente ad isolare le due persone che ora possono anche odiarsi perché "La causa di ogni disastro, di ogni pena, di ogni dolore, è l'amore impuro dell'egoismo"(9). Ciò che rimane, in questo caso, dopo l’atto sessuale, è solo il disgusto. NOTE 1 Aa Vv, Chiesa femminista e anti, Marietti, Torino 1977, p.16.
2 Troncarelli F., Le streghe, Newton Compton Editori, Roma 1992, pp.43-44.
3 Ibidem, pp.39-40.
4 Kremmerz G., La scienza dei magi, Mediterranee, Roma 1975, vol. 3, p.59.
5 Idem.
6 Carotenuto A., Diario di una segreta simmetria, Astrolabio, Roma 1980, p.52.
7 Hegel G.W.F., Scritti teologici giovanili, Guida Editori, Napoli 1972, p.529.
8 Kremmerz G., op. cit., vol. 2, p.277.
9 Cisaria D.U. (a cura di), Dizionario dei termini ermetici dell'opera omnia di Giuliano Kremmerz, Mediterranee, Roma 1976, vol. 4, p.26. ------------------------------------------------------------PISTA N°4 http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/templari.htm
IL DIO OCCULTO DEI TEMPLARI All’inizio del XIV secolo cominciarono a correre strane voci sull’Ordine dei cavalieri del Tempio, che, ben presto, divennero accuse gravissime: apostasia, idolatria, sacrilegio, sodomia, stregoneria e omicidi rituali. Tra le accuse più gravi mosse ai Templari vi era anche quella di adorare orribili idoli dopo aver rinnegato Cristo, come attestano alcune delle dichiarazioni rese al processo. Un templare morente, Il 14 aprile del 1309, ad una commissione, dichiarò: <<Sono stato ricevuto nell’Ordine quaranta anni fa alla Rochelle dal Fratello de Legione, oggi defunto. Egli mi disse che bisognava rinnegare Nostro Signore. Non mi ricordo se si servì della parola Gesù Cristo oppure crocifisso; è tutt’uno, disse lui (sed dixit ipsi testi quod totum est unum). Io risposi che se anche lo avessi rinnegato sarebbe stato un atto di bocca e non di cuore; cosa che feci... Il Fratello Legione mi ordinò di sputare su una piccola croce ed io sputai una volta nella direzione della croce, e non sopra>> (Jean Marquès-Rivière, Storia delle dottrine esoteriche, Mediterranee, Roma 1984).
Pur se con delle varianti il tenore delle deposizioni continua in tal senso. Bisogna convenire con gli scrivani ecclesiastici del secolo XIV, tra i quali Angerius de Béziers, che i cavalieri del Tempio erano depositari di un misterioso culto <<falso ed ingannevole>>? Sembrerebbe ormai assodato che in seno all’Ordine si celebrassero rituali segretissimi. E’ anche certo "che i filosofi arabi abbiano influenzato i rudi soldati del Tempio... Se si dice influenza materiale, si intende impregnazione spirituale ed anche <<osmosi mistica>>, in un certo senso" (Ibid.). Sicuramente l’Ordine accolse elementi dottrinari e rituali dell’esoterismo orientale. Subì l’influsso delle confraternite esoteriche musulmane insieme al disegno di un’unificazione del mondo e di un nuovo ordinamento sociale.
Le altre gravi accuse, mosse contro l’Ordine, furono quelle di tenere "costumi deplorevoli" e di adorare i bafometi (teste ed immagini misteriose). Per quanto concerne questi strani idoli ecco quanto riporta l’accusa lanciata dalla corte romana:
Art. 46 - In tutte le provincie essi possedevano idoli, teste con tre facce, con una sola o anche crani umani.
Art. 47 e sgg. - Nelle loro assemblee e soprattutto nei grandi Capitoli, essi adoravano l’idolo come un Dio, come il loro Salvatore, affermavano che questa testa poteva salvarli, che concedeva all’Ordine tutte le sue ricchezze, e che faceva fiorire gli alberi e germinare le piante della terra.
C’è da sottolineare che vi sono varie testimonianze e confessioni, sull’esistenza degli idoli. Questo è uno dei maggiori misteri dei Templari. Alcune testimonianze conservate nei "Documenti inediti della Storia di Francia", dimostrano che essi adoravano una <<testa barbuta>>. Jean Marquès-Rivière scrive: "Il fratello Jean Taillefer, della diocesi di Langres, dichiarò che al tempo della sua ammissione, gli era stato mostrato un idolo dalla figura umana. Ugo di Bures, fratello borgognone, parla di una testa contenuta in un armadio della cappella. Questo idolo era a suo parere d’argento, di rame o d’oro, e raffigurava una testa umana con una lunga barba che egli riteneva bianca.
"Il templare Rodolfo di Gisi dichiarò di aver assistito ad un Capitolo generale tenuto dal fratello di Villers, nella diocesi di Troyes, durante il quale il fratello Ugo di Besancon appoggiò su un banco una testa d’idolo. A quel punto lo spavento del neofito fu talmente grande, che egli uscì dal Capitolo senza attendere l’assoluzione. Lo stesso Rodolfo di Gisi, nuovamente interrogato, confessò di aver visto una testa simile in sette Capitoli, e, a suo dire, l’idolo aveva un’aria terribile e demoniaca; ogni volta che appariva la testa, egli poteva a malapena guardarla, perché lo riempiva di terrore" (Jean Marquès-Rivière, Amuleti, talismani e pantacoli, Mediterranee, Roma 1972).
Altre confessioni sconvolgenti provano il culto diabolico praticato dall’Ordine ad una strana testa e ad un ancor più misterioso idolo. Marquès-Rivière precisa ancora: "Non bisogna confondere la TESTA dei Templari con la statua intera; Fratello Giovanni di Turn, tesoriere del Tempio di Parigi, confessò di aver visto l’immagine di un uomo, che a suo parere poteva essere un santo, su una tavoletta che gli avevano ordinato di adorare. Arnoldo di Goerte, della diocesi di Saintes, aveva udito parlare di un idolo contenuto nella casa del Tempio di Rupelle; la deposizione di Pierre Girald di Marsac è più dettagliata, egli afferma che il suo iniziatore, il fratello Thibault, estrasse dal suo abito una piccola immagine di donna e gli disse che tutto si sarebbe volto in bene se avesse avuto fiducia nell’immagine".
Ai commissari incaricati di istruire il processo, Guglielmo Pidoye, amministratore e guardiano dei beni del Tempio, "…mostrò loro un grande idolo d’argento perfettamente dorato che raffigurava una donna. Il testo afferma (Doc. in., t. II, pag. 218) che su una stoffa rossa attaccata dietro il busto, un biglietto consumato recava la dicitura: Caput LVIII (58a testa). Matter, nella sua Storia dello Gnosticismo, scrive: <<Al rinnegamento seguiva l’adorazione di un idolo, una testa che variava nella forma e nell’espressione, nel materiale e nel colore. Ne esistevano svariate copie che i Templari custodivano nei cofanetti>>. Presto si venne a creare una confusione fra la testa e l’idolo, e spesso l’una era scambiata con l’altro" (Ibid.).
Va considerato dopo quanto detto, l’androginia dell’idolo chiamato Baphomet, in quanto, esso aveva la barba ma anche il seno femminile. Il suo nome è stato oggetto di diverse interpretazioni. Alcuni lo hanno considerato "una variante di Maometto (Mahomet, Machomet, Maphomet, Baphomet)" (Massimo Izzi, Il dizionario illustrato dei mostri, Gremese Editore, Roma 1989). Per altri è "una abbreviazione di AB PPHibus TEMplum, il Tempio (deriva il suo potere) dai serpenti" (Ibid.). Tra le numerose scuole e sette di gnostici derivate da i maestri principali della gnosi Simon Mago, Meandro, Saturnino, Carpocrate, Basilide, Valentino e Marcione, uno di questi gruppi, gli ofiti, veneravano il Serpente del Paradiso terrestre. Taluni studiosi, per questo ed altro, affermano che le dottrine templari procedevano dagli ofiti.
La soterologia gnostica vede il mondo materiale come una prigione, l’aborto di un dio inferiore, il regno delle tenebre, quello della Materia-eterna che si contrappone a quello della Luce, il regno di Dio. Il mondo della materia, secondo loro, è stato creato dal dio demiurgo (l’artefice) del cosmo che era "o l’ultimo degli eoni, il più lontano dal Dio-Abisso, o un Demone che aveva rapito una scintilla della Pienezza divina - il Pleroma - onde animarne la materia" (Leone Cristiani, Breve storia delle eresie, Paoline, Catania 1957).
Gli ofiti dei primi secoli cristiani praticavano gli stessi rituali di cui erano accusati i Templari. Secondo Origene bestemmiavano Gesù Cristo, praticavano la sodomia e celebravano un culto orgiastico di tipo fallico. L’orientalista Joseph Hammer affermò anche che: "la leggenda medievale del Santo Graal fosse di origine gnostica, e che i Templari avessero ripreso direttamente dagli gnostici certi atti di adorazione a cui si supponeva che la leggenda del Graal avesse dato origine. (…). Il Graal stesso era per Hammer un vaso gnostico, simbolo della conoscenza gnostica e senza alcun significato cristiano" (Peter Partner, I Templari, Einaudi, Torino 1993).
Jean Marquès-Rivière, nel suo: "Amuleti, talismani e pantacoli", ancora a proposito del Baphomet, cita Porfirio, che nello Styx, riporta la descrizione di Bardesane di una statua che "si trovava <<nel paese dei Brahmani>>; questa statua <<aveva le mani disposte a croce, la faccia destra era quella di un uomo, la sinistra quella di una donna; il lato destro aveva attributi maschili, il sinistro femminili. Sul seno destro era scolpito il sole e sul sinistro la luna; le braccia erano circondate da angeli...>>".
Maschio e femmina erano questi idoli. Maurizio Blondet ci informa che "Gershom Scholem ci ha avvertito che già nella tradizione ebraica maggioritaria <<Dio ha due ‘configurazioni’ (parsufim), un volto maschile e uno femminile>>. E ci ha spiegato che, da questa paradossale androginia di Dio presa alla lettera, i seguaci di Sabbatai Zevi hanno dedotto le loro crude pratiche orgiastiche, <<manifestamente riprese dal culto della Grande Madre, che continuò a essere praticato da piccoli gruppi dell’Asia Minore sotto spoglie islamiche>>" (Maurizio Blondet, Gli <<Adelphi>> della dissoluzione, Strategie culturali del potere iniziatico, Ediz. Ares, Milano 1994).
Val la pena di considerare anche che "Nel processo dei Templari si ebbero due testimonianze indipendenti e concordanti sull’origine del Baphomet. Questo sarebbe stato la testa barbuta nata miracolosamente dal coito contro natura di un nobile signore di Sidone con il cadavere di una fanciulla di cui era follemente innamorato. De Sede ritiene che questa testa la si possa identificare con quella celeberrima che si dice essere stata realizzata verso l’anno 1000 da papa Silvestro II, il dottissimo Gerberto d’Aurillac, testa che era in grado di rispondere affermativamente o negativamente a qualsiasi domanda" (Massimo Izzi, Il dizionario illustrato dei mostri, cit.).
L’immagine di un essere barbuto con le corna è posta sul portale di due chiese, una si trova a Parigi, è la chiesa di Saint-Méry, l’altra a Provins, è la chiesa di Sainte-Croix. Il "mostro" è visibile anche su un edificio di Saint-Briss-Le-Vineux, nei pressi di Auxerre, appartenuto ai Templari. Quali segreti celava il misterioso idolo? Le supposizioni sono ancora tante ma il mistero rimane, assieme agli altri che avvolgono l’Ordine. Joseph Hammer nel suo "Mystery of Baphomet Revealed" identificò il dio bisessuale dei Templari come una divinità androgina, supponendo che riti sessuali e orge rituali ne caratterizzarono l’adorazione.
I cavalieri del Tempio erano molto profondi nella magia e H. Cornelius Agrippa, nel XVI secolo, disse di loro che erano esperti maghi. E’ se il loro Baphomet fosse stato un talismano prodigioso che, nella sua androginia, celava l’unione fra le due grandi polarità del cosmo? Serge Hutin, a tal proposito, racconta la straordinaria ipotesi di Maurice Magre e cioè che: "i Templari fossero in possesso di una figura baphometica carica di magico potere, …loro sottratta nel corso di uno scontro armato tra i cristiani e i mongoli invasori" e per l’Ordine fu l’inizio della fine.
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