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Bolivia< ultimi giorni tra blocchi stradali e Forze Armate
by garabombo Thursday January 16, 2003 at 03:10 PM mail:  

da argenpress.info :


La polizia si schiera, 12 gennaio:
Il governo ha messo su un piano di controllo e prevenzione nella zona di Cochabamba, per “garantire la libera circolazione sulle strade della zona, zona fondamentale per il regolare funzionamento dell’economia del paese”. Polizia e Forze Armate hanno stretto un patto di ferro e sono già largamente schierate a difesa delle strade che le mobilitazioni popolari di questi giorni dovrebbero bloccare.
Smentita la presenza di cecchini e l’ingaggio di mercenari pronti ad uccidere e usare violenza contro i manifestanti.




13 gennaio
Sono cominciati i blocchi stradali dei contadini cocaleros
Cominciati con la detenzione di alcuni dei dirigenti cocaleros di Cochabamba e con uno spiegamento di 7mila poliziotti e un numero indeterminato di militari; partono i primi blocchi delle vie principali percorribili del paese, organizzato in primis dai produttori della coca e dall’opposizione del MAS (movimento al socialismo)

Il governo ha risposto che non porterà avanti alcun dialogo fino a che resterà sotto pressione, mentre uno dei leaders del MAS ha denunciato che nella mattina di domenica il governo stesso ha cominciato la propria politica repressiva con l’arresto di alcuni dei dirigenti cocaleros e d altri settori. Così Javier Torres, del comitato civile di Sacaba, e Ramberto Rivera, presidente del Comitato di Vigilanza della stessa località, sono stati il primo arrestato ingiustificatamente e il secondo aggredito da uno sconosciuto. Secondo Evo Morales, leader cocalero, si è dichiarato uno stato di assedio incostituzionale nella zona dove il conflitto si attende più duro, cioè a Cochabamba, ma questo provvedimento non fermerà secondo lo stesso Morales ne i blocchi previsti ne la forza d’opposizione al governo.

La strategia:
I cocaleros, il MAS e altre organizzazioni che si sono unite alla piattaforma di lotta pretendono di comunicare con la maggiore quantità di dipartimenti possibili, mentre il governo prova ad ostruire il dialogo e la diffusione del virus d’opposizione proprio con l’invio di migliaia di poliziotti e militari verso i blocchi stradali principali.
Le prime reazioni provengono innanzitutto dagli imprenditori del settore dei trasporti evidentemente danneggiati dai blocchi e dagli albergatori della zona del Chapare che hanno ricevuto la rinuncia da parte di molti turisti alla visita della zona.

Il tentativo di Morales e della mobilitazione è quello di bloccare le principali ive di comunicazione che uniscono Santa Cruz, Cochabamba e La Paz. Inoltre un altro blocco nella zona di Oruro-Potosí e Sucre dovrebbe isolare Tarija.

Tentativi di ritornare al dialogo da parte di un “tavolo per la pace” di La Paz e della Chiesa Cattolica.

Il leader del MAS, Dionisio Nuñez, ha reso noto alla stampa che il governo ha messo in piedi un vero e proprio apparato repressivo-militare teso all’eliminazione del movimento in atto attraverso morte e assassinii.
Alcuni cecchini addestrati in Venezuela sarebbero di ritorno in Bolivia per recarsi nelle zone del conflitto; ci sarebbe addirittura una taglia sulla testa del leader cocalero Evo Morales. L’ingaggio di mercenari armati e lo spostamento in massa di truppe militari e polizia fa ritenere a Nuñez che il governo si sta preparando ad una repressione violentissima e ritiene lo stesso governo responsabile di ogni atto di sangue che s dovesse verificare. E ancora, “il governo deve capire che il movimento nato intorno alla mobilitazione dei cocaleros riunisce un ampio fronte boliviano antiALCA e in primis chi lotta per il recupero delle proprie risorse di idrocarburi ed evitare che venga esportato gas verso un porto cileno, come previsto nei piani dell’ALCA”.
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Cominciano i primi blocchi nella zona del Chapare
Primi blocchi e pochi minuti dopo primi scontri con le forze di polizia. Un cocalero di 27 anni è stato arrestatoli Chapare è diventato scenario principale dei blocchi boliviani.
E’ un rincorrersi continuo sulle arterie principali della zona. I cocaleros bloccano con alberi e pietre parte delle strade e le forze di polizia quasi immediatamente provano a sbloccarle, mentre poco dopo i cocaleros riprendono il blocco poco lontano.

In alcuni casi i blocchi portano all’assoluta impossibilità di transito e all’isolamento completo per alcune località.
Sacaba, Melga, Colomi, Aguirre, Cristal Mayu, Jatun Pampa y Naranjitos sono presidiate notte e giorno da gruppi di 100-120 militari armati. Il governo ha dichiarato di essersi raccomandato con le unità militari e delle polizia di non far uso di armi da fuoco, ma dei soli gas lacrimogeni per sbloccare le strade.
Le strade di Potosì sono presidiate dalla Polizia e da militari, per prevenire un possibile blocco annunciato dalla Federazione di Contadini; si registrano un paio di casi di “arresti preventivi” di gruppi di contadini impossibilitati a muoversi liberamente perché sospettati di dirigersi ad uno dei blocchi stradali.

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Evo Morales invece, deputato del MAS e leader delle organizzazioni dei cocaleros del tropico cochabambino, Evo Morales, ha denunciato l’incursione di cecchini nella regione del Chapare, che unito alla militarizzazione della zona e l’esistenza di mercenari ha creato un vero e propri”stato d’assedio di fatto”.
“la situazione è preoccupante ma non ci terrorizziamo visto che possiamo contare sull’appoggio di diversi settori di lavoratori, contadini e cocaleros; a partire dal 13 gennaio la convulsione sociale nel paese sarà totale, visto che il paese non ha dimostrato alcuna disponibilità al dialogo”. Inoltre non è da sottovalutare l’arrivo a La Paz di David Greenlee, ambasciatore degli Stati Uniti in Bolivia, che sembra giunto al momento giusto per dirigere la repressione contro i cocaleros.
Greenlee nel 1988 era il numero uno della CIA in Bolivia, organizzò gruppi militari nella zona del Chapare e fu responsabile del massacro di Villa Lunari, dove truppe nordamericane agirono contro centinaia di contadini che si opponevano all’utilizzo nella zona di gas erbicidi per l’operazione di estirpazione della pianta.
Anche la presenza di questo personaggio dovrebbe essere secondo Morales, motivo di rivolta della popolazione boliviana.


COCHABAMBA CIRCONDATA

La zona del tropico cochabambino è circondata dai blocchi strdaali dei manifestanti. Le forze di polizia proseguono nel tentativo di rimuovere i blocchi e sgomberare le strade della zona, con l’aiuto delle pale meccaniche e anche di alcuni dei passeggeri rimasti bloccati dai blocchi che sembrano solidarizzare con l’azione repressiva della polizia.
Le imprese di trasporti dipartimentale e interprovinciale hanno sospeso in gran parte i viaggi verso Santa Cruz e La Paz, anche se alcune delle compagnie vendono biglietti avvertendo però che il rischio di non arrivare a destinazione resta alto.
Continuano le denuncie del leader cocalero Evo Morales: truppe della nona divisione sono entrate nella Centrale campesina di Chipiriri.

Arriva intanto la solidarietà della Centrale Operaia Dipartimentale Luis Choquetijlla, che ha annunciato nuove mobilitazioni per aderire al piano do blocchi in atto: “Ne l’irruzione all’interno del campus dell’Università Maggiore di San Simón, ne il non dichiarato stato d’assedio, di fatto in atto, potranno bloccare questa mobilitazione coordinata da diversi settori della società”.



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