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La fine dell'industria discografica - di Wu Ming 1
by Wu Ming 1 Thursday January 30, 2003 at 08:09 PM mail: giap@wumingfoundation.com 

Tra tutte le guerre, ce n'e' una che sicuramente stiamo vincendo *noi*



"Si vagheggia d'una idea furtiva che passera' attraverso tutte le reti di segnalazione senza farsi individuare, per toccare infallibilmente il suo bersaglio". Cosi' Jean Baudrillard nel suo taccuino d'appunti del 1991.
Oggi una "idea furtiva" - che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nella nozione stessa di "proprieta' intellettuale" - e' scivolata tra le maglie del controllo e ha colpito l'industria culturale e dell'entertainment, accortasi troppo tardi di quel che stava succedendo.
Concentrazioni di poteri, fusioni tra colossi, imperi multimediali... Questa la facciata dell'industria culturale negli anni Novanta. Chi ha aguzzato la vista si e' pero' accorto delle incrinature che la attraversavano, ramificandosi in maniera quasi impercettibile fino al punto critico, fino a mandare in pezzi l'edificio.
In particolare, resta poco da vivere all'industria discografica come l'abbiamo conosciuta. Non si tratta semplicemente di "pirateria": nuove tecnologie ispirano pratiche inedite, che cambiano le modalita' di fruzione e circolazione della musica. Come fa notare l'avvocato Fulvio Fiore in un'intervista sul Mucchio Selvaggio n.518, una vastissima fascia di pubblico ("dai 14 anni fino ai 30-40") non conosce piu' il feticismo della merce legato al supporto fonomeccanico (l'oggetto-disco): "il contenuto, il corpus misticum, l'opera dell'ingegno, puo' essere scaricato gratis [...] Non c'e' piu' bisogno del supporto...".
E' descritta con un certo understatement, ma e' una vera rivoluzione. Su questa base vanno formandosi nuove comunita', s'impongono nuove idee, l'innovazione (anche imprenditoriale) prende altre strade. C'e' gia' chi, come l'australiano Greg Moore, vorrebbe aprire catene in franchising di chioschi per la masterizzazione di cd. C'e' gia' un trademark, " Little Ripper Kiosk". E' previsto il pagamento delle royalties, sarebbe un nuovo modo di *vendere* la musica, non di regalarla, eppure trova ostacoli nella mentalita' conservatrice di molti discografici spaventati dal processo di "smaterializzazione".
La paura del futuro genera schizofrenia: gli stessi discografici americani (la famigerata RIAA) ammettono a denti stretti che ci troviamo di fronte a un processo irrefrenabile e irreprimibile, eppure (anziche' cercare sintesi, compromessi, rilanci) proseguono nella lamentazione apocalittica e nei tentativi di *arrestare* e *reprimere*. Accadde gia' con la registrazione domestica di musicassette: qualcuno si ricordera' del logo impresso sulle copertine dei dischi, con il teschio-cassetta e la scritta: "Home Taping Is Killing Music, And It's Illegal". Campagna miope e grottesca, a cui alcuni replicarono con lo slogan: "Home Taping Is Killing Business, And It's Easy". Prive di memoria storica (e di senso del ridicolo), le major si muovono su tre diversi piani: quello dell'espediente tecnologico, quello dei balzelli e quello dell'azione poliziesca e giudiziaria. Cio' non fa che alzare la tensione e accrescere il desiderio di vendetta dei consumatori, che ormai agiscono seguendo nuove coordinate antropologiche, quindi intepretano le controffensive dell'industria come veri e propri *attacchi alla loro cultura*.


Espedienti

All'inizio l'industria si muove in maniera... naïve. Una casa discografica inglese, irritata dalla disponibilita' su Internet di canzoni non ancora uscite nei negozi, conclude che i colpevoli sono i critici, che estrarrebbero le tracce dai promo-cd ricevuti per le recensioni per poi mettere in Rete i files. La soluzione? Distribuire alla stampa lettori cd sigillati con la colla, dai quali non sia estraibile - e quindi nemmeno copiabile - il disco. Scherno, pernacchie e sperpero di denari. Poi c'e' l'infortunio dei cd "anti-copia", progettati per non essere eseguibili su computer. Peccato che sempre piu' persone rinuncino all' impianto stereo e ascoltino la musica sul loro PC. L'acquirente compra il cd, lo porta a casa, lo mette nel computer e si accorge di essere stato turlupinato.Proteste, richieste di rimborso, figura barbina delle major in questione.
Fin qui il passato (invero recente). L'immediato futuro pare essere all'insegna di cd "ibridi" (anti-copia ma eseguibili sul computer) con contenuti "revocabili" (non piu' eseguibili dopo tot ascolti o dopo una certa data), grazie anche a Palladium, nuovo hardware "blindato" annunciato da Microsoft e Intel. In un bell'articolo scritto per la newsletter Apogeo on line, Paolo Attivissimo fa notare che un'innovazione del genere - che letteralmente *nega il futuro* - impedirebbe la trasmissione della cultura e della memoria: "I brani digitali protetti possono essere disattivati a distanza e hanno comunque una data di scadenza intrinseca: infatti dipendono da formati proprietari, da un sistema operativo specifico e da un hardware specifico, che fra pochi anni saranno obsoleti e non piu' disponibili, e non possono essere trasferiti ad altro supporto (se non ricorrendo alla pirateria), perche' sono cifrati... Chissa' come saranno contenti gli storici del futuro, quando non potranno studiare la musica, i film e i libri digitali del nostro secolo perche' non sara' possibile sproteggerli: i supporti esisteranno ancora, e i singoli bit saranno perfettamente leggibili, ma non ci sara' modo di decodificarli, perche' si saranno perse le chiavi di accesso." (cfr. http://www.apogeonline.com/webzine/2002/12/17/01/200212170101)
Sia come sia, non abbiamo dubbi che l'intelligenza collettiva trovera' il modo di aggirare questi problemi.


Balzelli

Nell'agosto 2002 desta scalpore un decreto-legge che prevede un super-rincaro del tributo SIAE sulla vendita di supporti audio (cd vergini, VHS etc.) e apparecchi di registrazione (masterizzatori, videoregistratori), con rincari fino all'8000% (nel caso dei DVD-R). Una politica predatoria indiscriminata, che accusa tutti i consumatori di "pirateria" inferendo - in base a calcoli pseudo-statistici - che utilizzo faranno di supporti e apparecchiature. Se compro un cd per immagazzinarci dei dati, mi tocca pagarlo di piu' perche' la SIAE mi ha gia' classificato come potenziale "pirata". Tra le altre cose, in questo modo verrebbe leso il diritto dell'utente a farsi una copia personale dell'opera. Parlando poi di diritto "d'autore", *chi* esattamente verrebbe compensato dall'introduzione di tale balzello, dato che non e' possibile prevedere *quali* opere verranno copiate? E' ovvio, quei soldi andranno ai soliti noti. La rivista AF Digitale lancia una petizione on line che raccoglie decine di migliaia di firme, mentre fioccano le interrogazioni parlamentari. Per un punto della situazione, cfr. http://www.dirittodautore.it/quaderni.asp?mode=3&IDQ=32
La stessa logica da mignatte ispira la recente proposta del presidente della RIAA Hilary Rosen: tassare i provider che forniscono connessioni Internet a banda larga: "se c'e' una forte domanda di banda larga e' perche' c'e' disponibilita' diffusa di sistemi di file-sharing". Anche qui, statistiche alla carlona introducono una balzana idea di "concorso morale", ed e' la stessa innovazione tecnologica a essere considerata "cattiva". Una simile tassa costringerebbe i provider ad aumentare i costi a scapito di tutti gli utenti, anche di quelli che non hanno mai scaricato un mp3 in vita loro. Non occorre uno straordinario acume per capire che con proposte del genere si allarga il gap culturale tra le major e la societa' civile. Del resto, su quel versante succede anche di peggio.


Repressione

Una sentenza favorevole alla RIAA costringe un provider statunitense, Verizon, a rivelare il nome di un suo utente, responsabile di aver messo in condivisione - attraverso il network KaZaa - 600 brani protetti da copyright. Ogni notte l'autore dell'articolo che state leggendo - usando Soulseek e WinMx - ne mette in condivisione quasi 4000, ma non e' questo il punto: sommando gli utenti di KaZaa, WinMx, Soulseek, Grokster e altri sistemi peer-to-peer, vediamo che sulla potenziale "lista nera" dell'industria fonografica figurano decine di milioni di persone. Secondo una stima dell'IFPI (federazione internazionale delle case discografiche) risalente al maggio 2002, il volume di scambi in rete e' di 500 milioni di files "pirata", e il 99% dei download dalla Rete ha come oggetto materiale illegale. Se un reato viene compiuto *praticamente da tutti quanti* e' ancora un reato? Non e' piu' corretto dire che e' un pugno di burocrati e manager a stare sulla "lista nera" di milioni di persone?
Sinora le vie legali hanno riservato all'industria dell'entertainment quasi solo sconfitte (e vittorie di Pirro come la chiusura di Napster). Assolto Jon Lech Johansen, inventore di una tecnologia (il DeCSS) che permette di copiare i DVD. Assolta la 321studios.com, piccola softwarehouse che allo stesso scopo ha realizzato i programmi XCopy e Copy Plus. Assolto il russo Dmitry Sklyarov, creatore dell'Advanced eBook Processor, programma per copiare i libri elettronici. Tutte queste sentenze di assoluzione riconoscevano che tali programmi non erano "cattivi" di per se', che la loro messa fuori commercio avrebbe potuto ledere il diritto al cosiddetto "fair use" (copia privata, copia di sicurezza, trasferimento da un supporto all'altro etc.), e infine che detenere un copyright su un'opera non da' automaticamente il diritto di imporre limitazioni piu' rigide alla sua "usabilita'". Da poco il senatore repubblicano Rick Boucher ha steso un progetto di legge (il Digital Media Consumers' Right Act) che emenderebbe il famigerato Digital Millennium Copyright Act di quattro anni fa, recependo tali indicazioni. Vola, boomerang, vola.


Il badile

Oggi molti "artisti" sono solo un epifenomeno delle leggi sul copyright: dato che un artista puo' vivere di rendita assoluta infischiandosene del contatto diretto col pubblico, e che il business riguarda soprattutto l'edizione della musica (e solo in seconda battuta la sua esecuzione, il *suonare* nel senso proprio del termine), il mercato si e' riempito di gente che non sa cantare ne' suonare, non sa scrivere canzoni ne' ha idee da esporre nelle interviste, tanto pensano a tutto il playback, le strategie di marketing e un sistema mediatico ruffiano. Riformando radicalmente l'idea stessa di proprieta' intellettuale - estendendo il concetto di "fair use" e allargando l'area del pubblico dominio - profitto e reddito riguarderanno non piu' l'acquisto del supporto ma l'esibizione dal vivo. Il nullafacente sara' obbligato a fare tournees *vere*, cantare *davvero*, sottoporsi davvero al giudizio del pubblico, insomma *lavorare*, se vuole riempirsi lo stomaco, come fanno i miei amici Yo Yo Mundi (una macchina da cento concerti all'anno). Chi non combina niente sui palchi potra' sempre cimentarsi con la zappa o il badile. La sinistra e' sempre stata contro la rendita e il parassitismo delle classi alte, e oggi il copyright si riduce sostanzialmente all'una e all'altro. L'industria dell'entertainment sta subendo un'inaudita pressione dal basso, che la condanna a scegliere tra la morte e una trasformazione irreversibile. Tra tutte le guerre attualmente in corso o che ci orbitano attorno, questa e' sicuramente una guerra che stiamo vincendo noi - noi cittadini, moltitudini, "popolo della Rete".

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Home Taping Is Killing Music?
by Wu Ming 1 Thursday January 30, 2003 at 08:12 PM mail:  

Home Taping Is Killi...
hometaping2.jpg, image/jpeg, 450x283

A monito dell'idiozia delle multinazionali (e della loro mancanza di memoria storica), un reperto di inizio anni Ottanta :-)

WM1

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muoiano
by fabio unipisa Thursday January 30, 2003 at 09:51 PM mail:  

son ben contento se falliscono .i cantanti devono smetterla di far la vita dei nababbi e aver piu prestigio di un professore universitario o gente che fa qualcosa di concreto.se da oggi non ci sono piu cantanti perche non è piu conveniente ,sbattiamocene.su napster c erano ben 2 milardi di canzoni:anche a volerle ascoltare tutte non bastavano 100 vite, quindi ce ne sono fin troppe;se smettono di comporre non è un problema,non rimarremo senzA.BASTARDI ANDATE A ZAPPARE(DA BRITNEI A LIGABUE).

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a leggerti
by asino Thursday January 30, 2003 at 10:04 PM mail:  

ringrazio di non avere fatto l'università

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per asino
by fabio unipisa Thursday January 30, 2003 at 10:09 PM mail:  

il mess non è scritto molto bene perche ho fretta. l importante è il contenuto. ringrazia, sì,ringrazia di non fare l universita di pisa che ti rovino.
soffermati sul contento e discutiamo su quello.

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no no, non hai capito
by asino Thursday January 30, 2003 at 10:45 PM mail:  

non era la forma, ma proprio il contenuto, ma passiamo oltre che il pezzo di Wu Ming 1 non merita tali commenti

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r
by fabio unipisa Thursday January 30, 2003 at 11:01 PM mail:  

ma siii,tutela gente come ligabue,eminem ,merilin manson o altro.gente come te mi fa perder la voglia di impegnarmi a cambiare il mondo anche per quelli come te. rimani nella merda con i tuoi paladini della musica che ti danno tante gioie,ti insegnano a vivere e a trovar le parole giuste da dire al tu* fidanzat*.non ci venire all universita ,leggi CIOE , AMICA, e ALL MUSIC.

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x asino
by vincebus Friday January 31, 2003 at 12:26 AM mail:  

Argomentare, Cretinetti, argomentare! A me questo articolo sembra una buona sintesi di notizie che negli ultimi mesi sono circolate in modo troppo caotico per riuscire a metterle in un contesto, e una buona analisi della tendenza. Se credi che queste cose non ti riguardino, vuol dire che ti sei trovato un nick piuttosto calzante. Il conflitto sulla proprieta' intellettuale e' uno dei piu' strategici, perche' il neoliberismo ha imposto la propria egemonia e i propri monopoli anche e soprattutto grazie a tutto un regime di brevetti, diritti, copyright. E non solo e' strategico: e' anche quello nel quale li stiamo mettendo seriamente in difficolta', senno' non si capisce cosa ci sta a fare oggi Bill Gates in senato, senno' non si capisce perche' la scelta del software libero dà tanto fastidio e perche' si preme per leggi sempre piu' liberticide... Ma evidentemente sei uno di quei deficientelli che ce l'ha a morte coi wuminghi e non e' assolutamente in grado di giustificarlo.

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x vincebus
by Morgana Friday January 31, 2003 at 01:09 AM mail:  

Guarda che asino rispondeva a Fabio
leggi bene
anzi accusa Fabio di aver rovinato lo stile del post
leggi bene
ciao

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((( )))
by Morgana Friday January 31, 2003 at 01:13 AM mail:  

a volte trovo un pò irritanti
i difensori d'ufficio di
Wu ming che peraltro
sa difendersi benissimo da solo

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Cretinetti prova ad argomentare
by asino Friday January 31, 2003 at 01:14 AM mail:  

a parte che la mia diatriba era con quel fesso che si firma unipisa qualcosa, e chissà perchè, forse per sentirsi meno fesso, primo.
secondo, nella confusione delle risposte (nota la velocità di scambio) si poteva forse interpretare che il pezzo di Wu Ming 1 non meritava commenti, invece intendevo proprio il contrario, cioè che il pezzo era bello e non meritava simili commenti.
solo la parte finale "il badile" mi lascia un po' cosi' come dire...merdarello (leggi di merda), lo trovo violento, un po' come se lo scrittore si scagliasse sul musicista
Quando uno è bravo è bravo, se incide un buon disco che gli frutta da vivere (non dico i miliardi) non vedo perchè deve "lavorare" (il fesso di unipisa dice zappare), vivere per forza "a contatto col pubblico" e sminchiarsi cento e piu' concerti l'anno, come gli amici Yo Yo Mundi, definiti addirittura "macchina" (perchè?)
A me Battisti piaceva, non si presentava in pubblico, ma si meritava di vivere di quello che incideva

ps: ma sei Wu Ming 6 o l'avvocato del diavolo dei wuminghi?

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chiedo venia
by vincebus Friday January 31, 2003 at 01:42 AM mail:  

ok, avevo capito male, e' che c'e' un andazzo ad attaccare delle posizioni solo perche' le ha espresse qualcuno anziche' qualcun altro. Chiedo scusa, e' vero i wm si difendono bene anche da soli, ma delle volte uno legge delle robe che... vabbuo', amici come prima :)

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ciao wu ming
by sempre camminando Friday January 31, 2003 at 01:48 AM mail:  

un abbraccio a tutti.

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dunque...
by Wu Ming 1 Friday January 31, 2003 at 01:49 AM mail: giap@wumingfoundation.com 

E' vero quello che dici sull'ultimo capoverso, asino (mi fa un po' strano usare 'sto appellativo, ehm...)
ma che il profitto si sposti dalla vendita del supporto alla *performance*, dal lavoro morto di nuovo al lavoro vivo (com'era in epoca pre-industriale, ma a un livello piu' alto) e' un processo oggettivo, che sara' inesorabile e *livellatore* (e anche indiscriminato) come lo descrivo sopra solo se si continuera' a cercare di reprimerlo. Se invece gli si andra' incontro con intelligenza si produrra' innovazione e si troveranno soluzioni che ancora non ci immaginiamo.
E' questo il succo dell'articolo.
Gia' oggi a essere penalizzati dal file-sharing non sono tanto gli indipendenti o gli autodistribuiti (quelli che vendono il cd ai loro concerti, ma anche labels come la Rhino che confeziona cofanetti curatissimi, con allegati veri e propri libri)... No, a farne le spese sono principalmente le major, che poi sono le stesse che ci propinano i "nullafacenti" di cui sopra.
Pero' e' vero che bisognera' sforzarsi un poco.
Non e' tanto lo scrittore che attacca il musicista, e' il lavoratore che attacca la rendita improduttiva. Noi per dire facciamo 50-60 presentazioni a libro e ci diamo sotto di olio di gomito per tenere il contatto diretto con la comunita' dei lettori. Altri invece se la tirano e basta. Io che sono un marxista credo che l'approccio giusto sia il primo :-)
Ciao,

Wm1

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x vincebus
by Wu Ming 1 Friday January 31, 2003 at 01:51 AM mail:  

Vedo ora il post di Vincebus :O) E' quasi una chat. Compadre, qui sul NW era molto peggio una volta, poi ho deciso di frequentarlo un po' di piu', di rettificare sistematicamente, e si sono stancati prima i rompicoglioni.

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c
by free Friday January 31, 2003 at 01:52 AM mail:  

dubbio stupido: ok, il cantante per vivere suona, al diavolo i diritti e i dischi venduti. Ma se applico la stessa logica, chessò, ad un programmatore di software, non funziona più tanto bene. Che fa il poveretto, il sistema operativo dal vivo a domicilio?
Lo dico perchè è mia opinione che il mercato del software potrebbe, a breve, fare la stessa fine di quello della musica.
Oggi il "popolo della rete" è già in grado di elaborare software aperto (credo sia il termine giusto, non me ne intendo molto) libero e disponibile a tutti per l'uso e la modifica. Potrei dire, riprendendo wm1, che oggi i "padroni" del software sono un epifenomeno di diversi fattori, passati e presenti, quale per esempio il sistema di distribuzione, necessario finchè in internet non potevano circolare grandi quantità di dati (come per musica, divx, ecc del resto). Oggi alcuni di questi fattori sono scomparsi, e forse il popolo di internet metterà a segno un altro colpaccio. Alla faccia di chi progetta palladium e sistemi chiusi.

P.S.

Ma chi se lo compra palladium? C'ha scritto sopra a lettere cubitali che è una trappola. A qualcuno riusciranno anche a propinarlo, ma prima devono sterminare chiunque continui a fare altro.

Compra Palladium, il computer palloso. Il computer stupido.

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hey Wu Ming 1!
by Bambine di Satana Friday January 31, 2003 at 02:06 AM mail:  

Gli asini son belli!
Gli asini volano! (un po' come Sbancor)
cia'

BdS

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hoo io questi non li sfango ...
by nowuming Friday January 31, 2003 at 03:56 AM mail:  

te semo cambia quel nik ... poi sti wu ming mi stanno ampiamente sulle palle primo perchè rompono i coglioni facendosi pubblicità su indymedia ogni volta che scrivono qualcosa ,secondo perchè dicono "questa volta abbiamo vinto noi"mentre loro i diritti invece se li fanno pagare tutti eccome, terzo perchè rompono i coglioni con le moltitudini che rimanda a un loro pessimo maestro, quarto perchè sul loro sito cè un link che porta da quei cretini di cui il poveraccio sopra usa il nik .

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quinto
by . Friday January 31, 2003 at 10:41 AM mail:  

..quinto fatti una per di valium e levati dai coglioni.

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Mo beh
by Nonna Jole Friday January 31, 2003 at 10:42 AM mail:  

Dai mo' che mi sto appesa a Intardet con la palla di cristallo, e non è mica facile!
Sono qui a vedere un po' che fanno le mie bambine e vedo che i cretini sono sempre esistiti, da prima dei giganti
Beh, mo vedo di ritornare alla mia pozione magica che ho dimenticato sul fuoco... vi saluto e andè a lavurer carogne!
Come si sconnette da Internette boh...

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Wu Ming 1
by asino Friday January 31, 2003 at 10:48 AM mail:  

lasciando perdere gli eccessi e le porcherie alla Madonna e Michael Jackson,
o come dici tu "chi se la tira e basta", non pensi che scrivere musica, testi, incidere possa essere considerato alla stregua di lavoro "vivo" (e quindi non
sola rendita) senza per forza dover tenere contatti col pubblico?

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commenti
by Wu Ming 1 Friday January 31, 2003 at 01:11 PM mail: giap@wumingfoundation.com 

Sulla questione software: da vent'anni Stallman precisa che il "free" di free software sta per "libero", non per "gratuito".
Quanto a Linux, i suoi programmatori il reddito lo trovano eccome, grazie alle "distribuzioni". Linux e' stato anche quotato in Borsa nel '99 e ha avuto la partenza piu' alta di tutti i tempi.
Il copyleft e' esattamente una di quelle innovazioni giuridico/economiche che cerca di conciliare la remunerazione del lavoro compiuto con un approccio non rigido al problema del diritto d'autore. La trovo un'alternativa equilibrata, concreta, praticabile e anzi gia' praticata, cfr. la nostra intervista all'AIB (presente sul sito come addendo alla nostra "dichiarazione d'intenti"), cfr. nostri testi come "Copyright e maremoto" (su un giap del dicembre scorso, facilmente reperibile nell'archivio on line) o "La terra degli hackers" (nella sezione "Outtakes" del nostro sito).
Il copyleft si basa sul copyright, ma il copyright anziche' ostacolo diventa *garanzia* di libera circolazione, purche' non a scopo di lucro. Insomma, un pescecane di multinazionale non puo' appropriarsi dell'opera semplicemente perche' essa e' gia' proprieta' di qualcuno, non puo' apporvi un copyright perche' ce n'e' gia' uno. L'opera puo' essere utilizzata come meglio si crede purche' rimanga liberamente utilizzabile alle condizioni indicate nella dicitura.
Quanto al deficiente che dice che noi i diritti li percepiamo eppure: i nostri libri sono liberamente riproducibili per scopi non commerciali. Vale a dire che noi dai libri in se' percepiamo solo la percentuale del prezzo di copertina (royalties) non il copyright (che e' appunto il diritto di copia). Se poi un produttore vuole farci i miliardi traendone un film, i diritti ce li facciamo pagare eccome! Si chiama "copyleft", baby.
Sulla questione del "lavoro vivo" e della "rendita", c'e' un problema di meccanismo sfuggito a ogni controllo:
un guitto come Tony Renis e' multimiliardario solo perche' quarant'anni fa ha scritto una scemenza come "Quando quando quando". Incassa miliardi solo perche' tale scemenza e' eseguita nei night e nei piano bar di mezzo mondo, ma che meriti ha lui da quarant'anni a questa parte? Rendita feudale purissima.
Tony Esposito, ogni anno, guadagna seicento milioni di vecchie lire solo per le esecuzioni nei piano-bar di "Calimba de luna". Da vent'anni non fa piu' niente, o almeno cosi' sembra. Questo cos'e', "lavoro vivo"?
E' chiaro che in una rivoluzione non puoi andare troppo per il sottile: per correggere queste storture devi evitare di preoccuparti dei casi che invece dici tu, di quelli che continuano a scrivere. Se ci sara' intelligenza e vera innovazione imprenditoriale, si trovera' l'equilibrio. Altrimenti, la mia posizione e' questa:
L'unico modo per riportare un po' di giustizia sociale ed eguaglianza nel mondo dell'entertainment, che deve ancora avere la sua rivoluzione borghese, e' far cadere un tot di teste nelle ceste. Puo' darsi che la ghigliottina faccia anche qualche vittima innocente, ma la maggior parte dei giustiziati se lo sara' meritato :-)
Sulla questione che ci facciamo pubblicita' ogni volta che interveniamo: non mi sembra proprio di aver nominato nessun nostro romanzo. O devo star zitto perche' senno' il primo fesso mi accusa di fare una réclame? Tanto peggio per chi non ha niente da pubblicizzare.
Ciao a tutti/e,

R.

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rivoluzione ?
by no wm Saturday February 01, 2003 at 05:34 AM mail:  

Hai fatto un taglio di pugnette per dire cosa alla fine ? che fate esattamente come tutti gli altri .

"Il copyleft si basa sul copyright, ma il copyright anziche' ostacolo diventa *garanzia* di libera circolazione, purche' non a scopo di lucro."
E per cosa credi che copino i cd i libri i film gli orologi le borse ,per fare opere di bene ?

"L'opera puo' essere utilizzata come meglio si crede purche' rimanga liberamente utilizzabile alle condizioni indicate nella dicitura." dovè la novità? Tutti a casa propria riproducono copie di cd o altro è sempre esistito o ti dispiace anche questo ?

"i nostri libri sono liberamente riproducibili per scopi non commerciali." Ecco fatto, per cui se il negretto copia i vostri libri e li va a vendere sotto i portici ti incazzi come tony renis e scatta la denuncia .




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ciao fesso
by puk Saturday February 01, 2003 at 02:48 PM mail:  

nn so se mi fanno piu' vomitare le tue parole o quelle di ligabue.
il problema e'.... chi fa la vita da nababbo...????
se un professore universitario o un ligabue?
ti diro' che il secondo nn mi intralcia...
si', mette nelle orecchie merda, ma questo nn mi riguarda...
i professori universitari e i professoroni in genere mi fanno molta piu' paura.
sono SEEEEEEERIIIIIIII.... e istituzionalizzati.
insomma, autoritari maiali.

io i tipi come te, brutto fascista nn consapevole, li uso come orinatoi.
ti chiamero' vespasiano, o mio schifido pisano.
ps
ma nn avevate la paranoia di nn far passare commenti fascisti su indy?
(criterio fascista... tra le altre cose, nn trovate?)

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scusa puk ma non si capisce un cazzo
by ((( ))) Saturday February 01, 2003 at 02:58 PM mail:  

scusa puk ,ma proprio non si capisce verso chi stai orinando???? anche se mi pare, nessuno parli ne del liga ne di professori....bho

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nn c'e' mica bisogno che ti scusi...
by puk Saturday February 01, 2003 at 04:01 PM mail:  

cordiale amico...
nn c'e' mica bisogno che ti scusi...
commentavo solo il post del tizio di unipisa, che parla di professori e ligabue (e britnei... nn meglio identificato).
mi sa che il titolo del suddetto e' "muoiano"
ma se sono finito su una dimensione parallela... mi perdonino lor signori.

(adesso l'hai capito il "cazzo"?)

("...e poi le parolacce che ti lasci scappare
che servono a condire il tuo discorso d'autore
come bava di lumache stanno li' a dimostrare che e' vero
e' vero nn si puo' migliorare
col tuo schifo di educazione
col tuo schifo di educazione...
PIGRO..."

questa la conosci? e' una canzone... o almeno lo sarebbe se te la suonassi, piuttosto che scrivertela...)

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dunque
by harak. Saturday February 01, 2003 at 04:12 PM mail:  

anche i musicisti hanno potere d'influenzamento, no?

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postilla sulla "pirateria"
by Wu Ming 1 Saturday February 01, 2003 at 07:02 PM mail: giap@wumingfoundation.com 

[Premessa: Caro "no wm", mi sembri abbastanza fuori dal mondo, e completamente ignaro della questione di cui stiamo parlando, digiuno di software libero, di pirateria, di tecnologie di riproduzione e quant'altro. Insomma, in parole povere non sai un cazzo di niente. Non sai un cazzo di niente ma scrivi. Scrivi solo perche' ti sto sul cazzo anche se non ti sei dato la pena di leggere e capire cosa ho scritto. Infatti mi poni domande che non hanno nemmeno un senso compiuto. Insomma, mi sembri piu' che altro un poveretto (anche piuttosto inarticolato nell'esprimersi), quindi non rispondo a te, ma chiarisco alcuni punti a beneficio di altri che leggono questo thread.]

Qual e' la "pirateria" a cui tutti si riferiscono da tre anni a questa parte? E' la "pirateria" fai-da-te, quella che fa ognuno di noi, grazie all'accesso piu' democratico ed economico a certe tecnologie di riproduzione. Fino a pochissimo tempo fa i masterizzatori li trovavi solo nelle sale d'incisione. Adesso lo abbiamo in casa quasi tutti. Quindi che cazzo c'entrano i "fini commerciali", le copie degli orologi e delle borse? Non bisogna credere alla propaganda delle multinazionali secondo cui dietro la "pirateria" ci sarebbe chissa' quale crimine organizzato: quella che stanno attaccando e' la pratica della condivisione (concetto che gli sta sul cazzo a prescindere), oltre alla pratica della masterizzazione domestica. Quando parlano di "pirati" intendo in realta' tutti noi, chiunque, e nessuno di noi copia "a scopo di lucro", ma perche' gli piace la musica etc. E' questa la rivoluzione. Ogni tanto rompono le balle a qualche migrante che vende cd taroccati, ma e' chiaro che non e' quella la causa della crisi dell'industria fonografica. La causa e' una vera e propria rivoluzione dal basso, pochi cazzi. Infatti tutte le ultime mosse repressive sono rivolte contro la comunita' degli utenti, mica contro il senegalese che espone la sua mercanzia sotto il portico. Quest'ultimo tipo di "pirateria" e' endemico e gia' calcolato in anticipo come perdita inevitabile. Ed e' sempre esistito. Il salto di qualita' e' da Napster in poi, ed e' la miopia delle major ad aver fatto precipitare la situazione. Se non si fossero mostrate cosi' isteriche riguardo alla copia individuale (che secondo loro sono trent'anni che "it's killing music") e al "fair use" (cioe' alla riproduzione e all'utilizzo a fini non- commerciali), e se avessero abbassato i prezzi dei cd, le cose si sarebbero stabilizzate. Hanno scelto di denunciare Napster, e in quel momento hanno firmato la propria condanna a morte.

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potere de che?! (per harak)
by puk Saturday February 01, 2003 at 07:38 PM mail:  

potere i musicisti? si', lucio dalla forse. beppe carletti, adriano celentano e nerone... quelli si' che ne hanno potere. se intendi dire che i musicisti (termine quanto mai improprio se usato in accompagno a nomi come quello di ligabue...) influenzano le masse... beh... scordatelo. sono i media che danno cassa di risonanza e influenzano. mica e' colpa di ligabue se nn ha niente di originale da dire! e manco e' colpa dei 15enni se se lo son bevuto 10 anni fa... chiedi a cecchetto e co. di chi e' la responsabilita' di tutta sta' merda che ti impedisce pure di ragionare. il prodotto commerciale e' legato alla via di riproduzione. se metto su un pezzo con un paio di patterns che si ripetono a morte brano, ti perforo il cervello! considera una cosa. pensa a un musicista che ha come unica speranza di guadagno il suo signore. il sire ha, per provare ed ascoltare i suoi artisti, un teatro. ti immagini un musicista che scrive 1ora e mezza di musica tipo nek? orecchiabile e' orecchiabile... ma dopo 4 minuti lo vuoi scannare! ti vengono du palle che nn ti alzi piu' dal poltroncino del teatro! pensa invece ad un musicista che ha come unica speranza di nn morire di fame il legare la sua musica ad un prodotto. questo prodotto gli consente di passare per radio, gli paga gli spazi. se se ne esce con la 40, che pure e' orecchiabile, sta sicuro che dovra' pigliare in mano la zappa. fai un test chiedi ai tuoi amici per quante volte hanno ascoltato nella prima settimana di lancio il pezzo ... che so?... di yuyu, quella zoccola italiana che gracchia in francese agitando le poppe. ti diranno, ammesso che abbiano una radio e frequentino luoghi in cui le radio commerciali imperano (tipo na palestra), che l'hanno ascoltata fino alla nausea. che so ? 10 volte al giorno, per esempio. E' FALSO in verita' l'hanno ascoltato per 20 secondi 20 volte al giorno. solo che il pezzo e' talmete identicvo e ripetitivo... che in effetti e' peggio che3 se l'avessero ascoltato 2000 volte. in teatro c'e' l'attenzione e il tempo, oltre che l'aspettativa. in macchina c'e' solo la speranza che nn ti capiti ramazzotti nel traffico, senno' ti attacchi al tubo di scappamento. e poi l'industria discografica e' una bugia colossale. serve solo a fare a meno dell'arte che e' libera, nn ingabbiabile e difficilmente sfruttabile per avere potere e soldi. l'artista e' un folle per l'uomo normalizzato. e piu' e' potente la normalizzazione, piu' folle appare l'artista. poi se ti capita di assistere a concerti belli e ami la musica la differenza tra cio' che e' pompato e cio' che nn lo e' la distingui in platea. sotto il palco delle esibizioni gratuite, quelle dei raduni dove il gruppo e' invitato, pagato da chissa' che ente o foraggiato da chissa' che casa discografica... e' li' che si decide se sei un cretino un bluff o uno che ha qualcosa da dire. i bluff si riconoscono subito i professionisti anche (quelli che nn scappano malgrado i fischi). ed entrambi sono altro rispetto agli artisti. i mastritta li conosci? qualche anno fa fecero ballare i punk italiani con musica popolare spagnola eseguita a modo loro. a fine concerto gli han dovuto fissaree una nuova data. invece l'anno scorso un catalano rocker tipo ligabue ha fatto 1/2 ora di inferno in terra sul principale di arezzo. nn e' che e' stato umiliato... e' stato polverizzato dal pubblico. quando parliamo di musicisti, per favore, cerchiamo di nn nominarli quelli che passano in tv. quelli sono zombi o nella migliore delle ipotesi... squallidi venduti. e i discorsi sui diritti e la siae... e' solo na mafia. tu porti capitale legato al tuo brano, il coeffic sale e ad un certo punto alla soc ita aut ed ediit conviene farti socio. ma il circolo e' vizioso. io sono iscritto siae da 10 anni. perche' e' anche difficile uscirne. ma sinceramente... l'unico problema che ho io con la tutela del diritto d'autore... e' che esiste.

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parlo di musicisti veri
by harak. Saturday February 01, 2003 at 07:48 PM mail:  

mi sembrava scontato.
e cmq..tieni conto che pure il pattume come nek, britney spears, rispecchiano quello che è la società di oggi.
si è imborghesito pure il guccino, capirai.

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questa non era male come domanda,
by ??? Saturday February 01, 2003 at 07:56 PM mail:  

<<<"i nostri libri sono liberamente riproducibili per scopi non commerciali." Ecco fatto, per cui se il negretto copia i vostri libri e li va a vendere sotto i portici ti incazzi come tony renis e scatta la denuncia .>>>

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be' dai, ha risposto
by fratello di vincebus Saturday February 01, 2003 at 08:01 PM mail:  

se leggi bene si risponde che non è quello il principale problema

ps.
sei sicuro che poi tony renis denunci Mamadou?

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x ???
by Wu Ming 1 Saturday February 01, 2003 at 11:41 PM mail: giap@wumingfoundation.com 

Anch'io pensavo di avere gia' risposto, comunque non c'e' problema, integro:
1- non ho mai visto senegalesi vendere libri pirata per strada
2- se uno vuole rinunciare alla qualita' del supporto, allora il libro e' scaricabile *gratis* direttamente dal nostro sito; se uno vuole rinunciare al *possesso*, allora il libro e' disponibile gratis in biblioteca. Mi spiegate perche' cazzo uno dovrebbe *comprarlo* dal senegalese? Perche' vuole per forza spendere dei soldi?
3- in subordine e in ogni caso non denunceremmo certo il senegalese di cui sopra, per ovvia solidarieta' ai proletari migranti costretti alla sottoeconomia e sfruttati dal capitale extralegale; pero' il "mandante" del senegalese si configura come vero e proprio *editore*, come impresa (per quanto clandestina), e quindi si', c'e' una violazione dello spirito del copyleft. Come scrivevo sopra, non e' questa la "pirateria" che valorizzo, ma quella do it yourself.

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wuming...
by ...fammi capire... Sunday February 02, 2003 at 12:03 AM mail:  

wuming ha scritto: " pero' il "mandante" del senegalese si configura come vero e proprio *editore*, come impresa (per quanto clandestina)".
Ma tu immagini, dietro uno che riproduce libri, un'intera impresa-comunità-perversa accolita di spregevoli individui atti a violare il copyleft sui tuoi libri? Per cui alla fine il povero migrante senegalese merita la tua commossa comprensione, mentre chi gli ha fornito il libro e i mezzi per riprodurlo è un criminale da denunciare? E in base a quali raffinate analisi sociologiche dedurresti questo, forse i tuoi compagnucci "moltitudinari" stanno facendo "conricerca" anche su questo nuovo, emergente soggetto di classe? Spiegati, soggettone... Fammi capire.... Mai fotocopiato un libro all'università? I prof universitari sono forse meno degni di te?

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ehi Wuming/Blissett
by sporca dozzina Sunday February 02, 2003 at 12:07 AM mail:  

sbaglio o "Q", di Luther Blisset, è stato pubblicato per Einaudi e in seguito per Mondadori? Siete poco crdebili quando parlate di copyleft ecc...
Vai fuori dalle palle, Wuming.

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ehi Wuming/Blissett
by sporca dozzina Sunday February 02, 2003 at 12:07 AM mail:  

sbaglio o "Q", di Luther Blisset, è stato pubblicato per Einaudi e in seguito per Mondadori? Siete poco crdebili quando parlate di copyleft ecc...
Vai fuori dalle palle, Wuming.

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Si son presi i nostri cuori
by * Sunday February 02, 2003 at 12:17 AM mail:  

"sotto una coperta scura,
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura"

Wu Ming, non gli dare retta, sopravvivi come puoi
ciao

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E poi, e poi..
by Bambine di Satana Sunday February 02, 2003 at 12:44 AM mail:  

gente viene qui e ti dice
di sapere già ogni legge delle cose
e tutti sai
vantano un orgoglio cieco
di verità fatte di formule vuote
e tutti sai...ti san dire come fare, quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual è il vero
e poi e poi..
tutti chiusi in tante celle, fanno a chi parla più forte
per non dir che stelle morte fan paura..

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x ...fammi capire... e per quell'altro
by Wu Ming 1 Sunday February 02, 2003 at 12:45 AM mail: giap@wumingfoundation.com 

Rileggi la mia risposta e vedrai che non ho parlato di denunciare nessuno, neanche il "mandante", ho solo detto che non e' quello lo spirito del copyleft. Che poi ci sia una "pirateria" audiovisiva (e bada che questo termine lo metto sempre tra virgolette) che e' una vera e propria industria del capitale extralegale e' un dato di fatto: la camorra non e' una sezione di capitale? Spessissimo vengono scoperti e posti sotto sequestro i laboratori di duplicazione della camorra.
Devo ripeterlo altre cinquanta volte che non e' quella la "pirateria" che mi interessa e che sostengo? Il processo di democratizzazione dell'accesso alle tecnologie digitali porta il singolo utente/acquirente/fan/etc. a *riappropriarsi* della pirateria, contro tutti i tentativi di grassazione capitalistica, e anche contro la "pirateria" eterogestita (che comunque non criminalizzo).
Sulla questione Einaudi (che non e' l'unico editore per cui pubblichiamo): a me sembra che il risultato politico importante sia stato proprio *imporre* il copyleft a una grande casa editrice commerciale. Senno' restiamo a farci i pompini a vicenda e a darci sempre ragione nelle nicchie dell'underground. Prima di Q le clausole no-copyright erano solo nei colophon di piccole case editrici di movimento, Q ha dato maggiore visibilita' alla tematica.
Il sistema della proprieta' intellettuale va contestato e superato "nel ventre della bestia", altrimenti ha poco senso, rimane una cosa elitaria e non incide in alcun modo.
Allo stesso modo, il sistema dei brevetti va affrontato e superato *all'interno* dell'industria, senno' rimaniamo qui a dirci che i brevetti sono sbagliati ma intanto l'industria continua a usarli, a brevettare specie animali e vegetali, sequenze di DNA etc.
Allo stesso modo, il software proprietario va superato nelle tecnologie dei server, nelle pubbliche amministrazioni, nelle reti accademiche etc., non solo sul personal computer di pochi smanettoni di movimento, altrimenti Microsoft non la sconfiggeremo mai.
Spero di essere stato chiaro.

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dimenticavo...
by Wu Ming 1 Sunday February 02, 2003 at 12:50 AM mail: giap@wumingfoundation.com 

Ah, un'ultima cosa per "sporca dozzina":
non so a chi ti riferisci quando parli di "compagnuzzi moltitudinari", ma se sei uno di quei disinformati che ci associano ai Disobbedienti, sei incredibilmente fuori strada. Non abbiamo alcun tipo di rapporto con quell'organizzazione, di cui non condividiamo NULLA (e non mi dilungo perche' e' OT). Spero che quest'affermazione suoni sufficientemente categorica.

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e le moltitudini senza computer?
by buona idea Sunday February 02, 2003 at 12:21 PM mail:  

<<<2- se uno vuole rinunciare alla qualita' del supporto, allora il libro e' scaricabile *gratis* direttamente dal nostro sito; se uno vuole rinunciare al *possesso*, allora il libro e' disponibile gratis in biblioteca. Mi spiegate perche' cazzo uno dovrebbe *comprarlo* dal senegalese? Perche' vuole per forza spendere dei soldi? >>>

Lo comprerebbe da un senegalese una persona che non ha il pc e stampante a casa.Sapessi quanti ne conosco.Anzi potrebbe essere una buona idea.
Chi la già fatto quanto viene a costare un libro di 250 pagine.Esistono programi x l'impaginamento.La copertina?
Chiaramente si cloneranno solo i Mondadori Einaudi(non solo WM chiunque si abbia voglia.
E poi un bel banchetto in un centrosociale.
ciao


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e le moltitudini senza computer?
by buona idea Sunday February 02, 2003 at 12:21 PM mail:  

<<<2- se uno vuole rinunciare alla qualita' del supporto, allora il libro e' scaricabile *gratis* direttamente dal nostro sito; se uno vuole rinunciare al *possesso*, allora il libro e' disponibile gratis in biblioteca. Mi spiegate perche' cazzo uno dovrebbe *comprarlo* dal senegalese? Perche' vuole per forza spendere dei soldi? >>>

Lo comprerebbe da un senegalese una persona che non ha il pc e stampante a casa.Sapessi quanti ne conosco.Anzi potrebbe essere una buona idea.
Chi la già fatto quanto viene a costare un libro di 250 pagine.Esistono programi x l'impaginamento.La copertina?
Chiaramente si cloneranno solo i Mondadori Einaudi(non solo WM chiunque si abbia voglia.
E poi un bel banchetto in un centrosociale.
ciao


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anche perchè
by * Sunday February 02, 2003 at 12:52 PM mail:  

mi sono rotta la fica di non usare il termine moltitudini solo perchè Negri e dunque disobbedienti lo hanno rubato.

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Musica, Economia e Potere
by Alberto "Moses" Sunday February 02, 2003 at 01:49 PM mail:  

Queste diatribe sulla musica sono vecchie come il cucco, ma ciò che mi sconcerta è l’assoluta incapacità di capire ancor oggi che dietro di esse c’è una visione del mondo, una politica economica e sociale, che si scontrano. Insomma non è solo una pulsione giovanilistica.
Negli Stati Uniti, negli anni ‘40, esisteva un’associazione di autori e produttori musicali (ASCAP) che si divideva il profitto con i diffusori di musica (la Radio), finché i secondi decisero di non pagare i diritti d’autore agli interpreti delle canzoni, così nel 1942 la Federazione Americana dei Musicisti proclamò uno sciopero, reclamando i diritti su ogni disco trasmesso. In risposta le compagnie radiofoniche si rivolsero ai cantanti, gli interpreti. “La disputa tra ASCAP e la radio americana permise ad una nuova categoria di compositori (BMI) di entrare nel mercato”. Questa categoria di compositori di lì a poco tempo lanciò il Rock ‘n Roll, genere musicale giovanile e prettamente radiofonico.
A metà degli anni ‘50, negli Stati Uniti esistevano due mercati discografici contrapposti; da una parte un mercato formato da consumatori adulti e che aveva il suo referente nei musicisti dell’ASCAP e nel media televisione; dall’altra parte esisteva un mercato più dinamico con generi musicali adatti ad un pubblico giovanile e che aveva il suo referente nella categoria di compositori BMI e nel media radio. Operativamente questi compositori facevano a meno del caratteristico spartito musicale, essi costruivano la loro musica ad “orecchio”. Questo modo di operare da parte dei compositori BMI è connesso al media radio, infatti, secondo gli studiosi di comunicazione la radio produce un tipo di comunicazione audio-orale.
Questo processo portò a metà dei sixties ad un mercato discografico diviso in piccole etichette, ma da lì a poco tempo le cose sarebbero cambiate con l’introduzione di una nuova tecnologia di registrazione. Le nuove tecnologie di cui stiamo parlando furono; il formato disco a 33 giri e gli studi di registrazione a sedici piste. Nel caso del 33 giri, il costo base nel 1970 era di 10000 dollari, mentre per il 45 giri era di 2000 dollari. L’affermazione del 33 giri fu sensibilmente aiutata da una consistente spinta culturale che intravedeva in questo formato maggiori possibilità di espressione artistica. Ironia della sorte, causa gli alti costi delle nuove tecnologie, di fatto estromisero dal mercato le piccole case discografiche indipendenti, facilitando il compito alle grandi case discografiche. Ma non tutto era perduto come ha sostenuto H.M.Enzensberger in un suo classico articolo, i sistemi dei media, come strutture di controllo sociale fanno acqua.
A metà degli anni ’70 si affermarono due tecnologie che avrebbero rimesso in discussione il tutto: La consolle dei Djs e la fotocopiatrice. La prima diede di nuovo impulso ai dischi afroamericani prima con la disco e poi con l’Hip hop, la seconda originò il Punk. Secondo McLuhan “la fotocopia è arrivata come un salto all’indietro, come la fine del ciclo di Gutenberg; mentre Gutenberg ha reso tutti lettori, la fotocopiatrice rende tutti editori”. “Lo scambio tra la musica e il suo pubblico fu favorito e diffuso dalle cosiddette fanzines. Queste erano fogli prodotti in casa, fotocopiati e legati con una cucitrice, sui quali si riportavano recensioni di dischi e concerti”.
Ma i monopolisti nn stavano a guardare e di nuovo il pendolo và a loro favore con l’ingresso in scena di MTV. Nel 1981, all’interno del vasto panorama televisivo statunitense, nasce un nuovo canale televisivo. Esso si chiama MTV (Music TeleVision) e dedica ventiquattro ore su ventiquattro alla musica “leggera”, questa nuova avventura imprenditoriale sarà seguita da altri in Europa ( tra cui anche la nostra Videomusic) e non tarderà a dare i suoi effetti nel mondo musicale. Nel 1982 un gruppo musicale a nome Duran Duran si trascinavano con il loro album “Rio” tra il 126° ed il 164° posto delle classifiche americane. Arriva MTV e fa schizzare i Duran Duran tra dieci migliori album del Billboard in quattro mesi. Invece d’incoraggiare un’esplosione della creatività, i video sembrarono rafforzare il dominio delle grandi società, perché solo esse possiedono i mezzi per finanziare la produzione, la fabbricazione e la distribuzione di videoclip. In questo campo, essendo gli errori di valutazione ancora più costosi di quanto non siano per il settore discografico, è chiaro che si utilizzeranno i video solo per promuovere artisti affermati e sicuri sul piano delle vendite. Lungi dall’essere una nuova forma d’arte, i video non sono quindi che strumenti di pubblicità per le canzoni e gli artisti che ne sono protagonisti.
La storia si ripete con gli MP3 in rete, con Napster e ultimamente con le p2p si ripropone una cultura dell’autoproduzione, con i “cattivi” sempre pronti a rispondere ai colpi dei nuovi “ribelli” che non a caso riprendono le foggie delle subculture della fine dei ’70. Questi cambiamenti socio-tecnologici sono importanti anche politicamente lo sono stati in passato e lo saranno sempre. Il movimento dei diritti civili in USA (SNCC) nasce e si sviluppa con il R&R e il R&B. Come potevano i giovani accettare la segregazione quando i cantanti loro preferiti erano sia bianchi che neri? E questo movimento fu molto più importante delle rivolte di Berkeley del 1967 come lo riconosce lo stesso Chomsky in un suo libro “capire il potere”. Le pratiche di condivione dei saperi originate dallo scambio di musica su MP3 è maledettamente rivoluzionario, chi per tempo ha scaricato musica da internet non accetta di andare in un negozio a comprare un CD, ma non solo questo egli è più propenso a praticare stili di vita alternativi. Si è formato un economia del dono e nn significa un economia del gratuito. Essa, come riferisce Carlo Formenti in “mercanti di futuro”, è un sistema di dono-scambio che contempla regole di reciprocità che definiscono sia una serie di obblighi che un preciso interesse a donare. La licenza GNU, LinuX, è concepita in modo tale per cui si restituisce un prodotto che contiene qualcosa in più di quello che si era ricevuto. Questo lo sanno i potenti ed è per questo che l’amministrazione Bush si è preoccupata di stringere d’assedio internet da un verso dando via libera al monopolista Bill Gates e dall’altro supportando le lotte delle major discografiche. Bush ha dichiarato guerra già da un pezzo! Ma non all’Iraq bensì ai nuovi sviluppi economici e sociali della new economy, che per stoltezza dello schieramento di Sinistra non sono stati compresi e che sono maledettamente più pericolosi (per la vecchia economia) di Bin Laden e soci.

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riti iniziatici arcaici
by Morgana Sunday February 02, 2003 at 02:30 PM mail:  

<<<Il movimento dei diritti civili in USA (SNCC) nasce e si sviluppa con il R&R e il R&B. Come potevano i giovani accettare la segregazione quando i cantanti loro preferiti erano sia bianchi che neri?>>>

mi sono chiesto + volte se il ns movimento debba + alla tradizione comunista+anarchica o alla nascita del r'n'r.
Secondo me con il r'n'r alcune persone hanno semplicemente
"cominciato a girare" + fretta degli altri.
Un pò come in certi riti iniziatici arcaici solo un pò + forte.
Un ritmo che ti rimane dentro anche quando esci dal concerto a fare le altre cosa della vita(parlo degli anni 50)e le cose che fai,il mondo in cui vivi cambia radicalmente

Ma anche tra Marx,Engels,Lenin,Trotski,bakunin,ecc
e Hendrix,Morrison,Joplin,Velvet u,Marley,Sex pistols,Kubain ecc eec non so chi abbia effettivamente avuto + influenza nella ns vita

Negli anni 70 non ricordo un intervento politico
"superiore" al concerto di B.Marley a S.Siro

ciao

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J
by Mick+Keith+Bill+Charlie+Ron Sunday February 02, 2003 at 02:35 PM mail:  

Jagger & Richard meglio di Lenin e Marx!

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Musica e Tumulti
by Alberto "Moses" Sunday February 02, 2003 at 03:21 PM mail:  

Cosa fu più rivoluzionario nei sixties di un innocua canzonetta d'amore (se la leggiamo testualmente naturalmente) come "dancing in the streets" di Martha Reeves & The Vandellas su Motown Rec. la casa discografica che aveva come effige una cartina di detroit segnalata con una stella rossa!
I dimostranti afroamericani scesero in strada intonando tale canzone in tutte le città USA e fu il più grosso tumulto dei neri della storia USA.
Poi i Rolling Stones ad un anno di distanza (1968) ci fecero "Street fighting man" su basi musicali simili.
Comunque, gli Stones sapevano dove andare trovare ispirazione: R&B, Blues, Soul. Ed essi lo hanno sempre detto.
Invece il Ligabue nostrano fà il furbetto dice di amare B.Springsteen e poi si lancia con "Balliamo sul mondo" scoppiazzatura indegna di "Hong Kong Garden" di Sioxiee & The Banshees. Lui nn ha capito l'economia del dono-scambio di cui dicevo sopra nel post kilometrico. Rimane sulla difensiva. Fà il furbo.
Ciao

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x buona idea
by Wu Ming 1 Sunday February 02, 2003 at 03:24 PM mail: giap@wumingfoundation.com 

Ribadisco che sarebbe anti-economico. Costa meno fotocopiarsi il libro da soli (altra possibilita' implicita nella nostra dicitura copyleft) e comprare le fotocopie da qualcun altro, con inevitabile sovrapprezzo senza il quale tale rivenditore non farebbe alcun profitto?
E' piu' economico sfruttare gratis la connessione e il toner (o la fotocopiatrice) dell'ufficio, della scuola o dell'universita', o dare dei soldi a un editore, per quanto "pirata"?
E' vero, c'e' gente che non ha il computer, non studia, non lavora. Ma avranno pure amici o amiche che hanno il computer o che studiano o che lavorano in un qualsiasi ufficio! E' meglio rivolgersi a un amico che ti fa un favore gratis o al massimo in cambio di una birra media, o rivolgersi a un estraneo che ti fa pagare?
Poi e' vero, c'e' gente che non ha il computer, non studia, non lavora, non ha amici col computer, non ha amici che studiano, non ha amici che lavorino in un qualsiasi ufficio... Bene, credo che a questa gente non fotta granche' dei libri.
E qui arrivo al punto cruciale: in Italia si legge troppo poco. E' un problema culturale, non di prezzi dei libri. Di libri stra-economici ne trovi a montagne, in libreria e anche in edicola. I giornali regalano libri a tutto spiano. Le biblioteche esistono capillarmente sul territorio, e li' i libri puoi prenderli e leggerli gratis. Ma c'e' un problema culturale che ha origini nella struttura economica e nella costituzione materiale di questo paese (cause su cui non mi dilungo qui). All'industria della "pirateria" non conviene investire nei libri, non e' un business redditizio.
Tra l'altro, vedrete che con l'estendersi della "pirateria" do-it-yourself (estendersi velocissimo: Napster esplose meno di tre anni fa!), col tempo i profitti della "pirateria" industriale andranno calando (non drasticamente come quelli dell'industria discografica ufficiale, ma abbastanza sensibilimente da causare ripercussioni).

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errata corrige
by Wu Ming 1 Sunday February 02, 2003 at 03:25 PM mail: giap@wumingfoundation.com 

L' "e" della prima domanda retorica va in realta' letto come "o" :-)))) "Costa meno.... o.... etc. etc."

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copy left anche nella grafica
by valentina Sunday February 02, 2003 at 04:33 PM mail: valentigo@libero.it 

è vero nel settore copy left stanno succedendo da anni cose molto interessanti.
Vedi ad esempio nella grafica il do goody design ethic.
http://adbusters.org/magazine/37/goody/

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per wm il cr e il cl (nn comunione e liberazione... ovvio)
by puk Monday February 03, 2003 at 08:14 AM mail:  

brevemente... (molto brevemente)
1- rispetto alla letteratura, la musica ed in particolare la canzone, ha ancora un pelo di possibilita' in piu' di sopravvivenza e arrivo, proprio perche' i senegalesi i romanzi nn li vendono sotto i portici o sul lungomare
(e quelli che se ne vanno in giro a citare romanzi o peggio, dalle mie parti li prendono ancora a mattonate, mentre chi canta spesso e' seguito da cori di voci aggiunte)
(come credi sia finito a scrivere canzoni? arrivavo molto di piu'...)

2- condivisione?
fatemi scegliere... voglio che le canzoni che scrivo siano condivise da tutti gratuitamente o comperate a peso d'oro da 1000000 di acquirenti?
TUUUUUTTI.... IL MAGGIOR NUMERO DI PERSONE E GRATIS.
quando scrivo una canzone in verita' nn ho questo problema... dato che prima devo scoprire io cosa ho scritto... poi c'e' la voglia di suonare, proprio per scoprire. le altre persone che ascoltano mi aiutano a capirmi meglio (lavorare stanca.... pavese.... finalmente comprendo pienamente...)

anzi!!!!
scrivo canzoni per nn averlo sto' problema dei soldi.
il guadagno e' antagonista della mia liberta'.
e nn ci credo che si debba combattere la bestia nel suo stesso ventre. nn ci credo che si debba combatterla la bestia. nn io almeno. io scrivo canzoni. e della bestia al limite parlo e canto per metafora... ma al limite. che' di solito mi vengono le canzoni sulle bestioline....
secondo me piu' che combatterla la bestia, se sali sul destriero e parti per la crociata, la nutri.
insomma... io ho letto q.
bel libro. mi e' piaciuto.
bravo e complimenti... ("guadagnarsi il pane...")
ma il mio e' un altro modo. ("quello che devo fare...") e sono contento per te se riesci a credere che stai trasformando e liberando. (che poi per trasformare trasformi... per quel che vuol dire.)

di solito le discussioni nel mio gruppo vertono sugli spazi lasciati liberi per l'esercizio della nostra fantasia.
hai voglia a combattere la bestia dal ventre... nel ventre la bestia ti digerisce e ricaca.
pensa... a noi gia' sta stretto cosi'... e siamo anche fuori dalla bocca!
cmq... in bocca... al lupo.

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per puk
by lavoratore Monday February 03, 2003 at 11:00 AM mail:  

va tutto bene, tutto molto poetico, ma (se ti va) mi spieghi come mangi?

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Musica, Libri e Cinema
by Alberto "Moses" Monday February 03, 2003 at 11:37 AM mail:  

Puk ha scritto: <<<<1- rispetto alla letteratura, la musica ed in particolare la canzone, ha ancora un pelo di possibilita' in piu' di sopravvivenza e arrivo, proprio perche' i senegalesi i romanzi nn li vendono sotto i portici o sul lungomare
(e quelli che se ne vanno in giro a citare romanzi o peggio, dalle mie parti li prendono ancora a mattonate, mentre chi canta spesso e' seguito da cori di voci aggiunte)
(come credi sia finito a scrivere canzoni? arrivavo molto di piu'...)>>>>>
Tutto sommato concordo con Puk, la musica è viva molto di più di tante altre arti.
Per una questione tecnologica, la musica può essere prodotta e riprodotta con tecnologie a basso prezzo, inoltre esistono canali di distribuzione condivisibili che saltano ed evitano la distribuzione commerciale.
Attenzione però, i senegalesi sotto i portici vendono CD (molto cattivi di qualità, bisogna dirlo) prodotti dalla camorra, un giro di vite contro gli MP3 ha favorito paradossalmente la camorra e i suoi loschi traffici. Consiglio le reti p2p.
Anche i libri sono in buona salute tutto sommato ci vuol poco a pubblicare un libro. Al libro però manca il terzo aspetto: la condivisione su internet è difficoltosa visto che leggere un romanzo su schermo risulta essere noioso. Si potrebbe mettere in condivisione il file, però bisognerebbe stamparlo e al giorno d'oggi nn conviene stamparsi un libro.
Però saperi nn romanzati hanno avuto un'esplosione di creatività con internet. Essere sintetici è una dote con i mezzi tecnologici di oggi.
Chi è messo peggio di tutti è il cinema, troppo costoso fare film, troppo costoso distribuirlo. Le major, il gigantismo economico dominano la scena con ovvie ripercussioni sul prodotto finale: noioso, conformista, poco creativo. Dove c'è una multisala c'è un Mcdonald. Bleah che schifo.

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.............
by disobbediente all'idiozia Monday February 03, 2003 at 12:44 PM mail:  

ahahahahhahaha..... grandissimo il tipo che parla per primo di senegalesi che vendono libri fotocopiati ahahahahhahaha...da sbellicarsi!! We raga, ma quando si discute il cervello deve essere su "ON", non su "standby".
E soprattutto, quando non sapete un cazzo dell'argomento di cui si parla, invece di dire la vostra (cazzata) leggete e informatevi prima.

A parte questo affanculo a chi è assolutamente incapace di criticare le idee degli altri senza insultare/infamare/ritenersi superiore e migliore. Soprattutto a chi ha già deciso chi sia il suo nemico, e ne è ossessionato così tanto da vederlo ovunque, da riuscire a parlare solo di quello (e non, per esempio, di SE STESSO).

Disobbediente all'idiozia.

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per il lavoratore
by puk Monday February 03, 2003 at 01:03 PM mail:  

fondamentalmente masticando e ingurgitando...
ma se intendi come mi procuro cibo e casa... fondamentalmente nn raccontando in giro come me li procuro...
(e poi dal nik potresti anche intuirlo...)
ciao

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Nagasaduguda? Mighidallah!
by Bambine di Satana Monday February 03, 2003 at 01:09 PM mail:  

i Senegalesi, oltre ad avere il pisellino lungo, bello, nero e circonciso, sono più furbi dei napoletani e i libri se li magnano, non li vendono

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x disobbediente all'idiozia
by *** Monday February 03, 2003 at 01:44 PM mail:  

Vedendo i toni che usi
e quello che dici sembra
tu ti stia parlando
davanti allo specchio.
ciao

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cioè
by h.k. Monday February 03, 2003 at 01:50 PM mail:  

uno non è che ce l'ha coi disobbedienti per "partito" preso.
E' che ogni parola che dicono ti cascano le palle, oltre ad un atteggiamento spocchioso che nella loro ignoranza volendo non si potrebbero manco permettere.

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senegal
by bambino di cristo (forse) maddalena (sicuro) Monday February 03, 2003 at 04:11 PM mail:  

il mio amico ousmane (from senegal) quando sentiva le supposizioni degli altri sul suo di pisello diceva imbarazzato... "io ce l'ho normale"
ma forse nn aveva presente la normalita' italiana.
in fatto di commercio era in effetti molto abile... pero' considerando che spesso mio cugino ha agganciato donne mentendo spudoratamente sulle dimensioni del suo uccello... in ambito d'acchiappo quel senegalese amico mio mica era cosi' tanto furbo... insomma... meno di mio cugino. che in definitiva nn e' nemmeno napoletano.

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x WuMing, la faccia come il culo!
by sporca dozzina Tuesday February 11, 2003 at 02:41 AM mail:  

non hai mai avuto niente a che fare coi disobbedienti, dici....e con le tute bianche, invece(come dire la zuppa e il pan bagnato)?
Non è roba tua questa? Vedi link e intervista nelle pagine seguenti.
http://www.rai.it/RAInet/smartweb/cda/articolo/sw_articolo/0,2791,145,00.html

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x dirty 12
by Sostituto di Vincebus come avvocato di WM Tuesday February 11, 2003 at 08:22 AM mail:  

guarda che Wu ming diceva di essersi allontanato dai disobbedienti,mai negato di esserlo stato,
sulle TB ne scrivono sui libri(Asce di Guerra)

rileggi bene.

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We can be heroes just for one day
by *.é Tuesday February 11, 2003 at 09:56 AM mail:  

finalmente il newswire si fa interessante, era da tempo che non si leggevano simili discussioni.

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aggiunta
by Morgana Tuesday February 11, 2003 at 01:21 PM mail:  

riferendomi a un mio commento un po + sù

"Romanzo criminale" di de Cataldo è molto bello si legge facile,facile come bere un bicchiere di acqua ...però fa fare ai rossi sempre la figura dei supergrezzi...poi non mi sembra molto informato su come giravano i traffici di eroina.

"Album bianco2" di Fabbri .Inanzitutto bisogna dire che del libro ci sono 2livelli.
Il primo x chi sa suonare la chitarra ,il 2° x tutti gli altri(io appartengo a questo).
Poi mi sembra un pò debole(di tutt'altro impatto rispetto alla banda bellini),anche nella storia che racconta...cioè gli Stormi six non sono stati tutto sto gran gruppo ....nel 77 erano già quasi sconosciuti.Da leggere a pezzettini

"Black flag" di Valerio Evangelisti.
Insomma.
Intanto non mi sembra così ferocemente antiamericano come diceva qualcuno.Un opera minore .
Comunque l'ho letto tutto x cui non era porcheria.
Non sono mai riuscitoa finire un libro che non mi piace.
E comunque leggerlo mi ha fatto venire voglia di leggere le storie dell'inquisitore Eimerich.
Sono così passato al
"Castello di Eimerich" seguito a ruota da
"Mater terribilis" e devo dire che sono diventato un fans,
delle storie non di Emerich sia chiaro

poi x fare tombola mi sono fatto anche
"La cura del gorilla" di Sandrone Dazieri" che alla fine però mi ha un pò deluso...
nel senso che il libro è bellissimo ,divertente,scritto bene,parla di storie nostre....ma il finale(è pur sempre un giallo)è un pò deboluccio.Peccato

Ora sono tornato a Eimerich "Picatrix"

E proposito di mitopoiesi(spero sia scritto correttamente se no Vincibus mi bacchetta)mi permetto di segnalare il belissimo
"Mr Nice" di HOward Marks edizioni socrates( non credo sia riferito al giocatore della fiorentina)
La storia del professore di Oxford che diventa il + grande e famoso trafficante d'Hascish degli anni 60

ora non ho voglia di riaprire il discorso iniziale del threads ma tutti i libri segnati qui a parte l'ultimo e Album b2 sono usciti o x Mondadori o per Einauidi....fra l'altro Morgana e la (((M))) che discute con WM sono la stessa persone x cui si dovrebbe evincere che WM sia riuscito a convincermi.
Si, WM un pò mi ha convinto(sottolineo il pò),
sono andato in libreria osservando cose che magari prima non notavo.
Ad esempio "La banda Bellini" con un adeguata distrubuzione avrebbe venduto molto molto di +.
A Padova da Feltrinelli sotto le feste ne sono arrivate 4 copie.
Però continuo a credere c che se le cose andassero come dovrebbero andare WM e tutti gli altri dovrebbero uscire x editori nostri(indies).
E'sicuramente una colpa del movimento non aver saputo ovviare a una simile necessità(siamo dei somari).
Gli scrittori devono scrivere.
Gli editori editare.
In questa fase storica forse sono gli editori indipendenti a non essere stati all'altezza della momento.
Questi ultimi sono pensieri pensati molto molto in libertà
mentre scrivevo la prima parte.
ciao

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Picatrix
by Morgana Tuesday February 11, 2003 at 02:40 PM mail:  

errata corrige
Ora sono tornato a Eimerich "Picatrix"
si legga : ora sono tornato a Eimerich "Cherudek"
un piccolo lapsus dsovuto che all'inizio di Cheruidek si citava il Picatrix

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ma
by brigitte Tuesday February 11, 2003 at 03:02 PM mail:  

io sono uno dei fessi che in passato ha osato criticare l'operato della fondazione. ora ho una domanda fessa da fare alla vostra fondazione.

ma se - e su questo siamo tutti d'accordo - esistono dei modi alternativi di distribuire cultura (internet, biblioteche), per quale motivo si continuano ad usare (anche/solo)i canali più tradizionali/compromessi. perchè le canzoni non si mettono "solo" in linea/su cd masterizzati? perche i documenti non si mettono "solo" in linea / in biblioteche aperte a tutti? il software free forse si appoggia a microsoft per essere distribuito? non mi risulta...

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x Brigitte
by Wu Ming 1 Friday March 07, 2003 at 03:28 AM mail: giap@wumingfoundation.com 

Visto che siamo chiamati in causa, rispondo.
Altri come te o diversi da te, qualche anno fa, prevedevano la morte del libro, in nome della totale smaterializzazione, della new economy etc. Si sbagliavano. La Rete ha rilanciato il libro come oggetto e come supporto (amazon.com e' il sito piu' famoso del mondo, non a caso, e il bookcrossing e' una delle pratiche nate dall'interazione tra libro e rete).
A me come lettore fa solo piacere che i libri continuino a esistere, perche' un libro me lo posso mettere in tasca, posso leggerlo al parco, in autobus, posso leggerlo anche quando salta la corrente (al lume di candela)... L'esistenza del libro fa piacere anche a me come comunista, perche' un libro se e' scalcinato e di terza mano e senza copertina, magari trovato a mezzo euro sulla bancarella (o gratis di fianco a un cassonetto) lo puoi ancora leggere, mentre un file danneggiato e' inutile; un libro puo' leggerlo anche un homeless seduto sui gradini di una chiesa, un libro *include*, non c'e' digital divide che tenga.
E mi fa piacere che continuino a esistere le librerie, come luogo di incontro o come luogo in cui perdersi o come luogo in cui scegliere a caso.
E poi mi fa piacere anche tenere distinti i due piani, cioe' la distribuzione editoriale che mi dà quel poco di reddito, e l'economia del dono tipica della rete. Mi va bene che downloadare i nostri libri (intesi come testo) sia gratuito mentre comprarli (intesi come oggetto) mi dia di che vivere. Eliminando il secondo aspetto, mi toccherebbe fare pagare il download, e senza questa distinzione di base dove va a finire il copyleft?
La tua domanda (che vorrebbe essere retorica) sul software libero non ha un senso compiuto, quindi non rispondo.
Ciao,

WM1

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fondazione?
by Marco W. Friday March 07, 2003 at 03:47 AM mail:  

di che fondazione si sta parlando? della trilogia di Asimov?

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fondazione?
by Marco W. Friday March 07, 2003 at 03:47 AM mail:  

di che fondazione si sta parlando? della trilogia di Asimov?

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da Rekombinant - wu ming 2
by M. Friday March 07, 2003 at 03:57 AM mail:  

L'editoria non ha nulla da temere dalla libera riproduzione dei testi
wm1 - Economia 13.02.2003

Articolo di Wu Ming 2 in anteprima assoluta per Rekombinant. L'industria editoriale rimane legata all'idea "ortodossa" di copyright (intendendo per *eterodossia* il copyleft) un po' per consuetudine un po' per miopia. In realtà il copyleft non danneggia le vendite, semmai il contrario. Alcuni esempi.


Negli ultimi tempi, il dibattito su diritto d'autore e relative violazioni, assume sempre più spesso le forme di un'altra disputa, quella sul trattamento della tossicodipendenza. In entrambi i casi, le questioni in ballo sono sia di natura pratica che etico-morale, ma le seconde - su cui chiunque può dire la sua - prendono comunque il sopravvento, facendo dimenticare (o addirittura falsando) cifre, dati, esperienze concrete. Risultato: non si arriva da nessuna parte, prevalgono le idee preconcette, mentre sedicenti 'addetti ai lavori' dimostrano di non avere nemmeno una vaga idea di quello che stanno dicendo. In un caso come nell'altro, gli sforzi di chi cerca di tenere i piedi per terra, portare esempi reali, citare precedenti, alla lunga sono votati al fallimento, poiché si sa, anche una dimostrazione matematica - volendo - può essere soggetta a valutazioni del tutto extra-scientifiche. A meno che?
A meno che non si intervenga per tempo. Se il mondo della musica è ormai allo sbando, incapace di inseguire i mutamenti che presto spazzeranno via la produzione discografica così come le conosciamo, nel campo editoriale l'isteria non è ancora alle stelle, e forse c'è lo spazio per una discussione più attenta alla realtà delle cose. In questa prospettiva, almeno tre esempi emblematici andrebbero presi in considerazione.

1) Due anni fa, all'inizio del 2001, lo scrittore di fantascienza Eric Flint ha dato vita a un progetto rivoluzionario. Ha convinto il proprio editore a costruire una biblioteca virtuale, con accesso gratuito, dove rendere disponibili molti romanzi della casa editrice tuttora in commercio nelle librerie. Senza nessun tipo di iscrizione a pagamento, è possibile collegarsi al sito http://www.baen.com e scaricare sul proprio computer la versione elettronica di decine di romanzi, in cinque diversi formati di presentazione. Operazione suicida, si potrebbe pensare. Ogni testo scaricato è una copia non venduta, direbbero certi analisti di mercato al soldo delle multinazionali del disco. Ebbene, qualunque considerazione di carattere 'ideologico' viene spinta nell'angolo da un dato inconfutabile: la maggior parte degli autori ha aumentato le vendite da quando i suoi libri sono comparsi sugli scaffali della biblioteca di Eric Flint. Un esempio su tutti: Mother of Demons, dello stesso Flint, ha venduto 9694 copie dal settembre '97 a fine 2000. Nell'anno e mezzo successivo, col testo liberamente scaricabile dal sito, ha raddoppiato le vendite in libreria: 18500 copie. Senza dubbio quest'aumento può essere giustificato in molti modi. Il romanzo in questione è l'esordio di Flint, che nel frattempo è diventato un autore più noto, dunque più venduto. Atteniamoci dunque al risultato minimo: la presenza di questo romanzo nella biblioteca gratuita non ha danneggiato né Flint né l'editore. Lo stesso, se permettete l'autocitazione, è accaduto a Wu Ming/Luther Blissett. Q, il romanzo che da più tempo è disponibile gratis in diversi formati sul sito http://www.wumingfoundation.com, continua a vendere molto bene nella versione cartacea, e non accenna a smettere.
Ma c'è di più. Chi sostiene che la disponibilità on-line di un prodotto culturale (che sia musica, narrativa o altro) nuoce alle vendite di quel prodotto sotto qualsiasi forma, può sottoporre alla nostra attenzione grafici disastrosi, senza tuttavia poter dimostrare il nesso fondamentale tra calo delle vendite e downloads gratuiti del prodotto. Al contrario, Eric Flint può esibire migliaia di e-mail nelle quali i lettori dei suoi romanzi affermano: di aver scaricato un suo testo per vedere com'era, di averne lette alcune pagine a video, di aver visto che ne valeva la pena, di essere corsi ad acquistarlo in libreria, o di averne regalate in giro diverse copie, o di averne parlato bene a molti amici (tutta pubblicità gratis?). In ogni caso: se qualcuno ha letto il libro grazie alla biblioteca, ma non ha comprato la copia su carta e non ne ha parlato in giro, resta comunque uno che senza la biblioteca non avrebbe comprato tout court e che non può essere considerato un 'danno' per le vendite di Flint. Zero da zero non fa meno uno.
Inoltre, il passaparola funziona anche al contrario: se uno resta deluso da un libro per cui ha pagato 15 euro, ne sconsiglierà l'acquisto anche ad altri. Se invece gli succede con un testo disponibile gratuitamente, basta che dica: "A me non è piaciuto, ma prova tu stesso?". Nessun venditore di auto vieta ai potenziali acquirenti un giro di prova sui suoi modelli, con la scusa che gli consumano le gomme e la benzina. Se lo facesse, potrebbe chiudere baracca.
Eppure, una strana paura continua a far da scudo contro argomentazioni tanto banali, e viene da pensare che se il libro fosse nato oggi, si discuterebbe sulla legittimità di prestarlo a un amico, e le biblioteche sarebbero considerate un grave attentato alle vendite di un autore e pertanto messe fuori legge.
Molti, nel mondo discografico, rispondono a esempi come questi sostenendo che gli editori sono fortunati, perché il libro resta un oggetto unico, difficilmente riproducibile, a differenza del CD. Senz'altro una differenza importante, ma non sostanziale. Come dimostra il prossimo esempio.

2) La casa editrice O'Reilly è specializzata in manuali - cartacei e on-line - su linguaggi di programmazione, software, nuove tecnologie. Non è una presenza piccola, sul mercato. Alcuni titoli del catalogo vendono centinaia di migliaia di copie. Ora, un manuale di questo tipo non è il classico oggetto che ingenera feticismo: anche stampato su fogli A4 svolge bene la sua funzione. Eppure, le vendite in libreria dei testi che sono venduti anche on-line - suscettibili dunque di essere piratati - non ha subito flessioni. Secondo O'Reilly, tale 'pirateria' fa parte comunque dei rischi del commercio, tanto quanto il furto in una libreria 'fisica'. Con la differenza che il furto è più dannoso, perché fa sparire un testo dagli scaffali, ma non dai registri del negozio, in modo che il libraio finisce per non riordinarlo, credendo di averlo, e i potenziali compratori finiscono per non trovarlo (e questo potete segnarlo davvero come 'meno uno'!)
O'Reilly aggiunge di non avere nulla in contrario se un acquirente di un suo libro on line lo mette in condivisione tramite Internet. Da che mondo è mondo, i libri si prestano. Questo tipo di 'pirateria', al peggio, è una sorta di tassazione progressiva: colpisce un autore quanto più è famoso, e lo ricambia rendendolo ancor più famoso. In fondo, per un qualsiasi artista, l'oscurità è un nemico molto peggiore della pirateria. Il discorso è diverso se qualcuno mette in vendita un suo manuale su un altro sito. La cosa sorprendente, però, è che simili violazioni vengono segnalate dagli stessi lettori. O'Reilly ha una spiegazione per questo.
Sul sito della casa editrice c'è una sezione particolare: si chiama Safari Bookshelf. Con dieci dollari al mese è possibile sottoscrivere questo servizio, che permette una ricerca per parole chiave all'interno di tutto il catalogo. L'utente può poi inserire i testi che più lo interessano in uno scaffale virtuale con dimensioni limitate (ci stanno un certo numero di libri e basta), per una durata di 30 giorni, rinnovabili. I testi dello scaffale si possono leggere integralmente, nonché stampare. Nessun sito pirata offre altrettanto. E gli utenti ritengono che O'Reilly si sia guadagnato i suoi dieci dollari.
Quest'esperienza dimostra che la 'pirateria' si combatte con servizi competitivi a prezzi competitivi.
Se il futuro ci regalerà libri elettronici talmente straordinari da mandare in soffitta le versioni su carta, gli 'editori' si potranno sempre offrire servizi come questo: siti che selezionino i testi migliori dal mare magnum delle pubblicazioni mondiali, che propongano 'nuovi autori', che non abbiano un costo eccessivo, che permettano di scaricare copertine particolari, più altri servizi intertestuali?Quando simili prodotti vedranno la luce, dobbiamo supporre che anche il pagamento on-line si sarà evoluto. Che basterà un clic per pagare a un certo autore due o tre euro per scaricare un suo testo trovato nel sito del tal editore, più la copertina, più altre notizie, più la rassegna stampa?Io immagino che i clic sarebbero molti (e metterebbero nelle tasche degli autori più soldi delle attuali royalties dieci-per-cento-sul-prezzo-di-copertina.). E certo: innescherebbero scambi on-line, e passaparola e quant'altro. Che male c'è?
Se persino il prestigioso Massachussets Institute of Technology si sta muovendo in questa direzione?

3) Il progetto OpenCourseWare del MIT è un tentativo di riportare l'Università al suo scopo originario: rendere universale la cultura, piuttosto che razionarla e rivenderla solo a chi può permettersela. All'indirizzo http://ocw.mit.edu, fin dall'ottobre dello scorso anno, sono consultabili i materiali di insegnamento utilizzati dai docenti di numerosi corsi tenuti al MIT. Nel giro di quattro o cinque anni il progetto conta di coprire l'intero spettro dei 2000 corsi che si svolgono nell'istituto. Da un lato, come detto, il progetto ha una funzione sociale. Senza poter godere di tutti i servizi riservati agli iscritti, molte persone potranno accedere al contenuto delle lezioni di uno degli istituti più prestigiosi del mondo. Tra queste molte persone sono compresi anche i professori di altre università, che potranno utilizzare quei materiali, nonché integrarli ulteriormente, in una sorta di 'docenza open source' dalla quale gli studenti hanno tutto da guadagnare. In realtà, anche Charles Vest, presidente del MIT, spera di guadagnarci qualcosa. E non solo prestigio, fama, riconoscimenti. In molti di questi corsi, infatti, si fa riferimento a testi editi dallo stesso MIT. Vest è sicuro che le vendite di quei testi registreranno un'impennata. Gli basta citare, a questo proposito, l'esperienza di un'altra istituzione accademica, la National Academic Press, che sul sito http://books.nap.edu ha reso accessibili tutti i 2100 volumi del suo catalogo. Volumi costosi, come sono spesso questi manuali (la NAP pubblica per l'Accademia delle Scienze, l'Istituto di Medicina e l'equivalente americano del nostro CNR). Volumi in vendita, in un'altra sezione del sito. Ebbene, con 40.000 copie vendute on-line, lo scorso anno si segnala come il più redditizio per la NAP. Senza, tuttavia, che si siano registrate flessioni nelle vendite tramite altri canali (numero verde, librerie, club?).

Questi esempi dimostrano che ci sono alternative praticabili per salvaguardare i diritti degli utenti, sfruttare al meglio le potenzialità della Rete e avere bilanci in attivo. Molte delle grandi multinazionali dell'intrattenimento sono cadute nella trappola repressiva e stanno pagando le conseguenze di una lotta impari contro la società intera. Altre possono seguirle sulla stessa strada oppure scoprire che, oltre i pregiudizi, può sopravvivere un profitto più 'etico', più responsabile, ma non per questo meno soddisfacente.

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alle bambine di satana
by zoe Monday March 31, 2003 at 10:39 PM mail:  

a parte che io non sono piu' in grado di mangiare pasta al tonno che sia palmiro o riomare, l'idea stessa che la verita' sia una donna li distrugge perche' nessuno puo' rimanere indietro,da una parte la famiglia"la societa'" dall'altra i pensieri del cazzo,ed ecco che pur di non arrendersi sono riusciti a far procedere una mozione in parlamento sull'infibulazione,incontro il fratello dell'eroe e mi dice che lavora con paga sindacale,ma mica sono tuo padre,ma poi da quando i sindacati prendono in considerazione solo le ore senza alcun riferimento economico o contrttuale in un'azienda privata,e' veramente assurdo,ma chi sei babbo natale,direbbe l'amico della bistefani,ma poi cosa leggono i libri per poter controbattere,vallo a chiedere a gentile dove son finite le sue battute,praticamente loro hanno ammesso a priori che io mi voglio mutilare,senza prendere in considerazione che a mallarme' non e' che rimbaud piacesse moltissimo,anzi leggevo oggi su di un libro che lo riteneva troppo ermetico,detto da mallarme'"per una tomba di anatole"e' l'apice dell'ermetismo,io pasqualino in quel cimitero ci vado perche' c'e' tutta la mia vita e se ti interessa mio padre ha pure prenotato una tomba,l'infibulazione,l'arca di no e' pomodoro,inoltre sempre per rimanere in tema adorno quando scriveva su anatole france tutto c'aveva pel capo tranne che l'infibulazione,comunque sono idee,invece che la via piu' semplice,lui,ha scelto la strada della politica,chiaramente passando per delle belle confutazioni a priori,senza considerare che il libro che ha letto non riportava il fatto che rimbaud viveva a charleville,cioe' un pozzo profondo millenni,e che veramente quelli di alleanza nazionale sono di alleanza nazionale,c'e' la nipote di mussolini mica il nipote del mi nonno,che uno un sapeva neanche da che parte era ad un certo punto delle ostilita',ma e' acqua passata,e poi dice ecco le sorelline,avevi da studia quand'era il tempo,se ora ti s'avventano i capoversi come m'immagino anche ai suoi a-mici,non ne puoi fare un discorso di sessualita' perche' a parte guardare i libri che tenevi in libreria io non mi sono mai permesso neanche con la parte piu' a sinistra del mio cervello di sapere quello che fai e quello che pensi di essere,quindi prima di anda' a intrometterti ne li mortacci dell'altri dovresti guardarti dentro il cervellino cosi' da imparare che una cosa e' il pudore e un'altra il valore di una villa,comunque sicuramente l'hai pagata in contanti quindi nessuno puo' recriminare,a proposito di recriminazioni quando l'amico ceronetti faceva gli spettacoli su rimbaud alla foce sotto lo pseudonimo ceronetti,appunto,perche' il suo vero nome e' un altro che te lo dico a fa' dopo copieresti,te eri a fa vede' le mutande delle tue vittime sacrificali,quindi abbi la compiacenza(alle volte e' cosi' semplice essere comunisti)di andare nuovamente a fare in culo insieme al professor heidegger,capito mica conta i morti dell' olocausto sto' cane ma conta i morti di casa mia,che poi siccome son le piu' belle colline del mondo c'ha preso pure la casa,quando gli dici o sta terra trema,mica si prende un bicchiere in mano e ti prova a mettesi a chiacchiere,ma ti dice che son cose che a lui fanno paura e poi va' a conta i morti di un pozzo profondo gli ettari d'anni,non l'ho mai visto ad una mostra ad un concerto,o ma lo sai che sandro penna e' esistito,ma lo conosci boccioni,boccione,invece che contammi i morti,guardati un pochino in torno che c'e' piu' morte tra i vivi che tra i morti,igazio silone lo sai chi e'l'infibulazione..... la vanga ci vole io l'ho sempre detto comunque sicuramente per lui tutto rientra nel politicamente corretto anche se ce lo vorrei vedere dentro un centro sociale a darsi da fare come ha detto lui,o in manifestazione con un ginocchio gonfio come un rospo perche' gli sbirri possono tenere le scarpe di ghisa,che giele passano.

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a brigitte
by zoe Wednesday April 02, 2003 at 08:27 PM mail:  

ritiro e vergona provo,sulle nozioni....del cazzo,io non esisto e non mi posso permettere di giudicare un piano come quello della lor sessualita' chiedo umilmente perdono,comunque kirkegard era gobbo ma gobbo pure troppo,e tranne il don giovanni e qualcosa di "postilla conclusiva non scientifica"il resto e' piuttosto noioso,arivederci.

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a brigitte
by zoe Wednesday April 02, 2003 at 08:28 PM mail:  

ritiro e vergona provo,sulle nozioni....del cazzo,io non esisto e non mi posso permettere di giudicare un piano come quello della lor sessualita' chiedo umilmente perdono,comunque kierkegaard era gobbo ma gobbo pure troppo,e tranne il don giovanni e qualcosa di "postilla conclusiva non scientifica"il resto e' piuttosto noioso,arivederci.

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ma
by zoe Thursday April 10, 2003 at 11:30 AM mail:  

poi io spero che srotoli la sua conoscenza ed il suo immenso amore per l'arte,invece si e' ritirato nella sua cella e non risponde piu',una volta mi avevano detto che era morto,io ho detto che non mi faceva un granche' piacere,comunque non ho visto i cartelli,quindi sara' vivo,a proposito lo sai che il figlio di agnelli che si faceva dava i soldi al manifesto,e che la differenza tra una campagna acquisti,una campagna campagna,ed una campana,nella storia dell'uomo e' stata piu' volte spiegata,questa dell'infibulazione e' veramente storica ma leggi perche' ti fa piacere o leggi in base alle tue presupposizioni magiche da cow boy e da storico della sessualita',comunque hai visto quante belle amicizie hai fatto in parlamento,ora potete uscire insieme ed andare a brucare in qualche bel giardino verde verde,chissa' che non incontrate sgarbi che vi puo' aprire qualche guggheneim museum anche alle tre di notte cosi' vi fate un bel cannone davanti ad un pollock,ladri di polli.

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Zoe?
by Squalo Thursday April 10, 2003 at 12:32 PM mail:  

mi piaci.
si capisce tutto di quel che scrivi. proprio tutto
Lexotan, Valium e cam to cam
ok?

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squalo
by zoe Monday April 28, 2003 at 10:37 AM mail:  

vedi di andare a fare in culo,se hai dei problemi di comprensione o di rigetto di alcune medicine tienitili per te nessuno ha chiesto i tuoi misericordiosi consigli e tantomeno il tuo sproloqiuare e infamare cosi' come se tu conoscessi quello che poensano gli altri,finora non ti ho mai risposto perche' mi facevi pena,inoltre c'era gia' tanta gente che ti rispondeva,ma ora stai varcando il limite bambino.

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e poi
by zoe Monday April 28, 2003 at 10:54 AM mail:  

quando dico che siete totalmente devastati,ho tutte le ragioni,quell'altro,avra' aperto due topolino,qualche diabolik,forse non e' mai bocciato a scuola guida,e viene a dire sinistrorsi,l'ipocrisia dilagante,nomi e cognomi,prima di dare giudizi,viziati,pizzicati e pure incoscienti,al sud ancora ci sono stipendi sotto il milione,vi dovreste vergognare,bambini,e poi si sposano al castellucio,non sapete neanche di che parlate,e avete il coraggio di continuare,avreste pure di arrivare alle mani,ne sono sicuro,pur di non mettere in discussione la magliettina della diesel,o il viaggettino alle canarie,che poi non so' se ve lo siete mai chiesto,ma proprio questo nome canarie,vi si adatta.

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consiglio
by Squalo Monday April 28, 2003 at 12:58 PM mail:  

Vieni nella mia clinica, Zoe, risolviamo tutti i problemi.

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se è
by zoe Monday April 28, 2003 at 01:17 PM mail:  

una minaccia mi complimento per il valore che dai alla vita della mente,se invece te in quella clinica ci stai perche' ci sei ricoverato,ed io posso fare qualcosa per tirarti fuori,fammelo sapere,ma non ti intromettere nelle conversazioni di persone che non conosci,e soprattutto non lo fare dando dei malati a gente che parla di realta',che pollock si faceva gli acidi e la mescalina e' scritto in tutti i libri di storia dell'arte,che un figlio di giovanni agnelli,buonanima,come tutta la famiglia,che saranno pure ricchi,ma non sono stati un granche' fortunati,e per capire questo non c'e' bisogno ne delle istanze del rancore,ne di quelle sindacali,si faceva le pere e finanziava pure il manifesto lo si puo' trovare scritto,e poi se ti fidi te lo dico io,che te ti prendi i pasticconi io non lo posso sapere,quindi se hai voglia di fare un discorso sensato sui chi sei e cosa pretendi dalla psichiatria io domani mi riaffaccio sul sito,altrimenti smetti di leggere commenti di persone che non conosci,o perlomeno di scrivere baggianate,buonanotte.

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Mai possibile?
by Alberto Monday April 28, 2003 at 02:26 PM mail:  

Mai possibile che un post serio si debba trasformare nella solita sbobba di psicofarmaci, canape, e via dicendo?
Il post iniziale è serio e attuale, come dicevo, commentando questo post più avanti, Wu Ming peccava di ottimismo. Le nuove disposizioni di legge che fanno alzare il prezzo dei CD vergini, sono più che mai attuali per rilanciare il discorso.
Le industrie discografiche spalleggiate dai vari assemblamenti "neoconservative" nei paesi dove governano, stanno imponendo legislazioni liberticide della cultura.

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si
by zoe Monday April 28, 2003 at 07:53 PM mail:  

e per quanto riguarda il rapporto di epicuro con l'esoterismo e l'accondiscendenza semantica,che se non e' violenza non e',io sono sempre convinto che siano discorsi molto validi,ma perche' la buttano tutti sulla droga,alberto io la penso come te il discorso sulla calmierazione dei cd vergini e' importante,ma se ogni volta che parlo con qualcuno o mi dicono che un'erba cosi' buona non si ritrova o che mi prendo i valium o mi guardano il culo,diventa impossibile confrontarsi,ma con un dito,cavolo,con un dito,e ti ritrovi che nessuno ti prende per quello che sei,perche' hanno paura dell'immagine che gli altri hanno del'comunista'figura che non conoscono ne storicamente,e neanche filologicamente,e' colpa delle donne,che non ascoltano musica classica perche' la reputano cosa da vecchi e non vengono in piazza,perche' e' da comunisti,e poi si vestono come dei bonzi,e poi non hanno ancora capito che oltre l'essere c'e' il nulla,cesene,come diceva un caro amico.

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