Ovvero: se il pacifista se la fa nelle mutande...
Erano partiti un mese fa da Ancona sotto i flash dei fotografi. Sono tornati ieri. Con la coda tra le gambe. Parole a mezza bocca. E qualche imbarazzata ammissione.
Già perchè non è facile dire che si è scherzato. Si può scherzare con tutto. Ma non con la guerra, con la disperazione della gente che sta lì. E che non ha la fortuna che hai tu di ficcare la mano nel portafogli, tirare fuori una bella manciata di bigliettoni e comprarti, alla faccia di chi resta, la fuga da Baghdad. Il più lontano possibile. Perchè la paura è paura. E allora, ciao...
Erano partiti il 1 febbraio scorso i pacifisti di Human Shields, l'organizzazione di "scudi umani" fondata dall'agronomo italiano Rodolfo Tucci. Tutto secondo copione mediatico: la benedizione del Papa, le dichiarazione enfatiche alla stampa ("Basta con le parole, ci vogliono i fatti, qualcosa si deve pur fare. L' idea è di restare per un mese - dice un pacifista palermitano -, poi si vedrà. Non ho paura, credo in questa missione, gli ospedali, le scuole sono luoghi sacri che non devono essere minacciati dalla follia dell'uomo"), infine il viaggio per arrivare in Iraq. E la sorpresa. Amara.
E' passato un mese. E gli "scudi umani" sono tornati. E anche molto in fretta. Hanno scoperto che le cose stanno in maniera un po' diversa. E se la sono fatta nelle mutande.
<Non siamo martiri - cerca di giustificare la pagliacciata e la figuraccia che hanno fatto, uno di loro, Paolo Messina, catanese che tra sè e l'Iraq ha messo, prudentemente, migliaia di chilometri e ora se ne sta nella sua sicura casetta siciliana a guardarsi in tivvù lo spettacolo di Baghdad illuminata a giorno dai missili - Non siamo martiri - ripete - Eravamo in Iraq per aiutare i civili e proteggere con la nostra presenza scuole ed ospedali per evitare che fossero colpiti dalle bombe americane, ma il governo di Saddam Hussein voleva imporre i luoghi da difendere>. Ma no? Ma davvero?, verrebbe da dire. Perbacco! E come si permette quel baffone bifolco di Saddam di contraddire i pacifisti italiani di Human Shields? Ma che maleducazione, poffarbacco! Uno ti viene lì a fare un po' di pubblicità a buon prezzo e tu lo sbatti a fare lo scudo umano veramente? Ma che si fa così? Suvvia... si stava scherzando... E ora chi glielo spiega a quei poveracci di iracheni che ci avevano creduto per davvero a tutte queste fanfaronate dei pacifisti!?
Racconta ancora Messina, tra lo scandalizzato e il sorpreso: <Sono sorti dei contrasti tra i responsabili dell'organizzazione e il governo di Baghdad. I promotori dell'iniziativa volevano scegliere loro i siti dove stare, il governo si è rifiutato perchè non gli servivano scudi negli ospedali o nelle scuole, luoghi che difficilmente avrebbero potuto subire gli attacchi. I siti da proteggere da eventuali bombardamenti per il governo erano depuratori, centrali elettriche, raffinerie, centri di grande comunicazione». E poi dici che Saddam è un fesso... I ministri iracheni avrebbe a quel punto imposto un ultimatum ai pacifisti: <o restate qui e fate i martiri o andate a casa». E la maggior parte degli "scudi umani" davanti al "prendere o lasciare" ha preferito svignarsela dall'Iraq. Della serie: si fottessero tutti!
<Io - spiega Messina senza uno straccio di vergogna in volto - non sono disposto a fare il martire in queste condizioni, perchè cosi non servirebbe a niente se non a morire inutilmente>. Capito il pacifista? Finchè c'è da farsi un giretto a Baghdad va tutto bene.
Messina, informa l'agenzia Ansa, 34 anni, infermiere professionale, fa parte della Cgil catanese e coltiva la passione per i reportage. E già che c'era s'è portato a Baghdad la macchinetta fotografica. Come farebbe ogni turista-fai-da-te-scudo-umano. Chè se c'ho un attimino, mentre piovono i missili, faccio anche qualche bella foto...
Durante la sua permanenza a Baghdad è riuscito a fotografare palazzi imperiali, sedi governative, villaggi. Ma - rivela - tutto gli è stato sequestrato dagli uomini di Saddam.
E forse, 'sta cosa gli ha acceso la lampadina in testa... <In ogni taxi - racconta - c'è la foto di Saddam, la cosa si commenta da sola. Li non c'è libertà come la intendiamo noi occidentali>. Uhm... mumble...mumble... sta a vedere che questa, mo, è una guerra giusta...
Della sua esperienza in Iraq Messina conserva una bandiera della pace firmata dagli iracheni che ha conosciuto a Baghdad: <molti di loro - sostiene - ancora oggi non riescono a comprendere il perchè di questa guerra>. Ma forse una cosa, gli iracheni, sono riusciti a comprenderla. Che il pacifista siciliano s'è cacato addosso. E l'ha mollati al proprio destino. Un destino dal quale non possono fuggire, come ha fatto Paolo Messina e tanti altri pacifisti, ficcando le mani in tasca e pagandosi un viaggio aereo. Il più lontano possibile. Altro che scudi umani.
Come faceva Alberto Sordi ne "I vitelloni"? <Lavoratoriiiiiiiiiiiiiiiiiiiii...... tiè!>
Che gli faresti a degli stronzi così?
a) Gli ficcheresti un Patriot acceso tra le chiappe? b) Preferiresti uno Scud che è un po' più grosso? c) Lo lasceresti galleggiare nella sua merda facendo l'onda?
|