Lettera apparsa oggi sulla stampa locale
"la vittoria del popolo inquinato"
Il 30 gennaio il Consiglio Comunale di Civitavecchia, quasi all'unanimità, ha bocciato il progetto di riconversione a carbone della megacentrale di Torre Valdaliga Nord (2640 Mw) presentato dall'Enel nel dicembre 2000. A nulla è valsa la disperata contestazione di alcune decine di "poveri cristi" che, mal guidati da dei sindacati più preoccupati di sostenere le ragioni del padrone che di costruire un'allenza tra "sfruttati ed inquinati", hanno erroneamente individuato il "nemico" in altri lavoratori come loro anzichè nello storico avversario di classe. Hanno così trovato sbocco oltre due anni di battaglie che hanno visto unito gran parte dell'Alto Lazio e di vastissimi settori della popolazione (dai medici agli insegnanti, dai diversi Comitati a semplici cittadini). Di fronte a questa corale reazione e nella preoccupazione per le conseguenze sulle importanti elezioni provinciali di Roma della prossima primavera, il trasversale schieramento pro carbone è stato costretto a ripiegare. A questo punto sarà ben difficile per lo stesso Governo nazionale, cui è demandata l'ultima parola, imporre il progetto Enel. Rifletta bene anche il Governatore Storace. Dalla vicenda Civitavecchia la Regione Lazio dovrebbe trarre spunto per far finalmente decollare quelle energie rinnovabili di cui parla il P.E.R. e che sarebbe stato completamente stravolto se fosse passato il carbone! E' una vittoria del "popolo inquinato" che, dopo quasi cinquanta anni di "monocoltura" energetica, rivendica una via di sviluppo più ecocompatibile e in linea con le vocazioni agricole, turistiche e portuali del territorio. Dopo tanti danni è giunto il momento di essere risarciti: l'Enel investa i suoi milioni di Euro in ricerca, sviluppo delle fonti alternative, progettazioni, formazione professionale ed altro. Almeno per una volta Civitavecchia assurge ad esempio positivo a carattere nazionale. Le diverse realtà che stanno lottando in vertenze simili troveranno più forza per far valere le loro ragioni. Basta con la politica dei megaimpianti e del costante indebolimento dei pur limitati accordi di Kyoto.
Manlio, ecocomunista
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