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sclero
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zack Tuesday, Feb. 25, 2003 at 1:27 AM |
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Sclero significa proprio questo: sclero e nient'altro. Gli autonomazzi che se non sei d'accordo sei una merda, ti tirano addosso i bancali e ti mettono le mani addosso cosa sono secondo te? Però sono bravi: in 15 riescono a tenerne in scacco 250. E tutti gli altri ancora e sempre lì a discutere, discutere...ma lasciamoli perdere una buona volta. Oltre che sclero sono opportunisti: si inseriscono sempre negli altri gruppi per poi uscire a fare le loro...(vedi Genova).
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bravi pacifisti e disobbedienti TUTTI SERVI
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barricate Tuesday, Feb. 25, 2003 at 1:52 AM |
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a fornovo è entrata in scena la nuova polizia (la stessa di genova 2001) la stessa che ha invocato la galera per i cattivi... ma perchè non praticate le vostre buffonate mediatiche senza rompere le palle ai compagni che decidono altre pratiche... a fornovo siete stati voi a TOGLIERE i bancali dai binari: Rischiavamo 30 anni per tentata strage (mentre sti cazzi di treni della morte non provocano stragi di innocenti? Come pensate di fermarli con i vostri corpi... forse per 10 minuti?!). Non si potevano bloccare i treni passaggeri in transito?!? Siete stati voi a metter le mani addosso per primi. Fate la vostra cazzo di resistenza passiva ma NON ROMPETECI I COGLIONI A NOI!
Nè Guerre tra popoli Nè pace tra classi
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cari autonomi
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potremoli Tuesday, Feb. 25, 2003 at 2:21 AM |
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cari autonomi o come cavolo vi chiamate, se volete manifestare il vostro dissenso con modalità diverse dai pacifisti e dai disobbedienti, potete anche farvi le vostre iniziative da altre parti, senza intrufolarvi come gli sbirri all'interno di manifestazioni pacifiche e civili. Le vostre dimostrazioni inutili di forza (fermare due treni civili a fornovo) non servono a nulla. Se dovete sfogarvi andate davanti ai cancelli e Camp Darby e provate a sfondare lì.
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Cari pacifisti
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xyz Tuesday, Feb. 25, 2003 at 12:37 PM |
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Si potrebbe anche sacrivere:
"Cari pacifisti, disobbedienti o come cavolo vi chiamate, se volete manifestare il vostro dissenso con modalità diverse dai rivoluzionari, potete anche farvi le vostre iniziative da altre parti, senza intrufolarvi come gli SBIRRI all'interno di manifestazioni altrui. Le vostre dimostrazioni inutili di PASSIVITA' (testimoniare con presidi simbolici la vostra opposizione alla guerra) non servono a nulla. Se dovete fare il tifo contro la guerra,magari allineandovi con l'imperialismo europeo di Francia, Germania e Russia, rimanete davanti alla televisione e sventolate lì le vostre bandierine".
Visto che ogni accusa che una parte rivolge all'altra può essere comodamente invertita, credo che la soluzione ideale sarebbe quella di dividersi sulla base delle forme di azione che si intendono di volta in volta adottare, accordandosi preliminarmente in questo senso (mancano i momenti di discussione, cazzo! Eh, ma l'emergenza... Porcoddio, sono anni che si va avanti a furia di "emergenze"!). Il punto è, d'altronde, che probabilmente neppure in questo caso l'intolleranza e la volontà egemonica di pacifisti, disobbedienti e residuati stalinisti, nonchè l'impegno profuso dai rispettivi burocrati e leaderini nella loro merdosa funzione di controllo sociale, preserverebbe i rivoluzionari dagli attacchi fisici e/o verbali e dai tentativi di criminalizzazione. Mi aspetto da un momento all'altro che qualche pacifista ligio al dovere invochi l'intervento delle forze dell'ordine contro i "violenti" (ora è diventato "violento" pure mettere materiale di traverso su un binario, mah... e fate il favore di non tirare più fuori stronzate sul rischio di deragliamenti e stragi, che davvero rischiate di cadere nel ridicolo). Salut F.
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la priorità del brand
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chettelodicoaffare Tuesday, Feb. 25, 2003 at 1:28 PM |
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il fatto e' che come sempre, quando il movimento esplode e reclama a gran voce azioni dirette, quando i numeri che scendono in piazza aumentano vertiginosamente, scatta tra i leaderini una priorità che poco ha a che vedere con i contenuti. scatta la necessità di mettere la propria bandierina sul movimento (proprio come faceva emilio fede quando segnava sulla carina d'italia le vittorie elettorali del berlusca). questo movimento contro la guerra "ha da esse" disobbediente, ci deve avere la firma e le facce dei disobbedienti, i quali, dato che ad esempio in toscana sono pressoché assenti, chiamano all'adunata i casarini e i caruso, in modo da legittimarsi la piazza e crearsi rapidamente un percorsino di lotte che permetta loro di reclamare le teste dei cortei, le ambite videocamere dei tiggì, i riflettori, i microfoni, le prime pagine della stampa. di fronte a questa improrogabile priorita' le cose da fare, secondo questi leaderini, sono due: 1) fare la calata da tutta italia per poter urlare al megafono "oggi xxx è una citta' disobbediente!", nei luoghi dove tutto il resto dell'anno gli unici disobbedienti sono gli studenti elementari che non fanno i compiti e tirano le caccole alla maestra. 2) screditare le realtà di movimento che, all'occhio dei digiuni della politica di piazza, potrebbero erroneamente essere loro assimilate. bollarle come violente, oltranziste, da emarginare. spazzarle via, escluderle dalle azioni, isolarle. beh, resta solo da domandarsi una cosa: oggi deve essere questa la priorità? non abbiamo qualcosa di più importante a cui pensare, per cui sprecare parole ed energie?
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La guerra del bancale
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purtroppo c'eravamo Tuesday, Feb. 25, 2003 at 7:38 PM |
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E tutti sapevano che quel treno era fermo a Verona e non sarebbe mai passato. I pericolosi bancali, più due cassette della frutta giacevano sui binari, che sembravano morti(i binari e i bancali). Fervevano le analisi politiche di alto livello, sintetizzati in peculiari slogan: "chi toglie il bancale è un gran maiale", "pericolosi criminali armati...di bancali". In nome del pacifismo e della non violenza alcuni gandhiani davano inizio ad una rissa per togliere i bancali. Mentre i partitini contestavano pesantemente l'anti istituzionalità delle cassette della frutta. I sindacatini lottavano per i doveri dei lavoratori ferroviarii e contro il bancale nemico dei trasporti civili. Poco dopo per far rientrare tutti sui binari in nome del dialogo e della riconciliazione, quelli che erano considerati gli ultras della violenza toglievano i bancali invitando tutti a tornare. Ormai la guerra del bancale aveva sostituito la guerra alla guerra. La gente fuggiva inutilmente dalla feroce contesa dimenticandosi le motivazioni concrete che l'avevano portata lì. Come al solito è più importante l'egemonia sulle iniziative, che le iniziative stesse. Si scavalcano gli avvenimenti per imporre la propria autorità, senza mai cercare di incontrare soluzioni collettive. La paura di compromettersi con la realtà si trasforma in ottusità, in incapacità di cambiare il concreto.
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