Le vie ed i palazzi di Bergamo e dei paesi della provincia evidenziano il ripudio della guerra.
Le 14mila bandiere arcobaleno testimoniano il desiderio di pace degli abitanti della nostra provincia. In migliaia hanno sfilato a Roma il 15 febbraio, altre centinaia di migliaia nelle loro case e nei posti di lavoro discutono dell’attacco che gli Stati Uniti e loro alleati stanno per sferrare contro il popolo iracheno. Perché è chiaro a tutti che saranno soprattutto i civili le vittime di questa guerra.
Alcune amministrazioni comunali hanno discusso della pace e della guerra, in alcuni paesi sono esposte bandiere di pace, nelle parrocchie e negli oratori si prega e si studiano nuove forme di dissociazione da questa guerra di potere e di petrolio.
La nostra Costituzione è categorica: l’Italia ripudia la guerra……
La gente che abita nella nostra provincia si sta mobilitando e interrogando sugli sviluppi di questa fase pre-conflittuale. In molti ci chiediamo come si possa contribuire a evitare la guerra.
Noi pensiamo sia giusto mettere in atto alcuni comportamenti che evidenzino la nostra avversione alla guerra e si contrappongano significativamente, e pacificamente, agli interessi di chi ha già deciso di scatenare una catastrofe dagli esiti imprevedibili.
- Interrompiamo ogni rapporto con le banche che finanziano l’industria delle armi . Nella nostra provincia ci sono filiali della Banca Nazionale del Lavoro , del Credito Bergamasco , della BIPOP e di altri istituti bancari che eseguono transazioni finanziarie indispensabili per i produttori e i commercianti di armi.
- Boicottiamo attivamente la multinazionale petrolifera Exxon_Mobil, che in Europa si chiama Esso. La Esso ha vinto l’appalto di 48 milioni di $ per rifornire l’esercito americano e la Nato. Trarrà benefici incalcolabili dalla guerra. Questa è una guerra per il petrolio, è chiaro a tutti, la Esso vuole tornare in possesso del 25% dei pozzi petroliferi iracheni che sfruttava prima del 1991. Grande elettore di Bush, vuole la guerra anche per questo. Non acquistiamo benzina presso i gestori che distribuiscono carburante Esso.
- Issiamo ovunque simboli di pace, fuori dalle nostre case, dalle scuole, nei luoghi di lavoro.
- Parliamo di questa guerra con tutti, apriamo gli occhi di quanti credono ancora che il problema sia disarmare il dittatore Saddam Hussein. Non è vero, è un falso problema. L’Iraq è uno dei tanti stati al mondo governati da un despota.
- La questione della armi di distruzione di massa è un’altra menzogna. Decine di stati le possiedono; gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Cina, la Russia, la Corea, la Francia, la Germania, perfino l’Italia, sono produttori e detentori di simili armi. Lo stato d’Israele, che ha più volte violato le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, detiene armi chimiche, batteriologiche e nucleari. Nessuno si sogna di mandare gli ispettori a Tel Aviv, o a Parigi, o a New York. Nessuno vuole bombardare Chicago, o Londra, o Roma.
Chiediamoci allora perché gli Usa vogliono attaccare l’Iraq.
La gente comune discute preoccupata di pace e di guerra. La maggioranza degli italiani, e anche dei bergamaschi sono contrari alla guerra, anche se ottenesse l’avvallo dell’ONU.
Perché la maggioranza di centrodestra non vuole affrontare questo argomento nel Consiglio Comunale di Bergamo?
Perché voi, parlamentari, consiglieri comunali, provinciali e regionali non esprimete il desiderio di pace della stragrande maggioranza dei vostri elettori, anche con azioni di esplicito dissenso e di disobbedienza?
E’ un vostro preciso dovere.
Invitiamo tutti i bergamaschi che vogliono la pace e ripudiano la guerra a partecipare al consiglio comunale di Bergamo, martedì 25 febbraio alle ore 18.
Incontriamoci e parliamo con i consiglieri, della maggioranza e dell’opposizione. Facciamo loro capire che noi la guerra non la vogliamo. Che Bergamo e la sua provincia sono terre di pace. Che non possono transitare nel territorio in cui noi viviamo armi, mezzi e strumenti di morte. Non nelle nostre strade, i nostri ponti, le nostre ferrovie.
Portiamo bandiere, striscioni, cartelli ed esprimiamo in ogni modo pacifico , creativo e assolutamente determinato la nostra avversione alla guerra.
RETE NO WAR - Bergamo
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