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Rifiuti
by gattoSka' Sunday, Mar. 16, 2003 at 5:42 PM mail:

PRESIDENTE. A seguito di questi piani, si è cominciato a fare delle bonifiche? FILIPPO EMILIANI, Dirigente ARPA regione Umbria. Il vecchio piano riguardante i 52 siti è rimasto lettera morta


audizioni commissione parlamentare /rifiuti
http://www.camera.it/_bicamerali/rifiuti/ressten/resmiss/perugia/mistesto.htm


DANILO MONELLI, Assessore all’ambiente della regione Umbria.

GIANLORENZO FIORE, Prefetto di Perugi

MIRIANO NICOLA, Procuratore della Repubblica di Perugia

ALBERTO MICHELI, Rappresentante ARPA regione Umbria

FILIPPO EMILIANI, Dirigente ARPA regione Umbria.

MASSIMO SPORTOLARI, Rappresentante associazioni imprenditoriali.....


FILIPPO EMILIANI, Dirigente ARPA regione Umbria. Una situazione macroscopica, anche se ancora non all'attenzione degli organi di stampa, è quella che si registra nell'ex discarica di Vocabolo Valle per i rifiuti solidi urbani che serviva il comprensorio di Terni e che sorge in una parte della discarica Acciai speciali Terni. Prima dell'emanazione del decreto Ronchi, questa discarica ha funzionato per lungo periodo con ordinanza emessa ai sensi dell'articolo 12 del DPR n. 915, perché, a meno di trasportare i rifiuti fuori dalla regione, non c'era altra possibilità se non utilizzare una discarica transitoria che in base al precedente piano regionale dei rifiuti sarebbe dovuta durare tre anni, quindi dal 1977 al 1990, e che invece è durata fino al 1997-98. L'articolo 13 del decreto Ronchi mantiene la possibilità di ordinanze contingibili ed urgenti, ma ha introdotto il riferimento alle conseguenze ambientali ed ha posto limiti di reiterazione delle ordinanze, per cui ad un certo punto l'amministrazione regionale, convocati i sindaci del bacino e del comune di Terni, ha deciso che quella discarica non si poteva più utilizzare.

La questione è delicata oltre che per la genesi della discarica - inizialmente realizzata a norma di legge con guaina, argilla, tubi di captazione del percolato, ma poi cresciuta un po' alla giornata ed in verticale - anche in virtù del fatto che operava in sinergia con la discarica delle acciaierie di Terni, di seconda categoria e di tipo B. La Terni ha presentato progetti che prevedevano la coabitazione delle due discariche, anche perché, se la discarica della Terni dovesse chiudere, le acciaierie subirebbero un duro colpo sul piano economico.

Nel frattempo si è verificata la necessità di modificare il piano regionale dei rifiuti solidi urbani, poiché in quello redatto nel 1997 era prevista la suddivisione in bacini – che poi sono diventati ATO - e per il ternano era prevista una nuova discarica che però non è stata mai realizzata per l’opposizione popolare e le esigenze delle amministrazioni comunali. Del piano regionale dei rifiuti sono parte integrante i piani di bonifica, che per la regione Umbria sono due: il primo, di una decina d’anni fa, comprendeva una cinquantina di siti destinati prevalentemente allo smaltimento dei rifiuti urbani ante DPR n. 915; l’altro, del 1995, finanziato anche dal Ministero dell’ambiente, individuava altre cinque aree. Potrebbe essere interessante sapere come intende procedere l’amministrazione regionale.

PRESIDENTE. Le risulta che la discarica di Vocabolo Valle sia oggetto di studi per la bonifica?

FILIPPO EMILIANI, Dirigente ARPA regione Umbria. Da quel poco che ho sentito dire, credo siano in corso trattative con il Ministero dell’ambiente per reperire i fondi per la bonifica, ma non sono certo che una bonifica sia necessaria.

PRESIDENTE. A seguito di questi piani, si è cominciato a fare delle bonifiche?

FILIPPO EMILIANI, Dirigente ARPA regione Umbria. Il vecchio piano riguardante i 52 siti è rimasto lettera morta, anche perché, dato il lasso di tempo intercorso e la mineralizzazione dei rifiuti intervenuta, l’inquinamento in atto dovrebbe essere ormai molto blando; il piano del 1995 riguardava anche altre situazioni, oltre ai rifiuti solidi urbani, ed era stata inoltrata richiesta di finanziamento al Ministero dell’ambiente.

PRESIDENTE. Laddove ci sono rifiuti speciali forse bisognerebbe sentire anche le parti che hanno provocato il conferimento ed il potenziale inquinamento. Vi chiederei comunque di far avere alla Commissione un resoconto dell’attività di monitoraggio e controllo esercitata dall’ARPA per quanto riguarda la gestione dei rifiuti nell’area industriale del ternano.

Vi ringrazio e dichiaro conclusa l’audizione.



GIORGIO CORRADO. Responsabile regionale di Ambiente e/è vita. Il documento che abbiamo predisposto per la Commissione riguarda il problema dei rifiuti solidi urbani nella regione visto dall'ottica del soggetto che gestisce i rifiuti. Esso contiene una brevissima analisi dei soggetti dediti a questa attività con qualche osservazione che riteniamo utile per la comprensione complessiva del problema; la nostra attenzione si è riversata in modo particolare sulla Gesenu che opera a Perugia. Non so se alla Commissione sia stato mai detto, per esempio, che questa società, che si presenta come un fiore all'occhiello in questa città e anche fuori di qui, ha una passività nel bilancio finanziario del 1999 di oltre 62 miliardi di lire; è questo un dato che viene tenuto nel cassetto perché si mostra sempre il conto economico, che è positivo, e non si mostra mai il conto finanziario, che presenta questa passività. Inoltre la Gesenu, società partecipata oltre che dal comune di Perugia anche da privati, come in un gioco di scatole cinesi ha una serie di società collaterali di cui vi forniamo un elenco che speriamo sia sufficientemente preciso e dettagliato, pur con tutte le possibili imprecisioni del caso. Per memoria vi consegniamo anche un documento ufficiale della regione sullo stato dell'ambiente in Umbria datato 1997 che, al contrario di quanto qualche personalità politica può andare dicendo, al momento è l'unico documento ufficiale.


SAURO PRESENZINI, Presidente regionale del WWF Umbria. Immagino che, essendo una Commissione di inchiesta, siate qui per acquisire notizie, ed io, avendo piacere di parlare, lo faccio. In Umbria non sono tutte rose e fiori, anzi, per quanto riguarda i rifiuti c'è qualcosa che puzza. La regione sostiene che in Umbria sono state raggiunte quote quasi di eccellenza nel riciclaggio dei rifiuti, ma questo a noi non risulta; sono state costruite discariche che dovevano durare dieci anni, invece ne sono passati quattro ed esse sono già piene. Probabilmente, allora, i dati della regione sono fasulli oppure qualcuno in buona fede ha errato. Posso inoltre affermare con certezza che la raccolta differenziata è fasulla: si conferiscono i rifiuti tal quale negli impianti cosiddetti di riciclaggio che in realtà non riciclano alcunché poiché, visto che la raccolta differenziata non viene fatta in maniera spinta e separata a monte, il rifiuto, invece di essere trasformato in compost, ridiventa rifiuto. Nessuno infatti ha mai acquistato il risultato della lavorazione di questo impianto di riciclaggio. Abbiamo chiesto con lettera raccomandata dove sia stato prodotto questo compost di qualità, ed a chi sia stato venduto, ma nessuno ci ha risposto; vi è quindi il ragionevole dubbio che i rifiuti siano tornati in discarica. Se è così, perché si dà luogo a questa fase di lavorazione a spese dei contribuenti? Nel codice penale questa viene definita come una truffa.


http://www.camera.it/_bicamerali/rifiuti/ressten/resmiss/perugia/mistesto.htm

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