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Comunicato stampa iniziativa 19/03 universita' statale milano
by reti univeristarie contro la guerra Wednesday, Mar. 19, 2003 at 3:58 PM mail:

Comunicato stampa delle Reti Universitarie contro la guerra 19/03/2003

Questa mattina si è tenuto in Università statale un presidio antifascista per ricordare il nostro compagno Dax, barbaramente assassinato il 16 marzo scorso durante un’aggressione fascista.
Davide è stato ricordato con un’aggiunta alla targa tristemente nota, che nell’atrio dell’università ricorda le morti di Franceschi, Varalli e Zibecchi.

L’iniziativa è proseguita con un’assemblea delle Reti Universitarie contro la guerra, che ha ribadito la necessità che anche l'università milanese sia uno dei luoghi da cui urlare tutta la nostra opposizione alla guerra criminale che sta per scoppiare.
Quello che è successo nelle ultime ore a Milano non fa che aumentare la nostra determinazione nell’ostacolare questa escalation con ogni mezzo necessario.

Nel pomeriggio gruppi di studenti stanno interrompendo le lezioni per leggere un appello contro la guerra e chiedere a studenti, docenti e lavoratori di attivarsi e prendere una posizione di decisa opposizione.

Nel day after, il giorno dopo lo scoppio della prima bomba diamo appuntamento a tutti gli studenti alle ore 8,00 presso il cortile del Filarete in via Festa del Perdono, per organizzare uno sciopero della frequenza e partecipare alle manifestazioni che si svolgeranno in città.
Assemblea d' Ateneo nel pomeriggio (ore 14.30 - atrio ascensori - Via F. del Perdono 7)

Comunque procedano gli eventi dalla giornata di domani in università ci sarà uno stato di mobilitazione permanente, con banchetti di controinformazione e presidi di protesta.

Non in nostro nome, non con il nostro cervello, non con le nostre braccia, non con le nostre parole.

Studenti delle RETI UNIVERSITARIE CONTRO LA GUERRA, RSU ( CGIL-CISL-UIL) d 'Ateneo, RdB d'Ateneo.




Segue l’appello che da qualche settimana gli studenti milanesi stanno firmando


Appello delle reti universitarie contro la guerra
Noi*, studenti, docenti, ricercatori, lavoratori e precari delle università di Milano
diciamo no alla guerra globale e all'intervento in Iraq,
senza se e senza ma, con o senza la legittimazione dell'Onu.
Crediamo che questa guerra sarà una catastrofe per i popoli dell'Iraq che già
patiscono le conseguenze di un embargo decennale, dei continui bombardamenti
angloamericani e del regime di Saddam Hussein, nonchè per i popoli di tutto il Medio Oriente.
Ci opponiamo a questa, come a tutte le altre guerre, perche’ subordina la
vita, i bisogni e i diritti dei molti all'interesse dei pochi.
D'altra parte le mire strategiche non si limitano al controllo del petrolio e dell'area centro-asiatica,
ma a ridefinire le relazioni di politica internazionale unicamente su rapporti di forza.
Ci schieriamo contro la guerra perchè rifiutiamo di essere complici a
partire dal nostro quotidiano, perchè sappiamo che le impronte
sparse sulla scena del delitto di un bombardamento in Iraq o in
Afghanistan conducono alla banca di cui siamo clienti, alla macchina con cui andiamo tutti i
giorni al lavoro, ai giornali che leggiamo, ma anche all'università in
cui studiamo o lavoriamo.
Oggi lo scenario di guerra si estende di scala e di intensità, pervade la ricerca, i
flussi economici e le reti di informazione. Opporsi alla guerra
significa quindi riconoscere che nessun sapere "neutrale" -se
mai questa espressione abbia avuto senso-è ora possibile.
Anche le nostre aule, le nostre
biblioteche, i nostri laboratori, i nostri libri di testo, sono campi di
battaglia di un conflitto strategico, quello per la produzione e l'uso delle
conoscenze.
Per questo è necessario fare un passo oltre la pura presa di posizione di
carattere etico: il rifiuto di questo stato di cose passa attraverso la
scelta di non cooperare con la macchina da guerra e di sottrarsi alla schiera
dei suoi cinici cantori, ma anche attraverso la condivisione di saperi,
culture e forme di vita che escludano la
guerra dal nostro orizzonte.
Se la guerra diventa quotidiana, il nostro rifiuto è inevitabilmente la
rottura di un'ormai falsa quotidianità, di una simulata "normalità"; i tempi
e gli spazi dell'università come della metropoli non possono rimanere
immutati, ma devono diventare teatro di una presa di
parola e di coscienza collettiva.
Del resto il dissenso acquista proporzioni di giorno
in giorno più consistenti e diffuse a livello globale.

L’escalation della guerra preventiva è già in corso da tempo; l'inizio dei
bombardamenti ne sancirà solo l'aspetto "spettacolare".
La nostra risposta immediata sarà una mobilitazione permanente:
intendiamo contribuire a trasformare la nostra
università, da luogo cieco e sordo qual è ora, in
un laboratorio della pace aperto a tutte le realtà cittadine.
Non in nostro nome, non con il nostro cervello, non con le nostre
braccia, non con con le nostre parole.

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Titolo Autore Data
statale ex studente Friday, Mar. 21, 2003 at 1:13 PM
Continuate così! uno che ha mollato l'università Thursday, Mar. 20, 2003 at 12:37 AM
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