Pestaggio a Milano, il ministro assolve.
Teste spaccate? Ragazzi ammanettati e presi a calci in faccia? Altri che dopo una settimana sono dovuti tornare all'ospedale per fare un'altra tac alla testa? Per il ministro Carlo Giovanardi non è successo proprio niente. O meglio, la notte del 16 marzo, dopo l'assassinio di Davide Cesare, all'ospedale San Paolo di Milano le forze dell'ordine non hanno compiuto alcunché di «censurabile» per contenere i suoi amici, «particolarmente esagitati», che sono andati all'ospedale per avere sue notizie. Anzi. A prenderle sono stati poliziotti e carabinieri. Così il ministro ieri ha risposto a un'interrogazione di Graziella Mascia (Prc), la quale ha replicato dicendo che le cose non sono andate così e che, oltre a chiedere giustizia, sarebbe bene che qualcuno chiedesse anche scusa ai ragazzi e alle ragazze picchiate al pronto soccorso dell'ospedale. Il ministro Carlo Giovanardi in questi giorni non deve aver fatto nemmeno una telefonata al questore e al prefetto di Milano, altrimenti avrebbe potuto unirsi al democratico duetto secondo cui «se qualche agente ha sbagliato pagherà...». E nemmeno si può pretendere che il ministro abbia avuto tempo per leggere la lettera che due medici «sconcertati» del San Paolo - Alberto e Pier Maria Battezzati - hanno inviato al Corriere della Sera. «Questa nostra preoccupata testimonianza dei fatti - hanno scritto - nasce dalla precisa sensazione che l'operato delle forze dell'ordine non solo non sia stato adeguato alle necessità del momento, ma sia stato caratterizzato da eccessi ingiustificati e condannabili da chiunque abbia a cuore, quali che siano i proprio orientamenti politici, la convivenza civile all'interno di un paese liberale e democratico». Come un ministro, per esempio. Alla testimonianza dei due medici ne seguiranno altre. Sono quelle che un gruppo di sei avvocati sta raccogliendo per «aiutare» la polizia ad individuare i responsabili dei pestaggi al pronto soccorso. Ci sono fotografie, certificati medici, testimonianze del personale sanitario. Gli esposti verranno presentati sabato prossimo davanti al Tribunale dai ragazzi dei centri sociali. «La questura dice che vuole identificare chi ha sbagliato - spiega l'avvocato Mirko Mazzali - e noi le forniremo un po' di materiale».
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