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liscia,gassata,privatizzata..
by gattoironico Thursday, Mar. 27, 2003 at 4:24 PM mail:

Liscia,gassata,privatizzata?IL 93% DELLE FAMIGLIE UMBRE BEVE ACQUA MINERALE

Liscia,gassata,privatizzata?


L'acqua ...
Da dove arriva l'acqua che sgorga dai rubinetti di Perugia?
Circa un terzo dell'acqua perugina proviene dalle sorgenti.
. Le fonti principali sono quelle della Scirca, di Nocera e del monte Cucco.
I restanti due terzi del fabbisogno idrico perugino sono invece garantiti dai pozzi che, negli ultimi anni, si sono moltiplicati nelle pianure circostanti la città.
La parte più consistente è garantita dagli impianti di Petrignano e Cannara, che vengono sfruttati a pieno ritmo soprattutto nel periodo estivo.
La portata delle sorgenti, infatti, si riduce automaticamente con la stagione secca, in quanto la fuoriuscita di acqua sorgiva è direttamente legata all'immediatezza delle piogge. Le risorse idriche dei pozzi, invece, sono più stabili e il loro livello può variare significativamente solo nel lungo periodo.

Ciascun perugino consuma, ogni giorno, 300 litri di acqua. Una famiglia media, composta da quattro persone, succhia quotidianamente 1200 litri dall'acquedotto pubblico. La richiesta di risorse idriche è cresciuta del trenta per cento rispetto agli anni '80.
Trecento litri al giorno per persona: si tratta di cifre ufficiali, fornite dalla Cesap.Gli umbri, 800mila abitanti amministrati da 92 Comuni, due Province, una Regione, consumano per usi civili 98 milioni di metricubi di acqua all'anno (stima del '95) portata da 470 acquedotti (censiti nel 1987 esclusi i più piccoli).

ll consumo di acqua potabile per usi canonici, cioè per bere e cucinare, rappresenta una parte molto ridotta del fabbisogno totale. Per calcolare la necessità globale di una famiglia bisogna considerare lavatrici e lavastoviglie, docce ed irrigazioni di giardini. Usi più o meno impropri ...

In attesa dell'acqua di rubinetto imbottigliata ...IL 93% DELLE FAMIGLIE UMBRE BEVE ACQUA MINERALE(Cresce nella popolazione l’abitudine al consumo di acqua minerale: l’85,5% della popolazione di 14 anni e più beve acqua minerale, percentuale in costante aumento rispetto agli anni precedenti (78,6% nel 1993). Le regioni in cui il consumo è più diffuso sono Umbria (93,8%), Lombardia (93,2%), ed Emilia Romagna (92,5%), mentre Basilicata (72,2%) e Calabria (72,7%) si distinguono per le percentuali più basse. Il consumo più elevato di acqua minerale si registra tra le persone di età compresa tra i 20 e i 54 anni (71%).-istat/2000)

l'Umbria - secondo dati ISTAT - ha in Italia, con 93,8 litri per anno, il secondo più elevato consumo procapite di acqua minerale. In Umbria si imbottigliano quasi un miliardo di litri l'anno (12 per cento della popolazione nazionale).(utilizzando 500-600 milioni di bottiglie di plastica e vetro. Forse il 22 per cento della produzione viene consumata in loco, il che significa che gli umbri usano ogni anno circa 130-150 milioni di litri di acqua minerale. La plastica raccolta, però, è pochissima e la stessa regione non è stata ancora in grado di concepire al meglio un obiettivo diverso. Raccogliere anche il 40 o 50 per cento di quei 150 milioni di bottiglie, cosa che tutti sappiamo essere non molto complicata e difficile, significherebbe reperire 40-50 mila tonnellate di plastica, che al prezzo attuale equivalgono ad 8-10 miliardi l’anno.)

Le imprese private dell'acqua minerale in umbria hanno un fatturato complessivo che può essere stimato in 175 miliardi di lire
Per il rilascio di tali concessioni per l'utilizzo di un bene pubblico la Regione ha percepito nel 1999 diritti (compresi quelli di ricerca) per 221.782.500 di lire (dei quali 206 milioni - circa - per canoni di concessione, 7 milioni per uso pertinenze, 4 milioni per permessi di ricerca e 4 milioni per tassa stabilimento; fonte regionale): tale somma non raggiunge lo 0,1 per cento del fatturato. Con l'approvazione del disegno di legge (presentato da Carlo Ripa di Meana-Verdi umbria), sulla nuova disciplina delle acque minerali, la nuova imposta prevede il versamento di cinque euro per ogni mille litri di acqua imbottigliata. La Regione prevede di introitare con questa variante 1300 milioni di lire all'anno.



Acque minerali umbre commercializzate.
AMERINO AMICA FABIA FONTE AURA FONTE SANTA CHIARa FONTE TULLIA
FURAPANE MISIA MOTETTE ROCCHETTA SANFAUSTINO SANGEMINI SANTORAGGIO
SASSOVIVO SORGENTE ANGELICA SORGENTE DEL CACCIATORE SORGENTE FLAMINIA
TIONE VASCIANO VIVA
/dieci stabilimenti


Gli umbri sono sopra la media con 156 litri a testa ogni anno per un totale di 127 milioni di litri consumati in regione. Tradotto in smaltimento dei rifiuti indica una "produzione" di 130/150(?) milioni di bottiglie in Pet, da smaltire.
(Vedi-Autorizzazione alla societa' per azioni dell'acqua minerale di Sangemini a produrre e vendere le acque minerali naturali denominate Sangemini, Antiche Sorgenti Umbre-Fabia e Fonte Aura, in contenitori di Pet denominato Papet.
Pag. 34-gazzetta ufficiale n204)

Avvertito sopratutto nelle zone dove sono gli stabilimenti che hanno grandi volumi di produzione, è dato dal transito di mezzi pesanti. L'acqua, infatti, viaggia su ruote, portando inquinamento e problemi di traffico che si fanno particolarmente pesanti nella zona di Gualdo Tadino e Nocera Umbra in cui si sta lavorando alla ricostruzione. Il settore impiega circa 500 addetti e, secondo le aziende, porterebbe ad un indotto occupazionale per rete commerciale e trasporto pari a dieci volte tanto.

"Intanto..... a Kyoto, Shiga e Osaka (Giappone)si e' svolto il Forum internazionale dell´Acqua, alla terza edizione dopo quelle di Marrakech (Marocco) e La Hague (Olanda).

Come gia' nel secondo forum mondiale si discutera' su come portare avanti il processo di mercificazione della risorsa acqua:di assoggettamento delle risorse idriche alle logiche di mercato.

Uso privato di una risorsa pubblica.

."Amministrare saggiamente l’acqua: assicurare un buon governo delle risorse idriche, coinvolgendo nella gestione delle risorse idriche sia l’interesse pubblico che quello degli investitori di capitali [...]"
(17-22 MARZO 2000 IIª Forum Mondiale sull’Acqua – L’Aja. 158 delegazioni partecipanti in rappresentanza di 130 paesi, alla presenza di 114 ministri e molti responsabili di organizzazioni internazionali)


In italia con la legge Galli(1994)si introduce una cultura dell’acqua intesa come merce. La legge enuncia principi solidaristici, ma li contraddice consentendo l’affidamento del servizio idrico a soggetti privati.Si elimina definitivamente il concetto di tributo, la tassa da versare all’ente impositore a prescindere da qualsiasi considerazione inerente il servizio stesso, e si introduce il concetto di tariffa quale corrispettivo del servizio effettivamente reso in termini di quantità e qualità
La nuova organizzazione del servizio prevede una “Convenzione” da stipulare tra i comuni associati e l'azienda che operativamente compie il servizio.
(Che ovviamente se vuole “guadagnare”deve incentivare i consumi, soprattutto nel caso di reti acquedottistiche già ammortizzate.
Il gestore non ha inoltre particolare interesse a fare grandi interventi di manutenzione straordinaria (a meno che questi non vengano ben ricompensati nella tariffa) o importanti interventi di prevenzione per salvaguardare la risorsa, se non vengono imposte dall'ente cessionario. )


Ma il vero cuore del Business acqua sta'
in una direttiva della Comunità Europea(a n. 83 del 1998):. La novità,in italia in vigore dal 18 marzo con il decreto legislativo n.31/2001 in attuazione della direttiva Ue, ha rivoluzionato la definizione normativa di acqua potabile, consentendone la commercializzazione "in bottiglia o in contenitori".
Permette di imbottigliare e vendere al dettaglio acqua pubblica data in concessione(a patto che non sia stata trattata, ad esempio con l'aggiunta di cloro.), la “volgare” acqua di rubinetto, con la garanzia di rispettare i limiti previsti dalla legislazione in materia.L’acqua potabile diventera quella su cui si effettuano i controlli quotidiani di qualità previsti dalla legge, quella che si può comprare imbottigliata al supermercato, mentre l’acqua erogata dall’acquedotto attraverso il rubinetto di casa diventera' acqua anti-economica su cui è inutile e condurre esami e controllo.

Intorno alle acque minerali si muove un giro d´affari di più di 2500 miliardi di euro all´anno.
Gli italiani sono il popolo europeo che consuma più acqua minerale, con 11 miliardi circa di litri di acqua nel 2002, e una media di 160 litri a testa. E il consumo è in costante aumento.
"Le previsioni degli operatori si orientano generalmente verso ulteriori incrementi delle quantità consumate, trainati dagli stessi fattori che li hanno fino ad oggi determinati: inquinamento delle falde acquifere che limita la possibilità di disporre di acqua corrente di buona qualità organolettica; intense attività di marketing da parte dei maggiori gruppi industriali, che hanno destinato negli ultimi anni risorse crescenti verso un business vitale; orientamento verso stili di vita alimentari che privilegiano consumi salutistico-naturali, di cui quelli di acqua minerale fanno parte integrante; disponibilità di acque minerali di basso prezzo, che favorisce l'incremento della penetrazione del prodotto in famiglia, giunta oggi intorno al 96%. Ma ciò che sta crescendo è soprattutto il valore complessivo del business, favorito dall'opera di segmentazione dei prodotti."(n questo comparto operano grandi gruppi industriali, che concentrano nelle loro mani rilevanti quote di mercato e di investimenti pubblicitari: i primi quattro coprono insieme oltre il 70% delle vendite in valore nel canale iper+super+superette./ Nestlè, Danone, San Benedetto, Uliveto e Rocchetta.

http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=45
http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=61

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