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«Fu legittima difesa». I familiari: temono la verità
Morte di Giuliani al G8 di Genova: archiviata l’inchiesta su Placanica
Archiviazione. Perché quella di Mario Placanica fu legittima difesa e perché usò legittimamente la pistola. Finisce così la vicenda giudiziaria del carabiniere che era accusato di omicidio volontario per la morte di Carlo Giuliani, in piazza Alimonda, a Genova, il 20 luglio 2001, durante il G8. Il gip di Genova, Elena Daloiso, ha archiviato anche la posizione dell’altro carabiniere, Filippo Cavataio, che era alla guida del Defender dell’Arma che passò sul corpo di Carlo Giuliani quando era steso a terra. Tutte e due le richieste di archiviazione erano state avanzate il 2 dicembre scorso, dal pm Silvio Franz, titolare dell’inchiesta. «Non c’è dubbio - scrive il gip nella sua ordinanza - che Placanica fosse pienamente legittimato a usare le armi per respingere una violenza o vincere una resistenza all’autorità». E ancora: «Non c’è dubbio che la situazione in cui Placanica si è trovato ad agire fosse di estrema violenza, in atto nei confronti delle stesse forze dell’ordine la cui incolumità era in pericolo». Per il gip, infatti, «il gesto di Giuliani non è stato un’aggressione isolata, ma soltanto una delle fasi di una violenta aggressione al Defender». Infine, Placanica ha fatto della pistola un uso «graduato in modo da risultare il meno offensivo possibile, visto che i colpi sono stati certamente diretti verso l’alto e solo per un’imprevedibile modifica della traiettoria (l’impatto con un calcinaccio in volo, ndr ), uno è andato a colpire Carlo Giuliani». In ogni caso, anche se avesse mirato al corpo del giovane, Placanica sarebbe stato prosciolto visto che il gip scrive: «Quand’anche ciò si fosse verificato non vi è dubbio che il carabiniere, legittimato all’uso delle armi, era in presenza di un pericolo per la vita o l’integrità fisica propria e dei compagni... e che avrebbe potuto dirigere il colpo d’arma da fuoco contro gli aggressori». Ai due carabinieri sono stati restituite armi e munizioni sequestrate. Alla famiglia di Carlo Giuliani i suoi «effetti personali» e le 64.700 lire che aveva in tasca il giorno in cui è stato ucciso. «Sono contento, sollevato - ha detto Placanica quando i suoi legali gli hanno comunicato la notizia dell’archiviazione -. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, anche perché ero consapevole di non aver mai voluto colpire nessuno. Mi sono trovato in una situazione tale che non potevo comportarmi diversamente». Delusi i legali della famiglia Giuliani, Giuliano Pisapia e Lia Vinci, che annunciano ricorso. Delusi i genitori di Carlo Giuliani: «Non ci hanno mai animato desideri di vendetta ma solo la ricerca di verità e giustizia - hanno detto Giuliano Giuliani e la moglie Heidi -. Continueremo finché avremo fiato, in nome di Carlo e di tutti coloro che sono stati vittime di violenze e ingiustizie. Ci chiediamo perché si teme la verità, che avrebbe potuto emergere da un dibattimento e da un libero confronto tra le parti, che non ha mai potuto esserci». Il solo politico di centrodestra a commentare la notizia con le agenzie di stampa è Calderoli (Lega) che è d’accordo con l’archiviazione. Per il resto, le reazioni arrivano tutte da sinistra e dai movimenti e sono di segno opposto. Per Vittorio Agnoletto è una «decisione gravissima, con cui lo Stato si autoassolve da ogni responsabilità». Nicola Fratoianni, dei disobbedienti, parla di «omicidio di Stato». Il verde Paolo Cento e Graziella Mascia, del Prc, chiedono l’apertura di una commissione d’inchiesta parlamentare. Ermete Realacci, Margherita, ricorda gli altri misteri di Genova: «su tutti, i fatti della Diaz». Ma. Po. http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=CARA
G8, il gip archivia il procedimento contro Placanica
Il carabiniere era indagato per l'omicidio di Carlo Giuliani, avvenuto il 20 luglio 2001, in piazza Alimonda. L'archiviazione era stata chiesta dal pm. di Alessandra Fava
GENOVA - Quarantacinque pagine e la parola archiviazione mettono fine alle indagini sull'omicidio Giuliani. Perché, secondo il gip Elena Daloiso, la notizia di reato è infondata, avendo Placanica agito per legittima difesa e facendo legittimo uso delle armi. Così ha scelto Daloiso, ex pm, che oggi pomeriggio ha accolto la richiesta di archiviazione per legittima difesa del pm Silvio Franz, avanzata in dicembre dello scorso anno. A quasi due anni di distanza dall'omicidio del manifestante Carlo Giuliani avvenuto in piazza Alimonda durante gli scontri del G8 - imputato il carabiniere reo confesso Mario Placanica - terminano così anche le ricerche su quel che accadde alle 17,37 di quel venerdì del G8. Dopo aver esaminato 34 fotografie, la videocassetta in Vhs realizzata dalla Questura di Genova con su filmati Mediaset, Luna Rossa e Polizia scientifica, le consulenze sui bossoli e l'estintore, e le tante testimonianze dei presenti fra le forze di polizia e i manifestanti, Daloiso scrive: fine. Nessun dubbio che tutto sia andato come raccontano i testimoni e come hanno ricostruito i consulenti del pm con la nota testi del proiettile deviato dal sasso. Da pagina 2 a pagina 28, Daloiso ricostruisce il fatto citando foto (comprese quelle della Mobile), ma soprattutto le ricostruzioni dei presenti a partire da quella di un anarchico francese che nel suo sito racconta delle pietrate, della folla, degli "sbirri che indietreggiavano", di quelle "due piccole macchine 4x4 dei carabinieri". Vede il vetro rompersi. Sono gli attimi fatali: "ho sentito la prima detonazione, abbastanza forte, secca e vicina" - l'anarchico era sui gradini della Chiesa del Rimedio che dà sulla piazza. Quindi secondo il testimone i carabinieri caricano e allontanano giornalisti, fotografi e manifestanti. Da altre foto e testimonianze la gip precisa che sul Defender alla guida c'era Cavataio e sopra vi prendevano posto Raffone e Placanica, tanto che lo ripete a più riprese. "Non vi è alcun dubbio", scrive Daloiso, "che la morte del giovane Giuliani è stata cagionata da uno dei colpi esplosi dalla pistola di Mario Placanica" e cita le dichiarazioni del carabiniere rilasciate lo stesso giorno e l'11 settembre 2001, nonché quelle di Cavataio e Raffone tutte concordanti sull'assalto subito da parte dei manifestanti. Quindi si passa all'esame delle dichiarazioni di chi era intorno alla camionetta e agli interrogatori fatti a Massimiliano Monai, Eurialo Predonzani e Luca Finotti indagati per devastazione, saccheggio e resistenza aggravata. Dichiarazioni fondamentali, dei manifestanti e degli occupanti del Defender, secondo il gip, che non furono messe a conoscenza dei consulenti da parte del pm (tirata d'orecchi). Fondamentali per "chiarire quale fosse la situazione ambientale e la direzione dei colpi sparati". Sulla consulenza del pool di esperti scelti dal pm (Balossino, Torre, Romanini e Benedetti) il gip pensa che corrisponda a realtà: "la visione del filmato (di Luna Rossa ndr) dà la sensazione della coincidenza fra i due fenomeni", lo sfarinamento del "sasso" e il passaggio del proiettile. E se il suono arriva dopo, è perché chi faceva le riprese non era troppo vicino. Infine siccome Placanica è "pienamente legittimato a fare uso delle armi quando ricoressero i presupposti della necessità di respingere una violenza" e "la situazione era di grave pericolo" e l'assalto al Defender c'è stato - secondo il gip - come si desume dalle dichiarazione di Monai, come dell'anarchico francese, Placanica non rientra neppure nel caso di legittima difesa perché "i colpi sono stati certamente diretti verso l'alto e solo per un'imprevedibile modifica della traiettoria uno di essi è andato a colpire Carlo Giuliani" e in più non poteva difendersi che con l'arma. Quanto alle dichiarazioni rese da Monai a organi di stampa, in cui il manifestante parla della presenza di un quarto uomo nel Defender, la gip scrive: "non hanno alcuna veste processuale ".
(5 MAGGIO 2003, ORE 17:10, aggiornato alle 19:52) http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,178157,00.html
Archiviazione Placanica, prime polemiche
Agnoletto del Social Forum parla di decisione gravissima, con la quale lo Stato si autoassolve. Mascia di Rifondazione e membro del comitato sul G8: scelta insostenibile. Gli avvocati del carabiniere soddisfatti.
MILANO - Prime polemiche, tutte a sinistra per la scelta da parte del gip Elena Daloiso di archiviare il procedimento contro Mario Placanica, accusato di aver assassinato Carlo Giuliani, al G8 di Genova. Dal Social Forum di Agnoletto ai Verdi, fino a Rifondazione comunista si bolla la decisione come "gravissima". Mentre gli avvocati del giovane si mostrano soddisfatti, seppure amareggiati per come da destra e da sinistra non vengano rispettate le decisioni della magistratura. Pienamente concorde con la decisione del gip, il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli.
"E' una decisione gravissima, con la quale lo Stato si autoassolve da ogni responsabilità". Così il leader del Social Forum Vittorio Agnoletto commenta l'archiviazione . Agnoletto ha poi annunciato che in occasione del secondo anniversario della morte di Carlo Giuliani, il movimento "ricostruirà in modo pubblico e con tutta la documentazione attualmente disponibile la verità di quanto accaduto in piazza Alimonda". "E' evidente - ha poi spiegato - che non c'é la volontà di ricercare la verità con l'obiettivo di una vera giustizia. D'altra parte non possiamo dimenticare che solo qualche giorno dopo l'omicidio di Carlo un importante esponente della procura di Genova già parlava di legittima difesa e le stesse parole erano state utilizzate da esponenti del governo fino al presidente del Consiglio che era voleva addirittura offrire una vacanza omaggio a Placanica". Al movimento, sostiene Agnoletto, "non appartiene né una cultura vendicativa né un'esaltazione della detenzione", ma "continuiamo a credere che tutti gli italiani e non solo il movimento abbiano diritto di assistere ad un pubblico contraddittorio davanti ad una corte al fine di chiarire il reale svolgimento dei fatti e le tante contraddizioni emerse nel tempo non solo dalle perizie ma anche dal racconto di Placanica". "Non c'é dubbio - ha concluso Agnoletto - che una decisione di questo tipo rischia di creare in decine di migliaia di giovani ulteriore sfiducia nelle istituzioni. Noi, da parte nostra, continueremo a chiedere verità e giustizia".
"Mi trovo completamente d'accordo con l'archiviazione - ha, invece, commentato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli . "E' evidente - ha concluso - che si è tratto di un caso di legittima difesa e che l'unica colpa del carabiniere fu quella di svolgere il proprio dovere".
Per Alberto Burgio, responsabile Giustizia di Rifondazione comunista, "la notizia amareggia, ci sconcerta e ci preoccupa. Quello che oggi ci sentiamo di dire è che non tollereremo che a Carlo Giuliani finisca come a Giorgiana Masi: che tra un pò si dica che è morto per cause misteriose".
"L'assoluzione non chiude il caso il caso Giuliani:sui fatti di Genova occorre l'istituzione di una commissione d'inchiesta". Così ha dichiarato il Verde Paolo Cento. "La vicenda giudiziaria non chiude nè il caso Giuliani, nè quanto accaduto nella scuola Diaz e a Bolzaneto".
Soddisfatto, seppure leggermente amareggiato, l' avvocato Giuseppe Gallo, che ha difeso il carabiniere con il collega Vittorio Colosimo: "pur essendo molto soddisfatto dell' esito di questo procedimento, sono tuttavia amareggiato - ha affermato - per questo costume che si sta consolidando in Italia, che vuole gettare discredito sulla Magistratura, una delle più importanti istituzioni del nostro Paese. "Sia da destra che da sinistra è ormai la regola polemizzare con le sentenze dei giudici" .
"Sono molto soddisfatto per il provvedimento Sono sempre stato convinto della mancanza di responsabilità del mio assistito" - ha chiosato avvocato Vittorio Colosimo, l'altro difensore del carabiniere. "Placanica - ha sostenuto Colosimo - si è trovato in una situazione nella quale non auguro a nessuno di trovarsi, neanche al mio peggior nemico. Il defender sul quale si trovava aveva raccolto dei militari feriti e lui ed i suoi commilitoni stavano cercando di raggiungere un posto sicuro quando sono stati bloccati, aggrediti, feriti.
"L'archiviazione è un fatto gravissimo". Lo dichiara, senza mezze misure, Graziella Mascia , vicepresidente del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista e membro del comitato parlamentare sui fatti del G8 a Genova. "E' tanto più grave - spiega Mascia - per il fatto che dai primi giorni si parlò di legittima difesa sia da parte del Comandante dei carabinieri sia di un importante esponente della procura genovese, senza che venissero vagliati in alcun modo gli accadimenti del 20 luglio 2001. Il pubblico dibattimento era e rimane un atto dovuto da parte della magistratura per chiarire una vicenda drammatica quanto oscura". "'A maggior ragione oggi - conclude il deputato - si rende necessaria una commissione di inchiesta parlamentare che, al di la' delle responsabilità personali di quella uccisione, di competenza propria della magistratura, comunque faccia luce su responsabilità politiche e catene di comando. La morte di Giuliani non può diventare l'ennesimo mistero italiano.
(5 MAGGIO 2003, ORE: 21:00) http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,178155,00.html
I GENITORI DEL RAGAZZO UCCISO: SIAMO DELUSI, MA NON CERCAVAMO VENDETTA Caso Giuliani, prosciolto il carabiniere Sentenza di archiviazione: agì per legittima difesa
6/5/2003
GENOVA
L’esito era ormai previsto, da molte settimane, dopo la richiesta del pm Silvio Franz, meticoloso «ricostruttore» del 20 luglio 2001 a Genova, nei giorni incandescenti del G8: il carabiniere Mario Placanica agì per legittima difesa e non deve essere ritenuto colpevole della morte del manifestante Carlo Giuliani, allora ventenne. Il gip Elena Daloiso ha infatti archiviato, con una motivazione di 48 cartelle, la vicenda che vedeva il carabiniere accusato di omicidio volontario. Contestualmente è stato prosciolto anche l’altro carabiniere, Filippo Cavataio, che era alla guida del «Defender» dell’Arma, finito accidentalmente, per un errore di manovra, davanti alla chiesa di piazza Alimonda e aggredito da decine di manifestanti. La sentenza di archiviazione è stata resa nota ieri pomeriggio, poco dopo le 16. Il giudice Elena Daloiso ha sostanzialmente accolto la lettura dei fatti su cui ha lavorato per oltre un anno il pm. Silvio Franz aveva chiesto l’archiviazione di ogni accusa perchè Placanica, in circostanze drammatiche, aveva esploso due colpi, con intento intimidatorio perchè rivolti verso l’alto, uno dei quali, (deviato da un frammento di calcinaccio), aveva raggiunto al volto Giuliani, uccidendolo sul colpo. I filmati, le fotografie e le testimonianze di quella terribile giornata di due anni fa avevano inoltre confermato la crescente aggressività di molti manifestanti, tra i quali lo stesso Carlo Giuliani (un ragazzo fragile, che viveva con i suoi cani, nel centro storico e si sentiva oppresso e controllato dai carabinieri che lo ritenevano coinvolto in piccole questioni di droga), nonchè degli stessi giovani fotografati attorno all’automezzo, colpito con ogni sorta di corpi contundenti, tra i quali la famosa trave che sfondò i finestrini. Lo stesso Giuliani brandiva un pesante estintore e si apprestava a scagliarlo contro il mezzo dei carabinieri. Per questo, il gip ha scritto che Placanica ha agito in una circostanza «che esclude la punibilità del fatto» e che, quindi, ha agito per legittima difesa «piena» e facendo uso legittimo della sua arma «per necessità di difesa di diritti ingiustamente offesi». In questi casi, secondo l’articolo 53 del codice penale, «l’uso dell’arma è assolutamente indispensabile» anche se tale uso «è stato graduato in modo da risultare il meno offensivo possibile, atteso che i colpi sono stati certamente diretti verso l’alto e solo per un’imprevedibile modifica della traiettoria, uno di essi è andato a colpire Carlo Giuliani». «Ho sempre detto di aver fiducia nella giustizia - ha commentato da Catanzaro, dove risiede, Mario Placanica, appena i suoi legali gli hanno comunicato l’esito della sua vicenda giudiziaria -. Ho sempre detto di non aver mai voluto colpire volontariamente nessuno». Placanica ha rievocato l’episodio del 20 luglio 2001: a bordo dell’automezzo c’era un carabiniere ferito al quale cercava di fare scudo, mentre l’autista era bloccato tra un muro d’uno stabile e i manifestanti inferociti. «Ho cercato - ha ricordato - di uscire da quell’incubo» Placanica vorrebbe restare nell’Arma: per il momento è ancora «raffermato volontario». I suoi legali si sono dichiarati soddisfatti e hanno confermato che il giovane spera, un giorno, di incontrare i genitori di Giuliani per spiegare loro il suo dolore e il suo rincrescimento. I Giuliani - il padre Giuliano e la madre Heidi - non hanno nascosto la loro «profonda delusione» e l’archiviazione, per loro, è «una coperta troppo pesante su tutte le drammatiche vicende del G8». I genitori della vittima si chiedono «perchè si ha paura della verità», ma hanno confermato «di non essere mai stati animati da desideri di vendetta». Hanno confermnato comunque di volersi battere von ogni mezzo per «ricercare verità e giustizia».
Paolo Lingua http://www.lastampa.it/edicola/sitoweb/Cronache_italiane/art6.asp
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