GENOVA, L’INCHIESTA SULLE VIOLENZE DI PIAZZA NEL LUGLIO 2001.
G8 atto secondo. A una settimana dall’archiviazione dell’accusa di omicidio per il carabiniere Mario Placanica, i giudici genovesi hanno deciso anche l’archiviazione dell’inchiesta che vedeva come imputati 93 giovani no-global: poche ore dopo la morte di Carlo Giuliani, il 20 luglio 2001, furono arrestati dalla polizia nella scuola «Armando Diaz» che era stata attrezzata come albergo di fortuna, col permesso delle amministrazioni comunale e provinciale. Ieri il gip Anna Ivaldi, accogliendo le richieste del pm Francesco Lalla (il quale, nel frattempo, è stato nominato procuratore della Repubblica), ha disposto per tutti l’archiviazione e il non doversi procedere per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, furto aggravato, lesioni personali, detenzioni di coltelli e di armi improprie. Alcune parti dell’inchiesta sono state però stralciate. Infatti l’accusa - formulata per tutti i 93 prosciolti di ieri - di associazione per delinquere (finalizzata alla devastazione e al saccheggio) è stata fatta confluire in un’altra inchiesta relativa alle violenze che si verificarono in strada in quel pomeriggio d’estate, prima e dopo la morte di Giuliani. Altri episodi della notte della Diaz, quali l’accoltellamento dell’agente Massimo Nucera e il ritrovamento di due molotov, saranno oggetto di altre tranche dell’inchiesta. La vicenda della Diaz è uno degli episodi più discussi dei tre giorni del G8. Gli agenti verso mezzanotte circondarono la scuola e fecero irruzione, sorprendendo gli ospiti, molti già addormentati. Non s’è mai compreso il perchè dell’operazione. Si disse, a caldo, che si cercavano terroristi, provocatori e «tute nere». I 93 giovani, quasi tutti non genovesi e alcuni stranieri, vennero trasferiti in questura e poi al pronto soccorso, perchè malmenati durante le operazioni di identificazione e di fermo. Furono accusati di violenze e resistenze, loro rivolsero le stesse accuse alle forze dell’ordine, affermando che furono compiute violenze gratuite. Le accuse non hanno retto all’inchiesta del procuratore Lalla. Il gip s’è convinto che non siano stati compiuti reati da parte dei fermati alla Diaz e neppure eccessi di resistenza: negli interrogatori degli agenti protagonisti di quella retata ci sono state smentite e ritrattazioni, e non sono state portate prove a carico degli accusati. Molti agenti hanno smentito i loro colleghi ed è caduta anche l’ipotesi della presunta «provocazione», secondo la quale gli agenti sarebbero intervenuti perchè fatti oggetto di insulti e di lanci di pietre e di corpi contundenti dalle finestre della scuola. La decisione del gip è stata accolta positivamente dagli ambineti vicini ai no global. L’avvocato Laura Tartarini, del collegio di difesa: «Un passo avanti per dimostrare la verità». Il Comitato «Verità e giustizia per Genova» dice di voler «capire perchè sia stata perpetrata una gravisisma violazione del diritto». Vittorio Agnoletto aggiunge: «È urgente che si arrivi al rinvio a giudizio dei responsabili e dei mandanti». Paolo Cento, deputato Verde: «C’è la necessità politica di un’inchiesta parlamentare». Ermete Realacci (Margherita): «E’ indispensabile che i veleni e le menzogne siano dissipati». Graziella Mascia, deputato di Rifondazione Comunista: «Il pestaggio della Diaz fu deciso a tavolino, occorre una commissione d’inchiesta parlamentare».
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