da repubblica.it, Ansa, ilnuovo.it
da repubblica.it
Dopo i dubbi sulle molotov e le coltellate all'agente Nucera, ora anche la fitta sassaiola contro una pattuglia di poliziotti è diventata ipotetica per i pm genovesi titolari delle indagini sull'irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8, nel luglio 2001.Il resoconto dell'episodio, che fu addotto a giustificazione dell'irruzione, è stato infatti contestato in tre nuovi avvisi di garanzia ad altrettanti agenti di polizia del reparto mobile di Roma, con l'ipotesi di accusa di falso e calunnia. La notizia, anticipata oggi dal quotidiano La Repubblica, è stata confermata dal pm Zucca. "Nel corso delle indagini, ha spiegato il magistrato - è emerso che nessun poliziotto ha scritto esattamente cosa era successo davanti alla Diaz, anzi tutti hanno dato versioni contrapposte o per sentito dire". Il pm ha aggiunto che i tre nuovi agenti sono stati indagati perché, in una relazione tardiva, hanno riferito di un grosso sasso che aveva sfondato un vetro blindato del loro furgone, tanto che il mezzo venne poi portato in una officina della polizia. Questo episodio però non risulta dai verbali dei superiori, tra cui il funzionario romano Massimiliano Di Bernardini, che scrisse solo di una fitta sassaiola, specificando in seguito, davanti ai pm, che gli era stata riferita, come anche il lancio di un bullone. Di Bernardini scrisse però di aver visto di persona lanciare una bottiglia di birra sopra una delle quattro auto civetta della polizia e un manifestante che si aggrappava allo specchietto retrovisore di una vettura. I tre nuovi avvisi di garanzia hanno suscitato immediate polemiche da parte di alcuni difensori dei funzionari di polizia, indagati a loro volta di falso e calunnia. Il difensore di Di Bernardini, Massimo Lauro, ha commentato: "Il mio assistito riferì ai magistrati di aver saputo da un agente del reparto mobile di un sasso che aveva sfondato la camionetta. Mi pare dunque che non ci sia niente di nuovo sotto il sole". "Le accuse che arrivano attraverso i giornali sono una costante di reali o presunte iniziative che l'autorità giudiziaria procedente potrebbe aver compiuto o no", ha commentato invece Alfredo Biondi, difensore di Pietro Troiani, il funzionario romano, già indagato per le false molotov nella scuola Diaz, citato da Repubblica. "Il mio cliente - ha aggiunto - non ha avvalorato nulla se non quello che in realtà è accaduto e quindi se un'accusa deve essergli mossa sarebbe avventata e infondata al tempo stesso". "Ribadisco - ha concluso - che le accuse non si fanno attraverso i giornali, ma con atti formali che né a me né al mio assistito sono pervenuti". (red)
dall'Ansa
G8_ Diaz: TRE NUOVI AVVISI A POLIZIOTTI PER FALSO E CALUNIA
G8: DIAZ; TRE NUOVI AVVISI A POLIZIOTTI PER FALSO E CALUNNIA DUBBI DEI PM SU SASSAIOLA CHE GIUSTIFICO' IRRUZIONE IN SCUOLA (ANSA) - GENOVA, 14 MAG - Dopo le molotov e le coltellate all' agente Nucera, ora anche la fitta sassaiola contro una pattuglia di poliziotti è stata messa in dubbio dai pm genovesi, titolari delle indagini sulla sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz, durante il G8. L' episodio, che fu addotto a giustificazione della perquisizione, è stato infatti contestato in tre nuovi avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti del reparto mobile di Roma, con l' ipotesi di accusa di falso e calunnia. La notizia, anticipata oggi dal quotidiano "La Repubblica", è stata confermata dal pm Zucca. "Nel corso delle indagini, ha spiegato il magistrato - è emerso che nessun poliziotto ha scritto esattamente cosa era successo davanti alla Diaz, anzi tutti hanno dato versioni contrapposte o per sentito dire". Il pm ha aggiunto che i tre nuovi poliziotti sono stati indagati perchè, in una relazione tardiva, hanno riferito di un grosso sasso che aveva sfondato un vetro blindato del loro furgone, tanto che il mezzo venne poi portato in una officina della polizia". Questo episodio però non risulterebbe dai verbali dei superiori, tra cui il funzionario romano Massimiliano Di Bernardini, che scrisse solo di una fitta sassaiola, specificando in seguito, davanti ai pm, che gli era stata riferita, come anche il lancio di un bullone. Di Bernardini scrisse però di aver visto di persona lanciare una bottiglia di birra sopra una delle quattro auto civetta della polizia e un manifestante che si aggrappava allo specchietto retrovisore di una vettura. I tre nuovi avvisi di garanzia ai poliziotti romani hanno suscitato immediate polemiche da parte di alcuni difensori dei funzionari di polizia, indagati a loro volta di falso e calunnia. Il difensore di Di Bernardini, avv. Massimo Lauro, ha commentato: "Il mio assistito riferì ai magistrati di aver saputo da un agente del reparto mobile di un sasso che aveva sfondato la camionetta. Mi pare dunque che non ci sia niente di nuovo sotto il sole". "Le accuse che arrivano attraverso i giornali sono una costante di reali o presunte iniziative che l' autorità giudiziaria procedente potrebbe aver compiuto o no", ha commentato invece l' avv. Alfredo Biondi, difensore di Pietro Troiani, il funzionario romano, già indagato per le false molotov nella scuola Diaz, citato da "Repubblica". "Il mio cliente - ha aggiunto - non ha avvalorato nulla se non quello che in realtà è accaduto e quindi se un' accusa deve essergli mossa sarebbe avventata e infondata al tempo stesso". "Ribadisco - ha concluso - che le accuse non si fanno attraverso i giornali, ma con atti formali che nè a me nè al mio assistito sono pervenuti". (ANSA).
da il nuovo.it
G8, altri 3 militari indagati per la Diaz
Sono accusati di falso e calunnia. All'origine del loro coinvolgimento il giallo della sassaiola, che dovrebbe essere avvenuta davanti alla scuola Diaz e avrebbe costretto i militari a intervenire. di Alessandra Fava
GENOVA - La questione Diaz monta: in questi giorni sono stati indagati altri tre poliziotti del reparto mobile di Roma per falso e calunnia. In ballo ci sono sempre i famosi verbali. Questa volta a proposito della sassaiola che sarebbe avvenuta davanti alla Diaz nel tardo pomeriggio di quel sabato, prodromo dell’assalto alla scuola dalle 22,30 in poi, finito con 62 feriti (di cui 3 in prognosi riservata) su 93 arrestati. I tre poliziotti sono indagati per aver steso una relazione a distanza dall’episodio in cui dicevano che un grosso sasso aveva sfondato un vetro blindato del loro furgone, tanto che il mezzo venne poi portato in una officina della polizia. "Nel corso delle indagini”, spiega Enrico Zucca, uno dei magistrati titolari dell’inchiesta sugli eventi della scuola, “è emerso che nessun poliziotto ha scritto esattamente cosa era successo davanti alla Diaz, anzi tutti hanno dato versioni contrapposte o per sentito dire”.
L’episodio è importante perché da lì, secondo quello che dicono molti degli indagati, sarebbe nata l’idea della perquisizione alla scuola. Questa almeno è sempre stata la tesi di molti dirigenti, tra cui allora Spartaco Mortola, allora capo della Digos genovese, uno degli ideatori della missione. L’episodio sarebbe stato riferito dal funzionario romano Massimiliano Di Bernardini come risulta anche in altri verbali, come quello di Francesco Gratteri, capo dello Sco: “il gruppo del dottor Di Bernardini aveva subito una specie di aggressione nelle vicinanze della scuola, nell’attimo in cui il Di Bernardini si stava avvicinandosi in ausilio al Dottor Caldarozzi che stava effettuando controlli su persone ritenute pericolose all’interno di un pub di via Trento”.
Ma qui, come sempre in quest’indagine, il mistero s’infittisce. Il funzionario romano Massimiliano Di Bernardini nella relazione di servizio scrisse solo di una fitta sassaiola, specificando in seguito, davanti ai pm, che gli era stata riferita da altri, come anche il lancio di un bullone. Di Bernardini scrisse però di aver visto di persona lanciare una bottiglia di birra sopra una delle quattro auto civetta della polizia e un manifestante che si aggrappava allo specchietto retrovisore di una vettura. Nei prossimi giorni i nuovi indagati saranno sentiti in Procura.
I tre nuovi avvisi di garanzia ai poliziotti romani hanno suscitato intanto le reazioni d’alcuni difensori dei funzionari di polizia, indagati a loro volta di falso e calunnia. Il difensore di Di Bernardini, avvocato Massimo Lauro, ha commentato: "Il mio assistito riferì ai magistrati di aver saputo da un agente del reparto mobile di un sasso che aveva sfondato la camionetta. Mi pare dunque che non ci sia niente di nuovo sotto il sole". "Le accuse che arrivano attraverso i giornali sono una costante di reali o presunte iniziative che l' autorità giudiziaria procedente potrebbe aver compiuto o no", ha commentato Alfredo Biondi, difensore di Pietro Troiani, il funzionario romano, già indagato per le false molotov nella scuola Diaz. "Il mio cliente - ha aggiunto - non ha avvalorato nulla se non quello che in realtà è accaduto e quindi se un' accusa deve essergli mossa sarebbe avventata e infondata al tempo stesso".
(14 MAGGIO 2003, ORE 16.45)
|