Riescono in pieno gli scioperi e le mobilitazioni delle tute blu nel giorno della prima protesta (di una lunga serie) contro l'accordo separato Metalmeccanici.
Una partecipazione media nazionale del 70%, con punte di eccellenza tra l'80% e il 100%. Le tute blu rispediscono al mittente l'accordo separato firmato il sette maggio. E, stando alle cifre e alla partecipazione alle varie mobilitazioni, l'accompagnano con un vero e proprio schiaffo. Uno schiaffo "virtuale", visto che non si è registrato alcun incidente. Pezzotta questa volta rimarrà deluso. Niente, nemmeno il classico fischio "alla pecorara". Ovviamente c'è la solita guerra delle cifre, con la Fim che attacca frontalmente i dati sulla partecipazione allo sciopero alla Fiat nascondendo che in realtà lo stabilimento è praticamente deserto.
A livello nazionale, la Fiom parla di una adesione «ampia, forte e positiva». Le aziende più combattive, dove si sono registrate percentuali tra l'80 e il 100%, sono proprio le quelle di medie dimensioni e«e le zone in cui sono raggruppate imprese minori». «Per quanto riguarda i grandi gruppi - prosegue il comunicato della Fiom - si va dall'ottimo risultato della Fincantieri al risultato piu' debole registrato alla Fiat Mirafiori». L'Amma, l'associazione degli industriali di Torino, parla di un 12%. «Nel gruppo Fiat, però, - prosegue la nota della Fiom - una partecipazione superiore al 90% è stata registrata in vari stabilimenti, dalla Iveco di Suzzara (Mantova) all'Alfa di Pomigliano d'Arco». Due giorni fa alla Fiat Avio di Pomigliano sono stati "non riconfermati" una ventina di ragazzi contratto di formazione lavoro. «Un brutto segnale - commenta Tommaso Sodano, senatore del Prc - in quanto quelle assunzioni a tempo determinato erano state fatte in base a un preciso accordo sindacale che prevedeva ben 55 mobilità».
Ma torniamo allo sciopero della Fiom, punte massime del cento per cento si sono registrate negli stabilimenti dell'area del molo sud di Ancona e, nel pesarese, alla Biesse, Morbidelli, Alluflon e Baioni. Un'adesione pari al 95% si è registrata alla Fincantieri.
Il segretario della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, presente alla manifestazione di Milano, dove hanno partecipato più di 15mila lavoratori, ha annunciato di aver chiesto un incontro con il presidente della Repubblica Ciampi. «Quella firma - spiega Rinaldini - ci appare anticostituzionale perché Fim e Uilm insieme hanno la metà dei nostri iscritti. Stiamo valutando quindi dal punto di vista giuridico e legale quali passi compiere». Secondo Rinaldini la decisione di sottoporre l'accordo solo al giudizio degli iscritti a Fim e Uilm, non è democratica: «E' il lavoratore che deve avere il diritto di votare il proprio contratto che non è di proprietà dei sindacalisti ma dei lavoratori stessi». Secondo il sindacalista l'accordo raggiunto è «inaccettabile» perché non blocca la politica di precarizzazione e concede aumenti in base all'inflazione programmata, «senza proteggere il potere d'acquisto dei lavoratori».
Rinaldini si lancia a testa bassa contro Fim e Uilm, proprio sul tema della democrazia. «Siamo noi contro l'unità sindacale - dice Rinaldini dal palco davanti alla sede dell'Assolombarda di Milano - o chi si rifiuta di mettere al voto dei lavoratori il contratto?». «C'è un limite anche al ridicolo. Solo una cosa non vogliono asolutamente fare: il referendum». «Non è accettabile la criminalizzazione di chi associa fischi e terrorismo. La tensione c'è ma è determinata da un sopruso. Bisogna evitare di prestarsi a spostare il terreno dal confronto dal contratto ai fischi».
Manifestazione di piazza anche a Genova, con quasi cinquemila persone. Anche in questo caso tutte molto alte le adesioni allo sciopero. Per Riccardo Nencini l'accordo separato «è un insieme di rinvii e provvedimenti legislativi che devono essere ancora definiti e sui quali la stessa Fim non ha possibilità di esercitare nessun controllo». Cortei e comizi anche a Bologna, Firenze, Roma e Napoli. «Siamo di fronte a un accordo - sottolinea Giorgio Cremaschi - con cui i lavoratori devono restituire più di quello che ricevono. E' un contratto negativo con un aumento salariale irrisorio che corrisponde a quello che Federmeccanica offriva il primo giorno della trattativa». Per Carla Cantone, segretaria nazionale della Cgil, «la lotta dei metalmeccanici deve proseguire per riappropriarsi della negoziazione, aprendo la contrattazione in ogni posto di lavoro per difendere il potere d'acquisto dei salari, contro la precarietà e in difesa dei diritti». «L'importante mobilitazione di oggi pone ancora una volta in evidenza l'esigenza di avere delle regole democratiche per la rappresentanza - conclude la segretaria della Cgil - e per il coinvolgimento dei lavoratori sulle questioni che li riguardano».
«Questo sciopero è un segnale importantissimo di tenuta della categoria - sottolinea Paolo Ferrero, della segreteria del Prc - e di disponibilità alla lotta per il contratto. Per dare uno sbocco a questa lotta è necessario il massimo di impegno per la vittoria del Sì al referendum».
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