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Intervista a Elettra Deiana, della Commissione nazionale difesa, Prc
by Novaradio - sbobinata da cristian Monday, May. 19, 2003 at 1:43 PM mail:

-

Intervista a Elettra Deiana, della Commissione nazionale difesa, Prc

Un commento sull'assemblea. Cosa ne pensi di queste due giornate?

"mi sembra che sia un appuntamento importante per riprendere in mano o continuare a riprendere in mano, da parte delle donne, grandi questioni che sono quelle un po' dei titoli definiti nel programma e trattati dai gruppi di lavoro. riprendere in mano questi temi in concomitanza con quello che il movimento dei movimenti sta sviluppando e - questo e' l'altro tentativo - costruire luoghi di incontro e di interazione tra donne e generazioni diverse di donne, fra femminismi diversi. riprendere in mano questi grandi temi come soggetti significa anche ricostruire spazi pubblici di dialogo e di scambio, di individuazione delle diversita' e quindi di individuazione anche dei temi e delle praticheche possono unire e non dividere. noi veniamo da ricche stagioni di movimento di femminismi ma anche da processi che da una parte hanno cambiato la societa', a partire dalle acquisizioni della donna riversate nella societa' stessa, e dall'altra hanno disperso la politica. generalmente e' avvenuto che la politica ha prodotto delle trasformazioni e poi c'e' stata la deriva della politica. anche il movimento delle donne ha subito questo processo. quindi mi pare che questa sia un'occasione per riprendere questo sforzo di costruzione di luoghi comuni condivisi per rimettere insieme una soggettivita' piu' ampia di quella delle singole esperienze e per acchiappare i grandi temi, su cui e' nato e si e' sviluppato il movimento dei movimenti, da un punto di vista di genere. quindi: le analisi, le pratiche, la maniera in cui si rimettono in circolazione i saperi delle donne. questa e' una grande scommessa e io credo sia anche un punto ineludibile per un effettivo salto di qualita' di questo movimento, di questa nuova soggettivazione critica che e' molto percorsa dalle vicende del femminismo ma ne ha poca consapevolezza ed e' dunque incapace di rappresentarla, di farla parlare con l'efficacia e la potenza che a mio avviso l'esperienza delle donne puo' avere nel cambiamento nell'altro mondo possibile."

Sei nella commissione difesa e hai partecipato al gruppo su guerra e pace. Cosa puo' portare la particolarita' delle donne alla lotta per la pace e qual'e' la tua esperienza anche nella commissione difesa in quanto donna?

"Io credo che i saperi delle donne, in particolare le analisi che i movimenti femministi hanno sviluppato sulle forme del dominio maschile, siano oggi un elemento, una strumentazione di lavoro molto importante anche per capire un versante importantissimo di questa vicenda della guerra globale, delle nuove teorie militari sulla guerra preventiva, cioe' sull'ordine della guerra come ordine costitutivo del mondo, come politica fondata sul primato del militare, della guerra etc etc. credo che siamo in un passaggio in cui le forme di dominio maschile democratiche, che erano quelle dello stato moderno democratico, delle grandi costituzioni, del welfare state, si stiano riducendo al minimo, e questo con grande rischio nello specifico per le donne. il movimento si interessa e fa giustamente di tutto, realizzando una analisi sul fronte esterno. noi la rivolgiamo al fronte interno: osservando gli effetti della guerra verso i popoli che non ci stanno. la rivolgiamo anche verso gli stati canaglia e la repressione antidemocratica esercita al loro interno come a Genova. l'analisi passa attraverso l'aggressione subita e quella parte di cambiamenti e di spazi pubblici di diritti e di conquiste che il movimento delle donne e le donne avevano recepito.. manca questa analisi che invece va sviluppata a fondo come elemento proprio, come specifico femminile piuttosto che come aspetto generale. Bisogna farsi portatrici di questo elemento nel movimento e leggerlo a partire dalle relazioni tra i sessi e come esse poi caratterizzano ragionamenti e analisi. pensiamo per esempio a come tutta la rappresentazione dello scontro tra civilta' dell'islam e dell'occidente cristiano passa attraverso la rappresentazione ipermaschile. il nemico, la costruzione di un nuovo nemico, cioe' l'arabo. gli stati islamisti, gli stati arabi sono tutti al maschile e l'occidente, dall'altra parte, e' anch'esso maschile. io credo che ci sia un importante lavoro di riflessione e di riattualizzazione di categorie che il femminismo piu' radicale ha messo al mondo nell'analisi che fa di esso. un mondo che viene - anche - retto dal dominio maschile e dalla forza delle strutture maschili. la potenza, il potere, l'esercizio dell'uso delle armi, l'esercizio del potere assoluto oggi diventano la cifra di tutto. siamo quindi in un passaggio storico. pensiamo per esempio a quanto e' importante il dibattito tra l'Europa e l'America. pensiamo al ridimensionamento delle funzioni dell'ONU, il quale e' stato luogo in cui si intendeva stabilire un ordine diverso nel mondo sottraendo agli stati l'uso della forza. Gli Stati Uniti vorrebbero che l'ONU diventasse un'agenzia per i soccorsi umanitari cosa che significa una sua estrema femminilizzazione, una domesticizzazione nell'adempimento di questo ruolo. Questo accade all'ONU che nell'ordine civile democratico del secondo 900 era il luogo eccelso della politica."


Dai gruppi di lavoro sono venute fuori molte esperienze di donne. cosa ti e' sembrato interessante rispetto a questo?

"Mi e' sembrata molto interessante la molteplicita' delle esperienze. occasioni di questo genere vanno costruite anche tenendo conto del fatto che manca ancora una capacita' di condividerle. parlo della trasformazione di queste esperienze in una ricchezza effettivamente piu' condivisa fatta di percorsi che possono essere utilizzati da tutte. muoversi assieme in uno scambio e confronto costante che aiuti a superare la frammentazione e a creare sinergie nuove."


La tua esperienza in commissione difesa?

"E' una esperienza che e' importantissima. noi assieme al collega verde paolo cento abbiamo aperto una vertenza con il ministro della difesa per poter ispezionare le basi, per poter avere accesso ai trattati secretati, al trattato NATO. e' una esperienza che ti fornisce, quindi, un luogo per sviluppare altri livelli di quest'impegno pacifista e antimilitarista - egualmente importanti."


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