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Centri sociali in corteo: no allo sfratto al Leonka
by dal corriere Friday, May. 30, 2003 at 3:36 PM mail:  

Centri sociali in corteo: no allo sfratto al Leonka.


Un corteo e un concerto. Oggi pomeriggio, alle 15, è in programma la manifestazione del Leoncavallo contro la sentenza del Tribunale che prevede lo sfratto del centro sociale dalla sede. Sfratto che sarebbe dovuto scattare ieri, ma che è stato rimandato. Almeno fino a settembre. Il corteo partirà da via Watteau, per attraversare il centro e raggiungere Palazzo Marino in piazza della Scala. Questa sera poi, sul palco dell’ex stamperia è previsto il concerto di solidarietà al quale parteciperanno tra gli altri Piero Pelù, i Modena City Ramblers, Enzo Jannacci e Francesco Baccini. Intanto continua la polemica in Comune. Sotto accusa la mozione che è stata proposta da Forza Italia e che sarà discussa martedì dal gruppo azzurro.

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Leonka, sfratto rimandato Il Comune cerca l’accordo.
Maggioranza divisa, Lega e An criticano le aperture da parte di Forza Italia. Oggi il corteo dei centri sociali fino a Palazzo Marino.


Nessuno sgombero. Per ora. Perché lo sfratto del Leoncavallo dalla sede di via Watteau, previsto per ieri, è solo rimandato. Di qualche mese. Almeno sino a settembre. Sempre che non accada qualcosa di nuovo. In sospeso infatti c’è il ricorso, contro la sentenza del Tribunale, alla Corte d’appello, che sarà discusso il 24 giugno. E in ballo c’è anche il coinvolgimento del Comune, dove si sta cercando una mediazione, tra le forze di maggioranza, per arrivare a una soluzione che accontenti tutti. E mentre si attendono gli sviluppi giudiziari e politici, il Leoncavallo sfila. Per le vie della città e davanti a Palazzo Marino. E’ in programma per oggi pomeriggio la manifestazione di solidarietà che si concluderà, in serata, con un concerto a cui parteciperanno Piero Pelù, Enzo Jannacci, i Modena City Ramblers, Enrico Nascimbene, Francesco Baccini e i Tamales de Chipil e i Gerson. Il corteo partirà alle 15 dall’ex stamperia. Per attraversare il centro e raggiungere piazza della Scala. Passando per corso Buenos Aires e piazza San Babila. Alle 21, poi, sul palco di via Watteau, spazio alla musica.
«Stiamo scaldando i motori per dare un segnale alla città», sottolinea Daniele Farina, portavoce del centro sociale e consigliere comunale di Rifondazione comunista. Lasciando intendere che il corteo di oggi «non sarà l’ultimo». A suo dire la nascita di una Fondazione «darebbe solidità e credibilità» al centro sociale. «Ora bisogna verificare la volontà della proprietà», aggiunge in riferimento alla chiusura della famiglia Cabassi sulla proposta di pagare un affitto per la sede: «Esiste comunque una possibilità d’indirizzo del Comune su un’area del proprio territorio».
Anche Milly Moratti, consigliere ambientalista, se da un lato è ottimista su una soluzione economica, «un primo nucleo di finanziamento si può trovare coinvolgendo il mondo dell’impresa orientato all’impegno sociale», dall’altro è convinta che serva un intervento strutturale. «Il Comune deve trovare regole nuove e più coraggiose per sostenere il centro sociale e alleggerirlo, ad esempio, degli oneri fiscali», spiega.
Fin qui le proposte. Ma ci sono anche le polemiche in seno alla maggioranza in Comune. Alberto Garocchio, vice capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, ribadisce come «la famiglia Cabassi abbia tutti i diritti sui quali non intendiamo interferire». Detto ciò «va individuata una soluzione per il Leoncavallo che non crei tensioni sociali. Noi siamo disponibili a trattare purché sia cancellata ogni categoria che faccia riferimento alla violenza», continua Garocchio, annunciando che martedì il gruppo azzurro affronterà la discussione sulla mozione, contestata da An e Lega. Iniziativa criticata pure da Pier Gianni Prosperini, consigliere regionale di Alleanza Nazionale, il quale ha presentato a sua volta una mozione «in cui chiede alla Regione Lombardia di opporsi a qualsiasi sostegno al Leoncavallo. Sono esterrefatto - conclude - delle uscite di certi esponenti di Forza Italia: forse sono anche loro abusivi, nel centro destra».

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