Ottima iniziativa davvero, che ha portato un po' di pirotecnico colore nel grigiore della città, e, dal magma di disperazione e rabbia, ha lanciato al cielo note festose a contrastare il cupo silenzio dei media ufficiali sui referendum del 15/16 giugno: questo modo di andare fra la gente, per sensibilizzarla su temi importanti, è il più coinvolgente e può risultare una formidabile freccia all'arco del movimento. Si deve rimettere in moto presto, il circo precario, e andare così, in ogni zona, in ogni quartiere, per incidere, nel vissuto e nel tessuto della società e del territorio, i caratteri di rivolta al terrorismo di Stato che ci vorrebbe tutti precari per ricattarci al meglio. Diciamo SI' AI REFERENDUM per dire no alla tracotanza dei potenti! E poi ripartiamo con la carovana, in ogni dove, anche estendendo le forme di cre-atività (un'idea, come suggerito in altro articolo, potrebbe essere quella di manifestare in giacca e cravatta, tanto per spiazzare il conformismo del perbenismo), ma l'importante è andare, in ogni luogo, in qualunque istante: io ci sarò.
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