spazio disciplinare definito dal just in time
Melfi in time
Non avendo niente a che fare con il prodotto all’interno dello stesso processo di produzione, chi produce è privato della possibilità di identificarsi con il suo prodotto, e quindi, per lui, non vale il principio: causa-effetto, che regolava qualsiasi attività nell’età pretecnologica. Con l’avvento della tecnica, infatti, i prodotti che esco - no dalla catena delle macchine trascendono a tal punto l’effettiva attività di chi le serve, che il lavoratore non riconosce più come proprio l’effetto del suo fare, e quindi non si identifica più con il “suo”prodotto, e tantomeno si riconosce come “sua” causa. Per questo oggi non fa più differenza lavorare in una industria di armi o in un’in -dustria alimentare, perchè il prodotto non riguarda più il lavoratore e neppure più lo interessa. Alla fine della giornata “si è terminati il lavoro”, non il prodotto, e tantomeno si è avuto in vista lo scopo. Il fare diventa serv i re. Ma in che cosa consiste quel fare disinteressato che ha tolto al fabbricare il suo senso? Ne l l’età della tecnica fare significa servire, non nel senso dell’ a rtigiano che si serve delle macchine per la produzione della sua opera, ma nel senso dell’ operaio che serve le macchine, ve re produttrici dell’ opera. Una volta di più il vero obiettivo assegnato all’ operaio non è il prodotto, ma il perfetto funzionamento delle macchine da cui dipende l’ effettiva produzione . Nell’età della tecnica, l’opera, il prodotto, si separa sempre di piùdall’attività lavorativa e cessa di essere immagine-guida dell’operare, non solo perchè il fabbricare si è risolto in fare, ma perchè a sua volta il fare si è risolto in servire quell’apparato di macchine a cui il fare è stato demandato. Servire significa specializzarsi. Ma chesignifica davvero “servire”? Significa che se è il ritmo della macchina a dettare il ritmo del lavoro del servitore della macchina, l’uomo deve identificarsi con qualcosa di non -umano, e questo processo di disumanizzazione oggi si chiama specializzazione. Specializzato non è solo l’operaio che serve la sua macchina come va servita, mal’impiegato, il funzionario, il dirigente, l’operatore di mercato, che servono i rispettivi micro o macro apparati come vanno serviti. Solo se la loro specializzazione tiene il passo con l’innovazione tecnica, colo se saranno all’altezza delle esigenze richieste dalle loro macchine e dai loro apparati, allora il loro servizio sarà perfetto.
Il just in time è certamente uno degli ‘a ttrezi’ dell’ impresa snella ( Freissenet et al., 1989: 30) che trova una molteplicità di applicazioni imprenditoriali, e nella ricerca sulla Fiat di Melfi abbiamo a che fare con questo ‘attrezzo’. Ma, se non ci limitiamo a considerarlo un mero strumento organizzativo e lo cogliamo, invece, come principio disciplinare ,vediamo che esso opera nell’ impresa ma anche che la trascende. La ricerca ha infatti concretamente verificato che lavorando sullo spazio disciplinare definito dal just in time si individuano nuove modalità di connessione tra la fabbrica di automobili, i suoi fornitori, e l’ambiente sociale in cui il complessoindustriale è insediato, che hanno un impatto tale da ristrutturare le relazioni sociali complessive.
http://www.regione.basilicata.it/consiglio/pubblicazioni/
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