Aggiornamento da Barcelona. Dopo 110 ore, l'azione continua. Fiche' le richieste non saranno accolte.
Due compagni sono ancora sospesi alla facciata del consolato svizzero di Barcelona (Spagna) ad un'altezza di oltre 45 metri. Stasera, martedi alle 20, saranno sospesi da ormai 110 ore.
Lo scorso venerdi alle 10, il consolato svizzero in Catalogna e' stato occupato da un gruppo di 10 attivisti, mentre altri 2 si calavano dal palazzo di 12 piani. Oggi, dopo 5 giorni, l'occupazione continua. Nonostante l'espulsione degli occupanti all'interno del consolato da parte della polizia spagnola, gli arrampicatori sono tuttora sospesi all'esterno del consolato.
L'azione al consolato svizzero e' stata intrapresa in solidarieta' con chi ha subito la pesante repressione poliziesca durante il G8, e in special modo con i due attivisti Martin e Gesine, i due arrampicatori coinvolti nell'azione che tagliava la strada tra gli hotel e la conferenza ai delegati. L'azione prevedeva che entrambi gli arrampicatori si sospendessero da un viadotto autostradale usando un'unica corda tesa attraverso la carreggiata, che creava un blocco che le automobili non potevano oltrepassare.
In un momento di incredibile brutalita', la polizia ha tagliato la corda! Martin e' caduto da piu' di 21 metri, e Gesine e' rimasta sospesa solo grazie alla rapida reazione degli attivisti sul ponte, che hanno afferrato la corda prima della sua caduta.
L'azione di Barcelona chiede alle autorita' svizzere di assumersi la responsabilita' politica dichiarandosi colpevoli per le azioni delle loro forze dell'ordine durante il recente summit.
I militanti chiedono un'inchiesta pubblica indipendente e trasparente sulle istruzioni e sulla generale strategia di polizia/sicurezza che hanno avvolto questo summit del G8. Tale inchiesta pubblica dovrebbe inoltre includere una particolare indagine nei confronti della squadra di poliziotti responsabile di aver tagliato la fune e aver causato la caduta e le conseguenti ferite a Martin Shaw e ai suoi compagni.
Inoltre, il governo svizzero deve indennizzare tutte le persone ferite durante l'azione del ponte e tutti coloro i quali debbano affrontare spese mediche o giudiziarie in seguito alla violenta repressione da parte della polizia svizzera, che apparentemente gode di immunita'. E, infine, annullare ogni accusa contro gli attivisti presenti sul ponte.
Al momento, il consolato svizzero ha un atteggiamento di inetta impotenza e non offre alcun dialogo. Tuttavia, gli arrampicatori sono preparati a rimanere sospesi finche' non vi siano garanzie che soddisfino le richieste.
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