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Israele rompe con la Bbc dopo un documentario sulle sue armi di distruzione di massa
by arabmonitor Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:14 PM mail:

arabmonitor e haaretz

Israele rompe con la Bbc dopo un documentario sulle sue armi di distruzione di massa

Tel Aviv, 29 giugno - Le autorità israeliane hanno rotto i rapporti con la Bbc, dopo che l'emittente britannica ha trasmesso questo weekend, nelle sue trasmissioni internazionali, un documentario sulle armi non convenzionali in possesso dello Stato ebraico. Il film si è chiesto "Quale Paese del Medio Oriente dispone di armi nucleari e biologiche non dichiarate ?", denunciando come Israele sia un Paese al di fuori delle leggi della comunità internazionale, nonostante si sappia che dispone di tutti gli armamenti più letali. Dopo aver cercato in ogni modo di impedire la trasmissione, le autorità israeliane si sono scagliate contro l'emittente, accusandola, secondo la loro buona abitudine, di antisemitismo. Oggi, è stato annunciato dall'Ufficio stampa del governo israeliano che esponenti di governo non concederanno più interviste alla tv britannica, che la autorità non forniranno più nessuna assistenza alle squadre della Bbc impegnate nello Stato ebraico e che i permessi di lavoro per i giornalisti britannici verranno rilasciati col contagocce.

http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio...ws=2341〈=it


Israel cuts off ties with BBC
Israel declared over the weekend that it is cutting
off ties with the BBC to protest a repeat
broadcast on non-conventional weapons said to be
in Israel.


The program was broadcast for
the first time in March in
Britain, and was rerun Saturday
on a BBC channel that is aired
all over the world.

The boycott decision was made by
Israel's public relations
forum, made up of
representatives from the Prime
Minister's Office, the Foreign Ministry and the
Government Press Office.

It was decided that government offices won't
assist BBC producers and reporters, that
Israeli officials will not give interviews to
the British network, and that the Government
Press Office will make it difficult for BBC
employees to get press cards and work visas in
Israel.

Before the broadcast Saturday, Israeli officials
tried to pressure the BBC to cancel the
broadcast, saying that the program was biased
and presented Israel as an evil dictatorship,
ignoring the existential threat it was facing.


The forum members were furious at the trailers
to the program, which showed pictures of the
Dimona nuclear reactor and the biological
institute in Nes Tziona, with the narrator
saying, "Which country in the Middle East has
not declared the nuclear and biological weapons
in its possession?"

The trailer also says that there is no external
supervision over Israel, "which is holding in
custody for 17 years a man who has leaked its
secrets."

The broadcast deals with Israel's attempts to
maintain a policy of ambiguity on its nuclear
weapons, through the Va'anunu affair, the trial
of Brigadier General Yitzhak Ya'akov and the
incidents of cancer among the Dimona nuclear
reactor workers.

Danny Seaman, the head of the Government Press
Office, has been saying for some time that the
BBC has a clear anti-Israel policy, bordering
on anti-Semitism. Seaman told Army Radio on
Sunday that the BBC broadcast was an attempt to
tarnish Israel.
http://www.haaretzdaily.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=312675&contrassID=1&subContrassID=7&sbSubContrassID=0&listSrc=Y






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evviva la libertà di informazione
by unità Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:21 PM mail:

29.06.2003
La Bbc: «Israele ha armi di distruzione». Tel Aviv: «Siete antisemiti»
di red

La rete in qualche modo ci ha fatto il callo. Prima ha avuto problemi col «suo» governo, quello guidato da Blair per un servizio che introduceva qualche dubbio sulla reale esistenza delle armi di distruzione di massa in Iraq. Ora la Bbc, meglio: il suo direttore delle news, Richard Sambrook, s'è trovato ad affrontare altri problemi, con un altro governo. Quello di Sharon.
Ma esattamente come aveva fatto col governo di Sua maestà, la rete ha respinto al mittente anche le proteste israeliane ribadendo la veridicità di quanto trasmesso. Questa volta la querelle riguardava le armi nucleari, chimiche e biologiche - armi di distruzione di massa - che sarebbero in mano israeliana e che sono state al centro di un programma televisivo trasmesso prima su BBC 2 in Gran Bretagna e poi nei giorni scorsi su BBC World.

«Ci dispiace che Israele abbia sentito la necessità di prendere questa iniziativa ma noi sosteniamo la veridicità del filmato» ha detto Sambrook.
A quiale iniziativa si riferisce? A quella raccontata dal Times. A questo giornale, il direttore dell'ufficio stampa del governo di Tel Aviv, Daniel Seaman, ha sostenuto che nel servizio televisivo della Bbc «si vede il ben noto tocco del Foreign Office a favore degli arabi ed il tradizionale anti-semitismo di una parte dell'establishment, visto il modo in cui hanno agito contro di noi». Da ciò, la decisione di boicottare la rete televisiva britannica. Le sanzioni comunque rappresentano - scrive il Times riferendo le parole del portavoce israeliano - «la reazione ad una serie di programmi che hanno cercato «di delegittimare Israele e hanno mostrato alcuni atteggiamenti una volta familiari a Der Sturmer (il giornale nazista)».

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...
by Emiliano Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:28 PM mail:

Certo che quando si comincia a tacciare la BBC di antisemitismo, si capisce quanto valore hanno le medesime accuse nei confronti della sinistra.

E.

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i precedenti
by informazione Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:34 PM mail:

LONDON - Israel is considering lodging a vehement protest after the BBC airs a national program Sunday about the country's nuclear program, dubbed "Israel's secret weapon."

The program reportedly examines the "double standard" of the international community with regard to Israel's and Iraq's unconventional weapons.

The program allegedly claims the army used some form of unidentified chemical weapons against Palestinians in February 2001.[/b] It focuses on efforts made by Israel to cover up its development of unconventional weapons, among other things referring to Mordechai Vanunu, serving an 18-year term for passing information about Israel's nuclear program at Dimona to a British newspaper, and the trial of Brigadier General (res.) Yitzhak Yoav, who was convicted of showing two unpublished book manuscripts, one fictional and the other a memoir, to unauthorized people.

The producers tried to meet with former workers from the Dimona nuclear reactor who in the past claimed they fell ill as a result of their work. But the program says the workers refused to be interviewed because they were frightened by the Shin Bet.

Former prime minister Shimon Peres was interviewed for the program, rejecting any comparison between Israel and Iraq, but apparently evading questions about Israel's efforts to conceal its nuclear weapons program.

A spokesman for the BBC said "the program was produced against the background of developments in the Vanunu case and tries to examine the double standards of the international community, particularly the United States, with regard to Israel's unconventional weapons programs compared to those of Iraq."

The spokesman denied the program was produced for political reasons. He said the defense ministry refused to comment on the program, but that efforts were still underway to get a defense ministry comment.

The Israeli embassy said "the producers did not ask the foreign ministry or the IDF Spokesman's Office for a reaction and we will respond after the program is aired."
http://www.haaretzdaily.com/hasen/spages/273068.html

14 marzo2003

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le atomiche di sharon
by indica Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:42 PM mail:

LE ATOMICHE DI SHARON 1

L'arsenale nucleare d'Israele che l'Aiea-Onu non ha mai controllato.

ROHAN PEARCE

Secondo la Federazione degli Scienziati Americani , il tentativo di Israele di accumulare un arsenale nucleare ebbe inizio nel 1948 con l'istituzione di un corpo scientifico (Hemed Gimmel) all'interno dell'esercito israeliano. Nel 1949 l'Hemed Gimmel ispezionò il deserto del Negev alla ricerca di riserve di uranio. Nel 1952 fu creata la Commissione israeliana per l'energia atomica. Nel 1956 la Francia accettò di fornire a Israele un reattore nucleare da 18 megawatt. Dopo l'invasione dell'Egitto da parte di Israele nel 1956, l'accordo fu rivisto per fornire un reattore da 24 megawatt. La Francia acquistò acqua pesante per il reattore dalla Norvegia, tradendo le assicurazioni fornite al governo norvegese che non avrebbe trasferito l'acqua a paesi terzi. I funzionari doganali francesi furono ingannati sulla destinazione di componenti del reattore.

Il complesso che doveva ospitare il reattore fu costruito a Dimona, nella regione settentrionale del deserto del Negev. Per proteggere il programma sulle armi nucleari di Israele e mantenere il segreto su di esso fu creata un'organizzazione apposita, l'Ufficio per le Relazioni Scientifiche. Fra gli stratagemmi adottati da Israele per nascondere la natura del progetto Dimona, vi era quello di descriverlo come un «impianto di manganese».

Nel 1960 i governi israeliano e francese ebbero un contrasto per via del progetto. La Francia chiedeva che Israele rendesse pubblico il progetto Dimona e autorizzasse ispezioni internazionali della struttura. Nonostante questo, la Francia accettò di terminare la spedizione dei componenti del reattore, e Israele assicurò Parigi che non avrebbe costruito armi nucleari. Nel 1964 il reattore divenne operativo.

Del progetto nucleare di Israele erano a conoscenza anche gli Stati uniti, cioè la sua principale fonte di aiuti militari. Secondo Sir Timothy Garden, docente presso l'Università dell'Indiana, nel 1954 Israele firmò un accordo di cooperazione nucleare con gli Usa. Nel 1958 aerei spia Usa fotografarono il complesso di Dimona. Israele acquistò dagli Usa un reattore più piccolo (che difficilmente sarebbe stato utile nella produzione di armi nucleari). Tale reattore divenne operativo nel 1960.

Il ruolo degli Stati uniti

Verso la fine degli anni `60 le ispezioni della Commissione Usa per l'energia atomica negli impianti di Dimona furono ostacolate dall'atteggiamento di non-cooperazione del governo israeliano. Oltre a controllare la tempistica delle ispezioni e la loro estensione, Israele fabbricò falsi pannelli di controllo e murò corridoi per ingannare gli ispettori.

Significativamente, un promemoria del governo Usa dell'ottobre 1969, che riferiva di discussioni tra funzionari del Dipartimento di Stato e un rappresentante della Commissione per l'energia atomica, faceva intendere che il possesso da parte di Israele di impianti per la fabbricazione di armi nucleari non costituiva un problema per il governo Usa. Secondo il promemoria, «il team [della Commissione per l'energia atomica] è giunto alla conclusione che il governo Usa non è intenzionato a sostenere un vero sforzo di `ispezione', in cui gli ispettori del team possano sentirsi autorizzati a porre direttamente domande pertinenti e/o a insistere che venga loro consentito di visionare documentazioni, materiali e simili. Agli ispettori è stato raccomandato di non causare controversie, comportarsi da `gentiluomini' e non manifestare disaccordo con la volontà degli ospiti. In un'occasione sembra che i membri del team siano stati criticati duramente dagli israeliani per essersi `comportati come ispettori'».

Alla fine del 1964 l'impianto di Dimona produceva circa 8 chilogrammi di plutonio all'anno, abbastanza da consentire a Israele di costruire da una a due armi nucleari una volta che il plutonio fosse stato ulteriormente trattato. In Can Deterrente Last? (Buchan & Enright, Londra, 1984) Garden ha scritto che «avendo messo in piedi un sistema stabile di produzione di plutonio fissile, si rendeva necessario un impianto di trattamento che rendesse rapidamente il plutonio utilizzabile per le armi. [...] Israele non ne costruì alcuno. La ragione di questa omissione sembra risiedere nel fatto che Israele riuscì ad acquisire illegalmente uno stock significativo di uranio arricchito. Rapporti della Cia hanno rivelato che Israele ottenne grandi quantità di uranio arricchito con mezzi clandestini'. A questo proposito il New York Times ricordava ai lettori la perdita di uranio altamente arricchito dalla Nuclear Materials and Equipment Corporation ad Apollo, Pennsylvania, nel 1965... Se Israele nel 1965 riuscì a ottenere materiale per armi nucleari, questo spiegherebbe perché non sia stato costruito alcun impianto per la lavorazione del plutonio. Essendosi assicurata una scorta di uranio poteva usare il metodo più lento, ma non controverso politicamente, della separazione del plutonio mediante `laboratorio a caldo', così da accrescere gradualmente la sua scorta».

Alleati dell'apartheid

Dal 1967 fino agli anni `80 Israele ha potuto contare sul Sudafrica dell'apartheid per la fornitura di circa 550 tonnellate di uranio per l'impianto di Dimona. Si dice che nel settembre 1979 i due paesi abbiano tenuto un test congiunto sulle armi nucleari nell'Oceano Indiano. Un articolo apparso su Ha'aretz il 20 aprile 1997 sosteneva che all'inizio degli anni Ottoanta Israele avrebbe aiutato il governo del Sudafrica a sviluppare armi nucleari. Constand Viljoen, ex capo di stato maggiore dell'esercito sudafricano, ha detto a Ha'aretz: «Volevamo acquisire conoscenze sul nucleare da chiunque potessimo, anche da Israele».

La conferma pubblica della produzione di armi nucleari da parte di Israele giunse nel 1986, quando Mordechai Vanunu fornì al britannico Sunday Times fotografie di impianti nucleari israeliani. Vanunu era stato un tecnico presso la struttura di Dimona "Machon 2" dal 1976 al 1985, prima di essere allontanato per il suo coinvolgimento in una politica di sinistra, a favore dei palestinesi. "Machon 2" produce plutonio e componenti per bombe nucleari.

Secondo le rivelazioni di Mordechai Vanunu, nel 1986 Israele possedeva già 200 armi nucleari. Prima che il Times pubblicasse la notizia, Vanunu fu attirato a Roma da un agente del Mossad, la polizia segreta di Israele. A Roma egli fu rapito e riportato in Israele, dove fu condannato con un processo segreto e imprigionato. Le trascrizioni del processo di Vanunu sono rimaste classificate finché alcune sezioni non sono state rese pubbliche dal governo israeliano nel novembre 1999, dopo che il giornale israeliano Yediot Ahronot si era rivolto alla Corte distrettuale di Gerusalemme.

Vanunu è stato condannato a 18 anni di carcere. Ha trascorso i primi 11 anni e mezzo in isolamento. Secondo il fratello di Vanunu, Asher, la prigione di Ashkelon dove Mordechai è detenuto non lo rilascerà fino al 22 aprile 2004, solamente cinque mesi prima del suo fine-pena.

Dopo aver scontato i due terzi della pena, Vanunu ha chiesto la libertà vigilata. La sua richiesta è stata rigettata una prima volta, e poi di nuovo ogni sei mesi. La corte distrettuale di Be'er Sheva doveva esaminare la richiesta di Vanunu alla fine dello scorso ottobre. Secondo Ha'aretz del 9 ottobre, «[Vanunu] intende sostenere che nel 2001 [il ministro degli esteri israeliano Shimon] Peres in un documentario della rete israeliana Channel Two ha rivelato sulla capacità nucleare di Israele molto più di quanto Vanunu non abbia mai rivelato [al Sunday Times]».

Il «dibattito» alla Knesset

La controversia su Vanunu e l'arsenale segreto di armi nucleari di Israele ha portato, all'inizio del 2000, al primo dibattito mai avvenuto alla Knesset sulla politica nucleare.

Il 3 febbraio 2000 Yediot Ahronot ha descritto così il dibattito che riportiamo letteralmente per la sua importanza storica: «L'On. Issam Makhoul (Hadash) ha fatto la storia quando ha dichiarato: `Israele possiede 200-300 bombe atomiche'. Il ministro Ramon, che rispondeva per il governo, ha ripetuto l'affermazione. `Israele non sarà il primo paese a introdurre armi nucleari in Medio Oriente'. `Non è il messaggero Vanunu ad essere il problema, ma piuttosto la politica di tutti i governi israeliani, che hanno trasformato questa piccola porzione di terra in una discarica nucleare avvelenata e velenosa, che potrebbe portarci tutti in cielo in un fungo nucleare' ha ammonito Issam Makhoul ieri alla Knesset. Makhoul ha fatto la storia quando ha ottenuto il permesso di discutere una proposta sulla politica nucleare di Israele che ha portato al primo dibattito aperto di questo tipo. Proprio quando Makhoul ha cominciato a parlare, membri del Likud, del Partito religioso nazionale, dello Shas e altri hanno scelto di lasciare l'assemblea in segno di protesta. Makhoul ha affermato che Israele è al sesto posto al mondo per quanto riguarda la quantità di plutonio di alta qualità in suo possesso. 'L'intero mondo sa che Israele è un grande deposito di armi nucleari, biologiche e chimiche, che serve come pietra angolare per la corsa alle armi nucleari in Medio Oriente' ha accusato Makhoul. Secondo lui, Israele ha `200-300 bombe atomiche'. Membri della Knesset hanno reagito urlando al discorso di Makhoul: `Lei oggi sta commettendo un crimine contro gli arabi israeliani' ha gridato l'On. Ophir Pinnes, capo della coalizione. `Se qualcuno aveva bisogno di una giustificazione sul perché i membri arabi della Knesset non dovrebbero partecipare alla commissione affari esteri e sicurezza, lei l'ha appena fornita', ha concluso l'On. Yosef Pritzky (Shinui)».






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giusto
by fantozzi Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:46 PM mail:

In un paese che e' stato aggredito ben 4 volte cosa si aspettano? piastole ad aqua, poi israle non ha mai alzato le mani per primo

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le armi atomiche di israele
by indica Sunday, Jun. 29, 2003 at 6:48 PM mail:

Nazione Nucleare; le armi di distruzione di massa in Israele

di John Steinbach



Nei primi mesi del 2001, gli sforzi per trovare la pace in Medio Oriente hanno dovuto subire due colpi molto forti. Il leader della destra israeliana Ariel Sharon è stato eletto capo del governo di Israele, la nazione nucleare "tralasciata". Ed il primo bombardamento dell'Iraq da parte di forze USA/UK del presidente George W. Bush, che è stato giustificato come atto "difensivo".

Dalla guerra del Golfo nel 1991, molta attenzione è stata dedicata sulla presunta minaccia da parte delle armi di distruzione di massa irachene, mentre il maggior imputato nella regione, Israele, è stato ampiamente trascurato.
Con un arsenale di 200-500 armi termonucleari e un sofisticato sistema di lancio, Israele, con una popolazione di 6 milioni di persone, ha recentemente preso il posto della Gran Bretagna come quinta potenza nucleare mondiale. Può ora rivaleggiare con Francia e Cina per la consistenza e il livello tecnologico del suo arsenale nucleare.

Possedendo armi chimiche e biologiche, un arsenale atomico molto sofisticato e una strategia aggressiva per il loro uso effettivo, Israele fornisce il maggior impeto regionale per lo sviluppo di armi di distruzione di massa e rappresenta una grande minaccia alla pace e alla stabilità in Medio Oriente.

L'ipocrisia implicita nella condanna dell'Iraq per le sue armi di distruzione di massa e l'attenzione ossessiva verso "stati fuorilegge" come la Corea del Nord, unite al fatto che si ignori il provocatorio arsenale israeliano, è davvero sbalorditiva.
L'esistenza del programma nucleare israeliano è un serio impedimento alla non-proliferazione e al disarmo.
E' arrivato il momento per chi si occupa delle sanzioni contro l'Iraq, della pace giusta in medio Oriente e del disarmo nucleare, di affrontare direttamente il problema delle armi di distruzione di massa detenute da Israele.


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LA BOMBA ISRAELIANA
Il programma nucleare israeliano iniziò negli ultimi anni '40. Fu stabilito dal Dipartimento di Ricerca sugli Isotopi al Weissman Institute of Science, sotto la direzione di Bergmann, il "padre della bomba israeliana", che nel 1952 fondò la Commissione israeliana per l'Energia Atomica.
Sin dall'inizio, gli USA sono stati pesantemente coinvolti nello sviluppo della capacità nucleare israeliana, addestrando scienziati nucleari israeliani e fornendo tecnologia nucleare incluso un piccolo reattore per la "ricerca" nel 1995 nell'ambito del programma "Atomi per la pace".

E' stata la Francia, comunque, a fornire il grosso dell'assistenza nucleare ad Israele, culminata con la costruzione di Dimona, un pesante reattore ad uranio naturale e a riprocessamento di plutonio, situato vicino Bersheeba, nel deserto del Negev.
Israele è stato attivo nel programma di armi nucleari francese dal suo inizio e ha fornito fondamentali competenze tecniche. Dimona diventò operativa nel 1964 e il riprocessamento del plutonio cominciò subito dopo. Nonostante le affermazioni israeliane che Dimona fosse una "fabbrica di manganese o un'industria tessile", le misure di sicurezza estreme che sono state impiegate, hanno smascherato queste falsità.
Nel 1976 Israele ha abbattuto uno dei suoi aerei Mirage e nel 1973 un aereo civile libico che si era avvicinato troppo a Dimona, uccidendo 104 persone.

Ci sono ipotesi credibili sul fatto che Israele abbia fatto esplodere almeno uno e forse diversi ordigni nucleari a metà degli anni '60 nel deserto del Negev, vicino alla frontiera egiziana, e che abbia partecipato attivamente ai test nucleari francesi in Algeria.
Dal tempo della guerra dello Yom Kippur nel 1973, Israele ha avuto un arsenale di forse diverse dozzine di atomiche pronte ed arrivò allo stato di pieno allarme nucleare.

Possedendo un'avanzata tecnologia nucleare e il meglio degli scienziati nucleari, Israele ha dovuto presto affrontare un grosso problema - come ottenere l'uranio necessario. La fonte propria di uranio erano i depositi di fosfati nel Negev, totalmente inadeguati per il fabbisogno del programma in rapida crescita. La risposta a breve termine furono i raid in Francia e Gran Bretagna per appropriarsi delle spedizioni di uranio di contrabbando e nel 1968 con il "Plumbatt Affair" collaborò con la Germania occidentale per appropriarsi i 200 tonnellate di yellowcake (ossido di uranio).

Queste acquisizioni clandestine di uranio per Dimona furono successivamente coperte dai paesi coinvolti.
Ci fu anche l'ipotesi che una Società USA, Nuclear Material and Equipment Corporation (NUMEC), ha deviato centinaia di libbre di uranio arricchito a Israele dalla metà degli anni '50 alla metà dei '60. Nonostante inchieste della CIA e dell'FBI e udienze del Congresso, nessuno èstato perseguito.
Alla fine degli anni '60 Israele risolse il problema dell'uranio sviluppando stretti legami con il Sud Africa con degli accordi per cui Israele forniva la tecnologia e le competenze per la "Bomba dell'Apartheid" mentre il Sud Africa provvedeva all'uranio.




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IL SUD AFRICA E GLI USA
Nel 1977 l'Unione Sovietica avvertì gli USA che delle foto satellitari indicavano che il Sud Africa stava progettando un test nucleare nel deserto del Kalahari. Il regime di apartheid tornò indietro, sotto le pressioni dell'amministrazione Carter.
Il 22 settembre 1979, un satellite USA captò un test in atmosfera di una piccola bomba termonucleare nell'oceano Indiano, al largo delle coste sudafricane, ma dato il coinvolgimento israeliano, il rapporto fu prontamente insabbiato. Più tardi si è appreso da fonti israeliane che erano effettivamente avvenuti tre test di ordigni nucleari di artiglieria israeliani miniaturizzati.

La collaborazione israelo-sudafricana non si concluse con i test ma è continuata fino alla caduta dell'apartheid, specialmente con lo sviluppo e i test di missili a medio raggio e artiglieria avanzata. Oltre ad uranio e test il Sud Africa ha fornito ad Israele grossi capitali da investire, mentre Israele metteva a disposizione la sua capacità commerciale per permettergli di aggirare le sanzioni internazionali imposte al regime di apartheid.
Nonostante la Francia e il Sud Africa sono stati i primi responsabili dello sviluppo del programma nucleare israeliano, gli USA conservano la maggior parte delle colpe. Un osservatore ha rimarcato che il programma nucleare israeliano "è stato possibile solo per un raggiro calcolato da parte israeliana e un'attiva complicità da parte americana". Iniziando con la fornitura di un piccolo reattore a metà degli anni '50, l'America ha giocato un ruolo critico nei piani nucleari israeliani.

Gli scienziati israeliani sono stati ampiamente addestrati nelle università USA e nei laboratori militari. Nei primi anni '60, i controlli per il reattore di Dimona sono stati ottenuti clandestinamente da una società chiamata Tracer Lab, la pincipale fornitrice dei pannelli di controllo per i reattori militari USA, comprati attraverso una sussidiaria belga.
Nel 1971 l'amministrazione Nixon approvò la vendita a Israele di centinaia di Kryton, un apparecchio necessario allo sviluppo di sofisticate bombe nucleari. E nel 1979 il presidente Carter fornì a Tel Aviv foto ad altissima risoluzione del satellite spia KH-11, che furono poi usate due anni dopo per bombardare il reattore iracheno Osirak. Con l'amministrazione Nixon e Carter, accelerando poi drammaticamente sotto Reagan, i trasferimenti di tecnologia avanzata a Israele continuarono e continuano fino ad oggi.




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LE RIVELAZIONI DI VANUNU
Dopo la guerra del 1973 Israele ha intensificato il suo programma nucleare, continuando la sua politica di oscuramento. Alla metà degli anni '80 molte stime dell'arsenale nucleare israeliano erano dell'ordine di due dozzine ma le esplosive rivelazioni di Mordechai Vanunu, un tecnico nucleare che lavorava nel complesso di riprocessamento di uranio di Dimona, ha cambiato tutto.

Un sostenitore di sinistra dei diritti dei palestinesi, Vanunu credeva che fosse un dovere verso l'umanità divulgare il programma nucleare israeliano al mondo. Ha esportato clandestinamente dozzine di foto e dati scientifici fuori da Israele e nel 1986 la sua storia fu pubblicata dal londinese Sunday Times.

Rigorose valutazioni scientifiche delle rivelazioni di Vanunu portarono alla scoperta che Israele possedeva la bellezza di 200 bombe termonucleari miniaturizzate e altamente sofisticate. Le sue informazioni rivelavano che la capacità dell reattore di Dimona si era ampliata e che Israele produceva 1.2 chili di plutonio a settimana, abbastanza per fabbricare 10-12 bombe all'anno e che stava producendo armi nucleari avanzate. Appena prima della pubblicazione, Vanunu fu rapito a Roma da una agente segreta israelo-americana del Mossad, fu picchiato, drogato e rapito in Israele. Dopo una campagna di disinformazione e diffamazione sulla stampa israeliana, Vanunu fu processato per tradimento da una corte di sicurezza segreta e condannato a 18 anni di prigione. Ha scontato più di 12 anni in isolamento in una cella di 6 piedi per 9 e, secondo Amnesty International è il prigioniero conosciuto della nostra epoca che ha scontato il più lungo periodo di isolamento. Dopo un anno di trattamento speciale rispetto alla popolazione carceraria - non gli era permesso avere contatti con arabi - Vanunu è stato soggetto, dal 2000, a periodi di punizione in isolamento e deve ancora scontare tre anni di prigione. Le rivelazioni di Vanunu sono state ampiamente ignorate dalla stampa internazionale, specialmente in USA e Israele continua a godere di campo libero riguardo al suo status nucleare.

Campagna per la liberazione di Mordechai Vanunu
e-mail: freevanunu@mindspring.com
web: http://www.nonviolent.org/vanunu




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L'arsenale nucleare
I prodotti principali dell'arsenale nucleare israeliano sono bombe al neutrone, bombe termonucleari miniaturizzate destinate a massimizzare l'irradiazione di raggi gamma, minimizzando gli effetti esplosivi e le radiazioni a lungo termine (in pratica destinate ad uccidere le persone, lasciando intatte le cose).
Le armi comprendono missili balistici e bombardieri capaci di raggiungere Mosca, missili da crociera, mine terrestri (negli anni '80 Israele ha impiantato mine terrestri nucleari lungo le alture del Golan) e ordigni di artiglieria con una gittata di 45 miglia.

Il Sunday Times (Londra) riporta nel Giugno 2000 che un sottomarino israeliano ha lanciato un missili cruise, colpendo un obiettivo a 950 miglia. Israele è la terza nazione dopo USA e Russia ad avere questa capacità. Quest'anno dispiegherà` tre di questi sottomarini, virtualmente imprendibili, di cui ognuno equipaggiato con 4 missili Cruise.

Lo stesso arsenale nucleare schiera dalle "bombe che distruggono città" più potenti di quella di Hiroshima a mini-bombe tattiche. L'arsenale israeliano di armi di distruzione di massa fa impallidire il potenziale effettivo o virtuale di tutti gli stati mediorientali messi insieme ed è sproporzionato per ogni ragionevole bisogno di "deterrenza".

Israele possiede anche un completo arsenale di armi chimiche e biologiche. Secondo il Sunday Times, Israele ha prodotto sia armi chimiche e batteriologiche con un sofisticato sistema di lancio. Un alto ufficiale dei servizi israeliani ha ammesso: "c'è a malapena una singola arma biologica o chimica che non sia stata prodotta nell'Istituto Biologico di Nes Tziyona". Lo stesso rapporto descrive Jet F-16 destinati specificatamente ad armare armi chimiche e biologiche, con personale addestrato ad essere operativo in pochi istanti.

Nel 1998 il Sunday Times ha scritto che Israele, usando ricerche sudafricane, stava sviluppando una "bomba etnica". Nello sviluppo di quest'arma, gli scienziati israeliani stavano sfruttando i progressi medici identificando un gene distintivo degli arabi, creando un batterio o virus geneticamente modificato Gli scienziati stavano provando a costruire microorganismi mortali che potessero attaccare solo coloro con il gene distintivo nella loro mappa genetica.
Dedi Zucker, membro di sinistra della Knesset, il parlamento israeliano, ha denunciato questa ricerca dicendo: "Moralmente, e sulla base della nostra storia, delle nostre esperienze e delle nostre tradizioni, tale arma è mostruosa e deve essere bloccata".




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L'AGGRESSIONE NUCLEARE
Nell'immaginario popolare, la bomba israeliana è l'arma come "ultima risorsa", da essere usata all'ultimo momento per evitare la distruzione. Questa strategia, descritta dal giornalista USA Seymour Hersh come "l'opzione Samson" è sottoscritta da molti sostenitori di Israele.

"GLI ARABI POSSONO AVERE IL PETROLIO, MA NOI ABBIAMO I FIAMMIFERI" - Ariel Sharon

Per quanto questa formula possa essere stata vera nelle menti dei primi strateghi nucleari israeliani, oggi l'arsenale nucleare israeliano è legato inestricabilmente ed integrato con la strategia militare e politica globale israeliana. Come dice Hersh: "l'opzione Samson non è più l'unica opzione nucleare che Israele ha a disposizione."

Israele ha fatto un numero infinito di velate minacce contro le nazioni arabe e contro l'Unione Sovietica prima e la Russia poi. Un esempio lampante viene da Ariel Sharon, ora primo ministro israeliano: Gli arabi possono avere il petrolio, ma noi abbiamo i fiammiferi".
In un altro esempio, l'esperto nucleare Oded Brosh affermò nel 1992: "non dobbiamo vergognarci del fatto che l'opzione nucleare sia il mezzo più importante per la nostra difesa e un deterrente contro chi ci attacchi."

L'accademico israeliano Israel Shahak ha commentato nel 1997: "la speranza per la pace, così spesso assunta come scopo per Israele, non è secondo il mio punto di vista, un principio della politica israeliana come invece è l'estensione della dominazione e dell' influenza israeliana." Ha poi aggiunto: "Israele si sta preparando ad una guerra, nucleare se necessario, per impedire cambiamenti nell'area che non corrispondono alle sue volontà`, come quelli che riguardino qualche stato mediorientale Israele chiaramente si prepara ad usare tutti i mezzi a sua disposizione, inclusi quelli nucleari."

Israele usa il suo arsenale nucleare non solo nel contesto della deterrenza o della guerra diretta ma anche in modi più sottili ma non meno importanti. Per esempio, il possesso di armi di distruzione di massa può essere una potente leva per mantenere lo status quo o per influenzare gli eventi secondo il suo vantaggio, come proteggere i cosiddetti paesi arabi moderati da insurrezioni interne o per intervenire in guerre inter-arabe.

Nel gergo politico-militare israeliano questo concetto è chiamato "coercizione non convenzionale" ed è semplificato da una citazione del 1962 di Shimon Peres: "Acquisire un sistema d'arma superiore (leggi nucleare) significa la possibilità di usarlo come mezzo di coercizione, in modo che costringa l'altra parte ad accettare le richieste politiche israeliane come quella del mantenimento dello status quo tradizionale e la firma di trattati di pace."

Un altro tra gli usi principali della bomba israeliana è di coercizione nei confronti degli USA per farla agire in favore di Israele, anche andando contro i propri stessi interessi strategici. Addirittura nel 1956 Francis Perrin, capo del progetto atomico francese scriveva : "Pensiamo che la bomba israeliana sia indirizzata agli americani, non per lanciargliela contro ma per dire 'Se voi non ci aiutate in una situazione critica, vi obbligheremo a farlo, altrimenti useremo la bomba atomica."

Durante la guerra del 1973 Israele ha usato il ricatto nucleare per costringere Henry Kissinger e il presidente Richard Nixon ad inviargli massicci aiuti militari. Come l'allora ambasciatore israeliano Simcha Dinitz affermava: "se non ci verranno inviati aiuti militari massicci immediatamente, allora sapremo che gli USA non rispettano le loro promesse e dovremo trarre conclusioni molto serie"
Un esempio di questo scenario è illustrato nel 1987 da Amos Rubin, consigliere economico dell'allora primo ministro Yitzhak Shamir. "Se lasciato a se stesso Israele non avrà altra scelta se non cadere in un livello di difesa più rischioso che metterà in pericolo se stesso e il mondo in generale. Per impedire che Israele dipenda dall'uso di armi nucleari chiediamo 2-3 miliardi di dollari all'anno in aiuti USA." Da allora l'arsenale nucleare israeliano è stato enormemente incrementato, quantitativamente e qualitativamente, mentre il borsellino americano è stato sempre aperto.


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IMPLICAZIONI
E' chiaro che Israele non è interessato alla pace se non quella dettata dai suoi propri termini, e non ha alcuna intenzione di negoziare lealmente per tagliare il suo programma nucleare o discutere seriamente su un medioriente libero dal nucleare.
Seymour Hersh scrive: "l'entità` e la raffinatezza dell'arsenale nucleare israeliano permette a uomini come Ariel Sharon di sognare il ridisegnamento della mappa del Medioriente, aiutato dall'implicita minaccia della forza nucleare."

C'è un'abbondanza di prove a sostegno di questa analisi. Ezer Weizman, l'ex presidente israeliano, afferma: " L'opzione nucleare guadagna attualità` e la prossima guerra non sarà convenzionale."
Ze'ev Shiff, un esperto militare israeliano che scrive su Ha'aretz dice: "chiunque creda che Israele firmerà la Convenzione ONU contro la proliferazione di armi nucleari sta sognando ad occhi aperti."

E Munya Mardoch, direttore dell'Istituto Israeliano per lo sviluppo dei sistemi d'arma dice nel 1994: "Il significato morale e politico delle armi nucleari è che gli stati che rinunciano al loro uso si mettono nella situazione di vassalli. Tutti questi stati che si sentono soddisfatti dal possesso di armi convenzionali sono destinati al ruolo di vassalli."
Nel momento in cui la società` israeliana diventa sempre più polarizzata, l'influenza della destra radicale si rafforza sempre di più. Secondo Shahak: " La prospettiva che gruppi come il Gush Emunin o altri fanatici israeliani di destra o qualcuno dei deliranti generali dell'esercito israeliano prendano il controllo delle armi nucleari non è da escludersi nel momento in cui la società ebraica israeliana segue una solida polarizzazione, il sistema di sicurezza si affida sempre più al reclutamento tra le fila dell'estrema destra."



In una futura guerra mediorientale - che non si può del tutto escludere stanti le asserzioni di Ariel Sharon, un criminale di guerra con un passato di sangue che va dal massacro di civili palestinesi a Quibya nel 1953 al massacro di Sabra e Chatila nel 1982,e via discorrendo - il possibile uso di armi nucleari da parte israeliana non può essere escluso.

Seymour Hersh avverte: "Se scoppierà una nuova guerra in medioriente o se qualche nazione araba lancerà missili contro Israele, come ha fatto l'Iraq, un'escalation nucleare, una volta impensabile se non come ultima risorsa, non sarebbe una probabilità remota."

Molti pacifisti mediorientali hanno esitato a discutere sul monopolio nucleare israeliano nella regione e questo ha portato ad analisi incomplete e non uniformi e a strategie d'azione sbagliate. Ma rimettere al centro dell'attenzione il problema delle armi di distruzione di massa di Israele avrà diversi effetti salutari.

Primo, metterà in luce la dinamica di destabilizzazione che porta gli eserciti mediorientali a costringere gli stati della regione a cercare ognuno il proprio "deterrente".

Secondo, metterà in luce il doppio standard grottesco che vede gli USA e l'Europa da un lato condannare l'Iraq, la Siria e la Corea del Nord per lo sviluppo di armi di distruzione di massa mentre contemporaneamente proteggono e legittimano il principale colpevole.

Terzo, scoprire la strategia nucleare israeliana, aiuterà a focalizzare l'attenzione internazionale.e ci saranno maggiori pressioni per farne smantellare l'arsenale e negoziare lealmente.

Infine, un'Israele non nuclearizzata, darebbe luogo ad un Medioriente non nuclearizzato, rendendo molto più probabile un accordo di pace complessivo nella regione.

Finchè la comunità internazionale non affronterà Israele rispetto al suo programma nucleare segreto, è improbabile che si sarà alcuna soluzione del conflitto Israelo-arabo, un fatto su cui conta con tutta evidenza Israele, come l'era Sharon fa presagire.







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fantozzi in che mondo vivi?
by il cane che piange, ride Monday, Jun. 30, 2003 at 5:33 AM mail:

Israele e' un paese che ha usato tattiche terroristiche contro gli inglesi, americani, ebrei, ecc. Mossad ha distrutto e eliminato diverse sinagoghe e ebrei che erono contrari alle politiche di Israele (facendole passare poi come attentati compiuti dagli estremeisti musulmani o palestinesi).
Se non sai la storia leggetela, e' un buon passatempo.

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x il cane
by David Monday, Jun. 30, 2003 at 6:44 AM mail:

Scusaci! meno male che la storia la sapete solo voi e come pare a voi!quindi la guerra dei sei giorni è stato israele ad attaccare per primo gli stati arabi vero? e la guerra del Kippur?

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x
by JohnnyWolf Monday, Jun. 30, 2003 at 1:14 PM mail:

Israele s'è beccata l'ostilità del mondo arabo perchè ha rubato 80.000 km2 (se non ricordo male) ai palestinesi.

Israele è uno stato canaglia, tanto quanto la Korea del Nord e gli USA

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i soliti ELETTI
by osso Monday, Jun. 30, 2003 at 1:18 PM mail:

Come sempre a nessuno è concesso criticare gli isrealiani, gli accordi intrnazionali sulle armi valgono per tutti meno che per USA e Israele, e se poi qual'cuno
si prende la briga di dirl, guai, assassino antisionista,
razzista, nazi ecc ecc, ci avete rotto con queste lacrime
da coccodrilli affamati di sangue e risorse degli altri.
Adesso gli americani mandano i marines in Liberia per proteggere il traffico dei diamanti che quarda caso è in mano alle lobby ebraiche, e ci vengono a parlare di libertà !!! E' una vergogna, sono ritornati i cow boy e adesso gli indiani sono il resto del mondo.
I soldi li mettono le lobby Ebraiche ed il servizio i protestanti di Bush con le loro pistole . Con tutte le strumentalizzazioni mediatiche del caso, ed è solo schietta e triste verità.

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i soliti ELETTI
by osso Monday, Jun. 30, 2003 at 1:19 PM mail:

Come sempre a nessuno è concesso criticare gli isrealiani, gli accordi intrnazionali sulle armi valgono per tutti meno che per USA e Israele, e se poi qual'cuno
si prende la briga di dirl, guai, assassino antisionista,
razzista, nazi ecc ecc, ci avete rotto con queste lacrime
da coccodrilli affamati di sangue e risorse degli altri.
Adesso gli americani mandano i marines in Liberia per proteggere il traffico dei diamanti che quarda caso è in mano alle lobby ebraiche, e ci vengono a parlare di libertà !!! E' una vergogna, sono ritornati i cow boy e adesso gli indiani sono il resto del mondo.
I soldi li mettono le lobby Ebraiche ed il servizio i protestanti di Bush con le loro pistole . Con tutte le strumentalizzazioni mediatiche del caso, ed è solo schietta e triste verità.

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indyani sempre piu' ipocriti
by uno che la BBC la conosce bene Monday, Jun. 30, 2003 at 1:47 PM mail:

Vivo in GB e posso confermare la faziosita' e l'antisemitismo della BBC. Nei loro servizi non perdono mai occasione di ricordare che Sharon e' un cattivone falco di destra, mentre si riferiscono ai terroristi palestinesi col termine "militanti" (altrimenti i poveri, bistrattati mussulmani inglesi s'offendono).
Tra l'altro, nel documentario in discussione, e' stato sostenuto che Israele avrebbe usato armi chimiche contro i palestinesi - questa e' una calunnia bell'e buona ed e qui che casca l'asino - solo un film di propaganda potrebbe diffondere queste vili falsita'. Dunque, Israele ha fatto bene a cacciare la BBC.
Israele, dopo aver subito 5 guerre d'aggressione ed essendo circondato da paesi ostili che non aspettano altro che distruggerlo, ha ogni diritto ad avera le atomiche. Non le usera' mai (speriamo) ma saranno solo un deterrente per far pensare ai suoi nemici che distruggerla o attaccarla non e' una buona mossa.

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ahahah la bbc proprio attendibile!
by fonte attendibile!? Monday, Jun. 30, 2003 at 2:21 PM mail:

la bbc e' un covo di schifosi nazi!

Vi ricordate la bufala della BBc sulla moda milanese?
Si scopri' poi che era tutta una burla organizzata dalla giornalista inglese per attirare su di se attenzioni...
Un mio amico e' stato accusato di spaccio di cocaina,ha denunciato la BBc e ha ottenuto un risarcimento di 20000 euro...


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penso
by indica Monday, Jun. 30, 2003 at 5:34 PM mail:

..se la BBC è così poco attendibile perchè non limitarsi a protestare adducendo prove o elaborando una controinchiesta (comè è avvenuto per Milano e altri casi) ? Ricorrere a pressioni o a censure lascia intatti molti interrogativi e ,direi, li alimenta. Come sempre e come è già avvenuto

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le armi chimiche di israele
by anti-gas Monday, Jun. 30, 2003 at 9:42 PM mail:

Da http://italy.indymedia.org/news/2003/06/308474.php

Tracce di veleno La storia buia di Israele svelata di Salman Abu Sitta E' ISRAELE E NON L'IRAQ LA PRIMA POTENZA MEDIORIENTALE AD AVER USATO ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA
Israele, non l'Iraq, e' il primo paese dell'area ad aver usato armi di distruzione di massa con intenti genocidi. Salman Abu-Sitta* scava in questa buia storia
In un periodo in cui gli schermi TV sono pieni di immagini di false armi di distruzione di massa in Iraq, tra gente al limite della sopravvivenza, l'occidente finge di non vedere il primo terrorista biologico del Medioriente, Israele, in cui e' collocata la piu' vasta quantita' di armi di distruzione di massa (ADM) tra Londra e Pechino.
Messo a confronto con tale anomalia, l'ambasciatore statunitense alle NU, John Negroponti, risponde col cinismo tipico: "Israele non ha mai usato queste armi contro il suo popolo o i suoi vicini". Supponendo che l'ambasciatore sia ben informato, questa dichiarazione e' una bugia flagrante. Israele ha usato armi biologiche ancora prima che venisse creato su suolo arabo nel 1948. L'obiettivo, secondo Ben Gurion, era il genocidio o almeno fare in modo che i palestinesi dispossessati non tornassero a casa.
AVVELENAMENTO DELLE FORNITURE IDRICHE AD AKKA: Dopo l'occupazione sionista di Haifa il 23 aprile 1948, sotto il naso delle forze mandatarie britanniche guidate dal Generale Stockwell, un uomo storicamente screditato per i suoi fallimenti, migliaia di uomini si diressero ad Akka, la citta' vicina ed il prossimo obiettivo sionista. Akka era ancora sotto il controllo delle forze britanniche. I sionisti assediarono la citta' dalla parte terrestre e cominciarono a tempestare la popolazione con colpi di mortaio giorno e notte. Famosa per le sue storiche mura, Akka resistette per molto tempo. Le forniture d'acqua alla citta' giungevano da un villaggio vicino, Kabri, 10 km a nord, attraverso un acquedotto. I sionisti iniettarono agenti tifoidi nell'acquedotto ad un punto intermedio che passava attraverso gli insediamenti sionisti. (vedi mappa).
La storia puo' essere finalmente raccontata grazie all'archivio della Commissione Internazionale della Croce Rossa, disponibile oggi, 50 anni dopo l'evento. Una serie di rapporti, denominati G59/1/GC, G3/82, inviati dal delegato della CICR de Meuron dal 6 al 19 maggio 1948, descrive le condizioni della popolazione cittadina, colpita da un'improvvisa epidemia di tifo, e gli sforzi per combatterla.
Di particolare importanza sono i verbali di una conferenza d'emergenza sull'epidemia tenuta all'Ospedale della Croce Rossa Libanese di Akka il 6 maggio. All'incontro parteciparono il brigadiere Beveridge, capo dei servizi medici britannici, il colonnello Bonnet dell'esercito britannico, il dottor MacLean del Servizio Medico, il signor de Meuron, delegato della CICR, ed alti dirigenti della citta'. I verbali stabilirono che almeno 70 civili erano tra le vittime, ma molti altri potevano non essere stati registrati. Si stabiliva, inoltre, che l'epidemia aveva avuto origine dall'acqua e non dalle precarie condizioni igieniche, come sostenevano gli israeliani. Si decideva che ulteriori rifornimenti d'acqua dovessero provenire da pozzi artesiani o stazioni agricole a nord di Akka e non dall'acquedotto. Fu utilizzata soluzione clorina, la popolazione comincio' ad essere vaccinata, i profughi furono sottoposti a rigorosi controlli (essi avrebbero potuto allargare l'epidemia ai campi profughi del Libano, come i sionisti avrebero voluto).
In altri rapporti, de Meuron menziono' 55 contagi tra i soldati britannici, che furono trasportati a Port Said ed ospedalizzati. Il Generale Stockwell chiese a de Meuron di arrivare a Gerusalemme con volo militare per recuperare i medicinali. I britannici, che avevano lasciato la Palestina nelle mani dei sionisti, non volevano che altri imbarazzanti incidenti ritardassero la loro partenza.
Il Brigadiere Beveridge disse a de Meuron che "era la prima volta che capitava in Palestina". Questo smentisce la pretesa israeliana, condivisa anche dallo storico israeliano Benny Morris, che l'epidemia fosse dovuta a "condizioni igieniche precarie dei profughi". Se fosse stato cosi', come mai lo stesso numero di soldati britannici fu contagiato? E come mai tali condizioni non causarono epidemie in simili concentrazioni di profughi in condizioni ancora piu' precarie, come a Jaffa, Lydda, Nazareth e Gaza?
Il delegato della CICR ammiro' grandemente gli sforzi eroici dei medici palestinesi, al-Dahhan e al-Araj, dell'ospedale della Croce Rossa Libanese ad Akka, del dottor Dabbas e della signora Bahai di Haifa.
La citta', colpita dall'epidemia, divenne facile preda dei sionisti. I loro bombardamenti divennero piu' intensi. Camion con altoparlanti invitavano la popolazione ad "arrendersi o commettere suicidio. Vi annienteremo fino all'ultimo uomo". E non si trattava di semplici parole. Lo ricorda Palumbo nel suo "The Palestinian Catastrophe", il quale cita il caso di Mohammad Fayez Sufi. Questi, insieme ad alcuni amici, usci' per prendere del cibo, ma alcuni membri del gruppo furono catturati dai sionisti e costretti a bere del liquido, probabilmente cianide. Morirono in mezz'ora.
Il luogotenente Petite, un osservatore francese dell'ONU, riporto' che l'esercito si dedico' a saccheggi sistematici delle case palestinesi, rubando mobilio, abiti e tutto cio' potesse servire ai nuovi immigrati ebrei. In parte, i saccheggi furono parte di "un piano sionista per impedire il ritorno dei profughi". Il luogotenente Petite riporto' che i sionisti uccisero 100 civili arabi che si rifiutavano di lasciare le loro case.
De Meuron riporto' orrori ancora peggiori. Parlo' di un "regno del terrore" e dello stupro di una ragazza da parte di soldati dopo che ne avevano assassinato il padre. Scrisse inoltre che tutti i civili maschi furono portati in campi di concentramento e considerati "prigionieri di guerra" anche se non erano soldati. A causa di cio', donne e bambini restarono senza casa e senza protezione, soggetti a molti atti di violenza. Egli chiese ai sionisti una lista dei civili detenuti come "prigionieri di guerra", chiese di sapere dove fossero e se potessero essere visitati. Piu' importante ancora, chiese che Akka fosse posta sotto protezione della CRI. Chiunque legga i rapporti de Meuron da Akka non puo' non notare il tono di forte ripugnanza verso le azioni che i sionisti stavano commettendo nella citta' palestinese.
L'episodio, iniziato con l'avvelenamento del rifornimento idrico di Akka e terminato con il collasso della citta', la pulizia etnica dei suoi abitanti e l'occupazione da parte degli immigrati ebrei, eccito' l'appetito sionista verso nuove imprese del genere.
L'AVVELENAMENTO DI GAZA: Due settimane dopo il "successo" di Akka, i sionisti colpirono di nuovo. Questa volta a Gaza, dove avevano trovato rifugio centinaia di migliaia di profughi dopo che i loro villaggi della Palestina del sud erano stati occupati. La fine fu comunque differente.
Il seguente cablogramma fu inviato dal comandante delle forze egiziane in Palestina al Quartier Generale del Cairo:
"24 maggio [1948], ore 15:20. Le nostre forze dell'intelligence hanno catturato due ebrei, David Horeen e David Mizrahi, che gironzolavano intorno alle postazioni dell'esercito. Sono stati interrogati ed hanno confessato di essere stati inviati dall'ufficiale Moshe per contaminare le riserve d'acqua dell'esercito. Portavano con se' bottiglie d'acqua divise a meta'. La parte superiore era riempita d'acqua potabile, mentre la parte inferiore era piena di liquido contaminato con agenti di tifo e dissenteria, equipaggiata con un'apertura sul retro da cui il liquido poteva essere rilasciato. Hanno confessato di essere parte di un team di 20 elementi inviati dal Rehovot con lo stesso obiettivo. Entrambi hanno scritto la confessione in ebraico e l'hanno firmata. Abbiamo preso le necessarie precauzioni mediche".
Nel Diario di Guerra di Ben Gurion, il 27 maggio 1948, viene segnata questa nota:
[Il Capo di Stato Maggiore Yigel Yadin] ha raccolto un cablogramma da Gaza il quale sosteneva che erano stati catturati due ebrei con germi della malaria e dava istruzioni di non bere acqua". Cio' e' tipico della visione obliqua della storia da parte di Ben Gurion. Lui era pienamente consapevole del peso della storia allorche' tali crimini fossero stati scoperti. Il processo di Norimberga si era tenuto appena tre anni prima. Molto di piu' su tale cablogramma viene invece detto nel libro di Yeruham Cohen, Nel buio del giorno e della notte, Tel Aviv, 1969, pg 66-68.
I criminali furono giustiziati tre mesi dopo. Il 22 luglio 1948, l'Alta Commissione Araba [palestinese] sottopose alle Nazioni Unite un rapporto in 13 pagine in cui si accusavano i sionisti di utilizzare armi "disumane", mirando al genocidio mediante l'uso di batteri e germi, sviluppati in laboratori speciali. Il rapporto accusa inoltre i sionisti (il termine Israele non viene mai adoperato) di aver diffuso il colera in Egitto e Siria nel 1947-48. La storia fu ripresa dal superpremiato giornalista del New York Times Thomas J.Hamilton e pubblicata il 24 luglio 1948. Essa dimostra che l'Egitto e la Siria erano gia' entrate nel campo di "operazioni" da parte dei sionisti.
IL COLERA IN EGITTO E SIRIA: L'estate del 1947 fu fervida di attivita' diplomatiche. La Speciale Commissione delle Nazioni Unite sulla Palestina (UNSCOP) era occupata in tours diplomatici in Palestina e paesi arabi per proporre la partizione della Palestina cosi' che la nuova comunita' di immigrati ebrei, che controllava solo il sei per cento della Palestina mandataria, ottenesse oltre la meta' del territorio (circa il 54%) per fondarvi uno stato estero nel mezzo della terra araba.
Gli arabi dibattevano su come resistere allo schema occidentale di portar loro via il loro territorio. Le forze su cui contare erano i paesi vicini confinanti con la Palestina. Il Libano era debole. La Trans-giordania era ancora controllata dai britannici ed il re-fantoccio, Abdallah, era conciliante verso i sionisti. Restavano l'Egitto, il paese arabo piu' forte, e la Siria, recentemente liberatasi dalle catene del mandato francese. La Siria era il centro della resistenza araba all'occupazione straniera della Palestina. A Qatana furono approntati speciali centri per l'addestramento di giovani volontari che entrassero in Palestina sotto la bandiera dell' "Esercito arabo per la Riscossa". Essi erano dunque gli obiettivi piu' importanti.
Nel suo rapporto di 220 pagine continuamente aggiornate, intitolato "Bioterrorismo e biocrimini: l'uso illecito degli agenti biologici a partire dal 1900", datato febbraio 2001, il dott. W. Seth Carus del Centro per la ricerca sulla controproliferazione, Universita' della Difesa Nazionale, Washington DC, lista il seguente sottotitolo a pg.87: "Caso 1947-01: Terrorismo sionista 1947-48".
In tale sezione, egli sostiene che l'epidemia di colera in Siria ed Egitto ebbe molta attenzione da parte della stampa internazionale. Il primo articolo sul colera in Egitto apparve sul Times di Londra il 26 settembre 1947. Fino all'ultimo caso apparso nel gennaio 1948, morirono 10.262 persone. L'articolo dichiara che l'epidemia in Siria fu molto piu' limitata, con pochi casi in due cittadine a sud di Damasco, presso il confine con la Palestina. In quel caso, l'esercito siriano formo' un cordone sanitario e le vittime furono davvero limitate. Poco dopo, il giornale di Beirut in lingua francese, Orient, riporto' che erano stati arrestati molti agenti sionisti, colpevoli di aver diffuso il colera per impedire la mobilitazione dell'esercito dei volontari. Il loro destino e' sconosciuto.
Questi incidenti, come l'avvelenamento di Gaza, furono citati nel rapporto dell'ACA alle Nazioni Unite, afferma Carus, aggiungendo informazioni di fonte diversa per quanto riguarda l'avvelenamento di Gaza. Rachel Katzman, la sorella di Horeen, disse: "Incontrai uno dei comandanti di mio fratello in una conferenza a Gerusalemme. Gli chiesi se effettivamente mio fratello avesse tentato di contaminare le sorgenti d'acqua. "Queste erano le armi che avevamo", rispose, "e questo e' quanto".
COME BEN GURION COMINCIO' TUTTO QUESTO? Il 4 maggio 1948, Ben Gurion scrisse una lettera a Ehud Avriel, un operatore in Europa della Jewish Agency, chiedendogli di arruolare scienziati ebrei dell'Europa dell'est per "aumentare la nostra capacita' di uccidere le masse o di curare le masse; entrambe sono importanti". Questa citazione tronca e' data da Avner Cohen il quale cita un autore del Centro di Ricerca Ben Gurion a Sdeh Boker.
Per capire il significato di questa citazione, dobbiamo ricordare la dottrina di Ben Gurion: la distruzione della societa' palestinese in Palestina e' la condizione necessaria per la creazione dello stato d'Israele sulle sue rovine. Come corollario a questa dottrina, la pulizia etnica divenne parte integrante del sionismo. Se non fosse stato possibile "rimuovere" i palestinesi con i massacri e le espulsioni, sarebbero stati "rimossi" con lo "sterminio". Tali parole sono usate specificamente nella lettera dell'ACA menzionata precedentemente. Il termine "sterminio" e' stato usato raramente dagli arabi riguardo il loro destino. Gli orrori dell'Europa erano lontani o forse non ben conosciuti.
Il riferimento di Ben Gurion a "curare le masse" e' un altro trucco della sua visione distorta della storia. Nessun paese arabo, nel 1948, aveva la capacita' o la volonta' di causare "assassinio di massa" degli ebrei usando armi biologiche. Come avvenne, fu Ben Gurion il primo ad utilizzare tali armi. La sua eredita', amplificata e raffinata, persevera fino ad oggi.
Avendo creato Israele nel mezzo del mondo arabo, Ben Gurion era determinato a raggiungere questo straordinario obiettivo malgrado tutto. "Siamo inferiori agli altri popoli in quanto a numero", rimarco', "ma nessun altro popolo ci e' superiore in quanto ad abilita' intellettuale'.
Negli anni '40, raduno' attorno a se' Ernst David Bergmann, Avraham Marcus (Marek) Klingberg (dell'Armata Rossa) ed i fratelli Aharon ed Ephraim Katachalsky (Katzir) - tutti esperti di microbiologia. Essi formarono il nucleo del Corpo Scientifico dell'Hagana durante il periodo del mandato Britannico. Ephraim Katachalsky fu nominato comandante di questa nuova unita', ribattezzata HEMED, nel maggio 1948. Sorse poi una disputa tra Chaim Weizmann, che desiderava creare un istituto scientifico per una scienza "pulita", e Ben Gurion, che insisteva sulla creazione di un centro "sporco" per lo sviluppo di armi biologiche. Entrambi realizzarono i loro desideri. L'Istituto Weizmann per la Ricerca Scientifica fu costruito a Rehovot. Una nuova unita' all'interno della HEMED, dedicata alle armi biologiche e chiamata HEMED BEIT, fu creata come ramo dell'esercito israeliano. Il suo capo fu Alexander Keynan, un microbiologo dell'Universita' ebraica di Gerusalemme.
Con lo spopolamento di 530 villaggi e citta' palestinesi durante la Catastrofe del 1948, molte case rimaste vuote furono "regalate" agli immigrati ebrei, che ne presero possesso negli anni '50. Il Capo di Staff Yigal Yadin seleziono' per la nuova unita' sullo sviluppo di armi biologiche una villa situata in un grande giardino di aranci ad ovest di Nes Ziona. Questa unita', conosciuta con il nome di Istituto Israeliano di Ricerca Biologica (IIBR), e' ancora oggi sita in quel luogo. La costruzione e' stata ampliata e circondata da un muro alto tre metri, sensori e torrette di controllo.
Mentre l'IIBR rappresenta il fronte di un'istituzione scientifica, che produce documenti "puliti" e viene invitata alle conferenze scientifiche, le vere armi biologiche vengono sviluppate all'interno dell'istituto, in un centro altamente classificato (Machon 2, uno di quattro) fondato e controllato direttamente dal ministro della difesa.
Ephraim Katzir fu ricompensato per i suoi servigi allo stato con l'elezione a presidente di Israele nel 1973. Aharon Katzir rimase ucciso nell'attacco all'aeroporto di Lydda il 30 maggio 1972.
Subito dopo gli avvelenamenti a Akka e Gaza, Ben Gurion lancio' un progetto per sviluppare una "capacita' non convenzionale economica" nel 1955. Perche' questa fretta? Come riporta Cohen, Munia Mardor, fondatore del RAFAEL (Autorita' Israeliana per lo sviluppo degli armamenti), disse che Ben Gurion "era evidentemente preoccupato di non rispettare le scadenze che aveva stabilito, e del fatto che, se il nemico avesse ottenuto tale capacita', Israele non avrebbe posseduto deterrenti". Si scopri' poi che la fretta era per rispettare la scadenza dell'Aggressione Tripartita a Suez nel 1956. Ben Gurion era pronto a bombardare l'Egitto con armi biologiche se la sua campagna fosse fallita. Come se non fosse abbastanza, quello stesso anno Israele firmo' un accordo con la Francia per costruire un programma nucleare. L'emissario di Ben Gurion in Francia non era altri che il "pacifico diplomatico" Shimon Pensky (Peres).
DOVE SI TROVA L'IIBR? Negli anni '30, la strada da Ramleh a Nabi Rubin, un sito religioso popolare visitato annualmente, passava attraverso Wadi Hunein, un bel suolo sabbioso con piccoli acquitrini. La ricca famiglia al-Taji al-Farouki di Ramleh acquisto' vasti appezzamenti di questa terra e li trasformo' in giardini di cedri talmente importanti da essere esportati in centinaia di migliaia di cassette in Europa. Shukri al-Taji acquisto' una bellissima villa - una costruzione rettangolare a due piani in cima ad una collina, in una grande appezzamento di terra, 134.029 metri quadrati di area. Il numero dell'appezzamento e' 549/32 e l'atto di proprieta' e' contenuto nel catasto al numero E42/260 del 16 marzo 1932. Egli costrui', inoltre, una moschea sulla strada asfaltata da Jaffa a Qubeiba. Su un'altra collina, un kilometro ad ovest, suo cugino Abdel Rahman Hamed al-Taji costrui' una villa consistente di diverse costruzioni. Le due ville nel mezzo di vasti giardini d'aranci suggeriscono una scena idilliaca di tranquillo raccoglimento.
Questo fu il luogo scelto da Yigal Yadin per le sue ricerche sulle armi biologiche. La villa di Shukri al-Taji divenne la sede dell'IIBR. Il sito web dell'Istituto (http://www.iibr.gov.il) mostra con orgoglio nella pagina iniziale l'entrata della costruzione, la quale non e' altro che la villa di Shukri, con la sua facciata ad archi ed alti alberi rigogliosi. Shukri mori' di crepacuore al Cairo meno di dieci anni dopo, da profugo.
Le altre proprieta' della famiglia furono espropriate ed usate. La moschea fu trasformata in sinagoga e chiamata "Gulat Israel". La casa di Abdel Rahman divenne un ospedale psichiatrico.
CACCIA AI COLPEVOLI: Sara Leibovitz-Dar e' una pignola giornalista investigativa. Il trauma sperimentato dai suoi genitori nella nativa Lituania lascio' un segno indelebile in lei. Caratterialmente, aborrisce le ingiustizie e, soprattutto, l'accettazione di esse. Sara investigo' sugli avvelenamenti di Gaza ed Akka e sull'abbattimento di un aereo civile libico. Lo storico militare israeliano Uri Milstein identifico' per lei i nomi degli ufficiali responsabili di crimini biologici.
Nel 1993, Sara cerco' di intervistare il comandante responsabile dell'avvelenamento di Akka. Questi rifiuto' di parlarle. "Perche' cerca grane per un episodio avvenuto 45 anni fa?", chiese. "Cosa ci guadagnera' pubblicandolo?"
Anche l'ufficiale responsabile dei fatti di Gaza rifiuto' di risponderle. "Non otterra' alcuna risposta a queste domande, ne' da me ne' da altri". Sara insiste'. Chiese al colonnello Shlomo Gur, ex-capo dell'HEMED, se fosse stato al corrente delle operazioni segrete a Gaza nel 1948. "Abbiamo avuto notizia delle epidemie di tifo a Akka e delle operazioni di Gaza. Vi erano molte voci, ma non posso confermare se esse fossero vere o no", rispose.
Queste dichiarazioni furono pubblicate su Hadashot con il titolo "Microbi al servizio dello stato" il 13 agosto 1993. Sara, che oggi lavora per Ha'aretz, concluse l'articolo con il commento seguente:
"Cio' che allora fu fatto con profonda convinzione e zelo viene oggi coperto con vergogna".
Non tutti hanno paura di parlare. Naim Giladi e' un ebreo iracheno adescato in Israele da agenti del Mossad nei primi anni '50. Con lo zelo e la dedizione di un novello sionista, scopri' immediatamente che, all'interno dell'establishment ashkenazita "non c'erano molte opportunita' per quelli di noi che erano cittadini di seconda classe", come disse all'editore di The Link di New York, dove emigro' dopo aver lasciato Israele. "Cominciai a scoprire i metodi barbarici di come liberarsi del maggior numero possibile di palestinesi. Il mondo oggi inorridisce al pensiero della guerra batteriologica, ma Israele e' stato probabilmente il primo ad usarla in Medioriente. Le forze ebraiche "svuotavano" i villaggi palestinesi uccidendo dozzine di giovani, minacciando gli altri ed avvelenando con batteri di tifo e dissenteria le sorgenti d'acqua, cosicche' i profughi non potessero tornare a casa" (The Link, Vol.31, numero 2, Aprile-Maggio 1998).
Un altro testimone che parlo' fu l'ex agente del Mossad Victor Ostrovsky, il quale affermo' che test letali venivano fatti su prigionieri arabi all'interno del palazzo dell'IIBR.
L'INVESTIGAZIONE OLANDESE: Il 4 ottobre 1992, alle ore 6.21, il volo 1862 della El Al lascio' l'aeroporto Schiphol di Amsterdam per Tel Aviv, con a bordo tre membri dell'equipaggio, un passeggero e 114 tonnellate di merce. Sette minuti dopo, si schianto' su di un palazzo di Bijlmer. Il volo 1862 della El Al divenne il peggiore disastro aereo nella storia olandese: esso provoco' la morte di almeno 47 persone (il numero esatto e' sconosciuto, dal momento che nell'area vivevano molti immigrati) e distrusse la salute di oltre 3.000 cittadini olandesi. Gli abitanti di tutta l'area colpita cominciarono a manifestare malattie sconosciute, eritemi, difficolta' respiratorie, disordini nervosi, malformazioni neonatali e cancro.
Il governo olandese, in collusione con quello israeliano, menti' ai suoi cittadini affermando che l'aereo trasportava profumi e fiori. Che fiori! All'energico e persistente editore scientifico del quotidiano olandese NRC Handelsblad,Karel Knip, ci vollero molti anni per scoprire i fatti. Knip pubblico', il 27 novembre 1999, l'investigazione piu' accurata e fattuale del lavoro di terrorismo biologico dell'IIBR.
All'inizio egli scopri' che l'aereo trasportava 50 galloni, tra l'altro, di DMMP, una sostanza usata per preparare un quarto di tonnellata del letale gas nervino Sarin, venti volte piu' letale del cianuro. Esso trasportava un carico per conto della Solkatronic Chemicals di Morrisville, Pennsylvania, all'IIBR in Israele, con il permesso del Dipartimento del Commercio USA. Questo e' in violazione della Convenzione sulle Armi Chimiche, di cui gli USA, ma non Israele, sono parte contraente.
Con ostinata determinazione, Knip controllo' la letteratura scientifica prodotta dall'IIBR e dai dipartimenti di microbiologia della Facolta' di Medicina dell'Universita' di Tel Aviv e dell'Universita' Ebraica a partire dal 1950. Egli riusci' ad identificare 140 scienziati coinvolti in ricerche su armi biologiche. Il numero potrebbe essere piu' elevato, dal momento che molti di essi avevano forti collegamenti con il Walter Reed Army Institute, l'Uniformed Services University, l' American Chemical and Biological Weapons (CBW) Center di Edgewood e l'Universita' dello Utah.
Ancora piu' importante, Knip riusci' ad identificare tre categorie di produzioni dell'IIBR: malattie, intossicanti e convulsivi, ed il loro sviluppo in ogni decennio degli ultimi 50 anni.
La ricerca si sposto' dai virus e batteri alle tossine poiche' queste ultime sono molto piu' velenose. I gas nervini conosciuti col nome di Tabun, Soman, Sarin, VX, Ciclo-Sarin e Amiton sono tutti gas letali ed agiscono allo stesso modo.
Knip ando' oltre. Chiese l'assistenza di esperti nel settore, come il professor Julian Perry Robinson, dell'Universita' del Sussex, Brighton, il dottor Jean Pascal Zanders del SIPRI di Stoccolna e il professor Malcolm Dando, dell'Universita' di Bradford. Essi spiegarono le sue scoperte. Inoltre, Knip scopri' delle strette cooperazioni tra l'IIBR ed il programma anglo-americano di armi di distruzione di massa. Questo programma si occupava di virus e batteri trasmessi attraverso roditori ed insetti e copriva vaiolo, avvelenamenti da funghi e legionella.
La tendenza nuova e pericolosa nella ricerca dell'IIBR sulle armi biologiche e' lo sviluppo di incapacitanti che paralizzano, disorientano, causano movimenti incontrollabili e forti dolori allo stomaco. La maggior parte di questi incapacitanti hanno antidoti in grado di riparare ai danni arrecati. Questi incapacitanti sono stati e sono ancora usati contro i palestinesi dell'Intifada.
Vi e' inoltre una forte collaborazione con Germania ed Olanda sulle armi biologiche. Questa e', probabilmente, la ragione del silenzio del governo olandese sulla tragedia di Amsterdam.
La cooperazione con gli USA e' abbastanza scoperta. Il "Programma della Difesa di Ricerca Medica, Biologica e Nucleare" del Congresso, descrive apertamente la cooperazione con Israele sugli agenti nervini e sui convulsanti sotto la guisa di ricerca sugli antidoti. E' chiaro che, per poter sviluppare l'antidoto, bisogna conoscere il veleno stesso. Il dottor Avigdor Shafferman, direttore dell'IIBR, contribuisce al programma.
La Commissione Preparatoria per l'Organizzazione e la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW) dell'Aja finge di ignorare completamente le attivita' criminali di Israele. Ironia della sorte, sono i ricercatori israeliani a guidare l'OPCW per quello che concerne i metodi per scoprire le armi chimiche. I ricercatori israeliani R. Barak, A. Lorber e Z. Boger dell' IIBR, della CHEMO Solutions e delle Rotem Industries rispettivamente, propongono i metodi per investigare sugli agenti di guerra chimica. Nessun corpo internazionale sembra che voglia applicare questi metodi ad Israele stesso. Il meccanismo per fare questo monitoraggio e' disponibile negli USA, ma e' impossibile pensare ad un team di ispettori guidati da un Blix americano che ispezioni le camere segrete dell'IIBR.
Cio', comunque, potrebbe non applicarsi agli scienziati di coscienza. Il professor Keith Yamamoto, dell'Universita' della California e il Dottor Jonathan Kimg del MIT, hanno criticato il programma americano sulle armi biologiche dimostrando che il tentativo di modificare le tossine (come fa l'IIBR) puo' difficilmente catalogarsi come ricerca "difensiva". Ma un criticismo del genere verso Israele e' oggi praticamente impossibile da prendere in considerazione.
LE VITTIME PALESTINESI: I crimini biologici perpetrati contro i palestinesi ad Akka e Gaza nel 1948 hanno luogo ancora oggi.
Nel 1997, agenti del Mossad cercarono di assassinare Khaled Mish'al, direttore dell'Ufficio Politico di Hamas ad Amman. Re Hussein reagi' furiosamente a quella flagrante violazione della sovranita' della Giordania e del Trattato di pace con Israele. Poiche' il tentativo falli' grazie alla prontezza della guardia del corpo di Mish'al, Israele invio' una dottoressa con l'antidoto. La tossina usata era la SEB, che, applicata alla canna di una pistola speciale con un raggio di 50 metri, veninva iniettata direttamente nel collo della vittima.
Abbondano i casi di gas nervini utilizzati contro scolari e scuole. Neil Sammonds enumera questi casi:
Defoglianti chimici contro i raccolti palestinesi ad 'Ain al-Beida nel 1968, ad Aqraba nel 1972, a Medjel Ben Fadil nel 1978 e nel Negev nel 2002.
Armi chimiche, incluso l'idrogeno di cianuro, gas nervino e proiettili al fosforo nella guerra del 1982 contro il Libano.
Gas letale contro prigionieri palestinesi e libanesi.
Ma il caso piu' ampiamente pubblicizzato e documentato in tutto il mondo da numerose ONG internazionali e' l'applicazione di incapacitanti, particolarmente a Khan Yunis, nel febbraio 2001. Le immagini delle vittime che si contorcevano dal dolore ed in preda a convulsioni incontrollabili fecero il giro del mondo.
James Brooks di "Pace giusta in Palestina" fece un resoconto dettagliato di questi attacchi sui civili giorno dopo giorno. In un primo momento, le vittime credevano si trattasse di lacrimogeni. L'odore era penetrante, dolce come quello dello zucchero. Mutava colore come un arcobaleno. Quindici minuti dopo averlo inalato, la vittima "sentiva lo stomaco contorcersi ed un intenso bruciore al petto impediva di respirare". Poi iniziavano le convulsioni. La vittima cominciava a saltare ed a muovere le gambe come sotto l'effetto di una crisi isterica. Alcuni cadevano in stato d'incoscienza. Il dolore si alternava a vomito e il tutto poteva durare per giorni o settimane.
A causa delle denuncie da parte di gruppi per i diritti umani, le vittime dei gas velenosi di Khan Yunis vennero filmate dal regista americano James Longley, in un documentario che "porta lo spettatore direttamente al centro dei tumulti nella Gaza occupata da Israele". Longley compilo' un rapporto di 43 pagine in cui venivano intervistati le vittime, i medici e gli infermieri che si occuparono di loro.
Questi diabolici incapacitanti suscitarono le proteste di qualche ONG, ma niente piu' di questo. Non vi furono investigazioni internazionali ne' censure di alcun genere, e le stesse armi furono utilizzate a marzo ad al-Bireh, Nablus ed ancora a Gaza il mese successivo.
Avvenne invece il contrario. Ci fu una vasta condanna orchestrata dal sionismo mondiale allorche', nel novembre 1999, Suha Arafat, moglie del presidente, accuso' Israele di usare "gas velenosi" in presenza dell'aspirante politica Hilary Clinton. Il picco di ipocrisia e cinismo venne raggiunto allorche' le incensate autorita' israeliane dichiararono che le accuse fattuali di Suha erano "una violazione del processo di pace"!
Vi sono effetti sconosciuti ed a lungo termine delle tossine e degli incapacitanti chimici. Il 3 febbraio 2003, il dottor Khamis al-Najjar, direttore del Centro di Ricerca sul Cancro del ministero della Sanita' di Ramallah ha denunciato un allarmante incremento del cancro, specie tra le donne ed i bambini. Il rapporto del centro copre il periodo 1995-2000 e mostra 3.646 casi, piu' della meta' tra donne. I casi di Gaza sono piu' numerosi di quelli della Cisgiordania. Il rapporto, citando il tasso di incremento, prevede che i casi triplicheranno nel prossimo futuro. Prendendo in considerazione la paranoia israeliana circa la demografia palestinese e giudicando dai loro precedenti record, e' possibile che l'effetto cumulativo dell'esposizione a tossine ed incapacitanti abbia prodotto una accresciuta incidenza dei casi di cancro. Un simile studio sara' condotto tra breve sui feti ed i neonati.
DOVE ANDIAMO DA QUI? Israele ha firmato ma non ratificato la Convenzione sulle Armi Chimiche e non e' parte contraente di quella sulle armi biologiche. Israele non riconosce l'applicazione della Quarta Convenzione di Ginevra sui territori palestinesi occupati di Cisgiordania e Gaza, come fa invece il resto del mondo. Non c'e' da sorprendersi. Israele viola tutte le leggi del libro.
L'articolo 147 della Convenzione di Ginevra stabilisce che "causare volutamente grandi sofferenze o seri danni alla salute dei civili e' una violazione grave" che, secondo l'articolo 146, le persone colpevoli di tale condotta dovranno essere portate di fronte alle corti indipendentemente dalla loro nazionalita'". Se cio' fosse applicato, Sharon ed i suoi accoliti dovrebbero passare dietro le sbarre di una corte belga lunghi anni.
C'e' una quantita' incredibile di convenzioni che Israele viola costantemente, a cominciare dal Protocollo di Ginevra del 1925 sui gas velenosi alla Convenzione sulla Proibizione dello sviluppo, produzione ed uso di armi chimiche del 1993.
Con questi precedenti, sembra un insulto alla giustizia aver inviato centinaia di ispettori in Iraq per distruggere industrie e case private, mentre una quantita' incredibile di armi di distruzione di massa viene ammassata in Israele. Forse i 10 milioni di persone che manifestarono in 600 citta' del mondo contro la guerra all'Iraq il 15-16 febbraio cercarono di sottolineare questa amara ironia rifiutando questa guerra. Molti striscioni lo dicevano chiaramente.
Probabilmente la voce interna in Israele potra' essere ascoltata piu' attentamente. Il sindaco di Nes Ziona, a circa 10 km dal centro di Tel Aviv, si e' lamentato del fatto che la vicinanza dell'IIBR alla citta' pone un grande pericolo sulla popolazione, in caso di incidente. Ha ragione. La Commissione Scientifica della Knesset ha riportato 22 casualita', inclusi tre casi fatali, negli ultimi 15 anni. Ma questi erano casi insignificanti.
Quale potrebbe essere la situazione se avvenisse un grosso incidente in una giornata ventosa, che causasse l'esplosione di tonnellate di materiale tossico e la sua evaporazione nel cielo, in una periferia congestionata, dove vivono tre milioni di persone in un'area di appena 1000 km quadrati? Ben Gurion, mentre accarezzava il suo malvagio piano di "sterminare" gli arabi, non penso' a questo scenario imprevisto nei suoi sogni piu' folli.

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SILENZIO
by wolf77 Wednesday, Jul. 02, 2003 at 9:13 AM mail:

MI SEMBRA CHE L'UNICO COMMENTO A QUESTI ARTICOLI SIA IL SILENZIO;SOLO NEL SILENZIO SI PUO' RIFLETTERE SUL PERCHE' LA BELVA UMANA SI TRASFORMI DA VITTIMA IN CARNEFICE SENZA LA MINIMA MEMORIA STORICA.
SPERO CHE VOI VI SIATE FATTI UN'IDEA IO RESTO DELLA MIA...
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA.

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Sharon: «Oscurate la Bbc»
by ORSOLA CASAGRANDE Thursday, Jul. 03, 2003 at 6:59 PM mail:

Sharon: «Oscurate la Bbc»
ORSOLA CASAGRANDE
LONDRA
Non è proprio piaciuto al governo israeliano il programma sulle armi nucleari e chimiche di Israele mandato in onda dalla Bbc. «Degno della migliore propaganda nazista», ha detto il capo ufficio stampa del governo Danny Seaman, annunciando che d'ora in avanti i giornalisti della televisione di stato britannica avranno vita dura nello Stato ebraico: nessuna collaborazione da parte del governo di Sharon che non li inviterà più alle sue conferenze stampa, né li informerà delle sue iniziative. Quanto alle interviste con membri dell'esecutivo, scordarselo. L'Associazione della stampa estera in Israele ha criticato le «sanzioni» del governo Sharon, affermando che si tratta di «tentativi illegittimi di esercitare pressione politica». Ma il provvedimento del governo israeliano va al di là dell'ira scatenata dal programma trasmesso lo scorso fine settimana, «Israel's secret weapon», l'arma segreta di Israele. Una denuncia, quella di possedere armi proibite, che non è la prima volta che viene rivolta a Israele. Eppure questa volta non è proprio andata giù a Sharon e ai suoi ministri. Perché? Una possibile spiegazione può essere ricercata nel dibattito sui programmi nucleari e in particolare nel tentativo di «pacificazione» del ministro degli esteri britannico Jack Straw, qualche giorno fa in Iran per cercare di convincere Tehran d accettare gli ispettori internazionali sul suo territorio. L'Iran insiste affinché la vicenda del nucleare venga inserita in un contesto regionale, coinvolgendo anche Israele. Mentre il dibattito si arroventa, ecco che viene mandato in onda il programma della Bbc che denuncia proprio quello che tutti sanno: Israele ha programmi per la costruzione di armi nucleari e chimiche. Perché nessuno dice nulla?
Certo la Bbc non ha risparmiato accuse durissime allo stato di Israele. Del resto, per tutta la settimana prima della sua trasmissione, il programma è stato pubblicizzato così: «qual è lo stato che possiede armi chimiche e nucleari proibite? Qual è lo stato che viola costantemente da anni tutte le risoluzioni delle Nazioni unite?».
Un oltraggio per il capo ufficio stampa del governo Sharon che ha subito dichiarato che «il modo in cui la Bbc sta cercando di presentare Israele è inaccettabile e compete con la peggior propaganda nazista». Per Seaman «la Bbc dimostra ancora una volta i suoi pregiudizi e la sua linea apertamente anti-israeliana». Non è infatti la prima volta che la televisione di stato britannica deve subire gli attacchi di Israele. Quando mandò in onda un programma sulle responsabilità di Sharon nel massacro di Chabra e Chatila, Israele andò su tutte le furie. Lo stesso in un precedente programma sulle armi nucleari. E poi ci sono state le mille accuse di faziosità nei servizi sul conflitto con i palestinesi.

La Bbc risponde esprimendo il pieno appoggio al programma, «un eccellente pezzo di giornalismo», come ha sottolineato un portavoce della tv di stato. Una delle accuse rivolte al governo di Sharon è quella di aver utilizzato nel febbraio 2001 un nuovo gas nella striscia di Gaza che ha causato il ricovero di centottanta palestinesi. Ma il clou della trasmissione riguardava il programma nucleare dello stato. Secondo una stima fatta dagli Stati uniti nel 2000, Israele avrebbe tanto plutonio da poter costruire almeno duecento armi nucleari. Questo secondo scienziati americani che hanno utilizzato, per le loro analisi, recenti fotografie scattate dai satelliti, in particolare del sito industriale di Dimona. Lo stesso dove lavorava Mordechai Vanunu, il tecnico arrestato nel 1983, condannato a diciotto anni di prigione per aver rivelato informazioni sul programma nucleare (che il governo ha sempre negato e continua a negare) al settimanale britannico Sunday Times. Il programma della Bbc ha quindi insistito sul fatto che è grazie ad un accordo con gli Stati uniti che Israele può continuare a perfezionare il suo programma di armi chimiche e nucleari: l'importante è che Israele tenga un basso profilo, non facendo test nucleari.





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la solita fox news
by tino Thursday, Jul. 03, 2003 at 7:10 PM mail:

ieri notte ho visto un servizio di fox news contro la bbc... non capivo bene perchè la fox odiasse tanto la bbc,
ora l'ho capito...

oltre al servizio c'è stato anche "l'approfondimento" di
o'really, (uno di quelli che i pacifisti americani hanno inserito nel mazzo di carte anti-bush), o'really è stato
anche ieri degno della sua fama...

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Poi dicono che Israele e' un paese libero e democratico?
by LIBERA !!!!!!!! Thursday, Jul. 03, 2003 at 9:27 PM mail:

Israele e' una Teocrazia punto e basta!

E coi prescelti da DIO non si discute: si obbedisce solamente, chiaro?Solo NOI sopravviveremmo all'Armagheddon e degli altri del resto gia' da tempo non me ne frega un cazzo !!!


Libera !!!!!!!!

Chai, chai, chai - Ken, ani od chai!
Ze hashir shesaba
Shar etmol l'aba -
V'hayom ani.
Ani od chai, chai, chai
Am Yisrael chai
Ze hashir shesaba
Shar etmol l'aba
V'hayom ani.

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